Raccolta di riflessioni sulla verginità cristiana.
L’Indice Concettuale del Medio Giudaismo è stato ideato da Paolo Sacchi ed è da lui diretto in collaborazione con Florentino García Martínez, Romano Penna, Günter Stenberger, Lucio Troiani e altri, per fornire una nuova forma di repertorio che permetta di accedere ai testi di un’epoca cruciale per la storia del giudaismo e del cristianesimo (300 a.C.-200 d.C.). La natura di questi scritti e le varie lingue in cui sono giunti fino a noi, infatti, hanno reso impossibile la redazione di uno dei consueti strumenti di indagine, come concordanze e dizionari. Prendendo in considerazione un tema (sovralemma), se ne analizzano i vari aspetti (lemmi e sottolemmi) in una ricca gamma di testi che, spaziando dagli ultimi scritti della Bibbia ebraica e i Deuterocanonici alla Mishnah, esamina gli Apocrifi dell’Antico Testamento, gli scritti di Qumran, gli scrittori giudeo-ellenistici, Filone, il Nuovo Testamento, Giuseppe Flavio, gli Apocrifi del Nuovo Testamento e gli autori cristiani dei primi due secoli.
In questo terzo fascicolo è analizzato il sovralemma Messianismo, che si articola nei lemmi “antimessia”, “era messianica”, “messia”, “precursore”, “tipologia”.
Quello tra Coppi e Bartali non è stato solo un duello sportivo. È il ritratto di un’epoca,di un’Italia che voleva rivali due campionissimi in realtà amici nella vita. Il “bianco” Gino contro il laico Fausto. Il pio cattolico e il bigamo. Don Camillo e Peppone su due ruote. Ma il duello dei duelli,il duello padre di tutti i duelli dello sport,non è mai esistito,così come non è mai esistito il castello di intrighi,congiure,agguati, polemiche,differenze costruito sulle fondamenta della loro grandezza sportiva concomitante. È un grande mistero dello sport e anche dell’Italia tutta: dal tentativo di chiarirlo almeno un poco nasce – allo scoccare del mezzo secolo da che non c’è più uno, del decennio da che se ne è andato anche l’altro – questo libro, scritto con l’aiuto di Andrea Bartali, classe 1941, e di Marina Coppi, classe 1947, primogenito e primogenita di Gino e Fausto, e spartenti rispettivamente 59 e 13 anni di vita col padre,a sentirlo parlare di “quello là”. “Ognuno dei due campioni era, per Andrea e per Marina, l’amico di papà. Casomai “quello là”lo diceva Gino di Fausto, lo diceva Fausto di Gino. Mica con convinzione. E mica sempre, magari soltanto quando c’era qualcuno, specie giornalista, a sentire.”
Per la prima volta un grande giornalista sportivo e i figli di Coppi e Bartali tracciano un ritratto inedito e sorprendente non solo di due grandi campioni,e nemmeno solo di uno sport “pulito” che oggi non c’è più, ma di un’epoca che ha segnato per sempre l’Italia.
AUTORE Gian Paolo Ormezzano,nato a Torino il 17 settembre 1935,tre figli e sei nipoti,tifoso del Toro,diplomato al liceo classico Cavour,quello di Pozzo, Berruti, Nebiolo e Nizzola, per stare a personaggi dello sport.A Tuttosport dal 1953 al 1979: giovane di studio, redattore, caposervizio del ciclismo, direttore. Da fine 1979 inviato speciale a La Stampae poi, dal 1991 della pensione, collaboratore fisso dello stesso giornale,con breve ritorno a Tuttosport nel 1997-98. Primatista mondiale di Giochi olimpici, estivi e invernali, da giornalista, cominciando dal 1960 a Squaw Valley: 23 edizioni dopo Torino 2006, record di tremenda pesantezza anagrafica e non solo. Servizi o – più fine – reportages da 28 Giri d’Italia,12 Tour de France, tanti e forse troppi campionati mondiali ed europei di calcio, atletica, basket, nuoto… Ha scritto di tutti gli sport fuorché del polo; ha visitato tutti i continenti fuorché l’Antartide.Oltre che collaboratore fisso di La Stampa(attualmente per il supplemento Torino Sette),lo è di Famiglia Cristiana(dal 1960) e dal 2007 nuovamente di Tuttosport. Autore di numerosi libri sullo sport (su tutti le storie del ciclismo,del calcio e dell’atletica),autore di tre romanzi, di libri di saggistica, di antologie di eventi e personaggi, di pamphlets cattivi sul football (specie juventino) e di volumoni buoni sul Toro e sul ciclismo.Per i Giochi invernali di Torino 2006 ha scritto Di neve e di ghiaccio, fiabe olimpiche vere raccolte in un volume edito in italiano e inglese.
Giro d'Italia con delitto dovrebbe essere "delitti", al plurale, ma si può considerare tutto il crimine assortito come un delitto unico commesso profanando la sacralità della corsa, è un giallo classico di ingredienti e moderno di salse, rigoroso e particolare, con soluzione completa e inattesa non all'ultima pagina e neppure all'ultima riga, ma all'ultima parola. Poi c'è un epilogo brevissimo che rimanda ad un Tour de France con delitto. Protagonista è la corsa rosa, che fa cent'anni in questo 2009. Le comparse sono tantissime, dal pubblico ai corridori ai cosiddetti suiveurs (giornalisti, amici, parenti, meccanici, tecnici, organizzatori, poliziotti...). I delitti sono truci ma non trucidi. Si sentono più applausi ai ciclisti che grida di terrore, ma il racconto toglie il fiato e toglie la voglia di fare tappa per sostare nella lettura.
GLI AUTORI
Gian Paolo Ormezzano (Torino, 1935) tre figli e sei nipoti, diplomato al liceo classico Cavour. A Tuttosport dal 1953 al 1979: giovane di studio, redattore semplicissimo, caposervizio del ciclismo, direttore. Da fine 1979 inviato speciale a La Stampa e poi, dal 1991 della pensione, collaboratore fisso dello stesso giornale, con breve ritorno a Tuttosport nel 1997-98. Primatista mondiale di Giochi olimpici, cominciando dal 1960 a Squaw Valley: 23 edizioni dopo Torino 2006, record di tremenda pesantezza anagrafica e non solo. Servizi o – più fine – reportages da 28 Giri d’Italia, 12 Tour de France, tanti e forse troppi campionati mondiali ed europei di calcio, atletica, basket, nuoto… Per i Giochi invernali di Torino 2006 ha scritto Di neve e di ghiaccio, fiabe olimpiche vere raccolte in un volume edito in italiano e inglese.
Atene e Gerusalemme rappresentano, fin dalla tarda antichità, le cifre emblematiche di due universi spirituali – la cultura greca e il messaggio biblico – profondamente differenti e distanti. La storia, com’è noto, li condusse ad incontrarsi, a scontrarsi e – talora loro malgrado – ad interagire in modalità riccamente articolate. Il presente volume si propone di ricostruire la comprensione che il «nuovo pensiero» di Franz Rosenzweig (1886-1929) elaborò del profilo complessivo dei due universi e di una loro possibile, feconda connessione reciproca. L’indagine si sviluppa su uno scenario tematico e problematico riccamente articolato, sullo sfondo del quale si stagliano diverse questioni di scottante attualità, come, ad esempio, quella dell’identità dell’Europa nello scenario della globalizzazione planetaria, quella del destino della religione e delle religioni nell’odierna cultura post-secolare e post-moderna, e infine quella del confronto e del dialogo fra culture profondamente differenti.
Raccolta di riflessioni sulla risurrezione della carne.
Un'elaborazione originale e stimolante dei concetti che formano la base dell'arte terapia. Prefazione di Sandro Spinsanti. Mentre le terapie mediche mirano alla salute, quelle creative hanno come obiettivo la salute in un senso più ampio. Il presente lavoro coniuga la vasta esperienza clinica dell'Autrice con gli studi e le riflessioni condotte nel corso del suo lavoro in diversi paesi. La metodologia dell'Autrice conduce ad una visione dell'arteterapia come disciplina autonoma; gli argomenti sono sviluppati con un linguaggio chiaro e sintetico e rimangono aperti ad ulteriori elaborazioni.
Una teologia della creatura oggi non può non guardare, a occhi spalancati, dentro il cuore pulsante del vivente. L’idea che un filo d’erba possa vibrare di sensibilità entrando in viva relazione con il mondo umano emerge dalla novella di Luigi Pirandello, Canta l’Epistola.
E solo una teologia come quella di Paolo De Benedetti è capace di cogliere la creaturalità di una bellezza deperibile e inerme come quella di un filo d’erba. Non in virtù di una sensibilità ecologica estesa anche alle cose inanimate – un sentimento pur lodevole che oggi però è abbastanza diffuso, almeno nelle anime più avvertite – ma in virtù di una precisa lettura della Parola biblica, che interpreta la storia a partire dal basso, dall’infimo, dal perdente.
Di fronte al diffondersi oggi di mentalità e prassi divorzistiche, si avverte la necessità di offrire degli strumenti per comprendere la posizione della Chiesa in tema di indissolubilità del matrimonio e di impossibilità di accesso per i divorziati ai sacramenti. Il presente volume vuol dare un contributo su tale argomento innanzitutto alle coppie di divorziati risposati, ai parroci, agli operatori pastorali e a coloro che desiderano affrontare con semplicità e delicatezza situazioni sempre più frequenti, meritevoli di attenzione per il futuro della famiglia e della società. I contributi affrontano l'argomento da diversi punti di vista canonico, morale, teologico e pastorale. In L'evoluzione della normativa ecclesiale si dipingono i vari scenari e ci si interroga sulle possibili aperture determinatesi in seno al diritto. In Teologia e prassi delle chiese orientali si presenta la teologia del matrimonio nell'Oriente cristiano. Il sostegno ai divorziati risposati: prospettive morali e pastorali offre un contributo prezioso dal punto di vista pastorale. I divorziati risposati: un nuovo stato di vita nella Chiesa? prende in esame i vari tentativi di soluzione elaborati
Segretaria della Gioventù Femminile della diocesi di Fermo, dopo un rapido e sconvolgente itinerario spirituale la Carboni vive la realtà e la responsabilità dell'accettazione cristiana della malattia. Nata in una famiglia laica, incontra la fede un po' provvidenzialmente e un po' spontaneamente, ed insegna a tutti che l'apostolato più efficace è nell'amore. Qui sono raccolte le sue lettere che testimoniano il suo elevarsi verso Dio nella dimensione dell'amore. La sua giovane età non le impedisce di essere matura fino alla saggezza e di avere un cuore grande, capace di amare tutti e di accogliere le sofferenze ed i problemi delle persone che incontra e che le si rivolgono per avere consigli e conforto.È una fede totale, da innamorata, quella che professa Paola. Scrive infatti: "Nulla mi turba: vedo in tutto la volontà santa di Dio, e l'amo e l'adoro sempre".
Pur non appartenendo a quella élite intellettuale e ricca che poteva permettersi il lusso di possedere una Bibbia, san Francesco mostra di avere grande conoscenza della Parola e manifesta grande amore per essa. Tutti i suoi scritti - dalle preghiere alle regole, passando per le lettere e le ammonizioni - sono infatti pieni di citazioni bibliche, fino a presentarsi come veri e propri mosaici scritturistici. In vista della XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa (ottobre 2008), l'ormai tradizionale giornata di studio annualmente promossa dall'Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum si concentra sul ruolo della Parola, affinché essa fecondi maggiormente la vita spirituale delle varie famiglie francescane. La ricchezza proveniente dal carisma del poverello di Assisi è infatti in grado di rivitalizzare la loro missione, in vista delle sfide pastorali presenti.
Paolo Fabrizio Iacuzzi prosegue la sua biografia in versi, quasi una lacerata e lacerante biopsia tinta di rosso. Il colore della nascita e della passione, del principio e della fine, diventa il tramite di una poetica del contagio e della mutazione. Restituisce così la sua segreta vita "a quadri", facendo esperienza dell'altro e del "nemico" a partire dall'interno, assumendosi il peso del male e della diversità ed esponendo le viscere di sé per un espianto di organi per altri.