Continua la riflessione dell'Autore sul rapporto amorevole di Dio con l'umanità e, in modo ancor più profondo, sulla Misericordia che è al cuore della fede cristiana. Una certa religiosità ha inculcato l'idea che bisogna cambiare vita per incontrare Dio. Bisogna migliorarsi, sforzarsi per godere della Sua presenza. Invece, il vangelo annuncia che l'incontro con il Rabbi di Nazareth opera una trasformazione radicale. Tutti i personaggi dei vangeli, e in particolare i sette raccontati nel libro, dopo averlo incontrato cambieranno vita, non prima. Questi uomini e queste donne hanno fatto esperienza della grande novità portata da Gesù: l'essere umano non deve essere puro per avvicinarsi a Dio, ma è l'incontro con Lui che lo rende puro.
Dal testo base del Compendio, il primo volume sui capisaldi della fede cristiana in forma di domanda e risposta. Arricchito da percorsi di lettura per la catechesi e la lettura personale e dalla sezione di attualizzazione: “Che cosa significa per me oggi?”.
L'Autore
Paolo Curtaz è valdostano e alterna il suo tempo fra la montagna, la sua famiglia e la voglia di conoscere le cose di Dio. Ha una formazione teologica e, da anni, scambia le sue riflessioni con chi condivide la sua ricerca. Ha scritto numerosi libri di spiritualità, tradotti in rumeno, polacco, spagnolo e portoghese. Collabora con la rivista, «Parola e preghiera», che vuole fornire una traccia di preghiera per l’uomo contemporaneo. Con l’associazione Zaccheo, di cui è presidente, organizza numerose serate e week-end di esegesi spirituale in giro per l’Italia e propone viaggi biblici in Israele. Ha fatto il prete con passione per vent’anni e ora, in altro modo, continua a raccontare di Dio. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: La Parola spezzata (2006), La Parola compiuta (2007), La Parola incarnata (2008), La lettera perduta (2008), Cristiano stanco? (2010), Dov’è Colui che è nato? (2010), Convertirsi alla gioia (2010), L’ultimo sì (2010), ABC della fede cristiana (2010), Gesù zero (2011), In coppia con Dio (2010), Il grande abbraccio. Via Crucis (2011) e Sul dolore. Parole che non ti aspetti (2012). Nel 2011 ha pubblicato per Mondadori Strade Blu Perché restare cristiani. Il suo libro più recente è L’Amore e altri sport estremi (Edizioni San Paolo 2012).
Definito negli anni un testo profetico sul potere, la cronaca di un percorso iniziatico o il romanzo-verità sulla morte di Enrico Mattei, "Petrolio" è il libro più celebre di Pier Paolo Pasolini. Attraverso la storia di Carlo, borghese disposto a tutto pur di far carriera, cresciuto in un ambiente cattolico di sinistra e poi complice di un delitto di destra, Pasolini conduce all'estremo il proprio sperimentalismo: puntini di sospensione al posto dell'esordio, sette diverse prefazioni, una rappresentazione dell'eros realistica e cruda, e un'estrema varietà di registri stilistici che vanno dal lirico al saggistico, dal giornalistico al visionario e all'allegorico. Come confida l'autore in una lettera ad Alberto Moravia, questo romanzo è «il preambolo di un testamento, la testimonianza di quel poco di sapere che uno ha accumulato»; rimasto incompiuto, è circondato da un alone di mistero che tuttora ne alimenta il mito. Grazie alla cura di Maria Careri e Walter Siti, questa nuova edizione di "Petrolio" si arricchisce di brani inediti, di documenti d'epoca e di originali ipotesi interpretative capaci di rinnovare il dibattito su un'opera che, a trent'anni dalla sua prima pubblicazione, non smette di affascinare e interrogare i lettori.
La vita di un ragazzo ordinario che incontra il carisma di san Francesco. Un normale ragazzo della generazione del '68 che dopo aver conosciuto Chiara Lubich rinasce e vive la "minorità" in tutto quello che compie: sacerdote, ministro, animatore, parroco, guardiano... Fr. Camillo ha lavorato molto per la Causa di beatificazione di p. Daniele Hechich, al quale era profondamente legato, e fu testimone della sua morte e della bella attestazione di fede in occasione delle esequie.È stato un direttore spirituale e confessore ricercato, con temperamento mite e accogliente, fraterno ed equilibrato, attento alla dimensione della carità.
Le fiabe popolari perpetuano stereotipi ampiamente superati o comunque da superare, sono storie sorpassate che ammanniscono lezioni comportamentali che risentono del tempo in cui sono state scritte.
Paola Zannoner, una delle scrittrici per ragazzi più note e apprezzate, ha scritto un libro che confuta questo semplicistico e sterile luogo comune.
Molti genitori e molti insegnanti si chiedono: a cosa servono oggi le fiabe? non riproducono ruoli superati? non tendono a modellare la realtà attraverso stereotipi?. Ci si immagina che nel mondo nuovo, dove la tecnologia domina il nostro immaginario, sia necessario ripensare totalmente anche il mondo fantastico in cui introduciamo i nostri bambini nei primi anni della loro vita. Paola Zannoner, studiosa della fiaba, romanziera e formatrice nel campo della letteratura giovanile, prova a rispondere a queste domande, sfatando pregiudizi e luoghi comuni. Il C’era una volta… è sempre stato per i bambini una molla dell'immaginazione che produce una mente aperta in tutte le direzioni del possibile. La fiaba è senza tempo e senza spazio, è astratta eppure molto concreta nella rappresentazione di emozioni profonde e inespresse, di sentimenti contrastanti, incarnati non da eroi ma da figure umane, semplici, spesso bambine e bambini che devono affrontare prove e avventure ignote. Nella sua varietà e multiculturalità, la fiaba rappresenta un'educazione sentimentale di bambini e adolescenti alla complessità della vita e soprattutto prevede la condivisione della lettura creando una indispensabile relazione del racconto in famiglia e a scuola.
Due testi inediti di Karol Wojtyla, all'epoca Arcivescovo di Cracovia, che sviluppano un approccio antropologico, teologico e pedagogico all'amore umano, mostrando come la sua educazione sia strettamente collegata a quella del desiderio. Si tratta di coniugare le dimensioni dell'affettività e della riflessione, facendo incontrare l'amore e il bene, per evitare che l'incontro con l'altro sia inquinato dalla logica del consumo e dell'uso reciproco. Anche in questo caso, come in ogni altra espressione della persona, si pone la sfida della maturità, la capacità di esprimere l'amore all'altezza della dignità umana.
Paolo Ricca in queste pagine tratteggia il protestantesimo come una mentalità, una cultura, un principio critico nella modalità che gli è più congeniale, con grandi pennellate e sempre sottolineando l'aspetto dialettico, la molteplicità delle prospettive possibili. Tutto ciò però sarebbe astratto, secondo l'autore, se non è visto in relazione a una concreta e viva chiesa protestante, che non costituisce l'unica espressione del cristianesimo, ma che testimonia Gesù in termini semplici e chiari, in una comunità articolata, non gerarchica. In questo senso, il libro costituisce anche un invito a conoscere da vicino e dall'interno questa forma di cristianesimo che ha plasmato e arricchito la fede di Ricca nel suo lungo ministerio.
Le omelie per l'anno B, che hanno il loro centro nella narrazione del vangelo di Marco, sono qui presentate da un sacerdote attivo nella pastorale parrocchiale e sociale. Lo sguardo intenso verso le domande che sorgono dalla vita quotidiana e la necessità di dare fondamento alle scelte di ogni momento per la giustizia e per il bene consentono di attivare una interpretazione del testo sacro in una prospettiva sempre nuova.
Il cinema americano fin dalle sue origini ha optato per un racconto coerente e comprensibile che mette al centro della storia un eroe o un'eroina, portatori di determinati valori e visioni del mondo. Ognuno di questo eroi segue un arco narrativo che lo porta ad uscire dal mondo ordinario per affrontare l'ignoto e ritornare al mondo di partenza, profondamente modificato nella sua psicologia e nel suo modo di essere. È quello che viene definito "il viaggio dell'eroe", lo storytelling che, fin da prima della nascita del cinema, caratterizza i grandi racconti che sono stati narrati nel corso della storia dell'umanità. Dal cinema primitivo a quello contemporaneo questo modello narrativo non è sostanzialmente cambiato, ma quello che è cambiato radicalmente è la tipologia di eroi od eroine che vengono raccontate. Come e perché si è passati dall'eroico pompiere raccontato in uno dei primi film del cinema muto americano all'anti-eroe nichilista Joker, dell'omonimo film vincitore dell'Oscar, che non spegne gli incendi ma invece li appicca creando caos e violenza per le strade della città? Il libro, attraverso l'analisi di alcuni film paradigmatici delle varie epoche del cinema (dal muto alla contemporaneità), racconta ed analizza questo mutamento, figlio del cambiamento del contesto socioculturale di cui i film sono uno specchio.
«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l'uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un'isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda». "Tasmania" è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun'altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi. Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un'altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande. Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio. La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo - e del nostro pianeta. La magia di "Tasmania", la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi. Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l'apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore. Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.
La velocità dei cambiamenti che sono in atto oggi nella società fa sì che la distanza tra le generazioni cresca in maniera sempre più rapida. Adulti e giovani sembrano non riuscire più a comunicare tra loro. Il dialogo e lo scambio tra le generazioni è una sfida, vitale per i più piccoli ma anche per gli uomini e le donne, e per il futuro della società. Come riannodare i fili della vita che si dipanano in maniera così diversa eppure così necessaria? Solo insieme, in un reciproco scambio, giovani e adulti, adolescenti e anziani, troveranno la possibilità di una continua crescita, unica opportunità di una vita che conserva freschezza e autenticità.