Lo studio, effettuato su un campione rappresentativo di 31 associazioni che aderiscono al Forum, offre i risultati di un'analisi dettagliata e approfondita sulla comunicazione delle associazioni familiari in Italia. L'obiettivo principale della ricerca, mettere a fuoco l'immagine che la famiglia vuole offrire di sè in alternativa a quella proposta dal mainstream culturale, in particolare quella rappresentata da alcuni mezzi di comunicazione dominanti nella sfera pubblica, è stato suddiviso per obiettivi intermedi.
Para Romano Guardini, la liturgia cristiana se presenta como la posibilidad de vivir los avatares de la vida en vecindad con lo eterno. Emparentar los conceptos de liturgia y vida es la tarea que afrontan estas páginas; sin embargo, en el día a día, ¿ambas realidades van de la mano?
La cuestión no es de poca monta; más aún, la continuidad liturgia-vida es una de las preguntas más serias que un cristiano se puede plantear. Un diafragma separa a menudo los lugares dedicados al culto de las arenas de la vida política y social.
Un santo contemporáneo ha afirmado que "todos, por el Bautismo, hemos sido constituidos sacerdotes de nuestra propia existencia". ¿Cuál es el significado y cuál el alcance de esta expresión? En realidad, liturgia y vida son dos magnitudes cuya integración arroja un resultado que las rebasa. Ese resultado es el esplendor del existir cristiano vivido como culto espiritual.
FÉLIX MARÍA AROCENA (San Sebastián 1954) es presbítero desde 1981. Licenciado en Ciencias Físicas. Doctor en Sagrada Teología y en Derecho Canónico. Cursó estudios de especialización en el Pontificio Istituto Liturgico Sant'Anselmo (Roma). Socio correspondiente de la Pontificia Academia Theologica (Roma). Profesor de Teología Litúrgica en la Facultad de Teología de la Universidad de Navarra y profesor invitado en la Facultad de Teología de la Universidad Eclesiástica "San Dámaso" (Madrid). Miembro de la AEPL (Asociación Española de Profesores de Liturgia).
Il volume offre un'ampia e dettagliata descrizione delle vicende politiche della corrente democristiana della Base durante gli anni Cinquanta. Attraverso la presentazione del contesto sociale e politico del periodo ed un attento studio di fonti archivistiche inedite e delle fonti a stampa, l'autrice indaga i momenti principali che condussero una parte significativa della nuova generazione democristiana a costituirsi in corrente, a dotarsi di agili strumenti di comunicazione e di informazione e ad animare il dibattito dentro il partito con temi originali ed intuizioni provocatorie. Questo studio ha inteso soprattutto scandagliare le idee, i progetti e gli intenti, ancor più che le realizzazioni successive, che documentano il fermento, anche se sotterraneo, che ha caratterizzato gli anni Cinquanta, un decennio affatto "stagnante" e "grigio", a dimostrazione della non incompatibilità tra forze cattoliche e socialiste e della loro possibile collaborazione. Nel corso della trattazione vengono chiarite le posizioni di questo giovane "laboratorio di idee" rispetto alla politica internazionale, alla ricostruzione economica, al delinearsi dello scenario partitico italiano verso l'apertura a sinistra. Sono inoltre ben evidenziati i rapporti con le gerarchie ecclesiastiche, con i leader della DC, in particolare con Amintore Fanfani, ed il legame con Enrico Mattei.
Vorrei parlare del vescovo così come concretamente vive. Desidero descrivere il suo rapporto con le categorie di persone con cui viene a contatto, come passa i diversi momenti della sua giornata, quali sono i suoi primi impegni, che cosa avviene nell’incontro con la gente…
Ricordo che nella mia fanciullezza consideravo il vescovo qualcuno che stava come in una nicchia nella chiesa per ricevere l’omaggio dei fedeli. In questo scritto vorrei tirarlo giù da quella nicchia e vederlo a contatto con la gente, così come realmente avviene. Intendo esprimere qualcosa che dia una immagine di lui meno vaporosa e ieratica, più viva e senza false pretese.
Il cardinale Carlo Maria Martini propone una riflessione inedita, frutto della sua esperienza personale, su una figura istituzionale molto nominata nei mezzi di informazione ma forse non sempre davvero conosciuta. Dalla domanda «come si diventa vescovi?» al racconto delle relazioni amichevoli, critiche o polemiche con credenti e non credenti si arriva alle caratteristiche che rendono il vescovo capace di vivere e di annunciare il Vangelo nel mondo postmoderno.
Un libro intenso che si prende cura della parola «vescovo», per toglierla dai riflettori della banalizzazione quotidiana e per renderla accessibile a tutti, chiarendo dubbi e curiosità.
La Passione di Cristo, da sempre nel cuore dei fedeli, è qui messa in luce non solo come fatto storico, ma anche per la sua attualità per l’uomo d’oggi, per il suo messaggio rivolto a chiunque sia disposto ad ascoltarlo. Il Cardinal Martini in questo libricino segue fedelmente il percorso biblico per cui le stazioni – pur essendo quattordici – sono diverse da quelle della tradizione popolare.
Destinatari
Tutti i fedeli
Autore
Carlo Maria Martini. Una voce ascoltata e seguita da cattolici e laici. Gesuita, biblista, vescovo di Milano dal 1979 al 2002, è autore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ritiratosi a Gerusalemme, secondo un antico desiderio, anche dall’antica capitale delle religioni ha fatto sentire la sua voce. Ritornato in Italia per ragioni di salute, non ha rinunciato a scuotere le coscienze.
Una nuova gravidanza, la terza; un bimbo in arrivo: sfortunato, perché bussa alla porta di due affannati genitori, che ora non sono disposti a passare notti in bianco, a incontrare pediatri e preparare pappe, giochi e spazi su misura... E dunque la decisione – di comune accordo – di acconsentire alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
«Fondamentalmente si è trattato di un atto (il mio) di profondo egoismo», racconta con impietosa sincerità la donna, protagonista di questa storia. E ci consegna pagine di riflessione, un sospiro che nasce dalla meditazione delle sue sofferenze, trasformata nel canto sensibile del ricordo.
Non giustifica l’errore; esso non si può cancellare.
Lei sembra invitarci a non aggiungere all’errore commesso quello di ferirsi.
Sarà l’esperienza del vero pentimento e della vergogna che potrà impedire il ripetersi di sbagli e provocare il risveglio di una nuova conoscenza di sé e fiducia in sé.
Destinatari
Coppie, operatori pastorali, operatori sociali, medici e consultori di ispirazione cristiana.
Autrice
Maria Elena Sacchini.
"Il mio motto episcopale suona così: per il servizio della verità essere pronto ad amare le avversità." Inizia con queste parole il dialogo del cardinale Carlo Maria Martini con i lettori del "Corriere della Sera", uno spazio in cui tocca con grande semplicità le questioni cruciali alla base del nostro vivere quotidiano. Perché crediamo? Perché perdiamo la fede? Che senso ha la sofferenza, la morte, il dolore degli innocenti? Qual è il rapporto tra scienza e fede? Nelle sue risposte il cardinale Martini, attento e partecipe osservatore delle tensioni e inquietudini del tempo presente, affronta anche i temi più scomodi dell'attualità, come lo scandalo della pedofilia o il dibattito sul celibato dei sacerdoti, sul confronto con l'Islam e sulla nuova sfida dell'integrazione con gli immigrati, rivelando il suo ruolo di pastore e guida per i cristiani, e al contempo di figura di riferimento per i non credenti. Con uno stile colloquiale e con un ragionamento pacato e apparentemente semplice, le parole di Martini toccano le corde più profonde del cuore di ogni persona, stimolando interrogativi, senso critico e riflessioni. Pagina dopo pagina emerge la profonda fede del cardinale, ma anche la sua straordinaria conoscenza biblica che, attraverso il conforto delle Scritture, ci incoraggia a disporci con autenticità al cammino di ricerca che ciascuno di noi deve compiere, nel mondo e dentro di sé. Prefazione di Ferruccio De Bortoli.
La perdita della figlia Beatrice segna per Maria Stella Candela l’inizio di singolari esperienze mistiche e carismatiche: per dono del Signore la figlia rimane presente nella vita della madre attraverso la locuzione interiore che, nel corso del tempo, è andata aprendosi a interlocutori d’eccezione, come Dio stesso, Cristo e Maria. Come per tutti i carismi, suscitati dallo Spirito Santo per il bene comune, anche il colloquio interiore di Maria Stella con la figlia e le voci celesti si traduce in un servizio d’amore verso il prossimo: i carismi sono per gli altri e quello che è stato donato a lei è un carisma di consolazione. Maria Stella si è fatta quindi portatrice di un messaggio di speranza volto a suscitare quell’abbandono fiducioso nei disegni divini così difficile da conseguire in cuori provati dalla morte prematura e traumatica dei propri cari.
«El haz luminoso de la espiritualidad cristiana se refracta en diferentes espiritualidades inspiradas por las diversas formas de existencia cristiana y sus distintas misiones específicas. Todas tienen un sólido fondo común. Todas tienen asimismo su específica singularidad. Un presbítero secular no es un monje ni un religioso ni un laico. Menos aún un “religioso rebajado” o un “laico promocionado”. Es portador y deudor de una específica espiritualidad».
Este libro presenta varios acentos centrales de la espiritualidad del presbítero. En primer lugar, la estructura del ministerio, explicitada en la Escritura y elaborada por la teología, en la coyuntura histórica que nos toca vivir. Por ello, el primer capítulo presenta la trayectoria de la vida de un sacerdote, que se despliega en diversas etapas, cada una de las cuales comporta posibilidades y dificultades, oportunidades y tentaciones.
El segundo capítulo se propone contemplar la relación singular del presbítero con la Palabra de Dios, de la que es a la vez oyente y transmisor.
«Elogio humano de la fidelidad» es el título del capítulo 3, donde se pone de relieve el papel central de la fidelidad en el ministerio sacerdotal.
En los capítulos 4 y 5 se abordan dos áreas prioritarias de la práctica pastoral de los sacerdotes: el acompañamiento espiritual personalizado a los creyentes, y la misión difícil y delicada de promover sobre todo las vocaciones al ministerio presbiteral.
JUAN MARÍA URIARTE, obispo emérito de San Sebastián, ha dedicado una parte importante de su ministerio a la atención de los sacerdotes, tanto en su vida espiritual como en su dimensión humana individual y colectiva. Ha dirigido muchas tandas de Ejercicios Espirituales y conoce perfectamente la entraña del ministerio y la problemática actual de la vida sacerdotal. En la Editorial Sal Terrae ha publicado Una espiritualidad sacerdotal para nuestro tiempo y, en colaboración, Ser sacerdote en la cultura actual.