Le pagine del Qohelet e del Cantico dei cantici, due brevi libri sapienziali della Bibbia, offrono al lettore una penetrante riflessione sull'esperienza umana del domandare, del cercare e dell'amare. Tutto passa, eppure qualcosa resta, permane, dura: l'esperienza della precarietà di una bolla di sapone, fragile e luminescente nell'effimero del suo istante; l'esperienza di un amore che sfida il limite della morte, perché in esso avvampa una fiamma segreta; l'esperienza di un corpo che diviene paesaggio da attraversare, architettura da abitare, nei giorni dello splendore e nelle notti della nostalgia.
Ci sono figure nell'Antico Testamento - particolarmente in Genesi - che paiono non riuscire ad attirare l'attenzione dei commentatori: personaggi che giocoforza restano oscuri, anonimi. Di Nacor e Milca, per fare qualche esempio, poco o nulla si ragiona; pochissimo di Sara. Eppure Nacor è fratello di Abramo, nato nello stesso anno del grande Patriarca; Sara è sua moglie: l'unico personaggio femminile dell'Antico Testamento a cui Dio trasformi il nome, l'unica donna di cui si specifichi l'età al momento della morte, la prima persona a trovare sepoltura nella Terra. Ma il tessuto del Sacro Testo non ammette smagliature. La quadruplice lettura, simile - non identica - a quella dei Padri, cioè condotta in chiave simbolica, permette di riprendere e riallacciare le maglie più minute del tessuto biblico, valorizzando anche gli aspetti e i personaggi più negletti. Nulla, non un solo iota, può essere scartato nella Scrittura. Chiede Amore la Parola di Dio. Il grande Filone Alessandrino, Padri del calibro di Origene e Girolamo, come infiniti altri, antichi e medievali, l'hanno amata e onorata. E noi?
L'Esodo è un racconto che mette sottosopra il mondo: spezza le catene e apre a un futuro differente. Non sono i disperati ad affogare nelle acque del male, ma i potenti, insieme ai loro strumenti di guerra. Il suo canto ispira pensieri e progetti di libertà e, bandendo le semplificazioni, esso si presenta come uno specchio credibile nel quale ognuno possa riconoscersi.
Knohl spiega la sua comprensione di come la Torah sia stata redatta nella sua forma finale, gettando un ponte tra l'antico Israele (circa 1400-586 a.C.) e l'epoca del Secondo Tempio (circa 536 a.C.-70 d.C.), mostrando la continuità tra queste epoche e la graduale evoluzione della visione del mondo biblico. Interpretando le prove testuali, in particolare le contraddizioni e le ridondanze nel testo, vuole dimostrare che l'idea di una comprensione pluralistica della rivelazione può essere ricondotta alla stessa redazione della Torah. L'interpretazione della composizione biblica da parte dell'autore sfida una diffusa convinzione nella biblistica contemporanea: l'idea che l'antico Israele non sia mai esistito come realtà storica, ma sia stato inventato e «retroiettato» indietro nel tempo dai successivi sacerdoti israeliti come parte del loro mito nazionale.
Fra le grandi narrazioni che hanno accompagnato la storia dell'uomo, quella dell'Esodo dall'Egitto è senza dubbio una delle più dense di significato, e il testo biblico che l'ha tramandata fino a noi ne è la vivida testimonianza letteraria. La potenza evocativa delle descrizioni - dalle dieci piaghe d'Egitto al prodigio del Mare dei giunchi - rischia tuttavia di lasciare in ombra gli sviluppi sotterranei del mito. In questo saggio Jan Assmann, con profondità e vastità di sguardo, interroga il libro dell'Esodo dal punto di vista dell'«egittologo che opera nel campo delle scienze culturali», risalendo alle origini dei suoi nuclei mitici e indagandone gli effetti e i riverberi nel tempo. Sarà così possibile vedere da una nuova prospettiva la cruciale rivelazione nel roveto ardente, allorché Yahweh manifesta la propria volontà e stabilisce un patto con il popolo eletto: «Con l'idea del patto viene al mondo la "fede", che rappresenta l'autentica, rivoluzionaria novità del monoteismo biblico, sia esso veterotestamentario, neotestamentario o islamico». Nell'Antico Testamento, infatti, «"fede" ha lo stesso significato di "fedeltà", ovvero fiducia nel patto». E il «monoteismo della fedeltà» porterà a una nuova idea di religione, in grado di gettare «le basi per un rapporto totalmente nuovo con il mondo, con Dio e con il tempo» - un rapporto destinato a perdurare fino alla modernità.
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi e se ne può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
Fino al V secolo, i Padri latini utilizzavano instrumenta per indicare l'insieme delle Scritture o loro parti: le consideravano mezzi con cui Dio si fa conoscere e tramite cui l'uomo può accogliere la proposta salvifica divina. Essi erano consapevoli della distanza linguistica e culturale che si frappone tra quegli scritti e i loro nuovi destinatari e, comunque, nutrivano il desiderio di coglierne il messaggio al fine di corrispondere alla volontà divina. Perciò, fin dall'inizio elaborarono metodologie in parallelo, in dialogo o in autonomia rispetto ai grandi interpreti ebrei o non cristiani. Tale impegno è proseguito nel tempo contribuendo a rendere l'ermeneutica una disciplina autonoma. La collana si inserisce in questo solco e offre preziosi strumenti per comprendere le Scritture di Israele e della Chiesa antica. Illustra le metodologie più aggiornate e adeguate per interpretare in modo corretto i testi biblici secondo il loro corpo di appartenenza. Gli autori, docenti del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana, sono tra i più qualificati esponenti dell'esegesi biblica in campo cattolico.
Il presente volume delinea la "storia d'Israele e Giuda" dalle origini fino alla rivolta di Bar-Kochba nel 132-135 d.C. cercando di superare le difficoltà nate dall'adozione, negli anni, di paradigmi storiografici diversi. Per l'esposizione degli avvenimenti storici, dai periodi più antichi della storia d'Israele fino ai più recenti, sono state consultate fonti archeologiche ed epigrafiche che includono la più recente ricerca storiografica, ma anche documentazione papiracea e archeologica. Ogni capitolo del libro, inoltre, è corredato da alcuni riquadri nei quali sono presentati e commentati alcuni documenti di natura extrabiblica. Il volume si rivolge a tutti i lettori che intendono ottenere le necessarie informazioni storiche per affrontare lo studio della Bibbia in modo consapevole e critico.
In questo volume Luis Alonso Schökel - noto per la grande capacità che dimostra nell'esposizione letteraria e poetica del testo biblico - illustra i capitoli della Genesi che trattano dell'incontro fra persone raggruppandoli sotto tre figure salienti: Abramo, Giacobbe e Giuseppe. Di ciascuna pericope si fornisce una breve presentazione, una traduzione peculiare e integrale, brevi note di commento alla traduzione e riflessioni sulle risonanze del tema. Opera di un grande specialista e sperimentato comunicatore, il volume è accessibile a chiunque sia interessato alla pregnanza della letteratura biblica.
La Bibbia, Scrutate le Scritture, la più ricca al mondo di passi paralleli in numero e in ampiezza di associazioni, finalmente in edizione tascabile. Questa edizione con chiusura a bottone e copertina in plastica, perfetta per l'uso quotidiano, aggiunge alla ricchezza dei contenuti e all'eleganza della classica copertina rossa, una robustezza tale da renderla indistruttibile e, a dispetto delle piccole dimensioni, un'ottima leggibilità. È presente un'Introduzione generale che illustra con chiarezza i principi per una lettura orante della Bibbia. Nelle introduzioni ai singoli libri vengono presentati aspetti storici e letterari evidenziando come ciascuno di essi venga ripreso e riletto da un altro testo biblico. Contiene 380 "note di scrutatio-, veri e propri percorsi tematici all'interno dell'intera Scrittura su altrettanti temi biblici. Le note esegetiche-storiche-teologiche evidenziano che la Parola è "incarnata-: abita un tempo, una geografia, una condizione sociale, prediligendo quelle che aiutano a contestualizzare e a chiarire il testo. L'edizione - con la traduzione ufficiale CEI - è arricchita dai sussidi di base necessari alla contestualizzazione dei testi: la tavola cronologica, un piccolo atlante, un elenco dei temi teologici di riferimento. Il tutto è aggiornato alle più moderne scoperte storico-archeologiche.
Giona è un profeta particolare, che fugge da Dio e dalla missione che gli è stata affidata. Messo alla prova, riallaccia la relazione con il Signore e porta ai "nemici" il messaggio di salvezza. Ma, al momento della loro conversione, non gioisce: non riesce a capire perché il "suo" Dio possa e voglia perdonare. E resta così incastrato in una compassione mancata. La figura e la vicenda di Giona sono capaci di interrogarci in modo vivo ancora oggi sul nostro modo di vivere e di intendere la fede e la misericordia.
La storia di Rut rimanda all'urgenza di conversione verso l'altro che ci rivela a noi stessi. L'altro è chi ci sta accanto, è l'incontro tra uomo e donna, prima forma di alterità a cui ci approcciamo: il modo di farlo dice molto di noi. Non solo, i flussi migratori attraverso quel Mare Mediterraneo che i Romani amavano chiamare Mare Nostrum, rivela sia il volto concreto di quanti chiedono accoglienza sia il nostro volto. L'incontro con l'altro capovolge e mette in crisi i luoghi comuni di cui spesso viviamo e a cui siamo insensatamente affezionati. L'incontro e il confronto con lo straniero, con il lontano che diventa prossimo è un misurare il nostro grado di umanizzazione. Rut ci rimanda a entrambi gli incontri, quello tra uomo e donna e quello con il migrante. Quella di Rut è la storia di una ragazza straniera decisa a sbarcare a tutti i costi in un paese ricco dove c'è pane. Una vicenda quanto mai attuale.