Lo studio di Ciarocchi appare propriamente attraversato dall'idea di actuosa participatio, in quella visione di Chiesa ministeriale a così fortemente voluta dal Concilio Vaticano II. Questo sguardo approfondito al rapporto di liturgia, musica, canto e mistagogia rende la trattazione utile, spingendo alla lettura di altre pubblicazioni, rammentando sempre che il fine della musica liturgica è "gloria Dei et salus animarum" (Pietro Sorci, Prefazione). Valerio Ciarocchi affronta il tema del rapporto tra musica e liturgia, producendo un lavoro ampio e completo, ricco di spunti di approfondimento e di riflessione per studiosi e cultori della liturgica musicologia. Nella sua completezza offre allo studioso una già fondata base di partenza per necessari e opportuni nuovi spunti di riflessione e di ricerca per il settore liturgico-musicale (Giuseppe Liberto, Postfazione).
Nel 2024 ricorre l'ottavo centenario della stimmatizzazione di san Francesco alla Verna. Questo evento singolare può forse insegnare a tutti noi come trasfigurare in stimmate cristiane le ferite che la vita ci procura, attraverso un cammino di guarigione che ci permetta di accogliere e di fare nostro l'invito di san Francesco dopo l'esperienza delle stimmate: "Incominciamo servire il Signore Dio nostro, perché finora abbiamo combinato poco"
Il volume raccoglie, per la prima volta, le omelie tenute da don Giacomo Tantardini a San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, nell’ultimo periodo della sua vita. L’autore, sacerdote ambrosiano vissuto per lungo tempo a Roma, è stato la guida teologica della rivista internazionale «30 Giorni. Nella Chiesa e nel mondo», educatore nella pastorale universitaria, profondo studioso del pensiero di S. Agostino. Nelle omelie la teologia agostiniana della grazia si unisce alla teologia dell’avvenimento di don Luigi Giussani con al centro la figura del «caro Gesù», oggetto di una fede profonda, esistenzialmente appassionata e toccante. Il risultato è un patrimonio di omelie unico, caratterizzato da uno stile poetico letterario che ricorda quello di Charles Péguy, lo scrittore francese prediletto. Il testo riporta una prefazione di Papa Francesco, e un’accurata biografia dell’autore curata da Massimo Borghesi.
Il calendario del 2024 ci proporrà ogni mese un'opera artigianale o artistica di stile diverso, espressione di varie culture vicine e lontane, per invitarci a guardare avanti con fiducia e mettere a disposizione mani e cuore per dar vita a opere belle e buone.
Una avvincente e inedita Via Crucis che capovolge lo sguardo meditativo e contemplativo, ponendosi dal punto di vista di Gesù di Nazaret, il Cristo, che "compassiona" il dolore della creazione, gli spasimi della terra, le tante agonie dell'uomo e invoca il Padre, perché lo Spirito rinnovi la vita e spazi la non-cultura dell'annientamento e della morte. La Via Crucis, intesa come esercizio di meditazione e pietà cristiana, è un lascito notevole di san Leonardo da Porto Maurizio. Sebbene più di tre secoli ci separino dal frate minore riformato, la sua pratica è ancora attuale, feconda di guadagni, tanto per lo spirito di chi crede, quanto per chi non ha il dono della fede. Il pio sacro esercizio è salutare, prima che per la teologia e la spiritualità, per la pratica, più che mai urgente e necessaria, della misericordia, della compassione o, se si preferisce, dell'"empatia.
Sono diverse le opere edite che si preoccupano di formare alla liturgia i ministri laici che operano in essa. A voci e opere più autorevoli e complete aggiungiamo questo piccolo sussidio, redatto dall’Ufficio liturgico della Diocesi di Roma. Ha come scopo di presentare in sei piccole schede i contenuti teologico-liturgici di base che ogni ministro laico deve interiorizzare per poter svolgere con competenza il suo ministero. Non è un libretto ‘settoriale’, non vuole formare i lettori, oppure i ministranti, oppure i cantori ecc. Vuole offrire quelle conoscenze liturgiche di base che tutti questi ‘attori’ della celebrazione devono possedere. È breve e agile può essere usato per la formazione del gruppo liturgico parrocchiale, ma può servire anche per la formazione personale.
In questo secondo volume del dittico dedicato ai fenomeni straordinari che possono interessare la vita del credente, Raffaele Talmelli indaga con scrupoloso rigore le manifestazioni diaboliche, nelle loro molteplici e subdole espressioni, e in special modo nelle dinamiche intrinsecamente divisive che investono l’integrità dell’individuo e delle comunità cristiane. Presentando un ampio excursus storico — dalle antiche superstizioni alle aberrazioni dei regimi totalitari, fino alle sfide etiche del nostro tempo — e coniugando riflessione teologica e casistica clinica, lo studio offre una guida per mettere in pratica un corretto discernimento così da «rettamente distinguere» ciò che è autentico da ciò che rischia di rivelarsi ingannevole. Sintesi di un’esperienza accademica e pastorale pluridecennale, l’opera conferma come la Chiesa nella sua unità sia bussola imprescindibile per orientarsi verso la giusta interpretazione degli eventi straordinari e delle esperienze spirituali, superando ogni superstizione nel cammino verso «la patria eterna».
Dopo la violenta morte di Paolo a Roma, capitale dell’impero, inizia e si sviluppa un processo di idealizzazione della figura di Paolo, come apostolo, evangelizzatore e martire per Cristo,prendendo lo spunto dalla sua persona e dal suo messaggio. Nelle diverse comunità da lui fondate, ma specialmente nelle comunità di Corinto ed Efeso dove lui aveva sostato di più, si ricopiano e si collettano le lettere che Paolo ha scritto ai membri delle diverse comunità.Alcuni discepoli addirittura pur di riproporre il suo insegnamento scrivono altre lettere, attualizzandone la figura e il pensiero. Queste lettere e quelle scritte direttamente dall’apostolo costituiscono l’insieme dell’epistolario paolino del canone cristiano. Qui si intende presentare l’epistolario paolino in maniera diretta e comprensibile,le cui caratteristiche sono:la semplicità nella comprensione e nell’utilizzo;una Introduzione generale d’insieme;una introduzione più o meno breve, a seconda dell’importanza, per ciascuna lettera; note significative in rapporto o alla nuova traduzione o anche a difficoltà proprie del testo;una scheda finale per ogni lettera,indicativa per un itinerario di approfondimento,per giovani e adulti. In Appendice, si trovano: una tavola cronologia della vita e degli scritti di Paolo e i viaggi di Paolo. «Alla fine del secolo I si è già affermata l’immagine di Paolo apostolo e scrittore autorevole.Questa immagine affonda le sue radici negli stessi scritti di Paolo,in cui egli accenna ad altre lettere indirizzate alle comunità cristiane». (Rinaldo Fabris)
AUTORE Rinaldo Fabris, nato a Pavia di Udine nel 1936, laureato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, è docente di Esegesi biblica del Nuovo Testamento presso lo Studio Teologico di Udine,sede staccata della Facoltà Teologica del Triveneto. È autore di numerosi commentari biblici, di articoli, studi monografici di storia dell’esegesi,di teologia e della spiritualità biblica. Con Paoline Editoriale Libri ha pubblicato Paolo. L’apostolo delle genti (Milano 1997,20055);Prima Lettera ai Corinzi. Nuova versione, introduzione e commento(Milano 1999, 20085); Paolo di Tarso(Milano 20084).
Don Tonino Bello amava parlare ai giovani, e lo faceva con quella sua consueta forza carica di speranza e di entusiasmo, come testimoniano questi suoi ultimi discorsi inediti, ora raccolti nel presente volume. Nel primo di essi, rivolgendosi ai maturandi di un liceo della sua diocesi, don Tonino invita i ragazzi a riempire di senso la loro vita, a «giocarsela bene», proponendo loro di appagare la sete di felicità non nelle false realizzazioni, ma nel dono della propria esistenza agli altri. Immaginando poi di dialogare con i tre componenti della Sacra Famiglia, Giuseppe, Gesù e Maria, don Tonino consegna ai ragazzi preziosi insegnamenti su temi quali la gratuità, l'accoglienza, la condivisione. Così come ogni viandante ha bisogno di una guida che lo indirizzi sulla strada, può essere utile, specie per chi muove i primi passi nel cammino della vita, portare in bisaccia un po' dell'esperienza di questo prete pugliese.
La Bibbia è ricca di rimandi al mondo vegetale. In queste pagine Anne Lécu esplora in particolare la metafora della fecondità. Che cosa significa "portare frutto"? Come vanno distinti i frutti seducenti dai frutti buoni? Come intendere l'essere "sterili"?Lécu osserva come il frutto nasca dall'incontro tra seme e terreno, come si sviluppi - spesso nel segreto - grazie a un processo di maturazione che avviene sotto l'azione dello Spirito. L'autrice sottolinea che il vero frutto sfugge a definizioni e controlli (va infatti ricevuto, non afferrato) e ci invita a riflettere sulla nostra tendenza a confondere i "buoni frutti" con il successo: la fecondità di una vita, in realtà, non può essere ridotta a un semplice calcolo utilitaristico o a una valutazione puramente umana.Al termine di un viaggio inaspettato, in mezzo a frutti come spighe, viti, fichi, veniamo infine condotti di fronte a un albero piantato nel cuore delle Scritture: la croce di Gesù Cristo, frutto offerto per noi.Ecco allora un libro intimo e realistico, ricco di spunti preziosi per una vita cristiana che sia autentica e radicata nella parola di Dio, un libro che, ponendo domande stimolanti, le affronta con saggezza e profondità. un libro che è esso stesso... un frutto gustoso e nutriente.
Una raccolta di meditazioni suggestive che ripercorrono l'ultima settimana della vita di Gesù, dall'ingresso a Gerusalemme fino al mattino di Pasqua, l'ottavo giorno, il giorno del compimento. Riflessioni che ne indagano il cuore per riscoprire l'essenza della nostra esistenza di donne e uomini di fede, per ritrovare presagi di vita, segni di risurrezione nel nostro cammino, anche quando sembra prevalere il disorientamento, anche quando è necessario attraversare l'esperienza della passione. Per lasciarci afferrare dallo sgomento della tristezza e dall'ombra del dubbio, ma anche conquistare da quell'amore totale che, più forte della morte, solo può rimettere in strada i nostri passi dispersi. «Perché al di là di ciò che siamo e di ciò che sembriamo, di ciò che pensiamo e di ciò a cui crediamo, al di là dei nostri dubbi e delle nostre insicurezze, il Signore "ha bisogno" anche di noi. Ogni anima può sostare sotto la croce d'amore e ricevere lo Spirito che illumina di significato il deserto.»