Suzanne, 12 anni, è vittima dell’ossessione dei suoi genitori per i risultati scolastici e le performance d’eccellenza in tutte le attività .
A causa di qualche brutto voto in inglese, la mamma di Suzanne decide di affiancare alla figlia uno studente madrelingua inglese che le dia ripetizioni per due pomeriggi alla settimana.
La ragazzina, fino a quel momento cupa e triste, perché sola e sempre sotto pressione, conosce Tim che si dimostra essere diverso dagli altri adulti.
E’ la prima volta che Suzanne incontra un adulto che le offre delle risposte vere e in più lo fa con piacere.
Tuttavia un giorno un’ombra si insinua tra loro: Tim è triste e pensieroso perché ha litigato con la sua fidanzata e la cosa sembra irreparabile. Suzanne, a quel punto vuole fare qualcosa per il suo prezioso amico. Sarà questa l’occasione per riflettere ancora di più sull’amicizia, sull’amore, sul rapporto con gli altri e sulla lealtà .
Marie Desplechin autrice francese di nuova generazione con più di venti romanzi per ragazzi pubblicati in Francia e tradotti in numerose lingue. Conosciuta e apprezzata per la sensibilità verso la vita interiore dei personaggi delle sue storie, ha vinto premi nazionali come il Prix Tam-Tam per il fortunato romanzo Verte. Il suo stile leggero e garbato è facilmente riconoscibile e definito tra i migliori esempi di letteratura contemporanea di qualità .
Una giornata come tante, piena di occupazioni. E poi il buio. "Due anni or sono il mio cuore si è bloccato annaspando sulla soglia di un infarto", spiega l'autore. E da allora, quando il futuro non è sembrato più così certo, tutto è cambiato. Una cronaca di quei giorni, di quei momenti, corredata da domande incalzanti che ognuno di noi avrebbe potuto farsi.
"Se io non avessi più Cristo, se non Lo avessi, cioè, nel mio passato e nelle mie esperienze; se non Lo avessi nei miei ricordi e nei miei valori e in nessuna delle mie abitudini, nemmeno nel mio bagaglio artistico e culturale; se non Lo avessi in nessuna piega del mio io; se, dunque, il mio cuore e la mia intelligenza dovessero svuotarsi completamente di Lui, che cosa mi mancherebbe?"
La realizzazione del bene comune politico ha molte similitudini con l'esecuzione di una composizione sinfonica. La compiutezza del bene comune politico deriva dal rispetto-potenziamento dei fini delle singole persone, delle società intermedie e dalla loro consonanza con il bene generale, così come la perfezione della sinfonia proviene dalla qualità dell'esecuzione di ogni singolo orchestrale in armonia con quella degli altri musicisti e con le caratteristiche peculiari dell'opera. In questo senso, se non altro come accorgimento sul legame fra qualità di vita e rapporti sociopolitici, l'orchestra può richiamare anche il film di Fellini "Prova d'orchestra", che aveva un chiaro riferimento analogico tra musica e politica. Se nella sinfonia la qualità dell'esecuzione dipende tanto dalla prestazione di ogni musicista come dal valore dei comandi gestuali impartiti dal direttore d'orchestra, analogamente, il bene comune politico deriva sia dal lavoro dei cittadini nella loro individualità e in associazione con altri, sia dall'opera dello Stato che rispetta e promuove la loro autodeterminazione. Quando ciascun strumentista suona bene, non realizza solo la propria perfezione in quanto musicista, ma concorre ugualmente al bene comune complessivo di tutta l'orchestra, cioè all'eccellenza del risultato. Allo stesso modo, quando i soggetti sociali procedono secondo i principi etico-politici fondativi ed essenziali della vita politica raggiungono senz'altro il loro bene particolare, ma plasmano anche il bene comune a tutti, coltivano l'arte del possibile.
Carlo Maria Martini ci offre un'intensa catechesi sui sacramenti per cogliere la relazione tra i diversi modi con cui Dio si comunica all'uomo. Attingendo sempre alla ricchezza della Parola di Dio, il Cardinale spiega il significato e il valore di questi gesti che la Chiesa compie e che rendono presente e operante la grazia di Dio nei passaggi fondamentali della vita. Con un linguaggio molto semplice le sue parole arrivano dritte al cuore e possono rappresentare uno spunto utile per una catechesi parrocchiale, per la meditazione personale o anche per un primo approccio alla religione cristiana e ai suoi riti. Segue poi una bellissima meditazione sulla preghiera: «Ciascuno di noi - dice Martini - ha una propria, irripetibile situazione di preghiera; irripetibile non soltanto perché è "mia", di me come persona diversa da un'altra, ma anche perché è mia in questo momento e quindi è anche irripetibile nel tempo».
«La scelta della vocazione monastica comporta che il bene che ci sarà dato di compiere non consisterà tanto in opere caritative, quanto piuttosto nel sacrificio della nostra vita, nella preghiera gratuita, nell' offerta di noi stessi. Tutto il monastero è da trattare come i vasi sacri dell'altare, perché tutto appartiene al Signore; noi stessi diventiamo un bene nelle mani di Dio, siamo come l'obolo della vedova gettato nel tesoro comune e la nostra vita deve essere un culto continuo a Dio, un'offerta generosa e gratuita, lieta e riconoscente».
Mario Brelich è stato uno scrittore del tutto anomalo nel paesaggio letterario italiano: e non solo perché l'intera sua opera narrativa è dedicata a figure ed episodi delle Sacre Scritture, ma anche (o forse soprattutto) perché ognuno dei "capitoli" di quest'opera ci appare come un oggetto tanto più malioso quanto più difficile da etichettare. Questa volta Brelich si misura con Giuditta -l'unica fra tutte le eroine dell'antichità ad "affidare la salvezza della sua città , del suo popolo e dell'avvenire del suo Dio esclusivamente alla propria bellezza" - e mentre ne ripercorre la vicenda con la consueta, affabile scioltezza, la indaga con gli strumenti più vari (non ultimo la psicoanalisi); e poiché ha la scienza del teologo e la grazia del narratore, riesce a farci penetrare nel mistero di questa seducente eroina-avventuriera, in quel miscuglio di castità austera e irresistibile sex-appeal che non a caso ha ispirato alcuni fra i più grandi dei "maestri antichi".
Decano degli junghiani italiani, Mario Trevi è uno psicoanalista che non ha mai smesso di interrogarsi sulla natura del suo sapere e del suo lavoro, né di collocare questo lavoro su uno sfondo culturale ampio, libero da rigide appartenenze di scuola o da tentazioni dogmatiche. In questo libro, rispondendo alle sollecitazioni e alle curiosità di un giovane aspirante analista, accetta per la prima volta di spiegare con linguaggio accessibile e del tutto privo di tecnicismi che cos'è per lui la psicoterapia, quali sono i suoi metodi, i suoi obiettivi e le sue difficoltà , quali i criteri per valutare il successo o l'insuccesso di un intervento terapeutico.
Un testo che nasce dall'esigenza di fornire agli studenti dei corsi di laurea in psicologia una revisione agevole per la comprensione dei principali disturbi neuropsicologici della sclerosi multipla. Sempre più frequentemente, infatti, gli psicologi operano in reparti di neurologia, trovandosi a dover valutare le funzioni cognitive in tale patologia per motivi diagnostici, riabilitativi o medico-legali. Il presente volume, oltre ad offrire una descrizione clinica dei principali disturbi neuropsicologici, affronta i metodi diagnostici con la descrizione delle specifiche prove e fornisce qualche commento sulla terapia.
Questo libro è destinato in primis agli studenti di lettere, beni culturali e architettura, delle scuole di specializzazione e dei master. Il linguaggio vuole essere semplice e di facile comprensione per coloro che non possiedono nozioni giuridiche, così da poter essere utilizzato anche da chi cerca uno strumento di prima consultazione in questa materia.
L'autrice ci fa conoscere il volto umano estremamente attuale di venti donne dell'Antico Testamento. Sara, Agar, Le due figlie di Lot, Rebecca, Le donne di Giacobbe, Dina, Tamar, Mirjam, la signora delle acque, Sipporà - Rahab, donna libera di Gerico, Deborah e Giaele, Anna, la graziata, Mical, figlia del re, Abigà il, la saggia, Betsabea, Tamar, Huldah, la profetessa. Donne tragicamente sole con i loro conflitti interiori, in lotta fra loro o insieme, in cordata, che, in un modo o nell'altro, cantano il loro inno alla vita.