
Nel 1959 un giornalista politico è inviato da un quotidiano nazionale a seguire i lavori del congresso di un importante partito. Ne risulta una serie di articoli obiettivi e indipendenti, nessuno dei quali sarà pubblicato. Il giornalista si dimette immediatamente e, qualche tempo dopo, pubblica su "Tempo Presente" una disamina lucida e raggelante sul mondo della stampa e dei suoi rapporti con il potere. "Un giornalista politico - sostiene Forcella può contare su millecinquecento lettori: i ministri e i sottosegretari, dirigenti di partito, i parlamentari, sindacalisti, alti prelati e qualche industriale. Il resto non conta".
Lippmann indaga e descrive i meccanismi attraverso cui le immagini "interne" elaborate nelle nostre teste ci condizionano nei rapporti con il mondo esterno, gli ostacoli che limitano le nostre capacità d'accesso ai fatti, le distorsioni provocate dalla necessità di comprimerle, "raccontando" un mondo complicato con un "piccolo vocabolario"; infine, la paura stessa dei fatti che potrebbero minacciare la vita consueta. A partire da questi limiti, l'analisi ricostruisce come i messaggi provenienti dall'esterno siano influenzati dagli scenari mentali di ciascuno, da preconcetti e pregiudizi. Il testo di Lippmann ci offre anche una lucida critica del sistema politico democratico che ambisce a governare società sempre più complesse.
il libretto raccoglie il risultato di alcune conversazioni e con un linguaggio molto semplice l autore cerca di capire le complesse leggi dell affettivita e sessualita umana, per vedere come l amore sia ancora oggi possibile. Amore come gioco e follia passeggera, divertimento ed avventura, morbus animi", come dicevano gli antichi, oppure amore come impegno, banco di prova esistenziale, terreno sul quale si gioca tutto il senso della propria vita? In un contesto sociale dove la parola "amore" e`inflazionata e purtroppo svuotata di quella incisivita che dovrebbe farne il linguaggio piu`profondo nelle relazioni umane; in una cultura "consumistica" dove la sessualita e`banalizzata e spesso ridotta a semplice gioco di emozioni istintive, superficiali e saltuarie, giovanni sacchetti, prete, propone una serie di riflessioni, maturare alla luce della sua esperienza pastorale, con l'intento di offrire uno stru mento in cui non ha paura di riaffermare che se e`vero che il tarlo del peccato originale ha intaccato questo linguaggio singolare, inscritto da dio nel corpo umano, e`altrettanto vero che anche la sessualita umana puo`essere "evangelizzata", cioh puo`ritrovare il suo splendore originario di cui l ha rivestita il creatore. "
Quando si considera l'Africa contemporanea dal punto di vista politico, generalmente si pensa soltanto al colonialismo e al post-colonialismo, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e all'instabilità dei sistemi di governo. Questo libro affronta la questione da un punto di vista radicalmente diverso e fortemente innovativo, riportando al centro dell'analisi la vita quotidiana delle persone nel loro rapporto con le dinamiche politiche, ed esaminando criticamente le teorie politiche elaborate nel e sul continente africano. "Africa" inaugura la serie "teorie politiche del mondo" della collana Cronografie: un approccio nuovo e destinato ad alimentare un acceso dibattito, che rimette in discussione il pregiudizio occidentale dell'arretratezza del pensiero politico nel sud del mondo, da troppo tempo considerato come luogo di "esportazione" della democrazia.
A cento anni dalla nascita del grande regista della "Dolce vita", "Amarcord" e altri capolavori, una lunga intervista con Goffredo Fofi del 1992 su come raccontare l'Italia e i saggi di Piergiorgio Giacchè, Emiliano Morreale e Gianni Volpi su Federico Fellini come grande antropologo, geniale interprete dei nostri caratteri nazionali.
Questo libro è diventato un piccolo "culto" nel mondo, soprattutto tra librai, bibliotecari e appassionati lettori. Carrión, autore colto e grande viaggiatore, ha percorso le strade di mezzo mondo visitando librerie e biblioteche di ogni tipo e parlando con le persone che considerano i libri un bene fondamentale per l'umanità. Dalle biblioteche e librerie innovatrici di Seul, in Corea, alle più belle librerie e biblioteche del mondo sparse ai quattro angoli della terra, dalle conversazioni su città e librerie con esperti come Alberto Manguel e Luigi Amara all'interpretazione delle biblioteche di Don Chisciotte e del Capitano Nemo, Jorge Carrión ci accompagna in un viaggio appassionato attraverso le meraviglie della lettura e delle persone che ne hanno fatto un'arte di vita. Nella prima delle storie che compongono il libro, Contro Amazon, l'autore catalano enuncia sette ragioni (un manifesto) per cui opporsi ad Amazon: 1) Perché non voglio essere complice di un'espropriazione simbolica; 2) perché siamo tutti cyborg, ma non robot; 3) perché rifiuto l'ipocrisia; 4) perché non voglio essere complice del neo-impero; 5) perché non voglio che mi spiino mentre leggo; 6) perché difendo la lentezza accelerata, la vicinanza relativa; 7) perché non sono ingenuo.
Con l'espressione "le cento città d'Italia" Carlo Cattaneo constatava l'eterogeneità e le differenze fisiche, storiche e sociali del nostro Paese. Ancora oggi, colpisce chi si muove lungo la penisola quanto possano essere diverse antropologicamente e culturalmente città peraltro vicinissime tra loro, appartenenti a uno stesso territorio e a una simile storia. In questo saggio Goffredo Fofi indaga le originalità del nostro territorio e le sue mutazioni, come scrittori e registi lo hanno raccontato e quali siano i dialoghi tra centri e periferie.
Quali sono le basi ideologiche e filosofiche del pensiero dell'autocrate più potente e pericoloso dei nostri tempi? Il pensiero di Putin è complesso (ha molte diverse ispirazioni) e si evolve (è cambiato negli anni). Prendendo spunto spesso da irrazionalismi - ma sempre con pretesa scientifica - e da pensatori per lo più sconosciuti in Occidente. Il "sovietismo", basato non sull'idea comunista ma sul nazionalismo e il militarismo. Le istanze conservatrici: dalla Chiesa ortodossa al pensiero slavofilo, da certe posizioni di Sol?enicyn fino all'idea della superiorità morale del popolo russo di fronte alla decadenza occidentale. Il movimento "eurasista" che pone la Russia al centro tra Europa e Asia. L'ideologia imperialista per cui la Russia deve riprendere il controllo dei popoli un tempo sottomessi all'URSS e prima ancora agli zar. Il sovranismo come strumento ideologico nella battaglia contro la democrazia. Non è facile inquadrare la figura di Vladimir Putin. Nato e cresciuto in piena Russia sovietica, fedelissimo al suo paese, agente del KGB, dopo il crollo dell'URSS fa una rapidissima carriera politica fino a diventare presidente nel 2000. In quella fase, che dura due mandati presidenziali, si mostra aperto all'Occidente, liberista, democratico. A partire dal suo terzo mandato, però, ci troviamo di fronte a un Putin ultraconservatore e tradizionalista, intenzionato a riportare in auge i "veri valori" del popolo russo. Chi è dunque quest'uomo? Un comunista, un liberale, un conservatore? Lo studio di Eltchaninoff, che arriva fino a marzo 2022, cioè fino ai primi giorni dell'invasione dell'Ucraina, esplora i comportamenti e i discorsi di Putin per risalire alle sue fonti di ispirazione filosofica e ideologica, giungendo spesso a risultati inaspettati. Si va da ideologi nazionalisti e conservatori a sostenitori del panslavismo, a filosofi della "russità", fino a scrittori come Dostoevskij, opportunamente riletti e talvolta distorti per fungere da efficaci sostegni alla sua visione del mondo: una Russia forte e temuta che occupi il posto che le spetta tra le grandi potenze mondiali. In attesa di sapere quanti morti totalizzerà quest'ennesima feroce guerra è utile cercare di capire cos'abbia in testa la persona che l'ha scatenata.
Dopo "La notte di fuoco", in cui ha descritto la sua esperienza mistica nel deserto dello Hoggar, Schmitt torna a quell'esperienza con questo diario di viaggio in Terra santa, un territorio dalle mille impronte. Betlemme, Nazareth, la Galilea, luoghi intensi e cosmopoliti ritratti in presa diretta mentre l'autore approfondisce la sua esperienza spirituale, le sue domande, le sue riflessioni e sensazioni, i suoi stupori fino alla sorpresa finale, a Gerusalemme, di un incredibile incontro con quello che chiama "l'incomprensibile". Un percorso concluso a Roma, centro del cristianesimo, con un colloquio privato con papa Francesco, denso di significato e di echi che perdurano in queste pagine. Con una lettera di papa Francesco all'autore.
Il carcere. I rapporti con Tommaso Campanella e la congiura da lui ordita. Chi era Antonio Serra? Pensatore solitario e geniale, conobbe il carcere nel quale scrisse l'unica opera che sia giunta fino a noi, il "Breve Trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere con applicazione al Regno di Napoli". Il "Breve Trattato", definito da Benedetto Croce "lampada di vita", secondo molti è la prima opera di economia politica intesa in senso moderno. Della prima edizione, stampata nel 1613 da Lazzaro Scorriggio, sono note solo poche copie, tanto che Sophus A. Reinert ha scritto: "Ancora oggi il libro è il Sacro Graal dell'economia, che avvince l'immaginazione dei bibliofili dell'economia per il suo straordinario contenuto e per la sua mitica rarità". In questo saggio, tanto dotto quanto scritto con scorrevolezza, Oreste Parise ricostruisce la biografia e il pensiero di Antonio Serra, inquadrando la sua figura di uomo e di teorico dell'economia nel tempo in cui visse e cercando di svelare uno ad uno i misteri attorno alla sua figura.
"Difficile, fino a sedici anni fa, immaginare che le ricchezze delle mafie potessero trasformarsi in opportunità di lavoro e in strumenti di cambiamento. Un risultato reso col tempo possibile grazie all'impegno di molti, frutto di un percorso che arriva da lontano. Dietro c'è l'intuizione di un grande siciliano, Pio La Torre, che capì l'importanza di colpire le ricchezze mafiose sotto il profilo patrimoniale e insieme all'allora Ministro dell'Interno Virginio Rognoni ispirò la prima legge sulla confisca dei beni. Il passo successivo fu nel 1996 l'approvazione della legge n. 109 sul riutilizzo sociale di quei beni per cui Libera si impegnò con la raccolta di oltre un milione di firme. Questo 'Quaderno' ci racconta quel percorso e ci ricorda che grazie a quella legge sono tante le associazioni e cooperative che oggi lavorano sui beni confiscati alle mafie. Un 'Quaderno' che ci aiuta a capire l'importanza di una legge che non solo ha contribuito e contribuisce ad indebolire la criminalità nei suoi interessi economici, ma che ha anche un forte valore culturale, etico, educativo" (Luigi Ciotti). Testi di Tatiana Giannone (Associazione Libera).