
"Un minuto tutto per te" si basa su un principio semplice ma fondamentale, ritagliare una minuscola porzione di tempo, un minuto appunto, da dedicare solo a noi se stessi. Quanto ci costa fermarci un minuto in occasione diverse nell'arco della giornata? La risposta che quel minuto di riflessione ci dimostra come una maggiore attenzione per se stessi abbia effetti benefici su fisico e stato d'animo e migliori i risultati sia sul lavoro sia nella vita privata.
"Riesco a raffigurare nella mia mente l'immagine del mondo delle epoche passate, e mi affascina il pensiero di quel che gli uomini vissuti prima di noi hanno potuto sentire nei loro cuori. Pensare che Pitagora, Buddha, Gesù Cristo, Michelangelo, Shelley, Shakespeare, Emerson e tanti altri che onoriamo come nostri maestri e guide spirituali abbiano camminato sullo stesso terreno, bevuto la stessa acqua, guardato la stessa luna... Sono giunto alla conclusione che per ottenere un profondo mutamento spirituale nel nostro mondo dobbiamo conoscere e vivere nelle nostre stesse esperienze personali la sapienza degli eminenti maestri che nel nostro passato ci ha lasciato." (Wayne W. Dyer)
Il coraggio di vivere implica la consapevolezza della propria diversità e di quella incolmabile distanza che ci separa dall'altro, ma che ci rende anche unici. Il raggiungimento di questa unicità è l'opus creativo che opponiamo alle contraddizioni della vita, alle falsità che governano gran parte dei rapporti dei rapporti interpersonali, a una finta prossimità che lentamente, ma inesorabilmente, ci priva della dignità di una voce e di un nome.
Perché e per chi vivere? Perché e per chi lavorare? La nostra società, così contrassegnata dalla frammentazione culturale, ha reso più evidente la fatica di trovare un senso alle cose che facciamo e soprattutto un senso al nostro esserci. Il libro di J. Monbourquette, si propone come obiettivo di offrire percorsi di riflessione per chiunque si trovi a vivere momenti di transizione che annunciano un cambiamento nella propria vita. Queste pagine sono il risultato del lavoro di alcuni gruppi di giovani e di adulti che hanno accettato un percorso di conoscenza di sé; uno strumento concreto, quindi, che può aiutare chi desidera un confronto per riconoscere e rielaborare un percorso personale verso la realizzazione di sé.
"La prospettiva di Brown è più radicale e più ampia di quella di Marcuse, va decisamente verso quella che si potrebbe definire come abolizione della civiltà e della storia. Attraverso il linguaggio le idee vanno a toccare, e a risuscitare, significati immemorabili e speranze inaudite. La psicoanalitica abolizione della repressione diventa in Brown la cristiana resurrezione della carne, e si afferma esplicitamente che il "problema cui l'umanità si trova di fronte è intrinseco alla teologia cristiana". Si chiude così un grande ciclo e si ritrovano antichi valori perduti. Come nelle paradossali ma rivelatrici pagine dedicate a Martin Lutero, dove la scienza più evoluta è trasformata dall'interno fino a diventare religione." (Sergio Quinzio)
Il "modello simbolico trigenerazionale" consente di affrontare il percorso di mediazione familiare a partire dalle tre domande fondamentali che un professionista deve porsi. Come lavorare sul presente e decidere il tipo di intervento più appropriato? Come comprendere l'influenza del passato sull'attuale processo di separazione della coppia? E quali sono le strategie più efficaci per costruire nel futuro un accordo che salvaguardi il legame tra le generazioni? Il lettore troverà nel volume una risposta a queste domande e potrà avvalersi dell'ampia casistica presentata per orientarsi in ogni passo del processo di mediazione familiare.
Il libro si apre con una citazione che evidenzia il paradosso con cui la psicologia è costretta a confrontarsi: a dispetto del senso comune che la immagina come studio dell'esperienza umana e dei significati, la psicologia ha, per molto tempo, intenzionalmente escluso questi temi dal suo campo di lavoro. Quali sono le ragioni profonde di questo rifiuto? E quali le opposte ragioni dell'attuale svolta verso la ricerca del significato? Questi interrogativi sono affrontati attraverso un'introduzione ragionata ai nuovi orientamenti della psicologia che rifiutano il paradigma naturalistico e le sue metodologie per proporre l'alternativa di una scientificità più incerta, ma più aderente all'esperienza umana.
Imparare ad osservare non consiste in un fuggevole vedere, bensi in un immergersi nell'evento, accoglierne le vibrazioni sensoriali, sentire le emozioni e denominarle. Il libro sviluppa ed approfondisce l'osservazione infantile in condizioni naturali come processo formativo del futuro psicologo e non solo come strumento di conoscenza del bambino. L'universita italiana, fino ad oggi, ha inteso l'apprendimento come un'attivita puramente cognitiva, ove il docente da informazioni che lo studente riceve ed eventualmente rielabora. Una concezione simile dei processi di apprendimento conduce all'ipervalutazione dei processi di pensiero denegando gli elementi affettivi e relazionali. Il sapere diventa quindi un oggetto morto", autoreferenziale, chiuso in un insieme di concetti e di formule. Apprendere dall'esperienza ed attraverso l'osservazione significa, in primo luogo, imparare che osservare non consiste in un fuggevole vedere, bensi in un immergersi nell'evento. "