
Troppo frequentemente siamo chiamati - da noi e dagli altri - a scindere la parte razionale del nostro essere, il nostro vivere consapevole dalle emozioni, dai vissuti, dai sentimenti più profondi e nascosti. Quasi dovessimo vergognarci dei moti interiori, delle vibrazioni dell'anima, della commozione, della gioia o della paura. Quasi alludessero a una debolezza dello spirito, piuttosto che a una ricchezza delle potenzialità umane di percepire gli eventi. In questo nuovo saggio, Aldo Carotenuto sottolinea come i sentimenti siano alla base non soltanto del nostro vivere soggettivo, ma anche e soprattutto del nostro agire relazionale costituendo, in definitiva, il legame tra la nostra anima e il nostro corpo.
Charles Bonnet, naturalista ginevrino del Settecento, si era occupato di tutto: dall'entomologia alla riproduzione dei polpi, dalla botanica alla filosofia. Quando seppe che suo nonno, ormai semicieco, iniziava ad avere "visioni" di strani oggetti flottanti e di ospiti immaginari, volle stenderne un minuzioso resoconto, che passò inosservato per oltre un secolo e mezzo. Oggi la sindrome descritta da Charles Bonnet, che collegava l'insorgere di stati allucinatori con la regressione della vista - come se il cervello intervenisse, a modo suo, per compensare il senso perduto -, è ormai riconosciuta dalla letteratura medica, anche se viene raramente diagnosticata perché le allucinazioni sono associate alla demenza, alla psicosi, e chi ne soffre tende spesso a tacerne. Ma non è sempre stato così: in altri tempi e in altre culture, gli stati alterati di coscienza venivano percepiti come condizione privilegiata - da ricercare e indurre con la meditazione, l'ascesi, le droghe - e hanno influenzato l'arte, il folclore, il senso del divino. Con questa "storia naturale delle allucinazioni" Sacks aggiunge un ulteriore tassello alla sua "scienza romantica", capace di tramutare la casistica medica in una forma d'arte empatica.
Come i suoi lettori ben sanno, il tratto che accomunava le varie facce di quella personalità unica che è stato Oliver Sacks era la passione. Una passione destinata ancora una volta a contagiarci, giacché in questo libro ritroveremo tutta la vitalità dell’uomo curioso, l’acutezza dello scienziato, l’empatia del medico, la brillantezza dello scrittore. Risaliremo, sul filo dei ricordi, alla genesi di tante sue inclinazioni: quella per il nuoto, trasmessa dal padre; quella per la storia naturale, maturata nel corso delle visite al Museo di Storia naturale a South Kensington; quella per le biblioteche, innescata dagli scaffali del salotto di casa. Ammireremo la sua non comune capacità di auscultare le neuropatologie e le psicopatologie come fossero irruzioni di antropologie aliene, dalla « figura di cera » congelata nell’immobilità per un « coma ipotiroideo » ad alterazioni percettive quali gli « arti fantasma », dai sintomi terribili dell’encefalite letargica ai più eccentrici disturbi della cognizione o dell’umore. Rimarremo colpiti dalla molteplicità di temi e interessi coltivati in un’esistenza fatta di molte esistenze sovrapposte, dalla vita extraterrestre alle varietà zoologiche – elefanti, oranghi, pesci – ai giardini e agli orti botanici. E ancora una volta ci faremo trascinare da quella voce perturbante e partecipe, ironica e intensa che connotava – « non importa se nella contemplazione di un’opera d’arte, di una teoria scientifica, d’un tramonto o del volto di una persona amata » – la sua inesauribile voracità conoscitiva.
Lo psicoterapeuta è chiamato a sostenere le intenzionalità di contatto implicite negli schemi corporei del paziente, attraverso la creazione di una nuova storia relazionale. L'autrice espone quindi il legame esperienziale che esiste tra la relazione terapeutica e gli schemi corporei evolutivi del paziente. Se la terapia ha successo, la persona è libera di vivere una vita spontanea e creativa. L'opera è il frutto dell'esperienza di Ruella Frank, psicoterapeuta della Gestalt newyorkese, membro dell'Istituto fondatore della psicoterapia della Gestalt.
Il manuale offre agli studenti dell’Ecclesia Mater uno strumento per accostarsi alla Psicologia della Religione, di cui si chiariscono compiti e limiti; offre una panoramica del pensiero dei “maestri” che hanno delineato le dinamiche che mettono in relazione l’uomo con il Trascendente e i segni che le accompagnano. Presenta alcuni aspetti del contesto contemporaneo, con attenzione particolare alle giovani generazioni; evidenzia il rischio del riduzionismo, foriero di una visione parziale della Religione e dei processi di rifiuto/adesione al credo religioso. Riferendosi all’ambito ebraico-cristiano, il manuale esemplifica processi e meccanismi della relazione uomo-Dio anche utilizzando alcuni passi della Sacra Scrittura.
Biografia
Alessandro Panizzoli, psicologo, è membro della Società Italiana di Psicologia della Religione ed è consulente del Ministero della Giustizia. Collabora con l’Editrice La Scuola, presso cui ha pubblicato articoli e libri per l’IRC, curandone l’aspetto antropologico-storico e psicologico. Insegna Religione cattolica nella Secondaria superiore ed è docente di Psicologia della Religione presso l’ISSR Ecclesia Mater
In questo nuovo libro di Juul, si spiegano i motivi per cui sia all'interno della scuola (primaria e secondaria) sia nella famiglia è arrivato il momento di adottare un concetto nuovo di educazione, quello proposto da Juul e qui formalizzato. Comportamento distruttivo, litigi quotidiani, estenuanti conflitti di potere con bambini difficili rappresentano una sfida impegnativa per tanti pedagogisti e genitori. Secondo gli autori, tuttavia, alla base di disobbedienza e indisciplina risiede una causa principale: un profondo conflitto relazionale tra adulti e bambini. I bambini, infatti, sono disposti a imparare e collaborare quando vedono riconosciute e tutelate la propria integrità e individualità personale all'interno di un ambiente rispettoso e di un dialogo realmente "paritario". Con dettaglio e profondità, accompagnati da un linguaggio chiaro ed esempi pratici, gli autori spiegano a pedagogisti e genitori in cosa consiste la "competenza relazionale" - concetto centrale della nuova cultura pedagogica - e quali possono essere le alternative attuabili in campo educativo.
Talora la psicologia travalica i propri limiti e accade che si confonda la direzione spirituale con la consulenza psicologica. Teologia e psicologia devono invece collaborare, ma senza sovrapporsi, perseguendo un obiettivo comune da impostazioni diverse. L'apporto primario della psicologia nella formazione sta nell'aiutare il soggetto a essere vero; ma a questo percorso va affiancato un atteggiamento orante. Non si tratta solo di un cambiamento del comportamento, ma di una conversione dei sentimenti, fino all'identificazione con gli stessi sentimenti di Gesù.
Questo libro è frutto del lavoro di indagine scientifica e di formazione sullo sviluppo delle capacità di regolazione e controllo condotto negli ultimi anni da diversi operatori dell'Università di Genova. Il testo si propone non solo come uno strumento di approfondimento ma anche come una guida alle strategie più funzionali per promuovere le abilità di regolazione e controllo in età prescolare e nei bambini con difficoltà di autoregolazione. Nel primo capitolo è trattato lo sviluppo della capacità di regolare il comportamento dall'infanzia all'età adulta, tenendo in considerazione le diverse abilità coinvolte e la capacità da parte dell'ambiente di offrire un contenimento sia di tipo affettivo, sia di tipo normativo; nei due capitoli successivi sono presentate strategie e programmi di intervento per favorire la regolazione del comportamento e della cognizione a casa e nei contesti educativi. L'ultimo capitolo è dedicato alla descrizione di un programma di potenziamento dei processi di controllo composto da diciotto attività-gioco per il periodo prescolare. Arricchiscono il libro le schede con le informazioni dettagliate per la realizzazione di questo percorso nella scuola d'infanzia e in ambienti extrascolastici, scaricabili dal sito: www.francoangeli.it/Area_multimediale.
I saggi contenuti in questo volume ripercorrono la riflessione teorico-clinica che ha portato Massimo Recalcati ad affermarsi come voce di riferimento della psicoanalisi italiana. Dalla psicopatologia dell'anoressia e della bulimia alla clinica dei nuovi sintomi, sino al "complesso di Telemaco" e alle riflessioni su psicoanalisi ed estetica, questo libro sintetizza l'itinerario di un pensiero.
Trasmettere l'eredità è un atto di consegna del Padre, atto che esige fedeltà al mandato ricevuto, in un mondo che ci addestra a un godimento senza freni e senza limiti, con il dovere di comprare secondo l'imperativo di mercato. Particella vagante, il soggetto si sfalda nell'anonimato perché la contemporaneità ha smarrito la funzione del Padre, con effetti decostruttivi operanti nella lingua, nella politica, nell'economia e nel sociale. Queste sono le conseguenze visibili di una crisi che parte da lontano e che si può definire con le parole dell'autrice "l'evaporazione del Nome-del-Padre".
Lungi dall'essere trasparente a se stesso e pietra angolare della conoscenza della realtà, il soggetto è un fragile edificio, costituito di mattoni neurocognitivi e psicosociali che si caratterizza innanzitutto per la sua precarietà. Di qui la sua natura essenzialmente difensiva, il suo articolarsi in un insieme di manovre psicologiche che si sforzano di porre argine alla sua originaria fragilità. Con gli attrezzi forniti da una filosofia della mente innervata dalle scienze cognitive, gli autori sviluppano una critica della soggettività autocosciente, in cui l'io da dato primario diviene costruzione e i temi dell'inconscio, dell'autoinganno e dei meccanismi di difesa vengono letti in una luce nuova e più rigorosa.