
"La mia Italia" completa e conclude la galleria di ritratti e testimonianze che Norberto Bobbio ha tracciato negli anni attraverso i quali il filosofo torinese ha ricostruito con tratto sicuro la storia culturale e politica del nostro paese. Diviso in tre sezioni ("Gli studi", "L'impegno", "Testimonianze"), "La mia Italia" illustra quei personaggi - studiosi, politici, amici - che, attraverso un rapporto inscindibile tra valori morali, impegno intellettuale ed azione politica rappresentano quell'idea dell'Italia nella quale Bobbio si è sempre riconosciuto. Vera e propria traccia per la storia di una generazione, questi saggi sono infatti, almeno in parte, anche autobiografici, e si legano ai precedenti per una comune tensione narrativa e morale che fa di queste opere un prezioso unicum, quasi un esempio di nuovo "genere" nella nostra letteratura civile.
"Un giorno chiesi a Mario Luzi se potevamo continuare un dialogo che a me sembrava mai interrotto. Dissi che mi interessava conoscere il punto di vista del poeta sul destino di un pianeta spaccato in due dall'abisso che separa il mondo dell'opulenza e dello spreco dall'universo dei dannati...". Così Renzo Cassigoli ricorda la genesi di questo libro che, partendo dalla tragedia dell'11 settembre, e quindi da Le nuove paure, inevitabilmente si allarga a temi più ampi: il fondamentalismo religioso e le colpe dell'Occidente, la separazione tra cultura e politica, la funzione della scienza.
La riforma votata dal Senato riscrive 43 articoli della Costituzione italiana. È, di fatto, una nuova Costituzione. E anche una buona Costituzione? Per stabilirlo, Astrid ha riunito i maggiori esperti italiani: costituzionalisti, politologi, scienziati delle istituzioni. Qui sono raccolti i loro giudizi. Pochi favorevoli, molti critici. Le critiche sono radicali: demoliscono il disegno complessivo della riforma, ne rilevano l'incoerenza con i principi del costituzionalismo moderno, ne denunciano i rischi per i diritti e le libertà costituzionali. Insomma: la riforma non chiude la transizione costituzionale. Non pone le basi per la costruzione di un moderno Stato federale. Apre, al contrario, una grande questione democratica, minaccia l'unità del Paese.
Protagonista di sessanta anni di vita politica italiana, Oscar Luigi Scalfaro affida a queste pagine non solo alcuni dei suoi più interessanti ricordi, ma anche la ricostruzione di alcuni passaggi cruciali della nostra storia recente, quali ad esempio la crisi del primo Governo Berlusconi nel 1994. Ne emergono avvenimenti sinora non sufficientemente noti, le motivazioni di alcune decisioni difficili e controverse, molte considerazioni inedite, e il ritratto dal vivo dei principali protagonisti della nostra storia repubblicana. Ma la più vera e indiscussa protagonista di queste pagine è la Costituzione, alla cui stesura Scalfaro partecipò con commozione ed intensa presenza.
La vita di Garibaldi nel resoconto dei protagonisti. Una biografia a più voci raccolte dallo storico inglese Denis Mack Smith.
È sempre più difficile conciliare l'alto livello di protezione sociale, di tutela dei diritti, di qualità della vita, che è proprio dei Paesi europei, con le esigenze della competizione globale, la domanda di nuovi diritti e di nuove sicurezze, la segmentazione della società e la diversificazione dei bisogni e delle domande sociali che caratterizza l'inizio di questo secolo. Lo Stato non ce la fa; non ce la può fare senza un ampio ricorso alla mobilitazione delle risorse della società civile, del territorio, delle comunità intermedie, della partnership con il privato e con il no profìt. Sono cresciuti così, in Italia e altrove, lo spazio e il ruolo del terzo settore. E si è riscoperta la sussidiarietà, un'idea più moderna e più articolata del ruolo delle amministrazioni pubbliche, del rapporto tra Stato e società civile, tra politica ed economia, tra amministrazione pubblica e cittadini. Tra Stato e terzo settore però deve dispiegarsi un rapporto positivo, nel rispetto del ruolo e dell'autonomia di ciascuno: una fitta trama di rapporti di interazione, dialogo e reciproca integrazione, in parte già in essere e in parte no, connette il terzo settore alle pubbliche amministrazioni. La ricerca di Astrid ne traccia un quadro compiuto, avanzando proposte innovative, per consentire al terzo settore di sviluppare le sue potenzialità.
Nessuno quanto Max Brod, lui stesso importante scrittore, poteva dirsi chiamato a narrare la vita di Franz Kafka. Amicissimo suo fin dalle aule dell'università, vissuto con lui in grande dimestichezza e in rapporti fraterni, custode dei manoscritti inediti e delle ultime volontà dello scrittore, ha potuto consegnarci una biografia del grande scrittore praghese veramente unica, indispensabile a chi voglia penetrare nella sua anima complicata e misteriosa. Se è vero che la definizione di biografia per questa opera di Max Brod è certamente giusta, in quanto così è stata concepita, e percorre la vita di Franz Kafka dalla nascita il 3 luglio 1883 fino alla morte il 3 giugno 1924, è anche vero che il termine oggi può prestarsi ad un equivoco un po' riduttivo, in quanto Max Brod narra l'amico, e in ogni pagina trapela non soltanto l'importante documentazione con cui questa biografia è stata costruita, ma anche la conoscenza diretta dell'uomo Kafka, quello di cui Brod annotava sul suo diario, all'epoca del loro primo incontro all'università, "Le parole gli escono di bocca come un bastone".
Curato dal grande storico inglese Denis Mack Smith, famosissimo in Italia non solo per i suoi studi sul nostro Risorgimento, ma anche sulla storia contemporanea, questo volume si presenta come un approccio unico e interessantissimo alla figura più popolare e discussa della lotta per l’unità d’Italia. Il libro infatti, dopo un’ampia introduzione di Denis Mack Smith, si divide in tre parti che riportano rarissime testimonianze – lettere, discorsi, memorie, atti parlamentari - sulla vita e l’opera di Giuseppe Garibaldi: Garibaldi giudica se stesso, Garibaldi nel giudizio dei suoi contemporanei e Garibaldi nel giudizio degli storici. Così, attraverso più voci, da Garibaldi stesso a Francesco Crispi, da Ippolito Nievo a Costantino Nigra, da Vittorio Emanuele II a Camillo Cavour, da Alexandre Dumas a Giuseppe Mazzini, da Cesare Cantù a Benito Mussolini, nelle pagine di questo volume il lettore potrà trovare una singolare e rara panoramica della vita e dell’opera di un personaggio divenuto favoloso. Ma l’altra particolarità che rende questo volume adattissimo a una strenna natalizia è la ricchezza dell’apparato iconografico a colori che lo arricchisce, costituito da stupende illustrazioni tratte da quadri dell’epoca che ricostruiscono battaglie, incontri, episodi e personaggi della grande epopea garibaldina.
Se la scienza moderna è stata sempre vista con sospetto e timore, indotti a volte dagli stessi comportamenti degli scienziati ma soprattutto dall’uso che è stato fatto a fini bellici delle scoperte scientifiche, non bisogna mai dimenticare che a questa stessa scienza si devono gli importanti progressi del mondo umano che ci aiutano a combattere non soltanto le malattie, ma anche e soprattutto catastrofi e miserie in ogni parte del mondo. Lo scopo che si prefiggono gli autori di questo libro è appunto quello di coniugare la ricerca scientifica con le ragioni del pacifismo, in nome di una comune lotta per la salvaguardia dei principali valori umani: una lotta laica e liberale, nel segno del rispetto di tutte le convinzioni ma che rifiuta ogni dogmatismo precostituito. Il volume si compone di una lunga conversazione fra Alessandro Cecchi Paone e Umberto Veronesi, seguita da una vera e propria storia del pensiero pacifista fra ispirazione religiosa e tradizione liberale e socialista, da San Francesco a Bertrand Russell, da Kant a Gandhi, da Aldo Capitini ad Einstein…
In questo nuovo pamphlet, scritto alla vigilia della sua morte nel febbraio 2013, Stéphane Hessel riflette sui fenomeni di protesta che avevano trovato nelle pagine del suo celebre "Indignatevi!" la loro spinta ideale. Approfondendo le motivazioni che avevano ispirato quel fortunato appello, venduto in oltre quattro milioni di copie, in questo suo nuovo scritto Hessel si rivolge a quei movimenti che in tutta Europa hanno fatto della protesta la loro ragione d'essere, invitando vecchi e nuovi "Indignati" a non farsi incantare da pericolosi populismi: "Indignarsi non basta. Se qualcuno crede che per cambiare le cose basti manifestare per le strade, si sbaglia. E necessario che l'indignazione si trasformi in un vero impegno". È un invito alla società civile, e in particolare ai giovani, a una rinnovata partecipazione attraverso quelle istituzioni che in una democrazia sono un indispensabile tramite tra il potere e i cittadini: i partiti politici. Hessel non ha dubbi: "I partiti politici tradizionali si sono chiusi troppo in se stessi... Se volete che le cose cambino, il lavoro deve essere fatto con l'aiuto dei partiti. Perfino con i loro difetti, le loro imperfezioni, le loro insufficienze... Bisogna infiltrarsi nelle loro strutture per cercare di cambiarne il funzionamento dall'interno". Il padre della protesta spontanea degli "Indignados" invita insomma a non farla degenerare nell'anti-politica.