"Il destino è la storia che si fa e ha noi come oggetto e non come soggetto." Il destino oggi sgomita, pretende di imporsi. È facile perdersi se non si traduce con esattezza il senso delle cose e il significato delle parole. Haim Bahrier, matematico e psicanalista allievo di Lévinas, è tra i principali studiosi di ermeneutica biblica e di pensiero ebraico. In questo scritto, la sua ricerca curiosa, che spazia tra saggezza biblica e approccio ermeneutico, si mette in cammino sul sentiero della generazione per comprenderne il suo senso profondo.
«Ormai riconosco a occhi chiusi uno scritto di don Sandro: partenza sempre dal testo biblico, con ampi riferimenti agli originali in ebraico e in greco, poi via, verso un'attualizzazione ad ampi orizzonti sui grandi temi dell'uomo. Il tutto in brevi paragrafi, accessibili a tutti, con una ricchezza di citazioni che può all'inizio disorientare il lettore, ma in realtà lo attira dentro il testo e lo conduce a mettersi a sua volta in gioco, insieme all'autore. Perché il leggere è sempre un itinerario, un movimento che si compie anche restando fermi a tavolino: vuol dire riflettere, confrontarsi, interpretare, assumere un contenuto per la propria vita» (dalla Prefazione di Maria Manuela Cavrini, clarissa). L'autore ribalta l'usuale punto di vista della Bibbia sulla donna offrendo al lettore una ermeneutica del testo in cui la donna, troppe volte sempre e solo Eva, Maddalena o la Vergine Maria, si riscatta da sola in quanto figura viva, sostenuta da un approccio insolito e scomodo, perché contesta con lucidità e determinazione il potere e i soprusi del patriarcato. In questo saggio appassionato non smette mai di chiedere voce, stimolando riflessioni che travalicano l'ambito puramente religioso e teologico per parlare al sociale, al politico, all'umano.
Il vangelo giunge a noi da una cultura lontana e racconta una storia unica nel suo genere, incomparabile con qualsiasi altra, dal significato mai scontato e intriso di simbologie. Prima di ricavarne degli insegnamenti, di elaborare delle riflessioni, di attualizzarlo, abbiamo però bisogno di capire chiaramente che cosa intende dirci. Ho scritto questo libro pensando a tutti coloro che aspirano a questo: cristiani di ogni età, giovani in ricerca, catechisti, animatori, membri di gruppi biblici, persone di diverse convinzioni che desiderano conoscere meglio i vangeli e il loro misterioso protagonista. Ho cercato di mettermi nei loro panni, di immaginare i loro dubbi e problemi. Questa guida non è dunque un commentario, ma si propone di presentare gli strumenti di base per capire meglio il contenuto dei vangeli. Con taglio divulgativo, è diretta a tutti coloro che, pur non avendo compiuto studi biblici specialistici, desiderano familiarizzare di più con questo testo unico. Lo scopo ultimo di queste pagine è aiutare a sperimentare la gioia di capire il vangelo.
Il Vangelo ci racconta di un dottore della Legge che, per mettere alla prova Gesù, gli chiede come ottenere la vita eterna. Sa di dover amare Dio sopra ogni cosa e il suo prossimo come se stesso, ma si domanda chi sia, in definitiva, quel «prossimo». La risposta, in forma di parabola, la conosciamo tutti: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto...». Se Gerusalemme è la città dell'Altissimo, Gerico sorge quasi trecento metri sotto il livello del mare. È quel fondo che - prima o poi, in una forma o nell'altra - tocchiamo tutti. Perché, come ci ricorda don Dino Pirri, «scivolare verso la depressione di Gerico non significa vivere da depravati o da nemici di Dio. Basta essere rassegnati davanti alla vita che scorre. Senza fantasia, senza sogni, senza passione». Intrecciando la parola delle Scritture a quelle di Guccini, Gaber e Vasco Rossi, e affiancando il proprio percorso di credente a riflessioni sulla Chiesa e sulla vita quotidiana, don Dino ci guida a comprendere il senso profondo della parabola più rivoluzionaria dell'intero Vangelo, che va ben oltre l'esortazione a compiere buone azioni. Un racconto che ci chiede di immedesimarci, di prendere posizione; che ci mette di fronte a domande capaci di interrogare tutti, credenti e non. Cosa rende felice una vita? Qual è il nostro posto nel mondo? Cosa significa amare ed essere amati? Con la spontaneità e l'ironia che l'hanno reso celebre sui social e in televisione, don Dino condivide con noi la sua esperienza personale - piena dei dubbi che costellano ogni esistenza, tra scelte e contraddizioni, gioie e paure, rivelazioni e resistenze - e ci ricorda che la fede è amore e gioia prima che leggi e comandamenti. Un invito al dialogo rivolto ai credenti che non si accontentano di risposte preconfezionate e ai non credenti che hanno voglia di confrontarsi. Senza la pretesa di trovare risposte definitive, ma con la voglia costante di continuare a cercarne.
Che relazione può esserci tra i vangeli e la poesia? Dei quattro vangeli canonici sono state fatte innumerevoli analisi, ma manca in sostanza una lettura che faccia leva sulle risonanze poetiche dei testi e che tenga conto della modernità del XXI secolo in cui viviamo. Questo volume nasce dall'idea che la sensibilità poetica aiuta a meglio comprendere e interpretare le narrazioni, le parole e i gesti di Gesù e dei personaggi che lo circondano: vengono proposte al riguardo numerose esemplificazioni e suggestioni tratte dai testi di ciascuno degli evangelisti. L'approccio che viene adottato nel libro è descrittivo e aperto a chiunque - credente o meno - abbia intenzione di considerare le narrazioni evangeliche alla luce e con gli strumenti della poesia. Il volume intende porsi, poi, in modo sinergico rispetto agli apporti teologici, esegetici e pastorali correnti, nella fiducia che la poesia riesca a illuminare prospettive che sfuggono ad altre esplorazioni. Il percorso proposto dall'autore si snoda attraverso tre focalizzazioni: l'ambiente naturale e la terra di Palestina, teatro della predicazione itinerante di Gesù sulla buona novella; i personaggi che accompagnano l'incarnazione e la vita pubblica del Nazareno, tra i quali spicca Maria, la madre; la trama degli eventi, che si conclude con la Passione e Resurrezione. Il punto di arrivo della ricerca mette in luce elementi che ci avvicinano al volto poetico di Gesù di Nazaret: tra essi assume una rilevanza speciale l'elogio dei fiori di campo riportato dagli evangelisti Matteo e Luca.
La fissazione scritta dei testi biblici viene oggi anticipata, a motivo di recenti scoperte, all’epoca compresa fra VIII e VI secolo a.C.
Questo libro illustra come e perché quei racconti siano stati messi per iscritto e, in seguito, siano divenuti “sacra Scrittura”.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele.
Dalla quarta di copertina:
Negli ultimi duecento anni, gli studiosi biblici hanno di solito supposto che la Bibbia ebraica sia stata messa per iscritto e redatta principalmente durante i periodi Persiano ed Ellenistico (durante l’epoca, quindi, che va dal V al II secolo a.C.). Scoperte archeologiche recenti e nuove prospettive aperte dall’antropologia linguistica indicano però il periodo anteriore a questo, e cioè la parte finale dell’Età del Ferro (fra l’VIII e il VI secolo a.C.), come epoca di formazione degli scritti della letteratura biblica.
Come la Bibbia divenne un libro collega le recenti scoperte archeologiche nel Vicino Oriente con le acquisizioni fornite dalla storia dell’arte dello scrivere per comprendere come la Bibbia fu dapprima messa per iscritto e, in seguito, divenne sacra Scrittura. Questo libro, destinato al normale lettore così come allo studioso, fornisce una ricca prospettiva sulle ragioni per cui questi testi conseguirono l’autorità di Scrittura e illustra come l’antico Israele – una cultura essenzialmente orale – abbia cominciato a mettere per iscritto la propria letteratura. Descrive un’emergente società alfabetizzata nell’antico Israele contestando l’affermazione secondo cui l’alfabetizzazione sarebbe avvenuta prima che altrove in Grecia durante il V secolo a.C.
Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele.
Con l'acribia e il rigore che lo distinguono, in questo saggio Joseph Fitzmyer prende in esame l'uso di «messia» nella letteratura ebraica e giudaica oltre che cristiana, portando alla luce lo sviluppo del messianismo agli inizi di giudaismo e cristianesimo, sulla base di una quantità di documenti fin qui non ancora raccolti. Ne risulta come le idee di messia siano nel giudaismo e nel cristianesimo radicalmente diverse, ma anche come in assenza del messia giudaico (nelle sue varie espressioni) non ci potrebbe essere un messia cristiano. Questo nuovo studio su un argomento tanto discusso mostra come posizioni che hanno condotto a fraintendere le diverse nozioni di messia e a servirsene come strumento di divisione, poggino su presupposti contraddittori e sovente poco chiari.
Il cammino della ricerca scientifica comporta un dialogo aperto ad ogni confronto perché la gioia della verità possa essere sempre più il riflesso della luce di Dio, che risplende nell'intelligenza umana. L'espressione "Veritatem inquirere" è un invito pressante a indagare nella ricerca della verità. Questo permette di conoscere più a fondo come si è espresso un autore o che cosa è racchiuso in una formula, segno - a sua volta - di una cultura e di una forma celebrativa del mistero cristiano. Il volume invita a sollevare lo sguardo sui primi cinque secoli toccando due argomenti per ogni periodo e riservandone uno per il quinto. E mentre la Presentazione offre il quadro circa la ripresa della collana e il senso della ricerca, la Postfazione invita al confronto tra i contributi dell'Autore e l'ambito specificamente cultuale, con tutto ciò che tale ambito comporta. L'Indice dei Nomi denota un orizzonte molto ampio dei termini della ricerca, e insieme un'occasione per proseguire negli intenti focalizzati e in altri appena accennati. Nella Veritatis gaudium papa Francesco invita ad assumere una formazione accademica garantita da un «impegno generoso e convergente verso un radicale cambio di paradigma, anzi ... verso una coraggiosa rivoluzione culturale». E questa potrà avvenire qualora si attivi «una vera ermeneutica evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gli uomini». Si tratta in definitiva «non di una sintesi, ma di una atmosfera spirituale di ricerca e certezza basata sulle verità di ragione e di fede». Sono parole che invitano a continuare con coraggio e ampiezza di orizzonti culturali nell'impegno del veritatem inquirere.
Le riflessioni-meditazioni su Maria, scritte da Enrico Masseroni durante i molti pellegrinaggi mariani compiuti come guida spirituale, accompagnano il lettore, ripercorrendo le vicende bibliche di Maria, il cui pellegrinare terreno è la traccia di ogni pellegrinare umano. Dalla partenza coraggiosa verso l'ignoto, connotato dal fiat, al percorso accanto alla vita pubblica di Gesù, alla passione e morte in croce del Figlio, fino alla risurrezione e all'attesa dello Spirito Santo e dell'avvio della Chiesa nascente. I capitoli brevi, ma incisivi, iniziano con una citazioni biblica, cui segue il commento dell'Autore e una breve preghiera conclusiva.
James Dunn, uno dei più rispettati e prolifici biblisti del nostro tempo, ha pubblicato le sue ricerche sulle origini del cristianesimo in numerosi commentari, testi e saggi. In questo volume di facile accesso, destinato a un pubblico largo e nondimeno frutto di uno studio cinquantennale, Dunn si dedica a delucidare qual è la testimonianza resa a Gesù in tutto il Nuovo Testamento, dal Vangelo secondo Matteo fino all'Apocalisse di Giovanni. Il movimento cristiano, i cui scritti sono rappresentati dai vangeli canonici, dagli Atti e dalle lettere, ha avuto inizio con il racconto su una figura storica e precisa, le cui parole e le cui azioni erano evidentemente diverse dalla norma quanto basta per suscitare attenzione. Ecco allora che questo Gesù secondo il Nuovo Testamento punta continuamente a riscoprire la meraviglia di quei primi testimoni e, così, arricchisce di molto la nostra stessa comprensione di Gesù. Prefazione di Rowan Williams.