Il personaggio di Antigone, che lungo i secoli ha avuto numerose interpretazioni e riletture, torna oggi di attualità, perché rappresenta un’esigenza profonda: quella di una giustizia eterna che riconosca la priorità della coscienza, il primato della legge non scritta, che non coincide con i diritti umani o innati, ma con la radicale fedeltà al tessuto delle relazioni originarie e alla legge della solidarietà.
Il libro si presta ad essere un utile strumento di approfondimento per chi studia la tragedia di Antigone, fuori e dentro le scuole superiori, oltre che per quanti amano l’antico mito di una donna libera, che decide e opera in piena autonomia, in contrapposizione con il potere e la tradizione, quando negano la dignità della persona.
Giulia Paola Di Nicola è docente presso l’Università di Chieti. Dirige con Attilio Danese la rivista di cultura «Prospettiva Persona». Ha pubblicato numerosi testi sulla donna, sull’antropologia e sulla politica.
Angela Rossi, docente nelle scuole superiori, collabora con la cattedra di Sociologia della famiglia dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. Redattrice di «Prospettiva Persona», scrive su riviste nazionali e internazionali.
In breve
A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c’è tra ricerca e insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell’università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c’è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l’investimento più lungimirante che si può fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.
Vai al blog
Indice
Introduzione - 1. Il dibattito su università e ricerca in Italia - 2. Un’università invecchiata - 3. Valutare la ricerca - 4. La ricerca negli enti pubblici - 5. Diagnosi e terapie - Conclusioni - Ringraziamenti
DESCRIZIONE: Una sintesi aggiornata, ma refrattaria alle mode intellettuali, sul mondo della politica, che fa il punto sulle categorie fondamentali, sulle innovazioni dell’età moderna e sulle prospettive della globalizzazione. Da tre assunti che dominano l’immaginario contemporaneo un approccio realistico alla politica ci dovrebbe liberare: dalla convinzione che la modernità rappresenti un superamento delle logiche del potere che il pensiero classico aveva individuato; dalla tesi che l’universalismo e il cosmopolitismo abbiano davvero fatto i conti con il passato coloniale dell’Occidente; dall’illusione che la democrazia costituzionale sia il traguardo ormai consolidato della storia universale.
COMMENTO: Le parole chiave della politica: democrazia, dominio, libertà, Stato, Impero, violenza, ecc... in un compendio per tutti. Un libro che illumina sul presente.
PIER PAOLO PORTINARO insegna Filosofia politica presso l’Università di Torino. Fra le sue pubblicazioni: La crisi dello jus publicum europaeum. Saggio su Carl Schmitt, Edizioni di Comunità 1982; Il Terzo. Una figura del politico, Angeli 1986, La rondine, il topo e il castoro. Apologia del realismo politico, Marsilio 1993; Stato, Il Mulino 1999; Il realismo politico, Laterza, 1999; I concetti del male (a cura di), Einaudi 2002; Il principio di disperazione. Tre studi su Günther Anders, Bollati Boringhieri 2003; Il labirinto delle istituzioni nella storia europea, Il Mulino 2007; Introduzione a Bobbio, Laterza 2008.
TITOLO: «Tu non uccidere»
Mazzolari e il pacifismo del Novecento
DESCRIZIONE: Aprendo Tu non uccidere, don Primo Mazzolari aveva avvertito: «Ci siamo accorti che non basta essere i custodi del verbo di pace, e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri – a loro modo e fosse pure solo a parole – ne siano i soli testimoni».
Più che un manifesto programmatico, il saggio (uscito nel 1955) rappresenta il compendio del pacifismo mazzolariano. L’impegno per la pace del prete cremonese si collegava, infatti, ad un originale percorso, non privo di tortuosità, dentro al quale il “bagno” nella storia aveva sollevato interrogativi brucianti, via via ricomposti in riflessioni destinate a trovare sintesi mai definitivamente compiute. Sotto questa lente interpretativa, la ricerca mazzolariana non rimase chiusa ai fermenti, pur contraddittori, che lacerarono la cristianità, ai quali anche il breve ma denso scritto fu debitore.
Questo volume rappresenta un tentativo per cogliere la “lezione” di un grande testimone della pace del Novecento.
COMMENTO: Una lettura innovativa del rapporto di don Primo Mazzolari e la politica della Pace tra la Prima Guerra Mondiale e il secondo dopoguerra.
SAGGI DI: Alberto Melloni, Guido Formigoni, Luigi Lorenzetti, Paolo Trionfini, Massimo De Giuseppe, Daniela Saresella, Lorenzo Bedeschi.
COLLANA: I Testimoni - Fondazione Don Primo Mazzolari n. 4
Raccolta di riflessioni sul matrimonio cristiano.
Oggi è nata una mamma storie e sfide del centro di aiuto alla vita “Mangiagalli”
di Paola Marozzi Bonzi
Prefazione di Giuliano Ferrara
Il volume, in occasione del 25° di fondazione del Centro di Aiuto alla Vita “Mangiagalli” (uno dei più famosi centri italiani per la ginecologia e la maternità nonché la prima clinica in Italia dove sono stati effettuati aborti “terapeutici”), narra in un tutt’uno la storia della fondatrice del Centro Paola Bonzi, la storia delle opere che via via sono state ideate per sostenere le mamme in difficoltà nonché alcune delle storie delle madri e delle coppie che il Centro ha accolto, ascoltato e sostenuto concretamente.
Un libro che evita i toni celebrativi, ma che porta a comprendere dal di dentro cosa succede attorno all’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria della maternità e quanto poco basterebbe invece per favorire la maternità.
destinatari
Persone interessate al tema della difesa della vita e sostenitori del Centro Aiuto alla Vita
autrice
Paola Marozzi Bonzi, nata il 29 giugno 1943, è madre di due figli e nonna di tre nipoti. È stata per anni insegnante di ragazzi in difficoltà per un ritardo mentale e si occupa, da sempre, di psicologia e pedagogia. La sua vivace curiosità intellettuale l’ha portata a frequentare, all’interno della Facoltà di Teologia, l’Istituto di Scienze Religiose.All’inizio degli anni Ottanta è diventata consulente familiare e nel 1984, presso la Clinica Luigi Mangiagalli di Milano, tra i più famosi istituti italiani che si occupano di maternità, ha fondato il “Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli” con lo scopo di poter aiutare le donne che sono in difficoltà nel portare avanti una gravidanza. Da allora lo dirige con passione, successo e determinazione. nell’autunno 2009 il centro festeggia i suoi venticinque anni di attività.
Un antico maestro della Mishnà, Ben Bag Bag, diceva: "Volgila e rivolgila, tutto vi è in essa [nella Torà]" (Avot 5,22). Tutto è nella Torà, ma bisogna voltarla e rivoltarla: Dio ha parlato, ma l'uomo deve metterci il commento. Intorno a questi due pilastri dell'ebraismo si "aggirano" le pagine che seguono: si aggirano perché non hanno una meta, un punto di arrivo, ma vogliono solo essere momenti di una frequentazione infinita (una ruminatio, direbbero i Padri) della Torà scritta e orale. Ci sono tanti modi di introdurre al giudaismo: infatti il giudaismo è plurale, e questa pluralità nelle idee, nei tempi, nei luoghi, nelle identità - è la sua forza. Perciò molte sono le porte per entrarvi e viverci, o anche solo per conoscerlo. Una porta è quella che anche il Nuovo Testamento indica nel farsi carne, cioè realtà variamente terrena e sensibile, della parola (per Israele la Torà, per i cristiani Gesù). Fuori di questa concreta "vocalità" divina - se così si può dire -, di Dio non sapremmo mai nulla, se non, appunto, chiamarlo Ain, "Nulla", o Mi?, "Chi?", secondo i maestri della qabbalà. Ma Ain è divenuto Anì, "Io", e perciò abbiamo un Tu e non siamo più soli.
«Sono nato a Calosso, in provincia di Asti, nel 1937. Terminate le elementari sono andato a studiare nel collegio dei Domenicani a Carmagnola: volevo diventare sacerdote. A quindici anni ho ricevuto l'abito di frate... Ma l'anno 1955... Ero abituato che a metà settembre i miei genitori venivano a trovarmi... una piccola festa. Ma quell'anno, anziché la loro visita, arrivò verso fine settembre una lettera di mio padre, con due parole sibilline terribili: è destino che la mamma non possa venire. Più tardi venne lui, da solo, a portarmi la realtà, tremenda: la mamma ha un cancro allo stomaco. Aveva quarantacinque anni. Di mia madre mi rimanevano le lettere, poche: quelle di quell'anno, e le successive. Il contenuto delle pagine che seguono è costituito principalmente da queste lettere e dalla vicenda che esse scandiscono. Vicenda che a sua volta racconta come è possibile e cosa significa soffrire con amore». (dalla presentazione di Pier Paolo Ruffinengo) «Parole sussurrate. Parole di pianto urlate, oppure taciute; pronunciate o scritte, contro le quali nessun transito estremo nulla potrà. Forse ancora segrete; o smarrite. Esse custodiscono: sempre. Ritrovarle. Donarle a mani aperte. Conobbero. Hanno il sapore della terra. La nudità della terra che le nutriva le rivestì della sua forza. Questa terra dai colori dell'uva moscato, bella, che sembra un mezzogiorno d'agosto». (dall'Invito di Fernardo Bibollet)