L'autore, da parroco e poi da vescovo, ha incontrato e accompagnato tante famiglie. In questo libro raccoglie i molti elementi che caratterizzano la realtà delle famiglie e li offre a chi vuole mettersi al loro servizio. Due le linee guida: la Parola di Dio che illumina il cammino e l'Amoris Laetitia di papa Francesco che chiede di essere attuata. Prefazione di mons. Pietro Parolin.
«Il re muore, ne occorre un altro; le elezioni lasciano degli intervalli pericolosi [...]. Si è resa la corona ereditaria in alcune famiglie e si è stabilito un ordine di successione che impedisca ogni disputa alla morte del re. Cosicché [...] si preferisce rischiare di avere per capi dei bambini, dei mostri, degli imbecilli piuttosto che avere da disputare sulla scelta dei buoni re» (J.-J. Rousseau, Contratto sociale). Questo saggio ricostruisce i dibattiti, gli scontri e le tensioni che accompagnarono la gestazione delle leggi di successione, tra la metà del Seicento e la metà del secolo successivo: dalla Danimarca all'Inghilterra della Gloriosa Rivoluzione, dalla Russia di Pietro I alla Francia di Luigi XIV, dalla Spagna borbonica ai domini asburgici, alla Toscana nel passaggio dai Medici ai Lorena. Nel contesto dei dibattiti sulla sovranità e sul rapporto tra sovrano e popolo, da Pufendorf a Hobbes, a Locke, il volume ripercorre la storia d'Europa tra XVII e XVIII secolo per cercare di comprendere il contributo che le leggi di successione dettero alla "costituzionalizzazione" del rapporto tra dinastia, popolo e territorio.
Il Ministero della giustizia-Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha indetto un concorso pubblico per esami per l’accesso alla carriera dirigenziale penitenziaria per 45 posti, a tempo indeterminato, di Dirigenti di istituto penitenziario di livello dirigenziale non generale (bando pubblicato in G.U. 19-5-2020, n. 39).
Questo Manuale contiene la trattazione teorica delle materie la cui conoscenza è necessaria per affrontare le prove scritte del concorso. Esse sono:
— Diritto penitenziario;
— Diritto amministrativo;
— Diritto costituzionale e pubblico;
— Diritto penale;
— Contabilità di Stato, con particolare riferimento al regolamento di contabilità degli istituti di prevenzione e di pena;
— Scienze dell’organizzazione, con particolare riferimento alla gestione dei gruppi.
Il testo, grazie alle espansioni web, dà la possibilità di approfondire alcune tematiche di particolare complessità.
Per completare la preparazione alle prove scritte si consiglia il volume 45 Dirigenti di istituto penitenziario – Le prove scritte (Quiz commentati ed Elaborati per le prove scritte) – (cod. 331/1)
Il Ministero della giustizia - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha indetto un concorso pubblico, per esami, a 95 posti a tempo indeterminato per il profilo professionale di Funzionario della professionalità  giuridico - pedagogica, III Area funzionale (bando pubblicato in G.U. 29-5-2020, n. 42).
Il concorso consiste in due prove scritte, una prova orale e una prova preselettiva.
Le prove scritte vertono su:
- Ordinamento penitenziario, con particolare riferimento all’organizzazione degli istituti e dei servizi penitenziari;
- Pedagogia, con particolare riferimento agli interventi relativi all'osservazione e al trattamento dei detenuti e degli internati.
 
Nella prova orale, invece, i candidati dovranno dimostrare la conoscenza, oltre che delle materie oggetto delle prove scritte, anche delle seguenti discipline:
- Elementi di diritto costituzionale e amministrativo con particolare riferimento al rapporto di pubblico impiego;
- Elementi di psicologia e sociologia del disadattamento;
- Elementi di criminologia;
 - Elementi di scienza dell'organizzazione.
 
Infine, la prova preselettiva consiste in una serie di domande a risposta multipla vertenti su argomenti di cultura generale e sulle materie oggetto delle prove scritte e di quella orale.
Questo Manuale presenta perciò la trattazione teorica di tutte le discipline specialistiche previste dal concorso, nonché i relativi test a risposta multipla, e una vasta selezione di quiz di cultura generale  commentati, finalizzati alla preparazione della prova preselettiva.
Il testo è arricchito con espansioni online di approfondimento e da un software (accessibile tramite QR Code) con migliaia di quiz a risposta multipla per infinite simulazioni della prova preselettiva.
messaggi e attualità
“La falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale”
di Cristina Mantero
 
apparizioni
La Madonna di Porzus, Salus infirmorum
di don Vittorino Ghenda (curatore pastorale di Porzus)
 
miracoli
Storia del miracolo al piccolo Sillas
di suor Renata fscj (missionaria in Camerun)
 
miracoli e misteri
La Sacra Cintola della Madonna che si conserva a Prato
 
nuovi beati
Il beato Donizetti Tavares de Lima il taumaturgo del Brasile
 
paradiso
Lo sguardo sull’aldilà delle anime sante
 
mistici
La serva di Dio Maria Domenica Lazzeri “il crocifisso vivente”
di Glenn Dallaire
 
testimonianze di fede
Siamo ancora capaci di amare?
di Ilaria Bertini
 
profezie
Gesù e la fine del mondo
di don Marcello Stanzione
 
MESSAGGI
 
riflessioni di un laico
Interpretando oggi le profezie di Garabandal si comprende che siamo prossimi all’avvertimento!
 
devozioni
Teresa Helena Higginson e la devozione al Sacro Capo di Nostro Signore Gesù Cristo
 
santi e purgatorio
Santa Veronica Giuliani e il purgatorio
di don Marcello Stanzione
 
santi e angeli
Monica e l’angelo, storia di una santa e del suo custode
di Michele Pio Cardone
 
demonologia
La vessazione diabolica. Testimonianze dal Diario di santa Gemma Galgani
di Giuseppe Portale
 
accadimenti misteriosi
Luci misteriose nel cielo
della dott.ssa Silvia Foglietta
 
ghiaie di bonate
Arduino pellegrino a Ghiaie – seconda parte
di Alberto Lombardoni    
A ogni generazione spetta il compito di reinventare i classici. Ogni generazione deve assumersi la responsabilità di questa reinvenzione, cioè di attingere dal passato qualcosa che permetta di decifrare il presente, che consenta di cogliere, sotto la superficie del flusso inarrestabile degli eventi e delle informazioni, ciò che ci riguarda direttamente, ci chiama in causa. Per farlo è necessario sottrarsi al brusio assordante della modernità e prestare ascolto a quanto hanno ancora da dirci gli antichi, i Greci in particolare. Perché la tragedia greca, a duemilacinquecento anni di distanza, continua a parlarci con forza, ponendoci di fronte questioni ineludibili: dà voce al dolore e alla sofferenza, racconta i conflitti che lacerano le comunità e squassano i rapporti familiari, ha molto da dirci riguardo alle nostre origini, mette a nudo la precarietà della nostra esistenza. E soprattutto descrive la zona grigia in cui si dispiega l'agire degli uomini, costretti a vivere in un mondo dominato dall'ambiguità e dall'incertezza, dove la ragione spesso si rivela una guida insufficiente a dissolvere l'opacità che li avvolge e le parole non sono altro che un vuoto gioco di prestigio che occulta la verità. Una «terra di mezzo» sospesa tra libertà e necessità, fra autonomia e dipendenza, dove il passato sembra condizionare ogni decisione e il futuro assume le sembianze del fato, cioè di una realtà che pare al di fuori della nostra portata ma che tuttavia ha bisogno di noi per potersi realizzare. La tragedia, quindi, ci rivolge in maniera pressante una domanda cruciale: che cosa dobbiamo fare? Di fronte ai drammi del nostro presente - le guerre, le ingiustizie, la violenza, la povertà - come dobbiamo agire? Qual è il nostro grado di coinvolgimento? Possiamo davvero considerarci non responsabili? Fino a dove può spingersi la nostra inazione o la nostra indifferenza? A lezione dagli antichi ci invita a trovare una risposta a questi interrogativi, una risposta che è essenzialmente «politica», perché attiene al nostro essere cittadini, parte attiva di una comunità che di fronte ai drammi degli altri non distoglie lo sguardo ma li riconosce come propri. Non è un caso, infatti, se la tragedia è nata nell'Atene democratica del V secolo a.C., se in essa «la città si fa teatro» e si mette in scena. Se vogliamo capire chi siamo, se vogliamo scoprire quale ruolo possiamo svolgere nel mondo, allora dobbiamo tornare al palcoscenico della vita che i tragici greci hanno allestito per noi.
"Mi ritrovai in un mondo completamente nuovo. Il mondo più bello e più strano che avessi mai visto... Luminoso, vibrante, estatico, stupefacente. C'era qualcuno vicino a me: una bella fanciulla dagli zigomi alti e dagli occhi intensi. Eravamo circondati da milioni di farfalle, ampi ventagli svolazzanti che si immergevano nel paesaggio verdeggiante per poi tornare a volteggiare intorno a noi. Non fu un'unica farfalla ad apparire, ma tutte insieme, come un fiume di vita e colori che si muoveva nell'aria." Queste sono alcune delle parole usate da Eben Alexander, neurochirurgo e professore alla Medicai School dell'università di Harvard per descrivere il Paradiso. Il dottor Alexander è uno scienziato che non ha mai creduto alla vita dopo la morte eppure è toccato a lui esserne testimone. Nel 2008 ha contratto una rara forma di meningite e per sette giorni è entrato in coma profondo che ha azzerato completamente l'attività della sua corteccia cerebrale. In pratica il suo cervello si è completamente spento, eppure una parte di lui era ancora vigile e ha intrapreso uno straordinario viaggio verso il Paradiso. Al suo risveglio il dottor Alexander era un uomo diverso, costretto a rivedere le sue posizioni profondamente razionali sulla vita e sulla morte: esiste una vita oltre la vita, esiste il Paradiso ed è un luogo d'amore e meraviglia. "Milioni di farfalle" è la testimonianza di questa esperienza.
Come è possibile, si chiedeva Paul Klee a proposito degli italiani, che una «marmaglia miserabile» sia stata l'artefice del Rinascimento? Ancora oggi l'Italia è piena di paradossi. Le regioni del Nord hanno un grado di sviluppo paragonabile a quello delle nazioni europee più avanzate, mentre il Mezzogiorno non riesce a stare al passo. Gli italiani, malgrado un'allarmante disaffezione nei confronti della politica, garantiscono sempre un'alta percentuale di votanti a ogni elezione. Pur vivendo una sostanziale «pace sociale», l'Italia è percorsa dalla paura. Contraddizioni che affondano le radici nella storia, e che nella perdurante crisi delle istituzioni sembrano trovare la linfa per perpetuarsi. Sabino Cassese scrive che sono proprio le istituzioni a dettare le regole del gioco, ed è dal loro stato di salute che dipende la corretta gestione della Repubblica, vale a dire il buongoverno. Il nostro attuale assetto istituzionale soffre di alcuni difetti - l'indebolimento dei partiti come organizzazioni sociali, il deperimento del Parlamento, il corto respiro della politica - che hanno rimodellato non solo l'architettura dello Stato, la sua amministrazione e la sua burocrazia, ma anche la politica, l'economia, il costume e la morale pubblica. Il Paese è attraversato da correnti populistiche e da pulsioni autoritarie, insofferente nei confronti delle élite, illuso dalla democrazia digitale, vittima di paure imposte più dalla narrazione dei fatti che dai fatti stessi, rancoroso e scoraggiato, intimorito dalla globalizzazione. Eppure - ricorda Cassese - alle ombre si accompagnano le luci: l'essere parte dell'Unione europea, il civismo e il volontariato sempre più diffusi, le innumerevoli iniziative sociali, la sensibilità nei riguardi delle comunità, l'attenzione - sia pure passiva - per la politica, la Costituzione con la sua ricchezza ancora inespressa. Contraddizioni di un Paese attraversato da un profondo malessere, ma che nei momenti più difficili ha trovato l'energia e la vitalità necessarie per aprirsi alla speranza.
Questo libro sfida l'ortodossia scientifica, e propone una nuova e accorata difesa del libero arbitrio impugnando gli stessi criteri naturalistici che di solito vengono impiegati per confutarlo. Christian List ammette che il libero arbitrio, insieme ai suoi prerequisiti - intenzionalità, possibilità alternative, controllo causale sulle nostre azioni -, non fa parte della fisica, e sostiene che esso vada invece considerato un fenomeno di «livello superiore», appartenente all'ambito della psicologia. È uno di quei fenomeni che, pur emergendo dai processi fisici, al pari di un ecosistema o dell'economia, resta autonomo da essi. Quando il libero arbitrio viene contestualizzato in modo corretto, ammettere che è reale non solo è scientificamente onesto, ma diventa indispensabile per spiegare il nostro mondo.
Quattro linee di costa bagnate dal mare ed esposte alla furia dei venti. Così vicine al continente da poter essere raggiunte a nuoto, o sperdute nel cuore degli oceani. Luoghi di naufraghi e naufragi, di deserti e solitudini, o formicolanti di vita e umanità. Mete di esili e di vacanze, triangoli d'amore, ma anche teatri di delitti perfetti, nonché nascondigli di tesori senza tempo. Luoghi al di là di ogni luogo, piccole Atlantidi e Utopie, oppure incubi dai quali non è possibile scappare. Delle fate o di fuoco, delle voci o della felicità. In una parola: isole. Da Agatha Christie a Julio Cortázar, da Joseph Conrad a Don DeLillo, da David Herbert Lawrence a Alice Munro, una raccolta dei racconti più belli che gli autori di ogni epoca e latitudine hanno dedicato alle terre abbracciate dal mare, per salpare alla volta di un arcipelago fatto di carta e parole. Perché il viaggio più appassionante è quello di chi legge.
Ascoltare il respiro della terra, la sua voce impetuosa. Sentirsi vento, pioggia, sole. Sentirsi fango. Riconnettersi al pianeta. E finalmente fermarsi a contemplare la nostra anima, nuda. Più ci chiudiamo tra quattro mura, più diventiamo irrequieti, infelici. Preda di insicurezze e solitudini, e della depressione. I nostri occhi, la nostra pelle, il nostro cervello non sono fatti per stare davanti a uno schermo. Abbiamo bisogno di boschi, montagne e orizzonti; della spossatezza fisica che si prova dopo un'attività all'aria aperta. Abbiamo bisogno di ritrovare l'armonia con gli elementi. E non è necessario raggiungere a piedi il Polo Nord o scalare l'Everest, come ha fatto Kagge. L'importante è mettersi in cammino, al proprio ritmo, verso quell'inesauribile fonte di rigenerazione che è la natura.