
"Nel corso della mia pratica professionale di medico di malattie nervose mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche "differenze di tipi": più specialmente mi hanno colpito "due tipi", che ho denominato "introverso" ed "estroverso"..." L'opera, forse la più famosa di Jung, non descrive soltanto quella polarità caratteriale alla quale può essere ricondotta ogni altra diversità del comportamento umano, ma si presenta come un trattato di psicologia junghiana, prodigo di informazioni, di casi clinici, di una cultura sterminata. Dunque un libro di grande respiro, che è anche una storia del pensiero umano.
L'eclissi della politica è cominciata da quando essa ha omesso di confrontarsi con le trasformazioni che ne hanno svuotato categorie e concetti. Accade così che paradigmi genuinamente politici vadano ora cercati in esperienze e fenomeni che di solito non sono considerati politici: la vita naturale degli uomini restituita al centro della polis; il campo di concentramento; il rifugiato; il linguaggio come luogo politico per eccellenza, oggetto di una contesa e di una manipolazione senza precedenti; la sfera dei mezzi puri o dei gesti, ossia dei mezzi che, pur restando tali, si emancipano dalla loro relazione a un fine. Il libro cerca di ripensare le categorie della politica in una nuova realtà.
All'occhio dello psicologo l'attesa di un figlio appare un'occasione di crescita e di maturazione psicologica per entrambi i genitori, come è molto evidente oggi anche ai profani. Nelle nuove generazioni è presente una concezione della vita di coppia diversa da quella tradizionale, con una sempre maggiore responsabilizzazione dei padri nel vivere la gravidanza della donna e la nascita di un figlio. E' sempre più frequente che il padre assista di persona al parto. E' una questione dibattuta, tra antropologia e psicologia, se esista, o sia mai esistito, un "istinto paterno". Per la donna, la maternità, al di là degli eventi biologici gravidanza-parto-allattamento, è una fondamentale esperienza psicologica.
Gli scritti raccolti in questo volume sono dedicati al concetto di archetipo e di inconscio collettivo, che si possono considerare il nucleo centrale della concezione junghiana della realtà psichica, e sono fra gli aspetti più noti anche al pubblico generale dell'intera opera di Jung.
Il saggio "Aion" è del 1951 e insieme a "Gli archetipi e l'inconscio collettivo", propone le caratteristiche che formano il fascino dell'opera di Jung, un complesso intreccio di esperienza psicoanalitica e di vastissime conoscenze scientifiche e umanistiche.
Il volume ci presenta Jung nella veste di docente e divulgatore dei principi basilari del suo pensiero teorico. Il più ampio dei contributi qui raccolti, Fondamenti della psicologia analitica, riproduce infatti la trascrizione stenografica delle lezioni tenute nella londinese Tavistock Clinic. La vita simbolica è la trascrizione di un seminario tenuto nel 1939 alla Guild of Pastoral Psychology di Londra. Il saggio Simboli e l'interpretazione dei sogni nasce invece dalla decisione presa da Jung, poco prima di morire, di presentare le proprie teorie a un ampio pubblico di non specialisti. Completano il volume due saggi sulla persona e sulle teorie di Freud.
Nell'antichità gli alchimisti furono sempre considerati con sospetto. Se il potere civile li mise fuori legge, quello religioso li bollò con la scomunica. Non c'è da stupirsi quindi che siano stati costretti da sempre a usare un linguaggio cifrato che li condannò all'incomprensione da parte dell'opinione pubblica. Jung, che studiò per circa un trentennio i testi alchemici, rivoluziona qui la prospettiva da cui osservare i contenuti di quest'Arte. Nei saggi che compongono il volume, incentrati sia su personaggi di alchimisti famosi, sia anche sui principi dell'alchimia cinese, l'interesse di Jung si rivolge alle espressioni simboliche dell'alchimia, in cui egli vede proiettati contenuti archetipici.
Gli scritti raccolti nel primo volume delle "Opere di C.G. Jung" risalgono agli anni 1900-05. Sono gli anni del Burgholzli, l'ospedale per malattie mentali diretto da Bleuler, in cui Jung svolse un'intensa attività psichiatrica, fondata sulla ricerca di una comprensione dall'interno della personalità squilibrata. Questi scritti dimostrano quanto sia inesatto il rimprovero, talora mosso a Jung, di scarsa fedeltà ai dati sperimentali. A partire dalla sua tesi di laurea sulla "Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti", Jung si dimostra osservatore e terapeuta in un senso originale, ancorato saldamente a un metodo empirico, accogliente qualsiasi accadimento psichico con disponibilità e rispetto totali.
Tutti i genitori desiderano che il bambino che sta per nascere sia sano, felice, indipendente, pieno di curiosità verso la vita, capace di amare e di corrispondere all'affetto di chi gli è vicino, e che diventi capace di affrontare con sicurezza le situazioni difficili. Questo desiderio è una potente motivazione che permette loro di considerare il bambino, fin dalla nascita, come una persona, e di fornirgli l'ambiente più favorevole per il suo sviluppo, evitando di proiettare su di lui le loro ansie e i loro traumi infantili non risolti. Nei reparti di maternità le procedure sono passate, negli ultimi decenni, da una grande rigidità a una sempre maggiore vicinanza dei genitori con il bambino al momento del parto e prima del ritorno a casa.