
La figura del legionario romano ci è familiare oggi quanto lo era ai cittadini - e ai nemici - dell'Impero romano duemila anni fa. Questo libro, superando gli stereotipi più diffusi, vuole mettere in evidenza ciò che l'esercito di Roma fu dal costituirsi della prima milizia cittadina, all'inizio della Repubblica, fino all'eccellenza della legione imperiale, e ancora oltre, nel momento delle mortificanti sconfitte subite per mano dei Goti e degli Unni nel Basso Impero. Ricostruendone l'evoluzione di tattiche, armamento e addestramento, l'opera ci permette di conoscere a fondo le forze che consegnarono a Roma il più grande impero che la storia ricordi. Il volume, tuttavia, non si limita a ripercorrere i mutamenti di questo formidabile apparato militare attraverso i secoli, ma si sofferma anche sull'eccezionalità degli uomini che condussero quei soldati in guerra, in particolare nella rievocazione delle grandi battaglie, quali Canne, Farsalo, Adrianopoli. Corredato di illustrazioni, fotografiche e mappe dettagliate, il volume è un fondamentale testo di riferimento sulle forze armate romane dall'VIII secolo a.C. fino al V secolo d.C., dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente.
Questo libro illustra alcuni aspetti del rapporto tra la Prussia/Germania e Cavour, e dell'interesse del mondo intellettuale tedesco per lo statista italiano, tentando di mettere a fuoco due ambiti: il piano della diplomazia, e quello della storiografia. Mentre, di solito, negli studi sulla diplomazia cavouriana Francia e Inghilterra predominano, è sembrato necessario all'Autrice evidenziare il notevole interesse ad un avvicinamento alla Prussia, dimostrato da Cavour a partire dall'armistizio di Villafranca. Dopo la sua morte si diffuse la fama di Cavour come modello ammirato di statista liberale e moderato. Principale prodotto di tale ammirazione fu la monografia che su Cavour scrisse Heinrich von Treitschke (1869). In seguito, pur essendo numerosi gli intellettuali tedeschi che dedicarono studi a Cavour, di fatto, però, nessuno superò lo spessore del saggio di Treitschke. La rinnovata attenzione della storiografia tedesca per il Risorgimento, registrabile a partire dall'inizio degli anni '70 del secolo XX, ha prodotto, nel 2001, una sola sintesi espositiva e divulgativa degli eventi principali della vita e dell'opera politica di Cavour.
Sulla scia di una storiografia recente, per la quale "la pietà è un sentimento indispensabile per chi scrive di storia", perché "aiuta a vedere le cose dal basso e non dall'alto" (per usare le parole di Giampaolo Pansa, I vinti non dimenticano, Ed. Rizzoli, 2010, che non a caso compongono la quarta di copertina del volume), Bergna prende in considerazione i fatti accaduti nei mesi immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, trattando in particolare le morti violente di cui furono vittime i fascisti, o presunti tali, in quei giorni tribolati. L'area considerata è quella della Brianza centro-meridionale, il metodo è quello della ricerca storica ottimamente documentata e puntuale: paese per paese vengono presentati numerosi casi, supportati da documenti dell'epoca, molti dei quali inediti, e articoli giornalistici.
Illustri studiosi italiani e stranieri, ma pure giovani ricercatori, hanno analizzato da prospettive distinte e complementari le diverse sfaccettature politiche, sociali, economiche, culturali e religiose sia delle relazioni intercorrenti tra centro e provincia, sia dei reciproci contatti tra regioni periferiche. Ne è scaturito un quadro variegato e complesso della vita millenaria di un Impero multietnico, multilingue, dalle frontiere perennemente mobili, vivificato da continui interscambi in tutti i settori della vita sociale, tanto all'interno quanto con l'esterno. Contributi di: Augusta Acconcia Longo, Filippo Burgarella, Jean-Claude Cheynet, Salvatore Cosentino, Francesco D'Aiuto, Donatella Bucca, Vera von Falkenhausen, Giuseppe Guzzetta, Santo Lucà, Sandra Origone, Alba Maria Orselli, Pierre Racine, Gioacchino Strano.
L'Alta Valtiberina toscana nasconde tra i suoi beni di interesse archeologico alcune aree dislocate in ambienti boschivi e montuosi dove si rinvengono suggestivi manufatti scavati nella roccia la cui origine è avvolta in un alone di mistero. Una di queste evidenze, il sito di Pietralba, è stata oggetto di un'indagine multidisciplinare tesa a chiarire cronologia e funzione delle strutture ricavate in alcuni dei numerosi massi erratici che affiorano nella zona. Proprio ai risultati di questa indagine ma anche alla storia delle ricerche, e ad un inquadramento nel più ampio contesto degli insediamenti rupestri della Toscana orientale e dei territori limitrofi è dedicato il presente volume.
Come si possono raccontare cent'anni in pochi giorni? Quali sono i dieci avvenimenti emblematici del ventesimo secolo in Europa? La selezione è inevitabilmente arbitraria, ma possibile. Konstanty Gebert la fa in dieci racconti, quasi in forma di reportage, ambientati in altrettante città europee. Prende spunto da una data e un evento memorabili, che hanno segnato il secolo e consentono di ricostruirne, ciascuno, un decennio. Per conoscere e interpretare i fatti si basa sulle fonti scritte, sui ricordi dei testimoni o dei loro discendenti, sulla conoscenza diretta dei luoghi, passando da un estremo all'altro del continente. Ne scaturisce una lettura molto personale della realtà europea, un affresco di un passato che si riflette sul presente, nel contrastato rapporto fra storia e memoria. Si comincia da Vienna, il 12 giugno 1908, con la parata imperiale per il sessantesimo anniversario di regno di Francesco Giuseppe; si passa poi alla battaglia di Ypres, dove si inaugurò l'uso dei gas letali, nel 1915; seguono la prima dell'"Opera da tre soldi" di Brecht a Berlino, nel 1928, per finire con l'incendio della biblioteca di Sarajevo, il 25 agosto 1992. Nel quadro del rispettivo decennio, a fianco di fatti e interpreti della grande Storia si sentono le voci di più umili protagonisti e si respira il clima socioculturale dell'epoca. L'evento è l'occasione per una riflessione più complessiva sul ricordo e l'oblio, sulla memoria e le identità comuni nell'eredità dell'Europa che oggi si dice unita.