Quali sono gli elementi costitutivi dell'umorismo? Che funzione ha all'interno della società? Uomini e donne ridono per le stesse cose? Il senso dell'humour, in una coppia, aiuta a mantenere salda l'unione? Ridere serve a combattere stress e malattie? Nel rispondere a queste domande, il libro propone una rassegna aggiornata su meccanismi, teorie e funzioni dell'umorismo, per orientare il lettore in questo affascinante settore di studio della psicologia contemporanea.
Un volume che intende dare spazio e voce alla Resistenza delle suore, mettendo finalmente in luce un contributo finora scarsamente riconosciuto, eppure spesso fondamentale. Nei diversi interventi a carattere storico vengono ricordati i tanti, non violenti, atti di coraggio delle religiose italiane, divenute di volta in volta soccorritrici, infermiere, informatrici e, spesso, fulcro nei propri istituti di attività clandestine della Resistenza. Non episodi sporadici, singole azioni di carità, ma aiuti portati con piena consapevolezza agli eventi storici che interessavano l'Italia, segno di una partecipazione corale a una ribellione collettiva.
Il dono allevia, solleva, sorprende. C'è però sempre il rischio di ridurlo all'oggetto donato, smarrendone il senso più profondo che risiede oltre ogni gesto e ogni pensiero.
Il dono è là dove si riesce a cogliere l'esistenza come dono: allora è veramente efficace. Se la comunità cristiana conserva i sacramenti è proprio per custodire questa verità, ossia perché ha fede nel dono e riceve la fede come dono.
La stessa parola che annuncia la salvezza ha le caratteristiche del sacramento e vive nei sacramenti per mantenere nei credenti la coscienza che quella parola è anzitutto il dono con cui Dio attraversa la carne dell'uomo.
Il sacramento è l'atto e la coscienza del dono di Dio.
Un sussidio per pregare in prospettiva ecclesiale i salmi di Vespri e Lodi. Partendo dal senso letterale (storico) delle liriche di Israele, il commento liturgico-spirituale si inoltra nella rilettura cristiana e aiuta poi a calare la Parola nella preghiera e nel vissuto quotidiano. In quattro volumi, tutti i testi delle quattro settimane della Liturgia delle Ore.
Dalla quarta di copertina:
Nella tradizione del popolo di Israele, Gesù è stato educato alla preghiera con i salmi e ha fatto del salterio «il suo libro di preghiera» (D. Bonhoeffer). La Chiesa poi, seguendo l’esempio del suo Maestro e Signore, ha fatto proprie quelle stupende liriche ispirate, esortando i credenti ad applicare i salmi non solo alle grandi festività, ma anche alle circostanze della vita di ogni giorno. Ne è nata così la Liturgia delle Ore.
Questo libro introduce il lettore a pregare cristianamente i salmi di Lodi e Vespri. Basandosi sull’antico metodo della lectio divina, parte dal senso letterale o storico del testo originale ebraico, si inoltra nella rilettura cristiana suggerita dal senso spirituale, si rivolge alle illuminanti parole dei Padri e della liturgia della Chiesa, e infine aiuta a calare la Parola nel vissuto quotidiano dei giorni nostri.
Ieri come oggi, «nei salmi è Cristo che parla, è Cristo che prega e che viene pregato, è Cristo che parla di noi per mezzo di noi e in noi, così come noi parliamo di lui» (sant’Agostino). Nella misura in cui noi entriamo nel mistero di Cristo e della Chiesa, la parola dei salmi diventa la nostra parola: di invocazione e di lode, di supplica e di ringraziamento.
La realtà italiana è incerta. Si tradisce, è sospetta. La realtà italiana è un’operazione a somma zero. L’Italia è un paese a somma zero.
«Qui l’Italia si vede benissimo. Quello che hai scoperto è che l’Italia è la prosecuzione di Palermo con gli stessi mezzi. Hai scoperto, dice, che Palermo è l’Italia.» Tre giorni a Palermo, alla fine dell’estate, come occasione per prendere le misure del presente italiano. Perché se davvero la parte è in grado di descrivere il tutto, allora immergersi in fenomeni quotidiani apparentemente irrilevanti – andare in spiaggia al mattino e a spasso per la città durante il pomeriggio – può diventare un modo per confrontarsi con la tragicomica brutalità del nostro paese. Un paese ‘spaesato’ nel quale i paradossi si mescolano ai miraggi, le intenzioni concrete alle velleità, i bar del centro spariscono e i bagnanti in spiaggia fabbricano tutti insieme un idolo di sabbia. E Berlusconi, il fantasma di Berlusconi, pervade ogni cosa rivelandoci il processo in atto: la disponibilità nazionale a rassegnarsi, senza rabbia, con stucchevole fierezza, alla propria miseria.
Nella teologia cristiana la sola istituzione che non conosce fine né tregua è l’inferno. Per questo il modello politico odierno, che pretende a una economia infinita del mondo, è propriamente infernale. Se la chiesa perde la sua vocazione messianica e il suo rapporto con la fine, può solo perdersi nel tempo. Questa conferenza, pronunciata nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi l’8 marzo 2009, è una meditazione sul senso politico delle cose ultime.
Se non c'è epoca che non pensi di doversi liberare di qualche male, per Giuliano imperatore, passato alla storia come apostata, questo male è il cristianesimo. Ricostruendo il passato di Roma mediante le categorie di puro e impuro, Giuliano delinea una storia di decadenza nella quale si rivela il volto autentico del cristianesimo: sia il perdono concesso col battesimo sia il culto dei martiri mostrano fino a che punto i cristiani si sono spinti sulla strada dell'impurità, e nella purificazione dell'impero sta per Giuliano il compito di cui è stato investito dagli dei. Nello studio di Giorgio Scrofani si illustra per quali vie la nozione di purità rituale e di purezza morale agisca in Giuliano in funzione di un'identità che resiste alla combattività cristiana per mantenere inviolata quella che per l'imperatore ne è l'essenza stessa: l'ellenismo. Su questo terreno, sul possesso dell'eredità dei greci, si confrontano cristiani e non cristiani.
Catalogo della mostra, Milano - Beni Culturali Cappuccini Onlus, Museo 29 novembre 2009 - 21 marzo 2010.
Ogni viaggiatore fugge segretamente dall'angoscia di essere colui che attraversa il mondo senza conoscere nessun luogo. Ogni viaggiatore lo sa. I luoghi sono profondi. Se non ne conosci le storie, le parole e le cose, le storie annidate dentro le cose e le parole, stai solo calpestando un suolo.
La Riviera che trovi in queste pagine è un viaggio più nel tempo che nello spazio. Dalle sue profondità arrivano fino a te che leggi Portofino, dall'epoca di Landless John a quella di Rita Hayworth, e Bordighera, Rapallo, dai giorni di Ezra Pound a quelli di Marcello Mastroianni, e la Genova dei Doria e dei marinai senza nome, Camogli, i caruggi e Portovenere, i leudi, che possono arrivare fino a Buenos Aires, i gozzi che scintillano - gialli, celesti, bianchi, verdemare - al sole, le case, le finestre e i capitani, che abbandonavano la paura appena levate le ancore e che sapevano uscire da ogni mare. E la buridda di pesce, il vermentino, il macramé, il camallo e il bacàn, parole e cose che nel tempo non hanno esitato ad attraversare l'oceano per suonare differenti eppure uguali anche agli antipodi.
Accanto a cose, luoghi e parole ti trovi dentro alla storia del Saraceno, che viveva con i figli e i soldati in una torre a picco sul mare, a quella della bellissima polena naufraga al largo delle Azzorre, o a quella del Cristo miracoloso di Varazze. Ciò che ti porta su questa via lungo l'acqua, luogo circoscritto e a un tempo universale, non è mai nostalgia, non è in alcun modo un dolore del ritorno, ma al contrario la ricerca di un senso essenziale dell'esistere che l'autore insegue nelle storie del mondo sul filo di una scrittura avventurosa ed esatta. Sette milioni di anni fa, racconta Giorgio Ficara, migrando dall'Africa sul fondo di un Mediterraneo ancora senz'acqua, sono arrivati sul monte di Portofino i convolvoli rosa che ora ci sembrano così nostri. Come dire, se sei di queste parti, trovi te stesso solo se ti riconosci fatto di lontananze.
Il testo propone un solido fondamento epistemologico all'attualità della nonviolenza gandhiana che indica come "marcia in più" per affrontare questi tempi difficili. Superando le interpretazioni più fantasiose sul 2012, da alcuni indicato come una vera e propria "fine del mondo", il testo analizza lo stato di crisi attraversato dall'ecosistema Terra, ormai giunto a un punto critico, alla luce di una nuova consapevolezza olistica. Le leggi fondamentali che governano la vita nell'universo vengono esaminate in vista della loro influenza nel quotidiano, per vivere i rischi del cambiamento planetario come opportunità; tra queste leggi, il principio di Corresponsabilità si rivela la chiave di volta della Nuova Era cui si sta affacciando il pianeta Terra e con esso l'umanità. Federico Fioretto, filosofo e ricercatore, esperto nella conduzione nonviolenta dei conflitti, studioso del pensiero e dell'opera del Mahatma Gandhi, è l'ideatore del progetto Neotopia per la costruzione della società nonviolenta. Nel 2007 ha vinto il premio "Tiziano Terzani - Firenze per le culture di Pace" con il saggio Gandhi, ponte tra i nostri arcobaleni divisi. Nel 2008 ha curato per l'editore Gabrielli l'edizione italiana de I valori democratici di Vinoba Bhave, il discepolo più vicino a Gandhi.