
Questo libro intende recuperare alla pedagogia sociale un primo piano sull'ambiente che, per un verso, si declina insieme a territorio e a contesto e, per un altro, si interpreta nella imprescindibile correlazione tra "natura" e "cultura", per un altro, ancora, propone il nesso ambiente-salute come contenuto di una pedagogia sociale in chiave ecologica. Ambiente come zona non franca della memoria, dell'attualità e dei progetti di convivenza umana e civile. Non franca perché ambiente chiede ai pedagogisti (come a tutti i soggetti che a tale conoscenza e concetto rivolgono lo sguardo conoscitivo) di fare i conti quotidianamente, criticamente, creativamente, con l'intero orizzonte di senso che si apre quando si tenti di interrogarlo e di interpretarlo. Società e ambiente non solo costituiscono fenomenologie co-implicate reciprocamente, ma vivono anche la stessa condizione di contesti altamente tecnologizzati, tessuti con le tecnologie. A tali questioni e ambiti di emergenza formativa è specificamente interconnessa una vera e propria priorità dell'agenda della formazione per il tempo presente e per quello futuro: l'alfabetizzazione debole.
Questo volume sintetizza ipotesi di lavoro, riflessioni, esperienze emerse nel corso di quindici anni di corsi di formazione sul metodo di studio per docenti, genitori e studenti. Per i dirigenti e gli operatori scolastici la lettura di queste pagine è un'occasione per riflettere sui modi di studiare e per riorganizzare gli ambienti di insegnamento/apprendimento in modo efficace. Per i docenti e gli educatori, invece, il libro rappresenta una fonte di spunti su come organizzare i momenti di studio, aiutare a migliorare le basi dell'apprendimento, insegnare a trovare un metodo di studio efficace, indicare agli studenti delle tracce da seguire per il personale cammino verso la maturazione intellettuale e affettiva nello studio.
Gli esercizi contenuti in questo volume sfatano un mito: chi ha stabilito infatti che non si possa recuperare fiducia verso la matematica mettendo insieme abilità manuali, rompicapi, giochi d'ingegno e... un po' di magia? Sì, di magia. Lo sappiamo: la matematica non attrae. Ragionare non piace. È più comodo imparare a memoria o inventare. E poi c'è sempre la calcolatrice a risolvere anche le quattro operazioni: giusto l'essenziale. Ma avete mai provato a fare la matematica con gli occhi, le mani, la voce? Questo libro è nato da una semplicissima constatazione: si può apprendere la matematica anche divertendosi.
Questo libro nasce dall'idea che la scuola sia un luogo dove sia possibile incontrarsi, dove genitori e insegnanti si parlano e organizzano insieme, dove i ruoli sono definiti e le mansioni condivise e riconosciute. Una scuola partecipata da tutti e proprietà di tutti coloro che la fanno. Questa è la scuola che dobbiamo inventare e costruire. In questa prospettiva le strategie educative e psicopedagogiche che qui vengono presentate (il counselling, l'orientamento, l'educazione all'affettività, la prevenzione dei disturbi dell'apprendimento, le iniziative di parent training) possono offrire un importante spunto per una significativa opera di trasformazione della scuola da attuale luogo dell'omologazione a spazio della crescita e della sperimentazione. Questo è un lavoro che non può non essere fatto. Per noi ma soprattutto per i nostri figli. Non si lavora forse che per i bambini?
L’empatia è esperienza ricorrente nella vita quotidiana e il sapere spontaneo ne comprende in qualche modo i tratti caratterizzanti. Dalla riflessione delle discipline psicologiche ne emerge già l’importanza pedagogica: la valenza educativa della conoscenza empatica, ma anche il significato empatico di ogni rapporto educativo.
L’autore, proponendo una pedagogia fondamentale di stile fenomenologico ed ermeneutico, istituisce l’empatia come categoria pedagogica. Analizzandone le intenzionalità costitutive, la riflessione fenomenologica perviene alla definizione di «interiorità personale oggettiva» e consente d’interpretarla come virtù educativa per eccellenza. Essa forma infatti tanto la qualità dell’educatore quanto la dote che l’educando acquisisce, imparando a rapportarsi all’altro da sé (al tu) e all’altro di sé (il proprio autentico poter essere).
Approfondendo questi risultati in una prospettiva poietico-pratica, la riflessione ermeneutica intende la relazione educativa empatica come narrazione autobiografica sotto forma dialogica, che è opera della veracità del sé concreto e insieme esegesi veritativa del sé autentico. A un primo livello, la comunicazione educativa è studiata in quanto sistema dialogale, che assume una singolare configurazione in virtù del codice empatico. A un secondo livello, è interpretata quale caratteristica figura dell’esistenza, modo d’essere e d’abitare un mondo, secondo uno stile amicale e solidale. Il concetto di ermeneutica del cuore porta forse a sintesi questa riflessione, costantemente rivolta alla comprensione del contenuto fondamentale e del metodo di un lavoro educativo, che può svolgersi in «microcomunità empatiche»: segnate da un clima emotivamente caldo, da un tono morale elevato e da un’istanza veritativa contemplante, esse dispongono ad accogliere e a custodire l’universo personale dell’altro.
Si profila, da ultimo, una proposta pedagogica particolarmente attuale nelle società occidentali della tarda modernità, caratterizzate piuttosto da «disincontri»: un’assenza della persona a se stessa, che genera sottoalimentazione emotiva e un diffuso, opaco senso d’indifferenza.
Antonio Bellingreri è professore ordinario di Pedagogia generale all’Università degli Studi di Palermo.
Il volume, ricavando notevoli contributi dalla Filosofia dialogale e dalla Teoria generale dei Sistemi, muove dall'urgenza pedagogica di elaborare migliori modelli interattivi e comportamentali, atti a soddisfare anche le nuove richieste emergenti nell'ambito della convivenza umana. In tale procedere, valuta la comunicazione educativa come il problema pedagogico per eccellenza, che nel tempo d'oggi si contraddistingue per la dimensione integrativa. La comunicazione educativa non si esaurisce in un puro e esteriore scambio di informazione: essa poggia sulla natura relazionale dell'uomo, si colloca in una dimensione axiologica, esalta l'autonomia delle personalità coinvolte. Tutto ciò giova alla rivalutazione di modalità comunicative troppo spesso trascurate o sottovalutate in campo educativo, come per esempio la comunicazione non verbale, il dialogo interiore, l'empatia.
Responsabilità, sacrificio, onestà, disciplina, Rita Gay rivisita queste e altre “parole forti” dell’educazione con la consapevolezza di un tesoro troppo velocemente archiviato dalla mentalità moderna e cogliendo la necessità di un recupero del loro vero valore al di là di facili stereotipi. Solo attraverso la riscoperta della loro valenza positiva e quindi con un nuovo modo di intendere i cosiddetti “valori” è possibile ritrovare il senso di una educazione alla crescita e quindi al vivere comune. Il libro è costituito da 24 brevi capitoli ciascuno dei quali è introdotto da una breve tematizzazione del problema, con domande di genitori o insegnanti che vengono poi riprese alla fine di ogni capitolo. Un strumento pratico e concreto proposto ad educatori, insegnanti e genitori
Spinoza affermava che l’eccellenza è tanto difficile quanto rara: e, tuttavia, proprio all’eccellenza – obiettivo arduo da raggiungere – dovrebbe tendere, secondo Matthew Lipman, l’istituzione più diffusa a livello mondiale, la scuola.
Tale obiettivo può essere perseguito sviluppando nei giovani la componente riflessiva del pensiero. Il pensiero è eccellente quando si conforma alle rigorose leggi della razionalità (pensiero critico); lo è anche quando conserva e sviluppa lo stupore della scoperta, utilizzando appieno la forza dell’immaginazione (pensiero creativo); e quando non teme, ma riconosce la potenza delle emozioni che influenzano ogni scelta, decisione e giudizio (pensiero caring). Per nutrire e affinare il pensiero Lipman auspica, tra l’altro, che l’insegnamento della filosofia sia esteso a tutti gli ordini scolastici, non solo perché esso orienta a scoprire la multidimensionalità intrinseca al pensiero stesso, ma anche perché addestra a esercitarla in un contesto comunitario, imponendo il confronto tra le proprie e le altrui conquiste, i propri e gli altrui errori.
Questo saggio – ormai un classico delle scienze dell’educazione – offre agli educatori metodi e strategie per coltivare negli studenti tale visione unitaria e, insieme, articolata del pensiero: proposta che acquista oggi particolare rilievo in un contesto culturale tendente piuttosto a enfatizzare approcci eccessivamente emozionali alla realtà. La scuola può così divenire luogo in cui si forma e si esercita uno stile di ricerca dinamico e innovativo, in grado di abilitare alla comprensione di una società sempre più complessa.
Matthew Lipman ha insegnato alla Columbia University (New York) e attualmente è docente di filosofia alla Montclair State University (New Jersey) dove dirige l’Institute for the Advancement of Philosophy for Children e l’Institute for Critical Thinking. Collaboratore dell’Unesco, ha ideato il curricolo di Philosophy for Children. Tra le sue pubblicazioni tradotte in italiano: Il prisma dei perché (Roma 1992); Stupirsi di fronte al mondo. Ragionare sulla natura. Manuale di «Kio e Gus» (Napoli 2000); Elfie. Mettiamo insieme i pensieri (con Ann Gazzard, Napoli 2000); Pixie. Alla ricerca dei significati (Napoli 2000); Mark. L’indagine sociale (con Ann Margaret Sharp, Napoli 2004).
Questo libro è pensato per tutti i ragazzi che incontrano delle difficoltà nel loro percorso scolastico, con l'obiettivo di aiutarli ad apprendere con maggiore efficacia sviluppando nuove abilità, ma anche imparando a utilizzare meglio quelle che già possiedono. Il programma di potenziamento, preceduto da un'introduzione sul funzionamento normale e disfunzionale dei processi cognitivi, offre agli insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado tecniche e attività per il potenziamento della fase di ingresso, della fase di elaborazione e della fase di uscita delle informazioni, sotto forma di schede operative direttamente utilizzabili dagli alunni.
Il libro, in un'edizione aggiornata con nuovi spunti, vuole essere un contributo al dibattito sulla scuola secondaria e sulla riforma del ministro Berlinguer. Le questioni che, secondo l'autore, sono irrisolte all'interno della riforma sono i contenuti dell'insegnamento e la direzione che la scuola dovrà seguire nel prossimo futuro. La scuola odierna è caratterizzata da un progressivo abbandono dei capisaldi dell'istruzione superiore e dall'omologazione verso un'istruzione mediocre e approssimativa. Questa nuova "scuola per consumatori" è la scuola che ha rinunciato al suo ruolo di formazione, che ha posto tra i suoi obiettivi l'interscambiabilità delle discipline, che non forma più al suo interno l'élite intellettuale del paese.