
I conti delle banche sono sbagliati e le banche lo sanno. Mario Bortoletto ha aperto un mondo finora sconosciuto. È riuscito per ben quattro volte a passare da debitore a creditore di diversi colossi bancari nazionali. L'ultima verifica sui suoi conti correnti ha smascherato circa 300.000 euro pagati ingiustamente. Qui non sono in ballo solo reati (pesanti!), irregolarità e furberie. Qui sono in ballo i soldi dei correntisti. Sono milioni le persone in Italia che hanno problemi con gli istituti di credito. Le banche le chiamano sofferenze, cioè soldi che non riescono a recuperare. Ma quanti di questi crediti sono veri? Bortoletto e con lui centinaia di correntisti che hanno seguito i suoi consigli raccontano tutti i giochi sporchi su conti correnti, prestiti e mutui (sono circa 40 milioni i conti correnti in italia, miliardi di guadagni solo per la gestione, anche se in attivo). Intanto le banche ricevono prestiti dalla banca centrale europea allo 0,15 per cento. E praticano ai correntisti tassi esagerati, costi e commissioni ben nascosti negli estratti conto. Gli abusi continuano.
È arrivato il momento, dopo trentasei anni, di spiegare fatti rimasti finora in sospeso. Gli italiani hanno assistito inermi ad attentati di ogni genere: omicidi di militanti politici, poliziotti, magistrati. E stragi crudeli, terribili, come quella alla stazione dì Bologna del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti e che, nonostante la condanna definitiva dei tre autori, continua a essere avvolta nel mistero. Dopo interminabili indagini giudiziarie e rinnovate ipotesi storiografiche, gli autori di questo libro, esaminando i materiali delle commissioni Moro, P2, Stragi, Mitrokhin, gli atti dei processi e degli archivi dell'Est, e documenti "riservatissimi" mai resi pubblici, hanno tracciato una linea interpretativa sinora inedita, restituendo quel tragico evento a una più ampia cornice storica e geopolitica, senza la quale è impossibile arrivare alla verità. La loro inchiesta chiama in causa la "doppia anima" della politica italiana, le contraddizioni generate dalla diplomazia parallela voluta dai nostri governi all'inizio degli anni Settanta e, in particolare, lo sconvolgimento degli equilibri internazionali provocato dall'omicidio di Aldo Moro, vero garante di un patto con il Fronte popolare per la liberazione della Palestina finalizzato a evitare atti terroristici nel nostro paese. Senza questo viaggio a ritroso nel tempo è impossibile capire la stagione del terrorismo italiano culminata nell'esplosione del 2 agosto 1980.
Uomini e donne disposti a vendersi l'anima, il cuore, il sonno per una fotografia o un passaggio televisivo, un amore o un tradimento da rotocalco, un ingaggio o un'aragosta, un grammo di cocaina o uno di potere. Il mondo dei soldi e del cinema in un romanzo crudo e coinvolgente.
Un uomo sapeva già tutto del disastro ambientale nella cosiddetta Terra dei fuochi. Vent'anni fa conosceva nomi e trame di un sistema criminale composto da una cricca affaristica in combutta con la feccia peggiore della malavita organizzata e con le eminenze grigie della massoneria. Aveva scritto un'informativa rimasta per anni chiusa in un cassetto e ritenuta non degna di approfondimenti, ha continuato il suo impegno depositando, nell'ultimo periodo della sua vita, un'altra informativa. Quest'uomo si chiamava Roberto Mancini, è morto il 30 aprile 2014, ucciso da un cancro. Sarà riconosciuto dal ministero dell'Interno come "vittima del dovere". Un giovane poliziotto cresciuto tra le fila della sinistra extraparlamentare negli anni confusi e violenti della contestazione. Manifestazioni, picchetti, scontri di piazza, poi la scelta della divisa, per molti incomprensibile e spiazzante, per Mancini del tutto naturale. Una grande storia di passione, impegno e coraggio. Questo libro finalmente la racconta tessendo insieme con delicatezza e profondità le testimonianze dei colleghi e della famiglia (la moglie Monika, che ha collaborato alla stesura, la figlia Alessia, che aveva tredici anni quando il papà è morto), i documenti, oltre dieci anni di lavoro alla Criminalpol e la voce stessa di Mancini, che restituisce la sua verità e tutto il senso della sua battaglia umana e professionale. Una storia chiusa per anni nel silenzio e oggi riscoperta, oggetto di una fiction con Giuseppe Fiorello.
Una selezione degli scritti politici di don Primo Mazzolari, composti tra il 1940 e il 1955. Il libro è introdotto da una premessa di don Virginio Colmegna ed è diviso in cinque parti. La prima parte raccoglie gli interventi più attuali e dirompenti: scritti negli anni Quaranta, rappresentano ancora oggi una provocazione morale e intellettuale. Le parti che seguono sono dedicate ai giovani, chiamati a riscoprire la passione politica dopo le delusioni della guerra; alla tolleranza; al mestiere dell'uomo, per rinnovare e ripulire la politica corrotta e clientelare; alla giustizia sociale sempre dalla parte degli ultimi. L'ultima parte ("Siamo tutti comunisti") presenta una riflessione di don Mazzolari sul comunismo non come dottrina politica o sistema di pensiero ma come stato d'animo, molto vicino all'ideale dell'impegno politico cristiano.
"Chiamare i deputati e i senatori 'rappresentanti del popolo' non vuol dire oggi quello che voleva dire in altri tempi: si dovrebbero chiamare 'impiegati del loro partito'."
Prefazione di Marco Travaglio.
"Ci sono molte cose che possiamo imparare dal disastro di Roma. E chiedere che siano fatte, in tutta Italia per ridurre gli sprechi e i danni alla nostra vita." Daniele Frongia, presidente della Commissione per la spending review di Roma Capitale.
"Chi ha visto Majorana?" A rispondere ci hanno provato in tanti, Mussolini pretese subito la verità senza ottenere soddisfazione, Sciascia vi dedicò uno dei suoi libri più importanti (La scomparsa di Majorana), Gianni Amelio lo raccontò nel film I ragazzi di via Panisperna, Paolo Borsellino aprì un'inchiesta sul caso. Film e indagini giornalistiche si sono susseguiti nel tempo ma la verità su Ettore Majorana (Catania 1906-?), geniale fisico italiano, non è mai venuta fuori: tante ipotesi, le più svariate, dal suicidio alla fuga in altri paesi, al ritiro in un convento. Questo libro ci offre una nuova verità. Gli autori si sono mossi sulle tracce del ricercatore, hanno viaggiato in Sud America, incontrato i figli e i nipoti degli ultimi testimoni che hanno visto Majorana ancora in vita dopo la fuga, e hanno finalmente ricostruito i misteri di una scomparsa legata a molti e inquietanti motivi. Un vero scoop internazionale dopo che nel 2015 la magistratura, sulla base di una nuova testimonianza, aveva accertato la permanenza del grande scienziato italiano in Venezuela. Non restava che andare laggiù e indagare, ed è quello che gli autori hanno fatto. Un racconto agile, ricco di colpi di scena, un reportage, tra attualità, storia e verità giudiziarie, con un inserto fotografico e documentario in parte inedito. A centodieci anni dalla nascita. Prefazione di Salvatore Maiorana.
"Sì, ora ve lo dico, ma promettetemi che andrete avanti a leggere. Non fate scherzi. L'ho saputo da poco pure io, me l'ha detto mia mamma, perché è capitato, ma com'è andata lo leggerete più avanti. Dopo ha voluto parlarmi la psicologa e anche la dottoressa che mi conosce da quando sono nato (è parecchio seria la dottoressa ma anche parecchio simpatica e gentile). Mi chiamo Giovanni, ho dodici anni (quasi tredici) e sono nato con l'Hiv. Non lo sa nessuno, a scuola, alla polisportiva, all'oratorio, ma ho un gruppo di amici che lo sanno eccome e mi hanno istruito come in una piccola confraternita (sì, Star Wars l'ho visto tutto). Poi c'è mia mamma (mi vergogno un po' a dirlo ma sono sincero: amo mia mamma! wow, l'ho detto), mio papà che gli voglio bene anche se è impossibile batterlo a Fifa con la Play-Station (accidenti!), mia zia supercreativa e un po' scombinata (adesso si offende, lo so!) che mi porta a teatro e allo yoga della risata. Ho un desiderio e mi hanno detto che questo libro potrebbe aiutarmi a realizzarlo: vorrei parlare della mia malattia perché il silenzio mi fa sentire un po' solo (e a me la solitudine proprio non piace) e perché può aiutare anche chi non ce l'ha a non prendersela (questo me l'ha detto la dottoressa, eh). Allora buona lettura, Giovanni."
Più medicine, più salute. Siamo ossessionati dal benessere e abbiamo talmente paura delle malattie (anche quelle inventate) che siamo disposti a ingerire qualsiasi pillola, e a credere a truffatori e guaritori senza scrupoli. Bombardati da pubblicità ingannevoli, compriamo integratori di ogni specie senza sapere che per la maggior parte non servono a nulla, siamo disposti a sottoporci a esami più volte all'anno con costi elevatissimi anche quando non ce n'è bisogno, ci affidiamo a qualsiasi prodotto che sia naturale e biologico sicuri della sua efficacia, anche quando non provata scientificamente, e siamo in balia della prima novità farmaceutica che ci prometta di farci diventare più belli e più giovani. Poveri ingenui. Ecco un libro che ci può aiutare. Di Grazia, medico di professione, combatte da anni contro truffe e ciarlatani. Riporta casi di farmaci inutili o addirittura dannosi spacciati per miracolosi, dal nuovo prodotto contro l'Alzheimer allo scandalo dell'Oscillococcinum, o di certi psicofarmaci o antidolorifici causa di morte e disturbi gravissimi. Tutto provato e documentato. Essere informati è l'unica cura che può salvarci da facili illusioni e aiutarci a essere cittadini e pazienti più sani e consapevoli.
“Il controllo degli scontrini è una guerra non tanto tra poveri, ma ai poveri.”
“Chi viene da voi riceve premi e/o riconoscimenti per i risultati ottenuti. Scordatevi che si metta nei vostri panni... Chi fa rispettare i propri diritti e punta i piedi ha più probabilità di uscire indenne da un’ingiustizia.” Luciano Dissegna, ex funzionario Agenzia delle entrate
Dalla testimonianza di ex funzionari dell’Agenzia delle Entrate e sulla base di documentazione accertata, la verità su come gli italiani onesti sono ingiustamente vessati dal Fisco.
La vita è una tassa. Si pagano tasse sulla nascita e sulla morte, persino sui fiammiferi, sulla birra (oltre che su tutti gli altri alcolici), sulle scommesse ippiche e, nascoste sotto altre voci, persino sulla guerra in Etiopia del 1936. A gestire gran parte delle imposte dirette e indirette è l’Agenzia delle entrate che è diventata, di fatto, la più potente istituzione economica del paese, di conseguenza i danni che è in grado di provocare sono enormi, come dimostra bene questo libro, per certi aspetti sconvolgente, perché costruito anche grazie alle testimonianze di ex funzionari dell’Agenzia. Troppi imprenditori sono finiti nel tritacarne tributario pur non avendo evaso un solo euro. Lo dicono le sentenze: errori da terza media, calcoli presuntivi senza criterio, formule cervellotiche tutte orientate a gonfiare gli accertamenti fiscali. L’Agenzia dovrebbe occuparsi dell’evasione, eppure i tre quarti degli incassi sono frutto di pagamenti “spontanei”, una tantum, interessi e sanzioni spesso dovuti a banali errori e ritardi, e l’80 per cento circa delle dispute riguarda accertamenti tra 0 e 100.000 euro. Recuperi esigui. E i pesci grossi? Troppo complicato: più facile prendere di mira coloro che già pagano o qualche nome di richiamo, a scopo dimostrativo, le grandi imprese meglio lasciarle stare. Come difendersi dal torchio delle tasse? I dieci consigli di chi conosce bene l’Agenzia sono preziosi e fanno capire come il nostro rapporto col Fisco andrebbe completamente rifondato. Questo libro vuole essere un primo contributo per avviare questo cambiamento.