
La globalizzazione sta ridisegnando i profili del mondo, generando un cambiamento vasto e profondo. Il libro di Romano Prodi ci aiuta a comprendere questa trasformazione epocale: la crisi degli Stati Uniti e dell'intero Occidente, l'ascesa della Cina e dei Paesi emergenti, i compiti e le responsabilità dell'Europa delineano i contorni del mondo nuovo che sta nascendo. Nonostante le gravi difficoltà del momento, non mancano i segni di speranza nel futuro.
Fino agli anni ottanta del secolo scorso, il ruolo del presidente della Repubblica era perlopiù simbolico. Quando il modello della democrazia rappresentativa entra in crisi, con la fine della Prima Repubblica e il tramonto dei partiti che ne hanno animato la scena, per rispondere al vuoto istituzionale, l'azione della più alta carica dello Stato cambia decisamente passo. Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella si sono sentiti costretti ad allargare le prerogative loro assegnate dalla Carta costituzionale, imponendosi di restare il più possibile arbitri neutrali, ma ritrovandosi spesso a vestire i panni di «soggetti governanti» e usando, magari con iniziale riluttanza, poteri di direzione politica molto intensi. Spesso soli e sotto assedio diventano di fatto dei «capi senza Stato». Tutti e cinque hanno provato - ciascuno secondo il proprio stile, formazione, identità culturale e temperamento - almeno a ridurre il danno che cresceva in un parallelo conflitto, alimentato dagli intrighi, dalle ipocrisie e dalle resistenze di un vecchio mondo che arretrava e dai fermenti populisti di nuovi soggetti politici che si facevano largo, anticipando una svolta profonda nella società. Da una patologia all'altra, è nata così una Seconda Repubblica sfociata poi in un ibrido che - nell'ipotesi di una futuribile vasta riforma costituzionale - potrà forse domani diventare una Terza Repubblica.
Il volume è una raccolta di saggi sulla massificazione delle società contemporanee e sulle nuove forme di leadership che sono andate emergendo tra Otto e Novecento e poi lungo tutto il corso del XX secolo. Prestando soprattutto attenzione alle teorie politiche che hanno accompagnato questo sviluppo fin dall'epoca della Rivoluzione francese, il volume si interroga sulla natura, le dinamiche e le implicazioni di questi due diversi processi e mostra per quali ragioni e attraverso quali meccanismi l'epoca delle masse ha sperimentato il consolidamento di ferree oligarchie politiche e sociali, la potenza delle minoranze organizzate, la forza magnetica delle grandi personalità.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’umanità intera e gli Stati che la rappresentano si impegnano a non compiere più crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidi. La giustizia penale internazionale nasce come strumento per favorire la risoluzione pacifica dei conflitti e garantire la ricerca, l’arresto e la condanna dei responsabili di questi crimini. Oggi queste istituzioni sono sotto attacco: i tribunali sono delegittimati, non vi è cooperazione per giudicare chi si macchia di crimini efferati. Cos’è che non funziona? Perché Russia, Israele e Stati Uniti contestano la legittimità di queste corti? Perché molti Stati non si attivano per farle rispettare fomentando il caos? Dobbiamo relegare l’idea stessa di una giustizia internazionale a utopia senza futuro?
Gli ultimi anni del XX secolo hanno visto la fine dell'ordine politico, economico e sociale, che si era formato nell'immediato secondo dopoguerra. Forse quello che giunge a conclusione è un sistema storico più ampio, quello dell'Occidente industrializzato, o addirittura quello degli Stati nazionali. Attraverso un approccio storico comparato, gli autori combinano l'analisi storica, lo studio delle dinamiche economiche e finanziarie e del mutamento sociale, per ricostruire le analogie e le differenze tra la nostra epoca di transizione e due analoghe transizioni del passato: quella dall'egemonia olandese all'egemonia britannica nel XVIII secolo, e quella dall'egemonia britannica all'egemonia statunitense a cavallo tra XIX e XX secolo.
Qual è l'idea di Europa di Matteo Renzi? Attraverso gli scritti e i discorsi raccolti in questo libro, il segretario del Pd e Presidente del Consiglio delinea progressivamente la sua risposta. Politica fiscale, vincoli di bilancio, rilancio necessario degli investimenti, emergenza migranti, tendenze alla disgregazione, minacce allo Stato di diritto: in una stagione difficile per l'Unione, Renzi chiarisce il suo punto di vista su questioni che chiamano in causa l'identità stessa dell'Europa. Rispettare le regole per cambiarle, recuperare la solidarietà per risolvere i problemi comuni, andare oltre il rigore per un'Europa della crescita e del lavoro. Riscoprire i valori fondanti dell'Unione perché la paura e le divisioni non abbiano il sopravvento. Una visione che potrebbe restituire all'Italia un ruolo centrale in Europa.
Qual è una politica estera di sinistra? Un interrogativo antico ma ancora privo di risposta. Dinanzi alle decine di regimi dittatoriali del pianeta, i progressisti possono accontentarsi di difendere lo status quo e la stabilità? Non è, invece, più coerente con la missione di una sinistra delle libertà promuovere la democrazia in tutte le sue forme e, dunque, lottare contro le tirannie? Da Carlo Rosselli ad Amartya Sen, da Arthur Koestler a John F. Kennedy, da Bill Clinton a Tony Blair, nel corso del Novecento la sinistra ha fatto dell'espansione della democrazia la sua migliore bandiera. In un mondo non meno tormentato, quella bandiera non deve essere abbandonata, a costo di sfidare le convenzioni del pacifismo e dell'antiamericanismo. Un libro non conformista che interroga la coscienza civile della sinistra italiana.
"Il futuro dell'Italia è più forte del suo passato". E con questo spirito che Matteo Renzi e la sua squadra di governo lavorano dal febbraio 2014. In questo libro il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, riflette sul percorso umano e culturale che ha condotto alla svolta più radicale impressa alla politica italiana degli ultimi anni. E, insieme, sulle scelte che stanno trasformando in profondità il nostro paese: dalle nuove leggi sul lavoro alle riforme della scuola, della pubblica amministrazione e delle istituzioni. "La politica italiana era ferma. Non era più chiaro a cosa, o a chi, dovesse servire. Qualcuno aveva separato la politica dal popolo e dalle sue aspirazioni. Con Matteo Renzi abbiamo deciso di "rottamare la separazione". Perché la democrazia è il contributo di tutti, non solo di professionisti. Siamo entrati nel tempio della politica senza indossare l'abito adatto, senza seguire le liturgie, senza essere stati invitati. Ma la fiducia si ricostruisce solo quando e se la politica ha l'ambizione non solo di guardare la realtà per quella che è, ma contiene anche il desiderio di mutare quella realtà. Senza azione, persino la democrazia vacilla. Se la democrazia non agisce né decide, la separazione dalla realtà diventa totale".
Vivere governandosi attraverso leggi condivise è difficile, ma inevitabile. Lo riassume bene la figura di Caino: egli rifiutò suo fratello; ma fu poi il fondatore, nella tradizione biblica, della prima città, nella quale la convivenza fraterna era resa possibile attraverso la legge. Il libro costituisce uno dei frutti più maturi delle ricerche sulla fraternità, mettendo al centro dell'interesse la fraternità intesa come principio relazionale. I contributi affrontano le prospettive diverse e complementari del dibattito contemporaneo.
"La destra non è altro che la sinistra al culmine della sua fase senile. La guerra al sacro, mai portata a termine dalla sinistra, viene più efficacemente condotta dalla destra occidentalista, e non con la costruzione razionale della scienza, ma con le bandiere della libertà e della democrazia, due illusioni che non hanno neppure bisogno di nutrire utopie ma solo di formale enunciazione. Là dove il materialismo scientifico ha fallito, infatti, riesce il Pentagono, con il pensatoio destra liberale che impone il modello unico dell'individuo costretto a un solo destino: il consumo. E la consunzione di sé." Questa, icastica e implacabile, la condanna che pronuncia Pietrangelo Buttafuoco in questo libro. Un'accusa che, tuttavia, apre spiragli di comprensione importanti della realtà in cui viviamo. Prima di tutto nei confronti dell'Islam che, lungi dall'essere quello dipinto dalla cronaca giornalistica o dalla falsa democrazia liberale e statunitense, si dimostra straordinariamente vicino al valore che l'Occidente, tutto paillette, lustrini e televisione pornografica, sta cercando di rimuovere: il sacro, le forze primordiali della natura, i legami originari. "Cabaret Voltaire" è un libro che segna un nuovo punto di inizio nel faticoso tentativo di comprensione dell'Islam, dei suoi rapporti con il cristianesimo, con il liberismo, con il mondo: oltre le categorie, inutili e stantie, di destra e sinistra, oltre ogni ideologia, per giungere al cuore delle cose.
«Ci sono momenti in cui tutto torna: i mille pezzi del puzzle vanno al loro posto e la visione si apre nitida davanti a noi. Come il sereno che arriva dopo un temporale. Il 29 gennaio del 2022, entrando nell'aula di Montecitorio per votare il bis di Sergio Mattarella e poi assistere alla sua proclamazione, ho ricevuto un applauso caldo e inaspettato. Quell'accoglienza calorosa è stata come il pezzo mancante di un puzzle che completa il quadro, regala l'immagine finale, la soddisfazione di aver compiuto il proprio dovere fino in fondo». Pier Ferdinando Casini è la memoria storica di questi ultimi quarant'anni di politica italiana. Ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica: dal suo emozionante esordio in Parlamento, al rapporto con le personalità più importanti della Democrazia Cristiana, passando per Tangentopoli, i governi di centro-destra e la presidenza della Camera, oggi è senatore decano della Repubblica. Il suo è un testo che sa ricostruire i momenti salienti di un'esistenza al servizio della cosa pubblica. E poi c'è la sua Bologna dove tutto comincia, la sua famiglia di origine, i suoi figli, i maestri della Dc e il mondo cattolico, il rapporto con i presidenti del Consiglio che si sono succeduti, la sua passione per la politica estera: un patrimonio di esperienze che è anche una precisa indicazione per le nuove generazioni di politici. Tra aneddoti, ricordi, riflessioni e speranze, la storia italiana passa attraverso il filo della memoria di uno dei suoi più autorevoli protagonisti che, per la prima volta, ha deciso di raccontarsi e raccontare.

