Città del Vaticano, 12 marzo 2015 – Esce oggi per i tipi della Libreria Editrice Vaticana il primo volume degli Insegnamenti di Francesco, che riunisce tutti gli interventi tenuti dal Pontefice nel periodo che va dal 13 marzo al 30 giugno 2013, cioè dalla prima benedizione Urbi et Orbi seguita alla sua elezione al soglio di Pietro il 13 marzo di due anni fa, alla recita dell’Angelus del successivo 30 giugno. Gli interventi riportati nelle quasi 600 pagine del volume sono 118 e comprendono omelie, catechesi, discorsi, messaggi, lettere, telegrammi.
Il volume è corredato da una serie di Indici: l’indice degli atti pontifici, l’indice analitico (suddiviso in persone, materie e argomenti, luoghi), l’indice dei riferimenti (Sacra Scrittura, documenti della Chiesa e insegnamenti pontifici, altri autori ed opere).
Le affermazioni della Lumen Fidei, l'enciclica iniziata dal Papa Benedetto XVI e completata dal Papa Francesco, trovano in questo volume interessanti agganci con la dottrina e l'esperienza dei mistici carmelitani. Se "La piena luce dell'Amore di Gesù" (LF 36) appare quale espressione ideale per caratterizzare la teologia di Teresa di Gesù Bambino, "La fede non è intransigente", titolo di un saggio dedicato a Giovanni della Croce, rimanda inevitabilmente al n. 34 della stessa Enciclica, dove si legge che la verità di fede, essendo una verità attinta da un amore, non può voler imporsi con la violenza.
Il volume è il frutto di un percorso sull'eredità che il Vaticano II ha consegnato all'Azione cattolica: grazie ai contributi teologici, pastorali e storici di studiosi e protagonisti della vita associativa, si colgono i nessi sia del contributo dell'associazione alla preparazione e alla ricezione del Concilio, sia delle implicazioni che gli insegnamenti conciliari hanno avuto rispetto al suo rinnovamento. Contributi di Matteo Truffelli, Giuseppe Dalla Torre, Piergiorgio Grassi, Vittorio De Marco, Giacomo Canobbio, Stella Morra, Salvador Pié Ninot, Marco Ivaldo, Franco Miano, Roberto Repole, Lisa Moni Bidin, Emilio Inzaurraga.
Da quella straordinaria sera dell'11 Ottobre 1962, quando Giovanni XXIII, il 'Papa buono', dalla finestra del Palazzo Apostolico inviò una carezza a tutti i bambini della terra, suscitando un'ondata universale di tenerezza, che al suo sguardo paterno sembrava coinvolgere persino la luna, enormi trasformazioni sono avvenute nella vita della Chiesa e del mondo. Grazie al Concilio Vaticano II, inaugurato quel giorno, si può dire che i processi della storia della Chiesa e della vicenda dell'umanità intera si sono avvicinati e intrecciati come forse mai prima era avvenuto. Mai un'assise conciliare aveva prestato tanta attenzione alle sfide del tempo; mai la storia era entrata con tanta consapevolezza nell'autocoscienza della Chiesa; mai allo stesso modo i Vescovi in Concilio avevano avuto coscienza di essere essi stessi protagonisti di una svolta dalle conseguenze epocali. Lo si rileva seguendo la struttura fondamentale della riflessione conciliare nella sua triplice articolazione in rapporto al passato, al presente e al futuro della Chiesa.
Documento teologico di base del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale (il 51°), che sarà celebrato a Cebu, nelle Filippine, nel gennaio del 2016. Al centro del documento, che sviluppa il tema del Congresso ("Cristo in voi, speranza della gloria"), c'è il rapporto tra l'Eucaristia e la missione: missione evangelizzatrice della Chiesa, sviluppata in Asia soprattutto attraverso il triplice dialogo con le culture e le religioni, con i poveri, con i giovani. Un metodo per raggiungere quelle periferie geografiche e quelle marginalità sociali verso le quali spinge con risolutezza la scelta ecclesiale indicata dall'Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
Descrizione dell'opera
Il 18 novembre 1965, durante l’ultima sessione del concilio Vaticano II, veniva promulgata la Dei Verbum, la Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione. Il testo, nato da un confronto coraggioso e aperto, aveva saputo tenere insieme il rispetto per la tradizione della Chiesa e l’esigenza di un profondo rinnovamento pastorale. A mezzo secolo di distanza, qual è stato il cammino di quel documento? Che cosa ne resta? E su quale strada e in quale direzione la Chiesa ritiene oggi di dover camminare?
Un monaco e due professori di studi biblici cercano risposte a questi interrogativi, riflettendo sulla necessità che la parola di Dio divenga sempre più il centro della vita e dell’esperienza di comunità cristiane aperte anche all’ecumenismo e ai non credenti.
Sommario
Parola di Dio, parola a Dio (E. Bianchi). Il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento (M. Grilli). Percorsi biblici nella Dei verbum (L. Mazzinghi). Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum.
Note sugli autori
Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, è consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Collabora con La Stampa, La Repubblica, Avvenire e Jesus. Per EDB ha pubblicato Michele Pellegrino. Padre della Chiesa padre della città (con Luigi Ciotti ed Ernesto Olivero, 2012) e Via crucis. Meditazioni e preghiere (2013).
Massimo Grilli è docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana. Per EDB ha pubblicato di recente Scritture, Alleanza e Popolo di Dio (2014) e ha curato, con Joseph Maleparampil, Il diverso e lo straniero nella Bibbia ebraico-cristiana (2013).
Luca Mazzinghi è docente di Antico Testamento alla Facoltà teologica dell’Italia centrale e al Pontificio Istituto Biblico. Per EDB ha pubblicato di recente Al cuore della sapienza. Aspetti del vivere nell’Antico Testamento (2014) e L’indagine e l’ascolto. Metodo e sguardo dei saggi di Israele (2014).
L'episcopato del beato Montini a Milano è considerato un periodo molto importante per la vita della Chiesa milanese e per quella universale. La sua straordinaria personalità porta una ventata di ricchezza e insieme viene stimolata dalla complessa realtà dell'Arcidiocesi ambrosiana, servendo la quale Montini ha l'occasione di mettere in gioco intuizioni pastorali e una visione di Chiesa che poi troveranno ulteriore espressione e approfondimento nel suo pontificato. Ciò vale anche per il rapporto con i dirigenti e i soci dell'Azione Cattolica, con i quali la relazione crebbe positivamente, tanto da concorrere a plasmare nel futuro papa Paolo VI una più profonda riflessione sulla Chiesa e sul ruolo dei laici. Gli scritti di Montini sono stati scelti e commentati da Valentina Soncini, docente di Filosofia e Storia, presidente dell'Azione Cattolica di Milano dal 2008 al 2014.
Il volume prende in esame il problema della fame nel mondo mettendo in relazione due realtà, la terra e il cibo: la prima rinvia all'organizzazione della produzione e all'uso delle risorse, la seconda alla distribuzione e agli stili di vita. In particolare, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, aderendo all'esortazione di Papa Francesco di "trovare i modi perché tutti possano beneficiare dei frutti della terra", con le riflessioni contenute qui proposte, offre il proprio contributo agli attuali dibattiti sulla fame nel mondo e, secondo la sua specifica competenza, propone alcune soluzioni sperando che siano soddisfatte quanto prima tutte quelle condizioni necessarie affinché ciascun popolo possa godere del suo egual diritto a beneficiare della gioia di un pasto comune e possa adempiere il suo egual dovere di contribuire a prepararlo.
Citata negli Atti degli apostoli e nelle lettere di san Paolo, Priscilla è una donna della prima Chiesa cristiana e viene sempre ricordata con il marito Aquila, con il quale condivide la fede e l'impegno ecclesiale. La lettera del vescovo di Gorizia si rivolge idealmente a lei e alla sua famiglia, perché la rinascita delle comunità cristiane potrebbe partire proprio da uomini e donne "che con semplicità si mettono in gioco quotidianamente forti della grazia che è stata data loro nel sacramento del matrimonio".
Un vescovo si confessa. Lo fa sulle orme di sant'Agostino: una confessione di lode. L'arcivescovo GianCarlo Maria Bregantini, rispondendo alle domande del teologo Valentino Salvoldi, rivede la sua vita alla luce dell'eroica fede dell'apostolo Pietro. Fede, fonte di estasi e di tormento, dono che porta i suoi frutti in noi nella misura in cui testimoniamo il nostro credo con quella carità che "tutto crede, tutto spera, tutto sopporta", con la grandezza e i limiti di tutto il nostro essere. La fragile fede del Principe degli Apostoli il quale non a caso ha due nomi: Simone il peccatore e Pietro il santo. Gli autori, analizzando la fragilità umana, mostrano come convertirla in forza. Offrono un testo utile sia per un approfondimento personale, sia per una preparazione a gruppi del Vangelo: serve a rafforzare la fede, per vivere in pienezza la nostra vita. Una gioiosa avventura per chi fa proprio il motto di sant'Agostino: "Ama e capirai".
Mettersi alla scuola del Concilio: si tratta di una vera e propria chiamata, di un appello che lo Spirito santo sta facendo risuonare con forza nel cuore della comunità cristiana, come forse mai in precedenza, per fare finalmente tesoro, al di là di distinzioni, polemiche o sfumature, di questo autentico dono di Dio alla sua Chiesa nel volgere della storia tra il secondo e il terzo millennio cristiano. E se facciamo nostra l'ormai famosa constatazione di Josef Doré secondo la quale, dopo il Vaticano II, "nulla sarà assolutamente più come prima", non è per tessere un elogio superficiale e perfino scontato di quell'evento, ma per collocarci nella giusta prospettiva grazie alla quale è possibile leggere e accogliere, oggi, il magistero conciliare. Tra i vari contributi di questo saggio, da sottolineare l'attenzione ad alcuni "frutti del Concilio", sotto il profilo di quelle istituzioni di vita consacrata che sono un segno eloquente della perenne "novità" e radicalità del Vangelo anche nel nostro tempo: l'esperienza della Comunità monastica di Bose; la personalità di don Giuseppe Dossetti, fondatore della Piccola Famiglia dell'Annunziata; il lavoro e la testimonianza del Centro Aletti, nato dalla geniale ispirazione del card. Tomás Spidlík sj. Inoltre, un saggio inedito del teologo J.W. O'Malley affronta il problema dell'umanesimo del Vaticano II.
In luce Christi è il motto episcopale del vescovo Luciano Giovannetti. In esso è come racchiuso un vero e proprio programma di vita e di missione: vivere, agire, perfino "sognare" in quella luce che Cristo dona a coloro che ascoltano la sua parola e la mettono in pratica. Una luce che rifulge nei nostri cuori, li illumina e li chiama alla comunione con Dio. Realizzato per testimoniare la memoria grata da parte di tanti per la vita e l'attività pastorale del vescovo Luciano in occasione del suo ottantesimo compleanno, questo volume è, a un tempo, uno strumento di documentazione, un contributo di studio e la voce dell'amicizia e della gratitudine. Nelle sue tre sezioni, esso raccoglie un'ampia selezione delle lettere pastorali che mons. Giovannetti ha indirizzato alla comunità ecclesiale fiesolana nei ventinove anni del suo ministero episcopale, una piccola antologia delle sue omelie, tre contributi di studio su tematiche spirituali ed ecclesiali, un'ampia raccolta di testimonianze sulla figura.