
Il XXXIII canto del Paradiso è un'opera soltanto letteraria? O Dante Alighieri lo compose dopo aver vissuto un'esperienza mistica, simile a quella dei grandi mistici medievali? È possibile che il Sommo Poeta abbia ricevuto una rivelazione? Dante Alighieri è stato soltanto un letterato o anche un teologo? E per di più un teologo mistico alla pari di San Bonaventura e di San Tommaso d'Aquino? Se la Divina Commedia è un'opera teologica, qual è il canto che ne regge la struttura? Il verso 100: "A quella luce cotal si diventa" del XXXIII canto del Paradiso indica la divinizzazione dell'uomo? Questo verso 100 è il compimento della storia della salvezza? È la chiave della comprensione della Divina Commedia? In questo libro, Enzo Di Natali, desidera rispondere a queste domande che offrono una lettura inedita, cercando collegamenti con la Sacra Scrittura, la Patristica e la riflessione teologica. Prefazione di mons. Enrico Dal Covolo.
INDICE
PARTE I – Politica e diritto nel pensiero sociologico
Capitolo primo – Un quadro di insieme
1. Premesse
2. Sociologia, sapere interdisciplinare
3. Il pensiero sociologico, tra politica ed esperienza
Capitolo secondo – Un richiamo alla sociologia delle origini.
1. Prologo
2. Stati e regimi in Auguste Comte (1798-1857)
3. Libertà e individualità in Herbert Spencer (1820-1903).
4. La lotta di classe di Karl Marx (1818-1883)
5. Genesi e funzionamento delle istituzioni in Émile Durkheim (1858-1917)
6. Comunità e società in Ferdinand Tönnies (1855-1936)
7. Max Weber (1864-1920) e i processi di dominio
Capitolo terzo – Un richiamo alla sociologia americana e italiana
1. Discriminazione e ineguaglianza nella sociologia americana
2. Cittadinanza e diversità in Talcot Parsons (1902-1979)
3. Politica e diritto nella sociologia italiana, a partire da Don Luigi Sturzo (1871-1959)
4. Istituzione e politica in Achille Ardigò (1921-2008)
5. Movimenti collettivi e istituzioni: Francesco Alberoni (1929)
Capitolo quarto – Legge e istituzione nel pensiero sociologico
1. Premesse
2. Normatività, politica ed esperienzialità
2.1 Utilità, opportunità e abitudini sociali
2.2 Lavoro, economia e società
2.3 Politica e società
3. Organizzazione e dinamiche sociali nei principali modelli teorici
3.1. Classi, gruppi e associazioni nell’azione sociale
3.2. Legge e organizzazione nello strutturalismo
3.3. Istituzioni e politica nel funzionalismo
4. Pluralismo, multiculturalismo e secolarismo: l’età secolare
4.1 Incommensurabilità e decostruzione
4.2 Comunitarismo e sentimento secolarista
5. Sociologia relazionale e società dell’umano: comprendere le differenze per conciliarle
6. Utilitarismo educativo e culturale
6.1. Società dell’educazione e della formazione
6.2. Istruzione orizzontale
PARTE II – Politica della Comunicazione
Capitolo quinto – Il campo della ricerca
1. Il merito
2. Il metodo
Capitolo sesto – Origini
1. Incidenza della comunicazione su politica e diritto, nel tempo
2. Relazioni politiche e informazioni giuridiche morse
3. Decisori politici della comunicazione nella società contemporanea
3.1 Politica della comunicazione telefonica
3.2 Politica dell’informazione attraverso radio e televisione
3.3 Disciplina e politica della telefonia mobile
4. Considerazioni conclusive
Capitolo settimo – Il ruolo della politica nella rivoluzione della comunicazione1. Dalla guerra fredda alla rete dell’Arpa
2. La politica della comunicazione, dalla cortina di ferro a Giochi senza frontiere
3. L’incidenza delle scelte politiche sull’apertura della rete
3.1 Il caso Lindsay Maguire contro Sydney Organising Committee for the Olympic Games
3.2 Www Olimpiadi di Beijing 2008: accesso negato
4. Considerazioni conclusive
Capitolo ottavo – Processi politico-comunicativi nell’era di internet
1. Politica, immigrazione e comunicazione
2. Nuovi processi politici e giuridici del world wide web
3. Gli internet non users
4. Cittadinanza internettiana
5. Norme giuridiche di comportamento su internet
6. Il codice per la tutela dei dati on line
Capitolo nono – Processi giuridici e politici in relazione a internet
1. Forme e tutela di comunicazione on line
2. I processi di acquisizione di beni e servizi on line
3. Internet e finanza (di Angelo Crisafulli)
3.1 Organizzativo
3.2 Informativo
3.3 Distributivo/Commerciale
3.4 Considerazioni finali
4. Internet.it
5. Disciplina e politica dei social in Italia
6. Il mondo del malaware: tutela e diciplina politico-giuridica
7. Cittadinanza millennials, reale e virtuale
8. Considerazioni conclusive
Capitolo decimo – Sesto potere
1. I processi di e-democracy e e-government
2. Al voto! On line…?
3. Allargare il consenso nel web
3.1 Nella rete di Obama.
3.2 Un’Opera trasparente
4. Agenda settings, spirale del silenzio e fake news
5. Considerazioni conclusive
Capitolo undecimo – Epilogo
1. Considerazioni riepilogative
2. Dinamiche e processi politico-comunicativi e giuridici in prospettiva
3. Soggetto di diritto e politica nella società contemporanea della comunicazione
Le credenze, la tradizione, i mores, si radicano laddove il gruppo sociale percepisce una minaccia alla propria sopravvivenza. In Europa come negli Stati Uniti d'America, in Brasile come in Australia, ci si chiude all'invasione - più o meno reale - dell'altro, sollevando barricate, muri, blocchi navali nel tentativo di arginare il pericolo di contaminazioni etniche, culturali, ma soprattutto economiche. È l'insicurezza, spesso espressione di discriminazione razziale, che porta a non avere fiducia nel futuro, ad essere diffidente nei confronti dell'altro e verso le istituzioni che dovrebbero adoperarsi per migliorare quell'avvenire. All'epoca di contagi ed emergenze pandemiche mondiali, l'individuo e i gruppi nei quali si realizza la sua personalità che ruolo svolgono nella società contemporanea?
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l'incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Un'odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l'ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età.Questa è la sua storia.
Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci detto Iaio avevano 18 anni. Il 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro, vennero uccisi a Milano, in via Mancinelli, da otto colpi di pistola sparati da un commando di tre killer professionisti rimasti a oggi ignoti. Trentasette anni dopo il duplice omicidio e a distanza di quattordici anni dalla sua prima edizione, esce la versione aggiornata di questo libro diventato ormai un punto di riferimento per la controinformazione e il giornalismo d'inchiesta nel nostro Paese. Biacchessi racconta la storia di ragazzi uccisi solo per le loro idee, in una città plumbea e violenta come la Milano di allora. E narra le indagini ufficiali e quelle parallele, fino a formulare alcune ipotesi investigative ancora attuali, dopo le ultime inchieste su Massimo Carminati e Mafia Capitale. Quello di Fausto e Iaio fu un omicidio organizzato da neofascisti e da uomini della banda della Magliana. Questa è la verità che non si potrà archiviare. E che ci dice molto su quegli intrecci fra criminalità e servizi segreti che ancora affliggono il nostro Paese.
Christiane Taubira ricorda i tragici fatti del 2015, racconta come sono stati vissuti dai vertici di Stato, spiega quali sono le forze oscure che governano questo nuovo terrorismo e come abbiano potuto arruolare giovani francesi per trasformarli in assassini. Invita tutti i cittadini, e i giovani soprattutto, a trovare nella cultura e nella bellezza le ragioni per difendere con feroce determinazione i valori della nostra società. Quasi un poema in prosa, con il suo tipico stile intessuto di metafore audaci, continue citazioni e spunti da letteratura e filosofia, prendendo in prestito le parole di pensatori come Edouard Glissant, Paul Eluard a Albert Camus, la Taubira mette a fuoco i punti che più le stanno a cuore, come l'identità francese, la tradizione dell' accoglienza, della libertà della multiculturalità, la tolleranza, l'uguaglianza di diritti per tutti; e ci ricorda, senza allarmismi ma neppure false promesse, che la minaccia terrorista è il pericolo più grave della contemporaneità. In questi tempi convulsi e affannati le parole di Christiane Taubira alzano il livello del di trito e donano una nuova speranza ai giovani. Parole di una donna dai saldi principi, parole di una donna libera. Prefazione di Gianni Riotta.
Una serie di conversazioni su politica, religioni e mondo che, nella loro diversità e varietà, presentano la politica come un prisma con diverse facce illuminate da una sola luce. La speranza è che si possa cogliere l'unità dell'insieme e lasciare che questa luce si irradi. Il contesto nel quale ciò può compiersi è quello del dialogo, di cui avvertiamo tutti un bisogno radicale per uscire dalla conflittualità incontenibile che deriva dal non saper vivere la differenza, dal non sapere o dal non saper orientarsi.
Che cosa è una «carezza»? È carezza tutto ciò che, riconoscendo l'esistenza dell'altro, si esprime in una comunicazione con una valenza affettiva, anche minima. Assentire sorridendo, toccare amichevolmente una spalla, dire «sono contento di vederti», ascoltare con attenzione, dare un segno di disponibilità. Come il cibo è indispensabile da un punto di vista fisico e permette la crescita e il mantenimento di un benessere corporeo, così avviene per quanto riguarda «le carezze come nutrimento». Sin dalla nascita siamo tutti estremamente sensibili alla qualità e alla quantità delle carezze che riceviamo. Il nostro rapporto con questo speciale tipo di nutrimento, la nostra «dieta» abbondante o scarsa, equilibrata o meno, segnerà il nostro modo futuro di guardare alla vita: di essere soddisfatti e di provare piacere, di recepire e di nutrirci delle carezze che riceviamo da adulti e di farne a nostra volta. Parlare di «carezze» significa parlare di riconoscimento. Riconoscerci come importanti per gli altri dà senso alla nostra vita. Il riconoscimento non viaggia mai a senso unico. Esso è possibile in una non sempre facile circolarità di attenzione e di rispetto reciproco: riconoscimento di sé e riconoscimento dell'altro, e poi ancora riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento dell'altro.
«Oggi, un nucleo armato della nostra organizzazione ha fatto irruzione in un covo nemico...»: non inganni il tono scherzoso con cui l'uomo della Dia comunica al quartier generale di Roma che una squadra di investigatori, dopo mesi di lavoro, è riuscita a piazzare una microspia nel «Sancta Sanctorum» che ospita i superkiller di Cosa Nostra. Parodia dei comunicati con cui le Br, negli anni Settanta, scandivano la loro sanguinosa aggressione contro lo Stato, l'annuncio dell'uomo della Dia giunge dalla nuova, difficilissima guerra che insanguina l'Italia: è quella che oppone gli uomini dello Stato alla temibile potenza di fuoco, alla determinata strategia d'assalto dispiegata da Cosa Nostra negli attentati contro Falcone e Borsellino. Laltentatuni è la storia - narrata da Bianconi e Savatteri con il rigore del migliore giornalismo e il ritmo di un grande thriller - di come un pugno di investigatori della Dia, operando sotto copertura e con modalità che non hanno nulla da invidiare alle spy-stories di Le Carré, riescono a entrare nella struttura più interna della mafia. Ne pedinano gli uomini, ne individuano i luoghi di ritrovo, mappano affari e proprietà immobiliari, legami gerarchici e protezioni autorevolissime. Arrivano - scrivendo la pagina più incredibile dell'intera operazione - a rubarne i discorsi in diretta, ad ascoltare ora dopo ora i progetti del nucleo armato. Sullo scenario di una Palermo che Bianconi e Savatteri fissano in modo indimenticabile - città ferita e vitale al tempo stesso - gli investigatori, senza l'aiuto di pentiti e grazie a un immenso e paziente lavoro di indagine, ripercorrono l'insanguinata filiera di Cosa Nostra. E giungono, finalmente, agli assassini della strage di Capaci.
«Questa è una storia di violenza e di bellezza», dice Christiane Taubira, e così apre un racconto e un dialogo che cercano di rispondere alla tremenda evidenza della sopraffazione e dello sfruttamento che hanno segnato e segnano tuttora la convivenza umana. La tratta degli esseri umani e la schiavitù sono stati alla base del primo sistema economico al mondo, che, giustificato per secoli da giuristi, religiosi, filosofi, è stato replicato (dopo la Grecia e Roma) nel mondo moderno. Gli storici si dividono sul numero totale dei deportati nelle rotte dall’Africa alle Americhe: fra i 15 e i 30 milioni. Un numero agghiacciante. E la schiavitù è durata in Europa per oltre quattro secoli, in Francia due.
Questo intenso dialogo fra madre e figlia rompe la crosta di pregiudizi e indifferenza che ancora ci impediscono di capire la violenza che ha segnato la prima globalizzazione, le sue conseguenze durevoli nelle relazioni fra Paesi ricchi e poveri attraverso il colonialismo e fino al Novecento, la pulsione vitale che ha permesso a milioni di persone ridotte allo stato di animali di resistere e sopravvivere. Ne viene fuori, appassionata e incisiva, «una storia di violenza e di bellezza» tanto necessaria quanto spaventosa. Che aggiunge alla consapevolezza delle generazioni più giovani la percezione delle dinamiche del razzismo, quelle manifeste che hanno lasciato una scia di sangue nella Storia e quelle più subdole che continuano ad agire dentro il nostro tempo e la nostra civiltà.