Il libro ripercorre alcuni passaggi della vita di Gesù attraverso il Vangelo secondo Luca. Le meditazioni sono incentrare sulla figura del Maestro come modello per annunciare la Parola. L'autore ci riporta poi ai nostri giorni per attualizzare la missione della Chiesa con spunti interessanti e stimoli sempre originali. Testimonianze e citazioni rendono il libro ricco di spunti di riflessione e meditazione.
Le meditazioni qui proposte sono state oggetto di catechesi in gruppi ecclesiali di adulti e in altri incontri formativi. Se consideriamo la Tradizione bimillenaria della Chiesa, i suoi insegnamenti non sono un elenco di verità astratte, ma la trasmissione di come il Dio Vivente si è rivelato progressivamente nella creazione, nella storia della salvezza riportata dalla Bibbia e nella storia della Chiesa. Si tratta perciò dell'educazione progressiva di un popolo a riconoscere il suo Dio, ad adorarlo in spirito e verità, a mettere in pratica i suoi insegnamenti nella vita personale e comunitaria. Che questo piccolo contributo alla formazione umana e cristiana possa aiutare a crescere in sapienza evangelica, vivendo da figli del Padre che sta nei cieli e diffondendo la luce e la forza del Vangelo nel cuore della vita ecclesiale e nella società di oggi.
Il crollo della cattedrale di Norcia, l'incendio di Notre Dame di Parigi, la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina (con lo spettro di una Terza guerra mondiale) hanno riportato l'attenzione sul problema del male: le catastrofi naturali e le calamità che si abbattono sul mondo sono il castigo che Dio riserva agli uomini per la loro malvagità? E, se Dio esiste, come può permettere il male? Questo libro affronta questioni centrali della teologia e della filosofia cristiana della storia. Il male non può essere considerato come una "distrazione di Dio", ma deve essere necessariamente collegato alla libertà dell'uomo e inserito in una prospettiva provvidenziale che trova la sua ragione nella mente imperscrutabile di Dio.
Ef 6, 11-12: "Indossate l'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti".
La corsa come ricerca spirituale e forma di ascesi, la corsa come preghiera. Partendo dalla sua esperienza personale, dal suo correre fin dall’infanzia, l’autore approfondisce il significato teologico della corsa, di alcune eminenti “corse bibliche”, degli aspetti più spirituali e ascetici che riguardano il correre. Suggerisce che questo gesto atletico, vissuto in una determinata maniera, può divenire esperienza spirituale profonda e preghiera integrale, capace di coinvolgere l’uomo nella sua totalità. Una domanda, infatti, percorre tutto il libro: dove va l’uomo che si mette sulla strada e sui sentieri? Qual è la sua meta? Cosa vuole raggiungere attraverso la fatica e la bellezza delle sue falcate? Verso cosa o verso “Chi” sta correndo?
Nella vita frenetica quotidiana si è sempre più alla ricerca di spazi e tempi di silenzio e isole di pace. Nel corso dei secoli, la tradizione monastica benedettina ha approfondito e condiviso i suoi tesori spirituali e sapienziali, tracciando percorsi di natura pratica (chiamati anche per questo "esercizi") capaci di restituire alla vita il suo respiro profondo. Padre Anselm Grün ripropone qui l'antica tradizione benedettina degli esercizi, che ha fatto da ispirazione fondamentale per i più noti Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Attraverso la presentazione e la meditazione di pagine bibliche, arricchite con la proposta di semplici ritualità quotidiane, il testo accompagna a muovere i propri passi sull'antica strada "mistica" della purificazione, dell'illuminazione e dell'unificazione, per imparare a diventare quello che siamo.
Armida Barelli (1882-1952), figura cruciale del cattolicesimo italiano contemporaneo, è stata fondamentale nel proporre una nuova visione della donna, nella Chiesa e nella società. Da giovane prende sul serio la chiamata del Signore e si pone in ricerca. In un tempo in cui per le donne l'opzione era tra matrimonio e vita religiosa, matura una scelta nuova: l'apostolato laicale in forma associata. Da qui anche la sua vocazione alla consacrazione nel mondo con l'Istituto delle Missionarie. Si inserisce nel solco dell'Azione Cattolica portando una decisiva novità nell'organizzare le giovani in un apostolato popolare. Da Milano il suo impegno si irradia nel Paese, dove dà vita alla più numerosa e capillare associazione femminile. È spesso in viaggio tra mille disagi, tanto da sentirsi come "una zingara del buon Dio-. Protagonista della nascita dell'Università Cattolica, affianca Gemelli in un progetto di ampio respiro che unisce l'alta formazione all'apostolato popolare. Con l'Opera della Regalità contribuisce a rinnovare la partecipazione liturgica. Attenta alla storia del suo tempo, la Barelli forma una generazione di donne che si spendono nel campo sociale, sindacale e politico, nella fase fondativa della democrazia in Italia. Favorisce un'emancipazione radicata nella scelta vocazionale e volta a rendere le donne protagoniste della propria esistenza, nella vita familiare e sociale. Le pagine di Ernesto Preziosi, oltre a essere un'accuratissima ricostruzione storica della biografia e di tutta un'epoca, collocano l'opera della Barelli nel quadro della maturazione registrata dal movimento cattolico italiano nella prima metà del Novecento. Una collocazione che evidenzia il rapporto, per lei inscindibile, tra fede in Dio e impegno del cristiano nel mondo, offrendoci una biografia di grande attualità. Prefazione Papa Francesco.
Com'è Dio? Che faccia ha? È veramente buono come dice il Catechismo? Spesso nella nostra immaginazione costruiamo idee sbagliate su Dio. In questo breve viaggio attraverso le immagini stereotipate di Dio, scopriremo che non è un vitello d'oro, non è sadico né crudele, non si diverte a prenderci in giro, non è cattivo né vendicativo, ma è misericordia e tenerezza, amore infinito che si rivela nel volto di Gesù.
Le nuove generazioni, anche se non ce lo dicono con parole esplicite, domandano coerenza e ci "obbligano" a prendere in mano la nostra vita di fede per poterla condividere con loro in modo convincente. Spesso pongono domande semplici, ma poi noi adulti (preti o laici) andiamo a cercare risposte complesse. Altre volte, invece, rispondiamo con argomentazioni banali a domande che i ragazzi pongono con serietà.
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro percependo, in questo modo, emozioni e pensieri. Nasce non dal vedere l'altro o dal guardare l'altro, ma dall'osservare l'altro, dall'ascoltare l'altro, dal sentire l'altro, spinti da un sentimento d'amore che ci costringe ad ascoltarlo. Questo ci permette, dall'espressione dei suoi sentimenti, di entrare nel suo stato d’animo e comprendere il modo con cui potremmo essergli di aiuto e di sostegno nella situazione che sta vivendo. L'empatia di Gesù è evidente e presente in quasi tutta la sua azione. Con la sua vita, Gesù ci insegna a vedere gli altri in un modo diverso, condividendo i loro sentimenti e sostenendoli nei momenti di delusione.
Nei campi nazisti ci si uccideva per un pezzo di pane. Ecco quello che il tuo Dio ha lasciato fare, ecco a cosa ci ha ridotti. Se vuoi, puoi andare a vivere con lui. Io non lo perdonerò mai!». L'autore non ha mai dimenticato queste parole e ha scritto questo testo per coloro che non riescono a dimenticare il problema del male nel mondo.
«Se Dio c'è ed è come ce lo racconta la Parola, non può che essere nascosto, celato, defilato. E, nel contempo, raggiungibile. Abbiamo in noi stessi tutti gli strumenti per diventare cercatori di Dio. Esploratori dell'Assoluto». Tutti abbiamo un'idea di Dio, un'idea costruita a partire dal nostro carattere, dalla nostra esperienza, dall'ambiente in cui siamo cresciuti. E tanti di noi tendono a proiettare su Dio i loro bisogni e le loro speranze, o a chiamarlo in causa per le ingiustizie e le sofferenze che subiscono o colpiscono gli innocenti. Chi è dunque il Dio in cui crediamo (o non crediamo)? È la domanda che Paolo Curtaz ci pone in queste pagine, invitandoci a mettere fra parentesi tutto ciò che crediamo di credere per cercare di conoscere il Dio che Gesù racconta nei Vangeli. In una sorta di introduzione al cristianesimo, amichevole e ricca di umorismo, il teologo ci mostra, ripercorrendo i testi biblici, come liberare la testa da vecchie e asfittiche convinzioni religiose, imparare ad ascoltare la testimonianza evangelica, cercare con costanza, nella nostra vita, quel tesoro nascosto che è la presenza di Dio. Chi accoglie la prospettiva di Gesù incontra un Padre che lo ama e lo rende capace di amare, lo fa partecipe di un grande progetto d'amore, gli apre le porte su una vita più autentica, gioiosa, intensa. Una riflessione rivolta ai credenti, ai dubbiosi e perfino agli atei che sfida a iniziare una propria, originale, ricerca spirituale.