
I legami di attaccamento tra il bambino e gli adulti che si prendono cura di lui e il loro contributo allo sviluppo sono un tema di grande interesse e riflessione in ambito psicologico. In particolare, la teoria dell'attaccamento rappresenta un punto di convergenza tra diversi campi della teorizzazione e dell'indagine psicologica, fornendo al ricercatore e agli operatori in ambito clinico utili strumenti per la lettura e la comprensione delle diverse situazioni relazionali che bambini e genitori si trovano a vivere.
Negli ultimi anni i contributi di diverse discipline hanno evidenziato il grande interesse scientifico e culturale sullo sviluppo del maschile e del femminile: un campo in evoluzione in cui la genetica, la psicologia, la sociologia e l’antropologia si impegnano a chiarire il difficile tema dell’identità di genere. In questo senso, il libro inquadra lo sviluppo psicoaffettivo e sessuale sottolineando anche la funzione svolta dai fattori biologici e dal contesto sociale nelle fasi critiche nell´arco di vita. A partire dal concepimento, vengono affrontate le tematiche relative all’infanzia, alla pubertà e all’adolescenza, con particolare attenzione alla costituzione dell’identità personale anche alla luce delle teorie più accreditate. Inoltre, vengono trattati i temi del consolidamento e della verifica dell’identità sessuo-affettiva nell’arco di vita: la formazione della coppia, la procreazione, la genitorialità e l’invecchiamento.
Negli ultimi anni la sessuologia clinica è stata animata da una vera e propria rivoluzione, caratterizzata da un fervore nella ricerca scientifica e dall'affermarsi di approcci terapeutici centrati sul paziente. Le nuove classificazioni diagnostiche come il DSM-5, l'International Consultation on Sexual Medicine 2015 e la proposta dell'ICD-11 danno conferma di questi cambiamenti nella visione dei problemi sessuali e convalidano l'approccio biopsicosociale come gold standard nella terapia sessuale. L'importante novità di questo volume è l'integrazione delle più recenti nosografie e dei moderni algoritmi di trattamento delle disfunzioni sessuali, orientati all'incremento della soddisfazione di coppia e al miglioramento della qualità della vita. Fa da cornice l'esperienza maturata presso l'Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, con il quale tutti gli autori, a vario titolo, collaborano. Il manuale guida alla clinica delle disfunzioni sessuali gli studenti che affrontano per la prima volta queste tematiche e offre un aggiornamento scientifico a quei professionisti della salute (psicologi, medici, fisioterapisti, assistenti sociali ecc.) che già lavorano su richieste di carattere sessuologico.
L’EMDR, ossia la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica psicoterapeutica che utilizza la naturale capacità del cervello umano di “andare verso una soluzione adattiva delle esperienze di vita negative o avverse”.
L’EMDR stimola un meccanismo fisiologico che attiva il sistema di elaborazione dell’informazione, precedentemente bloccato dall’esperienza traumatica subita dal bambino. Entrando nei ricordi, questa tecnica permette dunque di curare disfunzioni psicomotorie. Un’ampia parte della trattazione è dedicata al rapporto che si instaura tra il bambino e colui che se ne prende cura fin dai primi anni di età, e spiega in che modo i genitori possono evitare l’insorgere dei traumi infantili. Infatti, a causare traumi psicologici e fisici al bambino non sono solo le violenze, gli abusi o gli incidenti ma anche atteggiamenti di disattenzione.
ELENA SIMONETTA è psicologa, psicoterapeuta, psicotraumatologa, supervisore EMDR, certificata in Sensorimotor Therapy e ideatrice della Teoria multifattoriale dell’origine traumatica dei DSA. Docente di Teoria Tecnica e Didattica della Psicomotricità Neurofunzionale presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nei prossimi anni la depressione sarà il disturbo psichico più diffuso. Già oggi ne soffrono 350 milioni di persone di ogni età e fascia sociale. In Italia, è clinicamente depresso 1 adulto su 5, in particolare le donne, ma sono sempre più numerosi i casi che riguardano bambini e adolescenti. Ma di che cosa parla la psichiatria quando parla di depressione? Non certo di un semplice abbassamento del tono dell'umore, della comune esperienza di sentirsi con il morale a terra, ma della percezione della perdita del Sé, del tempo dell'Io che rallenta fino a fermarsi, del dolore che frantuma l'identità individuale e preclude ogni progetto e ogni apertura al futuro. Schiacciata da un profondo sentimento di vuoto, di colpa e di disperazione, la persona depressa affonda, sentendo di aver perso lo slancio vitale e smarrito il filo della propria esistenza. Per aiutarla a «risalire in superficie», bisogna imparare a conoscere e ad ascoltare la sua sofferenza. Alberto Siracusano analizza questa patologia diffusissima a trecentosessanta gradi, descrivendone origini, meccanismi, caratteristiche e indicando i possibili e più efficaci trattamenti. Con un linguaggio semplice e accessibile, ma senza rinunciare all'accuratezza e al rigore del discorso scientifico, affronta il tema della depressione da una duplice prospettiva - quella razionale, scientifica di chi cura e quella emozionale del paziente. Il tutto raccontato anche attraverso diverse storie cliniche, che arricchiscano il testo dando voce alle esperienze di chi ne ha sofferto e ha avuto la forza di uscirne.
Per curare la sua ira funesta Achille avrebbe avuto bisogno di un bravo psichiatra? E Ulisse, capace di autoanalisi, ne avrebbe potuto fare a meno? Quando siamo arrabbiati siamo più Achille o Ulisse? Partendo da queste domande provocatorie, Alberto Siracusano analizza i molti aspetti della rabbia, un'emozione che, nonostante la sua enorme diffusione, è ancora poco studiata. Infatti, se la rabbia è sempre reazione a un evento scatenante, come delusione, frustrazione, paura, il sentire minacciati sé o i propri confini, si declina però in forme diverse - ira, collera, stizza -, in cui si intrecciano, in modo a volte caotico, stati d'animo difficili da riconoscere, da comprendere, da controllare. E spesso sfocia nel male di rabbia, una condizione psicopatologica caratterizzata da comportamenti devianti, talvolta dalle gravi conseguenze, attuati nei confronti di chi la subisce. Il femminicidio ne è una dimostrazione, come lo è il terrorismo, manifestazione di una rabbia intollerante che può portare all'atto estremo di uccidersi per uccidere gli altri. Attraverso esempi illustri - letterari, artistici e anche legati a casi di cronaca - e il racconto di storie di vita, si scoprono le differenze tra la rabbia al femminile e quella al maschile, e tra le varie espressioni che la caratterizzano nelle diverse età, fino ad arrivare alla cosiddetta rabbia 2.0, quella che trova su internet, e in particolare nei social network, il proprio sfogo naturale, ma che si esprime anche attraverso alcune forme di musica o i tatuaggi. E si comprende come la rabbia guasti il nostro vivere quotidiano e inquini il campo delle nostre relazioni, da quelle di coppia a quelle familiari, da quelle scolastiche a quelle lavorative. L'ira funesta di omerica memoria e la sua distruttività sono dunque il rischio in cui incorre chi non impari a riconoscere e controllare la rabbia, perché «una mente arrabbiata è una mente limitata».
Così come produciamo la storia collettiva, veniamo da essa modellati. La fondatrice della "psicologia geopolitica clinica" sviscera questo assunto nei conflitti che segnano il nostro tempo e dispiega il metodo per curare le patologie provocate dagli scontri tra etnie, culture e civiltà. Si tratta di disturbi che non sono riducibili alle abituali problematiche della prima infanzia ma legati alla dimensione politica. Per esempio, nella Prima guerra mondiale la percentuale di civili sul numero totale dei feriti e dei morti fu del 5 per cento. Mentre nella Seconda guerra mondiale questa percentuale era salita al 50 per cento. E nel 1996 il numero di civili feriti o uccisi nelle guerre e nei conflitti contemporanei aveva raggiunto il 96 per cento del totale. La psicologia geopolitica clinica, nata dall’etnopsichiatria, analizza e costruisce soluzioni concrete relative alle patologie che emergono nei luoghi di interfaccia o collisione fra i mondi. Pensare e trattare i disturbi psicologici, culturali, politici e sociali direttamente legati alle violenze collettive, alle nuove migrazioni planetarie, alle trasformazioni ideologiche e tecnologiche e alle recalcitranze che esse inevitabilmente generano, diventerà una delle principali sfide delle pratiche cliniche contemporanee.
L'autore suggerisce con leggerezza e spontaneita nuove idee e tecniche per potersi esprimere e lasciarsi andare senza maschere con il partner e, giocando insieme, riscoprire il rapporto. Se in certi momenti avete la sensazione di vivere insieme e di sentirvi soli questo libro puo aiutarvi a migliorare il vostro rapporto attraverso una nuova e piu efficace comunicazione. Solo facendo un viaggio nel tempo e incontrando il proprio passato, e confrontandolo con miti e favole collegati fra loro come un puzzle, la coppia potra imparare a leggere in modo nuovo gli avvenimenti della propria esistenza, scegliendo poi il proprio modo di camminare. Cosi, riprendendosi i ricordi e acquisendo coscienza del proprio reale potere, la coppia potra reinventare i comportamenti per rapportarsi alle nuove situazioni che la vita le porra davanti. L'autore suggerira nuove idee e tecniche perche possiate esprimervi e lasciarvi andare senza maschere con il vostro partner.
Sembra così naturale ridere e mi domando perché non lo si faccia più spesso. I bambini ridono e gli adulti sono seri. Il senso dell'humour aiuta a uscire da una esistenza intrisa di paure e sofferenze psichiche. Il riso è libertà, e la libertà produce riso. Il riso è uno sfogo che ci rende più comprensivi verso gli altri, verso noi stessi, verso la vita. Il riso genera benevolenza, creando una atmosfera di intimità e vicinanza. Il riso, come il sorriso, ci permette di star vicino a lei/lui, a ragionar d'amore.
Si fa presto a dire mamma... Sembra che il vecchi adagio "di mamma ce n'è una sola" sia assolutamente da rivedere. Dopo la Mamma Tigre, severa e inflessibile, la Mamma Cocker superaffettuosa e coccolona, ecco arrivare la "Peggior Mamma d'America". Così è stata definita Lenore Skenazy per aver permesso al suo bambino di nove anni di viaggiare da solo nella metropolitana di New York. Prendendo spunto da questo accadimento, Lenore si è fatta portabandiera di un'educazione "Free Range Kids". Dopo aver scritto su diversi quotidiani e aver partecipato a molte trasmissioni televisive, Lenore ha aperto un blog. Ed è proprio da questo blog che Lenore sostiene con fermezza che il vero danno è rappresentato dall'iper apprensività dei genitori. Infaticabile sostenitrice di un'educazione che lasci i bambini liberi di provare e sperimentare, l'autrice si scaglia contro tutti coloro che soffocano i propri figli impedendo loro di diventare adulti maturi e indipendenti. L'ultimo punto del suo decalogo recita: bisogna dare ai propri figli "radici e ali". Non solo quindi radici.

