Il saggio evoca, da Dante, al Manzoni, ai poeti contemporanei, la presenza, nella creazione poetica e nella memoria collettiva, di Maria “manto di misericordia”. Non è un mito antico e oggi desueto: i due secoli a noi più vicini, il XIX e il XX, dalla proclamazione dogmatica dell’Immacolata Concezione (1854) a quella dell’Assunzione (1950), hanno anzi accentuato, soprattutto lungo le sofferenze collettive delle due guerre mondiali, la meditazione mariana. Questo breve saggio vuol essere un excursus e un omaggio alla poesia nata intorno alla Donna, madre di Dio; si completa di un ricco apparato di rinvii storici, che fa del volume un piccolo scrigno della tradizione mariana.
"C'è chi ama la musica rock, chi l'opera, chi il bricolage: ma tutti vedono film. E non c'è nessuno che non si sia trovato almeno una volta a cena da amici coinvolto in una animata discussione su un film, a difenderlo o attaccarlo con convinzione. Tutti coloro che amano il cinema sono spesso buoni lettori che forse leggerebbero con piacere libri sul cinema capaci di parlarne con la stessa passione che suscitano i film. I libri di cinema, invece, sembrano parlare solo a esperti di film o a studiosi specializzati. L'idea del testo è proprio quella di un libro che si rivolga a tutti e che sappia raccontare per quale ragione sedersi di fronte a un film, ad assorbirlo immobili per quasi due ore, è un'esperienza più misteriosa di quanto si creda e come ha fatto il cinema a diventare proprio questo: da Spielberg ai fratelli Coen, da Hitchcock a Welles, da Polanski a Coppola, il libro cerca di mostrare il modo in cui i film raccontano i propri segreti, senza svelarli." (Mario Sesti)
Perché l'autore da bambino «odiava» Larry Bird, detto Larry Legend, l'idolo dei Boston Celtics, e da adulto ha finito per ammirarlo profondamente come uomo prima che come campione? La risposta è in questo emozionante romanzo autobiografico, un inno di amore per il Basket che, spaziando dal Nba ai campi dilettantistici dell'Associazione sportiva Mojazza di Milano, mette in evidenza a qualunque livello le ineguagliabili potenzialità ludiche e insieme educative dello Sport nella maturazione della persona (pp.160).
«Poco prima di dare alle stampe questo libro, ho chiesto l'intervento e l'aiuto di amici e parenti per le correzioni e gli aggiustamenti finali. Una di loro, cui avevo chiesto di controllare la punteggiatura, riconsegnandomi il materiale mi disse: "Leggendo il tuo libro ho pianto, ricordando le mie partite di pallavolo, le compagne di squadra - alcune diventate care amiche - le vittorie improbabili e le sconfitte catastrofiche, il lavoro coi pesi per rinforzare le braccia e le grida per darci la carica. Per me lo sport, negli anni del liceo era tanto anzi tutto: autoaffermazione, rivincita, valori, amicizie e divertimento. Bello! Trasuda di passione, di vitalità , di spirito ed emerge come la vita sia davvero strana. Tutti, senza essere necessariamente degli sportivi, potranno condividere esperienze, sentimenti, ansie e gioie a loro affini leggendo quello che tu racconti. Chi ama e rispetta la vita, troverà qui la complicità che, a volte, nella quotidianità non riscontra. Ovviamente la punteggiatura non l'ho minimamente osservataquando il contenuto è di valore, diventa anche forma!". Se troverete qualche virgola fuori posto, ora sapete il perché».
M.F.
Se posso permettermi un consiglio, nella lettura soffermatevi dietro la linea del tiro da tre punti e prima di «forzare» un tiro provate a guardarvi in giro per vedere se ci sono altre opzioni. Vi invito a guardare oltre a ciò che sembra, istintivamente, la cosa più ovvia e vi assicuro che vi capiterà di stupirvi nello scoprire come, il raccogliere e riempire borracce esattamente come l'essere Dino Meneghin, sono con pari dignità , una via per diventare uomini.
Dino Meneghin
Mario descrive bene le emozioni e l'adrenalina di ogni singola sfida, la fatica degli allenamenti, la soddisfazione e il gusto della vittoria. Il paradosso dello sport, da una parte simbolo di fraternità e di pace, dall'altra agonismo e fatica, è il fascino e la sfida che permette di rompere i meccanismi che rendono il risultato l'unico metro di misura dell'esito, come la cultura dominante impone. Ma come si supera questa empasse? Con un amore alla persona.
Raffaello Vignali
Non un trattato sulla verità (de veritate) ma un discorso ex veritate, che raggiunge l’esistenza dalla verità, perché la verità che non può non interessare l’uomo è quella che lo interpella come esistenza. La verità che lo chiama a esistere, non semplicemente a vivere, o a essere. La valenza di queste tre parole deve essere approfondita nella loro correlazione, ciascuna rappresenta infatti un enigma per il pensiero. La chiave interpretativa è allora l’interrogazione della verità, che attraverso tali parole si esprime ma insieme non evita di farsi equivocare. Perché s’intende non come una verità maiuscola, assoluta, che domina l’essere e il tempo, bensì minuscola, perché si fa solo nei discorsi degli uomini, tuttavia capace di convocarli e tenerli a colloquio gli uni con gli altri.
Cosa succede alla Santa Sede quando, con la fine del potere temporale, perde le proprie case editrici più prestigiose, attraverso le quali diffondeva i contenuti del suo magistero? Quali le strategie comunicative e i nuovi strumenti editoriali che le consentono di riprendere l'iniziativa e di parlare di nuovo al mondo, sotto i difficili pontificati di Leone XIII e di Pio X? Questo volume, attraverso l'analisi di una ricca documentazione archivistica, dà una risposta a questi interrogativi ricostruendo la storia, finora sconosciuta, di alcune case editrici straniere già largamente affermate nei territori di origine - la belga Desclée, la tedesca Pustet - ed in contatto con potenti esponenti della curia, che divengono le vere protagoniste della revanche cattolica, spesso in aspro conflitto tra loro per la conquista del vasto mercato dei libri liturgici e di pietà. Dopo aver analizzato i rapporti con gli autori accusati di modernismo, da Buonaiuti a Duchesne, prima accolti nei cataloghi poi rifiutati per non offuscare la propria immagine di fedeli esecutori della politica papale, il libro ripercorre le tappe che porteranno alla nascita nel 1926 della Libreria Editrice Vaticana.
Carlo Maria Martini dedica le sue meditazioni ad Abramo, padre di una fede in cammino, simbolo di tutti coloro che cercano Dio. Abramo è nostro padre non solo «nella fede come vita vissuta», ma anche per il suo essere «modello esemplare dell’uomo in atteggiamento di accoglienza e di disponibilità». Il suo mettersi in marcia ci rammenta l’esigenza di affrancarci dall’ambiguità di un certo “credere di tradizione”e allo stesso tempo ci mette in guardia da coloro che «si sono fatti essi una propria idea di religiosità e combattono nel nome di essa tutti quelli che non la vedono allo stesso modo». Con le sue riflessioni, il cardinal Martini spiega ai lettori come la fede sia un cammino da intraprendere con il coraggio e la disponibilità di chi cerca e non ha paura di trovare qualcosa diverso e di più grande.
Leggendo gli Atti degli Apostoli ogni cristiano è invitato a non vedersi isolato ma parte di una comunità che vuole camminare con Gesù. E a chiedersi: com'è la vita delle nostre comunità? La nostra predicazione attinge veramente alla solidità e alla testimonianza apostolica? Questo libro è una fresca e coinvolgente rilettura della storia della prima Chiesa: un invito e rimotivare la nostra fede.
Lima, anni Novanta: nel paese infuriano gli attentati terroristici di Sendero Luminoso e del Mrta (Movimiento Revolucionario Tupac Amaru) mentre il regime del presidente Fujimori diventa sempre più autoritario. Ma tutto questo sembra non impensierire troppo Marisa e Chabela, amiche da una vita e amanti dalla notte in cui il coprifuoco le costrinse a dormire insieme. Anche i loro mariti, Enrique e Luciano, sono amici di infanzia: il primo è un benestante ingegnere minerario che un giorno riceve la visita di un inquietante personaggio. E Rolando Garro, direttore della rivista scandalistica "Destapes", che lo ricatta minacciando di pubblicare le foto che lo ritraggono durante un'orgia a base di escort e cocaina. Luciano, che è anche avvocato, consiglia a Enrique di rivolgersi al "Doctor" (Vladimiro Montesinos, responsabile dell'intelligence del presidente Fujimori), presunto manovratore alle campagne denigratorie condotte da "Destapes", che oltre a infangare la reputazione dei personaggi, più o meno famosi, del mondo dello spettacolo, decreta la rovina degli avversari politici di Fujimori. Ma coinvolgere "l'intelligenza grigia" del regime vuol dire avvicinarsi al cuore di tenebra che sta avvolgendo nell'oscurità tutto un paese: una scelta che avrà inaspettate e drammatiche conseguenze.
In quest’opera vengono presentati – tradotti e commentati – i più antichi manoscritti che narrano il martirio di Euplo (304 d.C.), secondo per importanza ad Agata (251 d.C.), martire della chiesa catanese; vengono inoltre classificati i numerosi manoscritti greci e latini, perlopiù sconosciuti, che sono conservati in biblioteche italiane ed estere. Il presente lavoro si snoda secondo un tracciato quanto mai vario e ricco, come ricca e aggiornata è la bibliografia che accompagna il volume. La ricerca è corredata da un percorso sulla diffusione del culto e sulle reliquie del martire, oggi conservate a Trevico e a Catania, luogo del martirio.
Maria Stelladoro è docente ordinario di lettere classiche e specialista in paleografia e codicologia greca presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica. Ha pure conseguito un perfezionamento in Studi Patristici e Tardo Antichi presso l’Istituto Patristico Augustiniano della Pontificia Università Lateranense e due perfezionamenti in paleografia e codicologia greca. Ha pubblicato saggi di agiografica siciliana greco-latina e di paleografia greco-latina su riviste specializzate. Ha pubblicato la monografia: Agata. La Martire. Agata (251 d.C.) ed Euplo (304 d.C.) illustrarono Catania con il loro cruento martirio.
Gli scritti qui raccolti appartengono agli ultimissimi mesi, in certi casi agli ultimissimi giorni, della vita di padre Turoldo; un manoscritto in prosa, quello che qui compare come ultimo rispettando la cronologia dei testi, porta in tal senso la certificazione autografa dell’amico e confratello padre Camillo de Piaz.
Le strutture portanti di molti di questi testi sono da ricondurre alla riflessione biblica, con anche momenti di straordinaria tensione linguistica.
Già pubblicati nel quaderno n. 84 (novembre-dicembre 1992) di Servitium, sotto il titolo «David M. Turoldo, frate dei Servi di santa Maria», sono stati ripresi dall’amico e massimo conoscitore della poesia turoldiana Giorgio Luzzi per un volume pubblicato da Rizzoli nel 2002 con il titolo: Nel lucido buio, da molti anni però indisponibile. La presente nuova edizione, mutato il titolo con un’altra espressione poetica turoldiana, Un luminoso vuoto, intende perciò colmare una lacuna, e particolarmente nella ricorrenza del centenario della nascita del poeta.