Udo Ulfkotte (1960 - 2017) giornalista tedesco. Ha lavorato per il quotidiano la Frankfurter Allgemeine Zeitung. È diventato celebre nel 2014 con il libro Gekaufte Journalisten, «Giornalisti comprati» in cui ha rivelato di essere stato per 17 anni al soldo della CIA e quindi degli USA e come la CIA stessa ed altre agenzie di servizi segreti (tra cui quelli tedeschi) paghino soldi ai giornalisti occidentali per porre certe notizie a loro favorevole e apertamente a favore della NATO.
"La realizzazione di un monumento nel campo di Birkenau fu oggetto di un concorso promosso dal Comitato Internazionale di Auschwitz nel luglio del 1957. Le attività di progetto e i successivi lavori di costruzione si protrassero per dieci anni, fino alla primavera del 1967. Questo volume ha lo scopo di delineare la storia delle vicende che portarono alla realizzazione del monumento, rammentando che esse si svilupparono in due fasi: una prima fase gestita da una giuria internazionale presieduta inizialmente da Henry Moore e poi da Lionello Venturi e sviluppatasi in tre gradi (1957-1959), e una seconda fase gestita da una "commissione tecnica" facente capo direttamente al Comitato di Auschwitz (1961-1965) e aperta solo agli autori dei precedenti progetti, in cui risultò vincitore il progetto proposto dal sottoscritto e da Pietro Cascella. Il monumento sarebbe stato poi costruito fra il 1965 e il 1967. In questo volume ho cercato di ricostruire, insieme alle vicende del concorso e delle corrispondenti attività progettuali, il contesto politico, sociale e culturale che ne ha influenzato gli sviluppi. Non ho potuto fare a meno di associare la storia del monumento al modo in cui nel corso di quello stesso periodo andò contemporaneamente evolvendosi la memoria di Auschwitz. D'altronde io penso che questo monumento si può considerare non solo un simbolo di quanto accadde nel campo, ma parte esso stesso della memoria degli eventi che vi si verificarono". (Giorgio Simoncini)
Forse in questi anni ci siamo abituati: cose che dovrebbero farci indignare passano sotto silenzio, discorsi che non si dovrebbero sopportare diventano moneta corrente, idee come minimo discutibili vengono invece comunemente accettate. Giorgio Bocca però non si è mai arreso, e in questo pamphlet alza la voce per denunciare le scorciatoie del pensiero unico, che certo non scomparirà con un cambio di governo e a cui si deve rispondere con un sonoro e liberatorio: "Grazie, no!". E se è ormai quasi un'abitudine anche l'indignazione, anche il cinico e soddisfatto luogo comune secondo cui l'Italia è ormai perduta, vittima delle sue ataviche tare e dei suoi vizi inestirpabili, Bocca ci ricorda, con l'autorità del testimone e la vividezza del grande cronista, che già altre volte (ultima la guerra partigiana, così vicina e così preziosa) l'Italia fu sul punto di soccombere, ma gli italiani hanno saputo trovare in loro stessi la forza di salvarsi.
Phileas Fogg, distinto gentiluomo e membro onorato del prestigioso Reform Club, da perfetto inglese si ritrova a scommettere che riuscirà a fare il giro del mondo in 80 giorni. Parte, quindi, la sera stessa da Londra in compagnia del servo Passepartout in un itinerario che lo porterà dall'Italia all'Egitto, in India, Hong Kong, Giappone, Stati Uniti. I due viaggiatori vivranno rocambolesche avventure, inseguiti dal detective Fix che ha scambiato Fogg per un rapinatore. In India incontrano una donna, Auda, in procinto di essere arsa su una pira per un rito sacrificale e la salvano portandola con loro. Riusciranno a tornare a Londra in tempo? "Il giro del mondo in 80 giorni", con i suoi colpi di scena e le suggestive ambientazioni, diverte il lettore e lo tiene inchiodato alle pagine. Attraverso il tema del viaggio, Verne ci regala emozioni, suspense, avventura come solo un grande autore sa fare. Età di lettura: da 9 anni.
Il titolo, un po' provocatorio, di questo volume nasce dal dibattito, diffuso e spesso motivato, che si agita intorno ai compiti della filologia e della sua utilità. Sono proprio i momenti di crisi come quello attuale che dovrebbero spingere a interrogarci più profondamente sull'esigenza della difesa e della valorizzazione di un patrimonio culturale che rappresenta un dato imprescindibile nella qualità di vita di un paese, nel grado di vivibilità, nella capacità di non perdere le proprie competenze e di rinnovarle. La lettura dei nostri classici diviene una operazione che ci tiene legati a loro e che mantiene viva e allertata una coscienza critica che può e deve spendersi insieme per il passato e sul presente.
Cosa può succedere quando una donna innamorata viene tradita dal suo amore e deve fare i conti con una malattia inesorabile?
O quando si trova sola in una terra straniera, senza una casa e con un bisogno intenso di essere amata e di amare?
O quando per debolezza rinuncia ad un amore straordinario?
Il desiderio di amare e di essere amati, così profondo e fragile, è il tessuto di queste storie.
Tre donne, di fronte a momenti drammatici della loro vita, si pongono una domanda: c’è qualcosa di buono per me?
A sud di Verona, nel punto di incontro tra alta pianura e bassa pianura, le vene d'acqua che scorrono sotterranee emergono in superficie creando le risorgive. Il linguaggio magico delle fiabe che ci coinvolge nella lettura delle avventure di Bovolino, il topolino, ci aiuta a scoprire le varie forme di vita che si possono incontrare in questo luogo.
Fiabe, storie e filastrocche. Lette e rilette decine e decine di volte o inventate lì per lì. Cantate, raccontate, sognate. Con la voce e con il cuore, per raccontare al nostro bambino la storia più importante, la storia del nostro amore per lui. Cosa sente il bimbo nel pancione? Perché è importante leggere e raccontare storie sin dai primi mesi di vita? Possiamo favorire l'amore per la lettura in età scolare? C'è ancora spazio per le fiabe classiche? Le informazioni scientifiche, gli approfondimenti di vari esperti (pediatri, psicologi, pedagogisti) e i suggerimenti pratici proposti in questo libro offrono una risposta a tutti questi interrogativi. Le testimonianze di numerosi genitori raccontano l'importanza delle storie per una crescita serena e felice. Perché quando il genitore legge o racconta, quella che si crea è una situazione di intenso benessere. Il bimbo assapora la storia narrata e, ancor di più, l'attenzione esclusiva che gli viene riservata. Fiabe e racconti lo aiutano a comprendere meglio la realtà che lo circonda, ma anche i suoi stessi sentimenti, le sue emozioni e le sue paure.
La necessità di fissare un'unica data di celebrazione della Pasqua in tutte le Chiese d'Oriente e d'Occidente mise in moto secolari ricerche e polemiche, legate all'uso di calendari diversi. In seguito alla proposta avanzata in merito da Dionigi il Piccolo (VI secolo), che si basava sulla conoscenza di numerose fonti anteriori e sui dati forniti dagli astronomi dell'epoca, prese piede anche la datazione dell'era cristiana. L'autore ripercorre le vicende, verifica le incongruenze tra antichi storici, cristiani e non, cerca di spiegare la loro origine e mette a confronto Dionigi e Giuseppe Flavio sullo spinoso argomento della morte di Erode il Grande, che ha portato a datare la nascita di Gesù a 6 o 7 anni prima di Cristo. Anche il ricorso ai risultati raggiunti dagli studi più recenti di astronomia, in particolare a quelli forniti dal U. S. Naval Observatory, confrontato con i racconti evangelici, appare confermare la datazione che fissa il Venerdì della Passione al 3 aprile 33 e alla successiva domenica 5 la Resurrezione. Fatta questa scelta, anche molte altre date appaiono recuperate con coerenza.