
Dare aiuto e un gesto antico di cui nessuno puo fare a meno, ma l'aiuto che ci si appresta a dare e a volte pieno di insidie e di inganni ed e solo apparentemente facile. Il presente lavoro si propone di svelare gli inganni, di indicare i possibili rischi, di scoprire strade alternative per realizzare un aiuto vero, autentico, liberante. Non basta infatti aumentare solo l'impegno o elevare il livello di solidarieta per evitare gli inganni; per loro natura essi sono nascosti, sotterranei, imprevedibili e vanno dunque smascherati osservando segni oggettivi e facendo ricorso ad un costante allenamento per interpretare i propri sentimenti, per capire le proprie motivazioni, per agire correttamente i propri comportamenti, per vivere in modo trasparente le proprie relazioni. Il libro analizza i momenti piu tipici, le situazioni nelle quali il pericolo e maggiore: il rapporto con se stessi, la relazione interpersonale, il dialogo con gli alunni nella vita di classe, le sfide adolescienziali, il mondo spesso dimenticato degli adulti, anch'essi bisognosi di aiuto e di sostegno.
Un testo sul rapporto Chiesa-Stato. Uno studio comparato sulla posizione della scuola cattolica nei quattro Paesi dell'Europa Centrale (gruppo Visegrad): Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria.
Il Piccolo Principe si deve leggere almeno su due piani. Uno è il piano del racconto. A prima vista potrebbe essere confuso con una fiaba, ma fatti e personaggi assumono continuamente valori simbolici che chiedono di capire qualcosa di più della realtà.
La dedica al grande amico Leone Werth stabilisce fin dall'inizio il tema generale dell'opera: i grandi non sono più capaci di vera conoscenza, ma l'amico sì; per questo Leone può capire tutto, anche i libri per bambini. E può capire che il grande segreto della vita è l'amicizia, uno dei modi privilegiati per dire amore.
Questo commento, frutto di un lavoro didattico pluriennale coordinato da "La Traccia" di Calcinate e svolto in diverse scuole statali e non statali, intende guidare giovani e adulti a penetrare dentro la ricca simbologia del Piccolo Principe, perché possa «sbocciare il cuore degli uomini».
«A capo della mia città metterò dei preti e dei poeti. Loro faranno sbocciare il cuore degli uomini»
Antoine de Saint-Exupéry
"Questo libro scrive Naranjo nella prefazione riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell'educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del "patriarcato", cioè agli usi e costumi della società cosiddetta "civile". Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell'educazione possano giungere a collocare l'educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. Proprio come la vita procede solo dalla vita, una coscienza si risveglia al tocco di una coscienza e nulla potrà essere più importante per la trasformazione dell'educazione della "guarigione" e dell'illuminazione di docenti ed educatori"
La suggestione suscitata dalla fine di un secolo induce a bilanci sintetici tesi a cogliere le traiettorie culturali, e non solo quelle politiche ed economiche, che ne hanno segnato il corso. Per quanto riguarda la cultura pedagogica, in generale molto più attenta verso la condizione dei minori, il Novecento si apre con la "rivoluzione copernicana" portata in Europa e negli Stati Uniti dal movimento per l'educazione nuova: una svolta significativa nel modo di guardare ai processi educativi, come all'organizzazione della scuola. Il passaggio dalla Pedagogia alle Scienze dell'educazione non è che una conseguenza del cammino segnato a inizio secolo da Dewey, Claparède, Decroly e Montessori. Ma il Novecento annovera anche altre esperienze legate alla pedagogia dei valori, all'educazione liberale, alla cultura politico-educativa marxista, alla psicanalisi, alle culture anti-autoritarie. Fra tradizione ed innovazione si pongono gli apporti della pedagogia cattolica, aperti al confronto con le altre correnti e sempre tesi a superare relativismi e soggettivismi, guardando all'"altro" come criterio e valore.
Per cogliere i meccanismi evolutivi del sistema formativo italiano gli studiosi hanno impiegato paradigmi interpretativi di lungo periodo e contributi offerti dalla microstoria, attraverso lo studio di singole istituzioni educative. I due versanti storiografici si intrecciano nel presente lavoro che vuole essere, da un lato, uno studio sul processo di alfabetizzazione e formazione dei ceti popolari in Italia dopo l’Unità, dall’altro una verifica ‘sul campo’ di quanto le istituzioni nazionali hanno prodotto in ambito scolastico in una porzione ristretta di territorio. Nel periodo storico esaminato la scuola non rappresentò solo il luogo della trasmissione del sapere, perché proprio tra i banchi e nelle aule si giocò la partita della costruzione dell’identità nazionale, particolarmente avvertita dalla classe dirigente locale. Questo libro presenta i risultati di una ricerca che, intesa inizialmente come studio delle pratiche didattiche nella scuola elementare tra Otto e Novecento, si è estesa fino a diventare una storia sociale e della formazione nella città di Brescia (politiche assistenziali, forme di animazione giovanile, istituzioni educative per l’infanzia e i lavoratori). Attraverso l’impiego di una documentazione inedita, Fabio Pruneri dà voce agli attori di questo processo: gli amministratori, gli educatori, i maestri, nella loro quotidiana lotta all’ignoranza.
Fabio Pruneri (Treviglio, 1967) è professore di Storia dell’educazione presso l’Università degli Studi di Sassari. Tra le sue pubblicazioni: La politica scolastica del Partito Comunista Italiano dalle origini al 1955 (Brescia 1999) e Il cerchio e l’ellisse. Centralismo e autonomia nella storia della scuola dal XIX al XXI secolo (a cura di, Roma 2005).