Il volume intende presentare un'alternativa radicale all'istituzione scolastica attuale. La sua tesi è che si debbano rimettere i ragazzi in circolazione nella società che, a sua volta, deve assumere in maniera diffusa il suo ruolo educativo e formativo.La scuola deve ridursi a un portale ove organizzare attività che devono poi realizzarsi nel mondo reale, tramite un progressivo adeguamento reciproco delle esigenze delle attività,degli insegnanti e dei ragazzi. All'apprendimento carcerario e iperprotettivo della scuola, privo di motivazione e connessione con la realtà, un apprendimento realizzato in esperienze concrete,rielaborate, riflettute e criticate dagli allievi stessi in luoghi mirati. Non più insegnanti di discipline ma méntori, guide, conduttori capaci di agevolare i percorsi di interconnessione quanto di saper creare sempre maggior autonomia e autoorganizzazione. I ragazzi nel mondo costituirebbero una nuova linfa da tempo emarginata e costringerebbero la società e il lavoro a ripensarsi, a rallentare e a interrogarsi.
"L'amore è come la buona cucina, le cose speciali nascono sempre da ingredienti semplici, ma sono rese magiche dalla fantasia". Scritto a quattro mani da uno degli chef più rinomati d'Italia e da Paolo Palumbo, il più giovane malato di sla, questo non è il classico manuale di gastronomia ma un inno all'amore verso la cucina e nei confronti della vita. Infatti le ricette comprese nel volume sono state ideate per dare nuovamente "sapore" ai cibi che i malati di sla, e non solo, devono ingerire attraverso il pet (la particolare sonda che si inserisce nello stomaco di chi non può più nutrirsi autonomamente). Un libro dunque pensato per tutti coloro che hanno problemi di deglutizione, disfalgia o altre patologie che impediscono un normale procedimento di nutrizione. Ma, soprattutto, un sogno che diventa realtà per un ragazzo che a soli 19 anni ha perso l'uso delle braccia e progressivamente sente il proprio corpo spegnersi senza una ragione plausibile.
Lo studio del linguaggio virgiliano della felicità in tutte le sue manifestazioni e gradazioni (la gioia momentanea, la serenità, la beatitudine) consente di illuminare le idee del poeta su temi cruciali: dalle parole, infatti, traspaiono i concetti, che rinviano al pensiero filosofico dell'autore, sempre oscillante tra epicureismo e stoicismo, ma pure fondato su principi irrinunciabili e sull'esigenza di cercare risposte per le angosce della sua epoca travagliata. I termini della felicità utilizzati da Virgilio sono posti costantemente in rapporto con quelli impiegati dagli scrittori che più lo hanno influenzato: Catullo, Lucrezio, Orazio. Attraverso questi confronti emergono sia i significati correnti dei singoli vocaboli, sia l'uso accurato e talvolta specifico che ne fa il poeta mantovano, rispettando e valorizzando sempre tutte le possibili sfumature semantiche. Oltre che per gli specialisti interessati a studiare il pensiero di Virgilio su temi fondamentali della sua opera o a riflettere sul suo raffinato impiego della lingua, il libro può rivelarsi utile per chiunque voglia conoscere meglio la complessa spiritualità dell'età augustea attraverso uno dei suoi più grandi autori.
Con appassionanti riflessioni, Paolo Grieco si è interrogato sulla sua ricerca di Dio, un Dio a volte vicino ma spesso irraggiungibile. Analizzando la sua vita, si è posto domande sul dolore provato e osservato nel mondo, con l'aiuto di Carlo Bo, Piero Gheddo, Gianfranco Ravasi, Ferdinando Castelli, Ermanno Olmi e Mario Luzi, dei libri e della musica. Un testo che rende partecipi tutti - anche i non credenti - nella ricerca di Dio in un percorso faticoso, avvolto sovente dalla nebbia, ma con improvvisi squarci di luce e di speranza.
Con una lettura spirituale, lo scrittore e teologo Paolo Curtaz ripercorre le parabole di Gesù –quelle vivide narrazioni che, attingendo alle esperienze umane condivise, parlano immediatamente a tutti, senza richiedere competenze culturali o teologiche – per portare alla luce quanto hanno da dire oggi.
Utilizzando un linguaggio popolare e attingendo a esperienze di vita condivise, la parabola non implica una particolare preparazione culturale o teologica, ma arriva subito all’intelligenza di chi ascolta, aprendo una prospettiva diversa su di sé e su Dio.
Gesù annuncia l’urgenza del mondo secondo il progetto di Dio con lo stile proprio del racconto parabolico, che rispetta l’interlocutore e lascia intatta la sua libertà, senza tentare forme di seduzione o manipolazione.
Anche se oggi gli esempi usati da Gesù sono inevitabilmente meno immediati, le parabole non hanno perso efficacia e sanno svelare una visione di Dio e della fede inattesa e vibrante. Attraverso la sua lettura spirituale, Paolo Curtaz ne mette in evidenza l’attualità.
Oggi non si studia più. È da predestinati alla sconfitta. Lo studio evoca Leopardi che perde la giovinezza, si rovina la salute e rimane solo come un cane. È Pinocchio che vende i libri per andare a vedere le marionette. È la scuola, l'adolescenza coi brufoli, la fatica, la noia, il dovere. È un'ombra che oscura il mondo, è una crepa sul muro: incrina e abbuia la nostra gaudente e affollata voglia di vivere nel presente. Lo studio è sparito dalle nostre vite. E con lui è sparito il piacere per le cose che si fanno senza pensare a cosa servono. La cosa più incredibile è che non importa a nessuno.
Il volume fornisce le conoscenze utili a un lettore non esperto per apprendere e organizzare un modello conoscitivo della realtà del sistema finanziario, ricco di capacità interpretativa ed esplicativa. E ambizione degli autori trasferire le conoscenze necessarie per spiegare e capire le logiche fondamentali sottostanti ai «modi di essere e di divenire» dei sistemi finanziari. Non è tanto importante fornire una conoscenza descrittiva quanto trasmettere i modelli logici e i concetti fondamentali per comprendere le funzioni economiche, imprenditoriali e di servizio delle istituzioni finanziarie e di capirne i fattori di cambiamento. Se la realtà si presenta in condizioni evolutive e dinamiche, il modello conoscitivo deve sviluppare soprattutto capacità di apprendimento e di interpretazione del cambiamento. La nuova edizione del volume è stata profondamente rivista in tutte le parti con l'aggiornamento dei dati, dei riferimenti normativi e delle fonti e la riscrittura di numerosi capitoli, in particolare quelli sull'ordinamento del sistema finanziario, della vigilanza prudenziale e della politica monetaria.
Statistiche nazionali, pagelle sulla vivibilità, indicatori del tasso di criminalità e inquinamento si intrecciano al racconto del revival turistico e ai segnali di una nuova vivacità culturale. La Napoli d'oggi è un Giano bifronte per capirla bisogna calarsi nella sua storia recente, fare un viaggio nella città reale. Come 'testimone informato dei fatti', l'autore si confronta con le caotiche, smaglianti, mitiche o drammatiche rappresentazioni di Napoli, consapevole dell'ampliarsi della distanza dal resto del Paese. Una distanza che è stata volutamente sottovalutata dalla politica o, all'opposto, mediaticamente interpretata come punto di non ritorno. Napoli non può essere una 'città normale' perché, lo ricorda Roberto Saviano, «i napoletani vivono sotto i proiettili e abbassano la testa». Eppure - a guardar bene - questa città sotto l'inadeguatezza della propria classe dirigente e la fragilità della compagine sociale, esprime degli anticorpi vitali, degli elementi di dinamicità inattesi e spesso poco visibili a uno sguardo superficiale.
Un'isola uncinata al cielo con le sue rocce plutoniche, attracco difficile, fuori dai tracciati turistici, dove buca il cielo un faro tuttora decisivo per le rotte che legano Oriente e Occidente. Paolo Rumiz, viandante senza pace, va a dividere lo spazio con l'uomo del faro, con i suoi animali domestici: si attiene alle consuetudini di tanta operosa solitudine, spia l'orizzonte, si arrende all'instabilità degli elementi, legge la volta celeste. Gli succede di ascoltare notizie dal mondo, e sono notizie che spogliano l'eremo dei suoi privilegi e fanno del mare, anche di quel mare apparentemente felice, una frontiera, una trincea. Il faro sembra fondersi con il passato mitologico, austero Ciclope si leva col suo unico occhio, veglia nella notte, agita l'intimità della memoria (come non leggere la presenza familiare della Lanterna di Trieste), richiama, sommando in sé il "gesto" comune delle lighthouse che in tutto il mondo hanno continuato a segnare la via, le dinastie dei guardiani e delle loro mogli (il governo dei mari è legato all'anima corsara delle donne), ma soprattutto apre le porte della percezione. Nell'isola del faro si impara a decrittare l'arrivo di una tempesta, ad ascoltare il vento, a convivere con gli uccelli, a discorrere di abissi, a riconoscere le mappe smemoranti del nuovo turismo da crociera e i segni che allarmano dei nuovi migranti, a trovare la fraternità silenziosa di un pasto frugale.
Le pagine del testo fanno entrare il lettore nel cuore della vita, del messaggio e della spiritualità di don Giustino Russolillo, fondatore della Società Divine Vocazioni. Colui che emerge è un uomo dalle profonde e autentiche relazioni, capace di una particolare attenzione verso gli ultimi e i giovani in cui sapeva scorgere il bene, anche in situazioni estreme. Il suo messaggio è di estrema attualità. In un momento storico, infatti, segnato da relazioni liquide, fragili ed egoistiche, e da situazioni mondiali e locali conflittuali e di grave squilibri, il suo «Abitare la terra con lo sguardo di Dio» è eredità da accogliere e da cui lasciarsi scomodare.
Durante una notte di temporale, una mamma riccio si perde nel bosco mentre va in cerca di more e bacche per nutrire i suoi piccoli. Ritroverà la strada di casa? Una storia tenera e avventurosa, illuminata dalle illustrazioni di Sophie Fatus. Età di lettura: da 3 anni.
All'inizio del 2013 si sono verificati due eventi inediti: la rielezione a capo dello Stato di Giorgio Napolitano e il successo elettorale del Movimento 5 Stelle. Questi due fatti hanno segnato una cesura che ha concluso il Novecento politico degli italiani. A partire da questa novità interpretativa, l'autore ripercorre l'intera storia repubblicana. Ricostruisce, tra l'altro, i modi con cui le famiglie politiche hanno concorso all'organizzazione del potere e alla vita collettiva, realizzando una prima socializzazione politica di massa. E come, pur essendo i soggetti fondatori della democrazia e della sua stabilità, siano pressoché scomparse.