
Questo libro si propone di aiutare i genitori, insegnando loro ad avere fiducia nella capacità dei loro figli piccoli di conoscere ed esprimere i loro bisogni e sentimenti. Portando avanti l'approccio alla relazione genitori/figli, l'autrice esplora i sentimenti e il mondo interiore dei bambini, descrivendo alternative efficaci sia alle punizioni che alle ricompense, ugualmente dannose per i piccoli.
Il volume propone un'articolazione della questione del fraterno con l'ambito teorico e clinico della psicoanalisi, ma nello stesso tempo si spinge verso un'esplorazione culturale del fraterno stesso, tramite il contributo del cinema, della letteratura e di quel genere specifico costituito dall'epistolario. Tre ambiti strettamente interconnessi, attraverso i quali rendere conto, di volta in volta, del modo in cui il fraterno è stato teorizzato - a partire da Freud fino ai nostri giorni -, del modo in cui la dimensione fraterna può emergere nella clinica - individuale, di coppia o di famiglia -, ma anche nel modo in cui questa stessa infiltra, da sempre, espressioni culturali di vario genere.
A partire da alcune parole-chiave (vicinanza, bellezza, gratuità, ecc.) l'Autrice percorre i tanti sentieri che attraversano la felicità: "una pienezza da cui si è posseduti".
Nostalgia: uno stato d'animo e un'esperienza che tutte/i incontriamo nella nostra vicenda esistenziale, sia che riguardi il rimpianto per uno spazio lontano, sia che rievochi un tempo trascorso. Per trovare nella nostalgia uno strumento utile alla conoscenza di sé occorre però evitare il rischio di una narrazione univoca, incapace di dar conto della configurazione di quell'arcipelago di emozioni dentro cui si presenta l'emozione nostalgica, mettendo in figura la "compagna di viaggio" che meglio la caratterizza di volta in volta, sia essa la sofferenza o la speranza, la malinconia o la dolcezza, la consolazione o la paura? Nell'epoca in cui il mondo appare a disposizione di ogni viaggio e il ritorno nient'altro che un proseguimento di questo, la nostalgia si colora delle tinte del bisogno esistenziale verso un altrove indefinito, che spesso torna a coincidere col proprio centro svincolato da situazioni e relazioni che sentiamo insufficienti e, a volte, soffocanti. E in questo senso tanto più vere risuonano le parole di Borges: "Chi lascia la casa ha già fatto ritorno", in cui possiamo sentire quanto la nostalgia si configuri come un'emozione aperta, che affianca e stimola il viaggio di sola andata dell'esistere.
Per tutto il periodo della sua vita fetale, fino al momento della nascita, il cervello sviluppa con l'organismo a cui appartiene una relazione fisiologicamente armonica che si instaura attraverso un network di comunicazioni rappresentate dai neurotrasmettitori e neuropeptidi. Questi messaggeri neurochimici, prodotti dalle cellule del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario, influenzano la crescita delle fibre nervose, la plasticità delle sinapsi, il ciclo vitale dei neuroni con la loro morte programmata, determinando l'assetto definitivo del sistema nervoso centrale e periferico. Al momento della nascita l'impatto con i fattori ambientali e le esperienze individuali condizionano l'assetto definitivo del cervello e l'espressione dei geni la cui premessa è quella di raccogliere i suggerimenti dell'ambiente. Alla luce della PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia) l'autore illustra una serie di casi clinici "singolari" dandone l'interpretazione scientifica per dimostrare l'importanza di un modello di vita volto a ridurre al minimo il disagio psichico con conseguente prevenzione del danno biologico. Presentazione di Umberto Galimberti.
Saggio su parole, tematiche, concetti per fare chiarezza e riflettere sul significato di inclusione. Parole rozze, povere, grossolane, riducono la possibilità di ragionare, di superare una analisi superficiale degli eventi della vita, di considerarli parte di un contesto più ampio e complesso. Per questo abbiamo bisogno di parole che ci aiutino a rimettere al centro l'essere umano in relazione con gli altri esseri umani e con altri esseri viventi per delineare nuove forme di equità. Abbiamo bisogno di parole dal profondo sapore sociale. E quella su cui si incentra questo volume è la parola inclusione.
È una forza oscura e potente che, all'improvviso, può impadronirsi di te e spingerti a dire o a fare cose che non avresti mai pensato di poter dire o fare. Può prenderti mentre sei in coda in auto, sul posto di lavoro, o durante una discussione con il partner. E poi, quando si esaurisce e se ne va, è spesso troppo tardi per rimediare ai danni che ha provocato.
È la rabbia.
Ma che cos'è esattamente la rabbia? Da dove viene e perché si scatena? E, soprattutto, che cosa si può fare per combatterla, per evitare che rovini la vita a noi e agli altri?
Da questi pressanti interrogativi prende le mosse l'intervista della giornalista e scrittrice Cinzia Tani al neurologo Rosario Sorrentino, che, dopo il successo di Panico, cercano ora di risalire alle radici neurologiche e mentali di un'emozione diventata la cifra della società contemporanea, con i suoi ritmi sempre più frenetici, l'esasperato individualismo e lo strapotere dell'immagine imposto dai mass media. Un virus, quello della rabbia, che sta a poco a poco avvelenando e corrodendo non solo i rapporti di coppia e quelli familiari, ma anche le più elementari norme della convivenza civile, come dimostrano la preoccupante diffusione dei casi di violenza domestica e i più efferati episodi di cronaca nera degli ultimi anni, che vengono analizzati e discussi nel libro.
La chiave per comprendere il funzionamento della nostra mente e il significato dei nostri comportamenti consiste, secondo Sorrentino, nel riconoscimento dell'estrema plasmabilità e duttilità del cervello umano, che si adatta a ogni possibile situazione e propone di volta in volta le soluzioni più adeguate per affrontarla grazie a un giusto compromesso tra la sua parte più istintiva e animale (l'amigdala), responsabile delle emozioni primordiali, e quella più razionale e saggia (la corteccia prefrontale), preposta al giudizio critico e al controllo delle reazioni impulsive. Quando però per una qualsiasi ragione (non ultima la presenza di stimoli e fattori che alterano profondamente il nostro modo di interagire con gli altri) tale equilibrio non viene raggiunto, ecco che le nostre reazioni risultano eccessive e sproporzionate, con conseguenze talvolta tragiche.
Dunque, a parte i casi in cui l'aggressività e la rabbia presentano un evidente profilo clinico, e che richiedono un opportuno trattamento farmacologico associato a una psicoterapia cognitivo-comportamentale, una reale soluzione del problema potrà essere trovata solo migliorando la qualità delle relazioni interpersonali e "bonificando" il mondo della comunicazione, cioè mediante "il recupero graduale della dimensione sociale, la ricostruzione di un'agorà, del luogo dove si possa tornare a parlarsi, a confrontarsi, dove il dissenso venga espresso in termini formalizzati, e dove sia diffuso e accettato il pluralismo delle idee e delle opinioni".
Pur in mezzo alle tensioni e ai conflitti che costantemente si riaccendono nel cuore delle persone e dei gruppi, chi vuole essere riconciliatore è invitato a fare leva più su ciò che unisce che su ciò che divide e sugli aspetti positivi, siano essi manifesti o latenti.Tuttavia, operare come riconciliatori non è né facile né immediato e la condizione primaria è di essere riconciliati nelle varie relazioni costitutive, cioè con se stessi, con Dio, con gli altri, con la vita. Sul tema il testo presenta alcune riflessioni e alcune esercitazioni spirituali che pongono l'accento non sul limite da riconoscere e sulla tristezza, ma sull'amore e sulla certezza della salvezza.
Poter amare, grande desiderio di ogni persona e aspirazione del cuore umano, è un’esigenza profondamente radicata nella sua sorgente, l’amore primario di Dio, che costituisce il cuore stesso della vocazione e della comunità cristiana. Ma, come insegna l’esperienza quotidiana, amare non è un processo automatico. Tante forze contrarie contrastano e facilmente depistano, talora bloccano questo appello profondo della vita di ciascuno. Come mai avviene questo? Che cosa può rendere attuabile, sul piano educativo, l’aspirazione ad amare? Quali dinamismi psichici la sostengono? Quali resistenze la frenano? Quale collaborazione personale alla crescita si rende indispensabile perché le scelte fondanti della vita, il matrimonio e la vita consacrata, abbiano una base solida e un avvenire positivo? La terza edizione di questo libro propone tavole rinnovate e suggerisce nuovi spunti di riflessione in merito alla sensibilità odierna nei confronti della sessualità, dell’affettività e della cultura «del genere».