
Questo libro aiuta ad affrontare consapevolmente le questioni fondamentali del nostro tempo: per abitare il presente con entusiasmo e responsabilità, per affrontare anche la crisi come un'occasione di rinascita.
In una società sempre più plurale, sommersa da un sistema mediatico pervasivo e giocato sull’istante, c’è ancora spazio per una reale comunicazione di contenuti culturali? In che modo può svilupparsi l’informazione culturale in un contesto in cui i social media sembrano sostituirsi all’incontro «a tu per tu» e i tweets diventano la principale fonte di notizie? L’esperienza di «Domenica», supplemento culturale inventato negli anni Ottanta da «Il Sole 24 Ore», si offre come interessante e peculiare caso di studio per rispondere a tali domande, e per comprendere come, anche in scenari socio-tecnologici trasformati, ciò che rimane costante nel percorso storico e contenutistico di un giornale di cultura è la centralità dell’umano, con il suo desiderio di infinito e il suo complesso e irrinunciabile bisogno di verità.
MARIA LAURA CONTE, laureata in lettere classiche, ha conseguito il dottorato di ricerca in sociologia della comunicazione ed è giornalista professionista. Direttrice editoriale e della comunicazione della Fondazione internazionale Oasis, per la rivista omonima ha in particolare curato alcuni reportage e interviste da Sudan, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Tunisia, Egitto e Indonesia. Il suo libro Dove guarda l’Indonesia. Cristiani e musulmani nel paese del sorriso (Marcianum Press, Venezia 2006) ha ricevuto il Premio Capri-San Michele 2007.
L'autore analizza la storia di frate Francesco come scrittore di sé, esamina la peculiarità del suo stile e invita il lettore ad avvalersi della scrittura autobiografica con la guida spirituale di Francesco (Prefazione di Paolo Floretta).
Francesco, maestro di vita. Maestro spirituale anche del vivere in Internet? Pare proprio di sì, nonostante gli 800 anni che ci separano da lui. Francesco è maestro di reti e di relazioni, il suo chiostro è allargabile al web e la sua esperienza umana e spirituale può aiutare ad abitare questo ambiente di indiscusse potenzialità e ingannevoli trappole disumanizzanti. Un decalogo per interagire pastoralmente in Internet con spirito francescano: spunti, riflessioni e strumenti operativi, per trasformare le connessioni in relazioni, laboratori di significati e incontri evangelizzanti. Una proposta di webpastorale e di cyberspiritualità francescane per vivere Internet in questa inquieta età secolare in modo generativo.
Questo libro, scaturito dalla grande esperienza dell'autore, sottolinea l'importanza in ambito missionario ed ecclesiale di una comunicazione intesa non più solo come strumentale. Occorre riappropriarsi della propria capacità di giudizio, per restituire dignità alla conoscenza e per poter dire chi siamo e che cosa vogliamo in relazione alle vicende di un mondo soggetto a repentini cambiamenti. Se non sappiamo comunicare la Parola, parafrasando papa Francesco, come pensiamo di uscire dalle sacrestie, di scendere nell’agorà, di avventurarci nelle periferie?
GIULIO ALBANESE, comboniano, ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency. Attualmente collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo tra cui «Avvenire» e il Giornale Radio Rai. Dal 2007 insegna giornalismo missionario presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e dirige le riviste missionarie delle Pontificie Opere Missionarie Italiane. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Missione XL. Per un Vangelo senza confini (EMP 2012); Cliccate e troverete (con S. Pillon, Infinito edizioni 2011); Ma io che c’entro? Il bene comune in tempi di crisi (EMP 2009); Hic sunt leones (Paoline 2006); Soldatini di piombo (Feltrinelli 2005).
Come custodire ciò che è comune, in un tempo che sempre più si caratterizza per l'individualismo? Come mantenere aperto tale spazio, quando sembra piuttosto imporsi la dimensione della proprietà, negli ambiti più disparati? Come renderlo vitale, perché contribuisca al benessere del paese e a quello della famiglia umana? Come tutelare la varietà di beni fondamentali - acqua, aria e terra, ma anche conoscenza e legalità? - che danno sostanza e corpo al bene comune? A queste domande rispondono Laura Pennacchi e Alberto Bondolfi, in un dialogo ricco e stimolante, che intreccia filosofia e teologia, economia e diritto. La prospettiva che emerge traccia un contributo efficace per un'etica civile in un tempo di crisi, invitando a esplorare percorsi inediti entro e oltre la modernità. Si tratta di prendere sul serio la democrazia, come orizzonte che esige da tutti/e e da ognuno/a una partecipazione attiva e responsabile.
Piccolo esercizio di pensiero per scoprire nel termine "narcisismo" antiche e nuove intuizioni non riducibili al mero trionfo dell'effimero. L'autrice, con spiccata sensibilità filosofica e scrittura avvincente, ne coglie gli aspetti più attuali e dirompenti. Il mito di Narciso, narrato nel terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio, è un classico che non ha ancora esaurito quel che ha da dire.
In quale modo un giovane compie le scelte che lo guideranno nell’età adulta? E quale impatto hanno, nella costruzione del progetto di vita di un giovane, l’interazione sociale e i significati ad essa attribuiti? Uno studio che approfondisce ciò che accade quando abituali variabili sociologiche, come il background familiare e il livello scolastico, sono accostate alla prospettiva interazionista (in particolare alle figure di George H. Mead ed Erving Goffman) nello studio del progetto di vita. L’interazione con gli altri, mediata a un livello simbolico, è infatti un fattore basilare non solo per la costruzione dell’identità del singolo individuo, ma anche per la formazione del suo ruolo sociale, del suo progetto di vita e delle scelte fondamentali.
Simone Zonato, presbitero della diocesi di Vicenza dal 2001, nel 2012 ha conseguito il dottorato in scienze sociali con specializzazione in sociologia presso la Pontifica Università Gregoriana. Attualmente è docente presso l’Istituto superiore di scienze religiose «Mons. A. Onisto» di Vicenza e l’Istituto superiore di scienze religiose di Padova.
Questo libro non è un catalogo di storie esemplari. È invece una sequenza di vicende che più normali di così non potrebbero essere. Dentro queste pagine ci sono persone che dovreste e potreste conoscere perché camminano per le stesse strade dove camminiamo tutti e tutte, fanno le stesse cose che facciamo noi e a qualunque sguardo superficiale apparirebbero del tutto prive di quella misteriosa luce di predestinazione che dovrebbe distinguere una persona speciale dalla massa di chi speciale non è. Sono tutte storie così, semplici al punto che brillano solo se qualcuno se ne accorge e le racconta, e hanno protagonisti con nomi comuni.
La vulnerabilità è la base stessa della vita, è la condizione che appartiene a ogni individuo. Non è facile accettarci così. Ci vuole una vita intera per riconoscerci impotenti e vulnerabili. In questo libro l'autore suggerisce un cammino di ricerca e sperimentazione che riconosce nei legami il rimedio più efficace alla vulnerabilità: perché proveniamo da altri, grazie agli altri possiamo uscire da noi stessi, sopportare le nostre debolezze e cercare di alleggerire quelle altrui.
Studio multidisciplinare sulla formazione dei presbiteri italiani di oggi, che esamina il tema dal punto di vista teologico, storico e scientifico, facendo soprattutto ricorso a intuizioni e metodi propri delle scienze umane. Questo tipo di analisi permette di rilevare elementi interessanti che sono propriamente dinamici, attinenti al "prima" e all'"attorno" al seminario, e le ripercussioni che hanno nella vita e nella spiritualità dei seminaristi. Emerge con chiarezza che il seminarista non è solo una monade psichica impegnata in un processo interno di integrazione di valori umani e trascendenti, ma una persona (con tutte le implicazioni che questo termine riveste nel personalismo) inserita in un contesto specifico e con una propria storia di vita.
Il volume presenta i caratteri essenziali della visione politica del mondo biblico, nell'Antico e nel Nuovo Testamento, evidenziando come il paradosso della croce di Cristo costituisca la chiave di volta per il passaggio da una logica di dominio a una logica di servizio.