Un clásico sobre el amor humano entendido como plenitud de las relaciones interpersonales del hombre y la mujer.
Juan Pablo II fue un enamorado del amor humano. Amor y responsabilidad es el fruto de su reflexión a partir de su trato con los jóvenes ´que me planteaban no tanto cuestiones sobre la existencia de Dios, como preguntas concretas sobre cómo vivir, sobre el modo de afrontar y resolver los problemas del amor y del matrimonio´. Por eso, responde a cuestiones como: ¿Qué es el amor? ¿Qué relación hay entre afectividad y sexualidad? ¿La castidad es una virtud positiva o un comportamiento represivo? ¿Qué es el pudor? ¿Tienen sentido las relaciones sexuales antes del matrimonio?
Al mismo tiempo es un libro de gran originalidad y profundidad filosófica. Karol Wojtyla establece un nuevo paradigma para entender la sexualidad: integrarla en el marco de las relaciones interpersonales del hombre y de la mujer, regidas por la norma personalista, que establece que la única actitud adecuada ante la persona es el amor. La unión de un brillante planteamiento con una ejecución sólida ha convertido a esta obra en un clásico de la reflexión antropológica sobre el amor, imprescindible para quien desee entender los porqués de esa realidad tan exaltadora y existencial.
La edición definitiva en español traducida directamente del polaco.
«La critica dev’essere parziale e appassionata, ossia dev’essere fatta da un punto di vista esclusivo, che sappia spalancare gli orizzonti». Il poeta Baudelaire sintetizzava così la vastità dell’esperienza estetica come interiorizzazione di un sentimento che solo col tempo si cristallizza in giudizio.
Paolo De Marchi invita il lettore a seguirlo in un viaggio affascinante attraverso cinque secoli di storia dell’arte, da Tiziano ad Arnaldo Pomodoro, da Manet a Warhol, passando per Van Gogh, Boccioni, De Chirico e Kandinsky. Una riflessione slegata dagli stereotipi della critica ufficiale, alla ricerca dei lampi di quella luce che promana dalla grandezza dell’uomo e del suo genio.
Nell'ultimo anno della sua vita Pasolini condusse, dalle colonne del "Corriere della Sera" e del "Mondo", una rovente requisitoria contro l'Italia che vedeva intorno, "distrutta esattamente come l'Italia del 1945". Partendo dall'analisi delle mutazioni culturali, Pasolini rintracciava i segni di un inarrestabile degrado: la crisi dei valori umanistici e popolari; le lusinghe del consumismo, più forte e corruttore di qualsiasi altro potere; le distruzioni operate dalla classe politica; una invincibile e generalizzata "ansia di conformismo"; le mistificazioni di certi intellettuali autoproclamatisi progressisti. Non è vero che la Storia va sempre avanti: l'individuo e la società possono regredire.
"Psicoanalisi del Cristianesimo" propone un'ipotesi interpretativa relativa ad un fenomeno millenario qual è il Cristianesimo che, oltre a marcare la cosmovisione e la prassi dell'Occidente, coinvolge direttamente un terzo della popolazione mondiale. Numerosi sono gli studi che evidenziano gli aspetti religiosi, storici, politici, sociali ed artistici del Cristianesimo, mentre sono pressoché assenti quelli che ne esplorano le dinamiche "inconsce". Il quesito cui la presente ricerca tenta di dare una risposta può essere così riassunto: qual è la dinamica impercettibile e non riconosciuta che attraversa il Cristianesimo, da Gesù di Nazareth fino ai giorni nostri e che penetra inconsciamente non solo nelle Chiese ma anche nella civiltà occidentale? Quale impatto hanno nel Cristianesimo le prime testimonianze dei Discepoli (Vangeli), l'incontro con il pensiero unico imperiale (Costantino), l'elaborazione della colpa e la risposta persecutoria (Agostino), nella strutturazione dicotomica delle Chiese, persino nel rito fondamentale dell'Eucaristia? È ragionevole l'ipotesi che il Cristianesimo, al di là di innegabili meriti e valori, sia segnato da un "disordine narcisistico"?
Raccolta di riflessioni sulla verginità cristiana.
L’Indice Concettuale del Medio Giudaismo è stato ideato da Paolo Sacchi ed è da lui diretto in collaborazione con Florentino García Martínez, Romano Penna, Günter Stenberger, Lucio Troiani e altri, per fornire una nuova forma di repertorio che permetta di accedere ai testi di un’epoca cruciale per la storia del giudaismo e del cristianesimo (300 a.C.-200 d.C.). La natura di questi scritti e le varie lingue in cui sono giunti fino a noi, infatti, hanno reso impossibile la redazione di uno dei consueti strumenti di indagine, come concordanze e dizionari. Prendendo in considerazione un tema (sovralemma), se ne analizzano i vari aspetti (lemmi e sottolemmi) in una ricca gamma di testi che, spaziando dagli ultimi scritti della Bibbia ebraica e i Deuterocanonici alla Mishnah, esamina gli Apocrifi dell’Antico Testamento, gli scritti di Qumran, gli scrittori giudeo-ellenistici, Filone, il Nuovo Testamento, Giuseppe Flavio, gli Apocrifi del Nuovo Testamento e gli autori cristiani dei primi due secoli.
In questo terzo fascicolo è analizzato il sovralemma Messianismo, che si articola nei lemmi “antimessia”, “era messianica”, “messia”, “precursore”, “tipologia”.
Quello tra Coppi e Bartali non è stato solo un duello sportivo. È il ritratto di un’epoca,di un’Italia che voleva rivali due campionissimi in realtà amici nella vita. Il “bianco” Gino contro il laico Fausto. Il pio cattolico e il bigamo. Don Camillo e Peppone su due ruote. Ma il duello dei duelli,il duello padre di tutti i duelli dello sport,non è mai esistito,così come non è mai esistito il castello di intrighi,congiure,agguati, polemiche,differenze costruito sulle fondamenta della loro grandezza sportiva concomitante. È un grande mistero dello sport e anche dell’Italia tutta: dal tentativo di chiarirlo almeno un poco nasce – allo scoccare del mezzo secolo da che non c’è più uno, del decennio da che se ne è andato anche l’altro – questo libro, scritto con l’aiuto di Andrea Bartali, classe 1941, e di Marina Coppi, classe 1947, primogenito e primogenita di Gino e Fausto, e spartenti rispettivamente 59 e 13 anni di vita col padre,a sentirlo parlare di “quello là”. “Ognuno dei due campioni era, per Andrea e per Marina, l’amico di papà. Casomai “quello là”lo diceva Gino di Fausto, lo diceva Fausto di Gino. Mica con convinzione. E mica sempre, magari soltanto quando c’era qualcuno, specie giornalista, a sentire.”
Per la prima volta un grande giornalista sportivo e i figli di Coppi e Bartali tracciano un ritratto inedito e sorprendente non solo di due grandi campioni,e nemmeno solo di uno sport “pulito” che oggi non c’è più, ma di un’epoca che ha segnato per sempre l’Italia.
AUTORE Gian Paolo Ormezzano,nato a Torino il 17 settembre 1935,tre figli e sei nipoti,tifoso del Toro,diplomato al liceo classico Cavour,quello di Pozzo, Berruti, Nebiolo e Nizzola, per stare a personaggi dello sport.A Tuttosport dal 1953 al 1979: giovane di studio, redattore, caposervizio del ciclismo, direttore. Da fine 1979 inviato speciale a La Stampae poi, dal 1991 della pensione, collaboratore fisso dello stesso giornale,con breve ritorno a Tuttosport nel 1997-98. Primatista mondiale di Giochi olimpici, estivi e invernali, da giornalista, cominciando dal 1960 a Squaw Valley: 23 edizioni dopo Torino 2006, record di tremenda pesantezza anagrafica e non solo. Servizi o – più fine – reportages da 28 Giri d’Italia,12 Tour de France, tanti e forse troppi campionati mondiali ed europei di calcio, atletica, basket, nuoto… Ha scritto di tutti gli sport fuorché del polo; ha visitato tutti i continenti fuorché l’Antartide.Oltre che collaboratore fisso di La Stampa(attualmente per il supplemento Torino Sette),lo è di Famiglia Cristiana(dal 1960) e dal 2007 nuovamente di Tuttosport. Autore di numerosi libri sullo sport (su tutti le storie del ciclismo,del calcio e dell’atletica),autore di tre romanzi, di libri di saggistica, di antologie di eventi e personaggi, di pamphlets cattivi sul football (specie juventino) e di volumoni buoni sul Toro e sul ciclismo.Per i Giochi invernali di Torino 2006 ha scritto Di neve e di ghiaccio, fiabe olimpiche vere raccolte in un volume edito in italiano e inglese.
Giro d'Italia con delitto dovrebbe essere "delitti", al plurale, ma si può considerare tutto il crimine assortito come un delitto unico commesso profanando la sacralità della corsa, è un giallo classico di ingredienti e moderno di salse, rigoroso e particolare, con soluzione completa e inattesa non all'ultima pagina e neppure all'ultima riga, ma all'ultima parola. Poi c'è un epilogo brevissimo che rimanda ad un Tour de France con delitto. Protagonista è la corsa rosa, che fa cent'anni in questo 2009. Le comparse sono tantissime, dal pubblico ai corridori ai cosiddetti suiveurs (giornalisti, amici, parenti, meccanici, tecnici, organizzatori, poliziotti...). I delitti sono truci ma non trucidi. Si sentono più applausi ai ciclisti che grida di terrore, ma il racconto toglie il fiato e toglie la voglia di fare tappa per sostare nella lettura.
GLI AUTORI
Gian Paolo Ormezzano (Torino, 1935) tre figli e sei nipoti, diplomato al liceo classico Cavour. A Tuttosport dal 1953 al 1979: giovane di studio, redattore semplicissimo, caposervizio del ciclismo, direttore. Da fine 1979 inviato speciale a La Stampa e poi, dal 1991 della pensione, collaboratore fisso dello stesso giornale, con breve ritorno a Tuttosport nel 1997-98. Primatista mondiale di Giochi olimpici, cominciando dal 1960 a Squaw Valley: 23 edizioni dopo Torino 2006, record di tremenda pesantezza anagrafica e non solo. Servizi o – più fine – reportages da 28 Giri d’Italia, 12 Tour de France, tanti e forse troppi campionati mondiali ed europei di calcio, atletica, basket, nuoto… Per i Giochi invernali di Torino 2006 ha scritto Di neve e di ghiaccio, fiabe olimpiche vere raccolte in un volume edito in italiano e inglese.
Atene e Gerusalemme rappresentano, fin dalla tarda antichità, le cifre emblematiche di due universi spirituali – la cultura greca e il messaggio biblico – profondamente differenti e distanti. La storia, com’è noto, li condusse ad incontrarsi, a scontrarsi e – talora loro malgrado – ad interagire in modalità riccamente articolate. Il presente volume si propone di ricostruire la comprensione che il «nuovo pensiero» di Franz Rosenzweig (1886-1929) elaborò del profilo complessivo dei due universi e di una loro possibile, feconda connessione reciproca. L’indagine si sviluppa su uno scenario tematico e problematico riccamente articolato, sullo sfondo del quale si stagliano diverse questioni di scottante attualità, come, ad esempio, quella dell’identità dell’Europa nello scenario della globalizzazione planetaria, quella del destino della religione e delle religioni nell’odierna cultura post-secolare e post-moderna, e infine quella del confronto e del dialogo fra culture profondamente differenti.
Raccolta di riflessioni sulla risurrezione della carne.
Un'elaborazione originale e stimolante dei concetti che formano la base dell'arte terapia. Prefazione di Sandro Spinsanti. Mentre le terapie mediche mirano alla salute, quelle creative hanno come obiettivo la salute in un senso più ampio. Il presente lavoro coniuga la vasta esperienza clinica dell'Autrice con gli studi e le riflessioni condotte nel corso del suo lavoro in diversi paesi. La metodologia dell'Autrice conduce ad una visione dell'arteterapia come disciplina autonoma; gli argomenti sono sviluppati con un linguaggio chiaro e sintetico e rimangono aperti ad ulteriori elaborazioni.
Una teologia della creatura oggi non può non guardare, a occhi spalancati, dentro il cuore pulsante del vivente. L’idea che un filo d’erba possa vibrare di sensibilità entrando in viva relazione con il mondo umano emerge dalla novella di Luigi Pirandello, Canta l’Epistola.
E solo una teologia come quella di Paolo De Benedetti è capace di cogliere la creaturalità di una bellezza deperibile e inerme come quella di un filo d’erba. Non in virtù di una sensibilità ecologica estesa anche alle cose inanimate – un sentimento pur lodevole che oggi però è abbastanza diffuso, almeno nelle anime più avvertite – ma in virtù di una precisa lettura della Parola biblica, che interpreta la storia a partire dal basso, dall’infimo, dal perdente.