
Nel panorama della poesia giapponese Fukuda Chiyo-ni (XVIII sec.) è un vero gigante e questo libro intende rivelare la figura e mostrare la bellezza della sua arte. Traspare nei suoi versi un mondo femminile di immagini delicate e di attenzione ai dettagli della quotidianità, mentre le sue scelte di vita testimoniano il suo spirito libero e indipendente. In età avanzata prese la decisione di farsi monaca buddista e in questo modo cammino religioso e poesia si fusero in un'unica via spirituale, dandole così la possibilità di comporre i suoi haiku migliori. "Quando l'essere umano raggiunge la profonda conoscenza delle cose, questa profondità gli è impossibile esprimerla con il suono della voce, e ricorre a significarla con pennellate silenziose. La conoscenza che è entrata nell'uomo anzitutto in silenzio, si esprime anzitutto con il silenzio" (dalla Prefazione di p. Luciano Mazzocchi).
Ufficiale durante il regno della regina Vittoria, protagonista delle guerre coloniali in Africa, Primo Ammiraglio della marina nella Grande Guerra, parlamentare e leader del Partito Conservatore inglese, primo ministro per due volte, premio Nobel per la letteratura: Winston Churchill è uno dei protagonisti assoluti del XX secolo. Nel momento più duro della Seconda Guerra Mondiale, seppe trovare il coraggio di rompere ogni trattativa con la Germania nazista e di presentarsi davanti al popolo britannico per convincerlo della necessità di resistere combattendo. La sua memoria rimane oggetto di elogi e critiche, come prova il recente dibattito intorno alla richiesta di abbattimento delle sue statue da parte della cancel culture per via delle sue posizioni imperialiste: questo libro di Frank Brennand ripercorre le tappe e le decisioni della vita di questo grande statista attraverso le sue frasi celebri e folgoranti.
Secondo una indovinata definizione di Renzo Arbore, Massimo Troisi era «un napoletano moderno». Moderno è anche il napoletano da lui portato in televisione e poi al cinema. In questo libro la lingua e lo stile di Troisi attore sono visti in correlazione con le modalità comunicative dei suoi anni, mentre si ridimensionano alcuni giudizi critici e stereotipi. "La Smorfia" di Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro irrompe in televisione negli anni Settanta del Novecento, con un uso consistente del dialetto, proprio quando si comincia frettolosamente a parlare di fine dei dialetti. Moderna è anche la soluzione adottata nel cinema, con un parlato recitato apparentemente incontrollato, ma in realtà minutamente dosato in un fluire dialogico che concede ampio spazio al dialetto. Oggi nella comunicazione spontanea i parlanti realizzano spesso frasi e discorsi in cui italiano, dialetto, italiano regionale si susseguono e si accavallano, proprio come accade nei film di Troisi, che sono documenti di modernità linguistica e di una rinnovata vitalità artistica dei dialetti.
Carlo I, noto con l'appellativo di «Magno», è stato senz'altro una delle figure più straordinarie che abbiano mai governato un vasto impero europeo. Proclamatosi consapevolmente non solo «re dei Franchi», ma nuovo «imperatore» del Sacro Romano Impero, fu un uomo capace di imprese eccezionali. Per i successori e posteri non è stato facile raccoglierne l'eredità, nel corso dei secoli più volte reinterpretata, copiata, sovvertita. La sua figura è stata celebrata anche in tempi moderni da sovrani e ideologi, come il Kaiser Guglielmo II e Adolf Hitler, e dopo la seconda guerra mondiale è stata reinventata come icona dell'attuale Europa. Ma dietro al mito c'è una vita e un uomo, che oggi Janet L. Nelson, studiosa dell'età medievale, dopo un attento lavoro sulle fonti riporta alla luce. Accostandosi a questo personaggio da angolature inconsuete e seguendone l'intero percorso di vita fin dalla prima infanzia, l'autrice lascia che a parlare siano i documenti coevi - testimonianze di contemporanei che ci consentono di avanzare ipotesi sulle sue opinioni e motivazioni - e gli stessi diplomi reali, fonti insospettabili di simboli e metafore che possono essere decifrati. L'accuratezza delle ricerche, che non tralascia la vasta produzione storiografica esistente, svela il ritratto di un governante spinto da un'energia fisica fuori dal comune e da una formidabile curiosità intellettuale, una personalità complessa, «un signore della guerra, un uomo di pace e un giudice» che promise «per ciascuno la legge e la giustizia», un difensore della Chiesa romana, ma soprattutto un uomo in carne e ossa, che ebbe numerose mogli e concubine, e generò almeno diciannove figli, uno dei quali complottò persino per ucciderlo. Il libro di Janet L. Nelson raccoglie tutto ciò che sappiamo su Carlo Magno e riesce in modo incomparabile a creare un senso di affinità e vicinanza con un personaggio storico le cui gesta non saranno mai dimenticate.
Il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Francesca Mannocchi guarda il mondo attraverso la lente della malattia per rivelare, con una voce letteraria nuda, luminosa, incandescente, tutto ciò che è inconfessabile. Quattro anni fa Francesca Mannocchi scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all'ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l'imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni più intime, dei non detti più dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d'un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all'improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l'ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l'onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare.
Il convenzionale intreccio della figura pubblica e privata di Dante con la sua opera e il contesto storico e culturale dell'Italia tra Due e Trecento ha favorito in passato non poche ingenuità metodologiche e comode semplificazioni che questa nuova vita di Dante evita accuratamente. Combinando, in un linguaggio chiaro e accessibile a un pubblico di lettori non specialisti, le acquisizioni più recenti con gli esiti di ricerche personali e di prima mano, Paolo Pellegrini propone sostanziose novità rispetto alle biografie precedenti. Sia nella scrupolosa ricostruzione dell'esistenza del poeta, sia nell'attenta analisi della tradizione testuale, della cronologia e della stesura delle opere, che passa i più recenti contributi della medievistica moderna al vaglio della migliore filologia novecentesca. Al tempo stesso, attraverso una più solida selezione puntuale della bibliografia dantesca, il saggio intende offrire alle generazioni di studiosi più giovani o ai semplici appassionati un'indicazione di metodo che potrà essere messa a frutto per ulteriori e future ricerche.
La vita di Enzo Boletti (1919-2005) è un alternarsi di colpi di scena che spaziano dalle verdi colline del Garda all'inferno sovietico. Enzo fu un giovane animato, come tanti, dal desiderio di servire la Patria: diventò alpino, conoscendo gli orrori della Seconda guerra mondiale sul Fronte Orientale e l'eroismo della Resistenza polacca, di cui diventerà un celebrato eroe, per poi ritrovarsi prigioniero nella Siberia di Stalin. Il suo incubo nei Gulag durerà oltre un decennio: sarà infatti l'ultimo reduce italiano a essere liberato. Nel suo carcere tra i ghiacci della Siberia non si lascerà però annientare e al rientro in patria lo attenderà un'instancabile attività di amministratore pubblico e di promotore dell'economia locale. Resterà per sempre legato alla grande famiglia degli alpini e sarà il fondatore del primo Museo Internazionale della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere. Questa è la sua prima biografia che attinge a un'impressionante quantità di materiali inediti provenienti dall'archivio di famiglia e alle testimonianze degli amici che lo conobbero da vicino.
In ambito calcistico Maradona e Messi sono considerati i geni più rappresentativi del calcio perché in grado di creare uno spazio dove nessuno avrebbe mai immaginato che poteva esserci uno spazio. Il genio è dunque colui che genera e apre nuovi spazi, non soltanto nel gioco del calcio. Recalcati può essere, in questo senso, definito il Maradona o il Messi della psicoanalisi. Scritto da uno dei più brillanti allievi di Recalcati, già autore di un' Introduzione a Recalcati, in questo volumetto che inizia proprio parlando di Maradona, l'Autore analizza il fenomeno Recalcati, il suo "stile di gioco" culturale, ripercorrendo tappe della sua biografia, la sua formazione, passaggi fondamentali come la creazione di Jonas, fino ad arrivare al successo di massa di Recalcati che ha generato ammirazione e rivalità, consenso e critiche. Come inevitabile. Recalcati non si è limitato infatti a percorrere un cammino già tracciato da altri, ma ha oltrepassato i confini della psicoanalisi per rivoluzionare il campo del sapere.
Caterina Bellandi, ovvero zia Caterina, è la famosa tassista di Firenze conosciuta in Italia e nel mondo per la sua opera di assistenza ai bambini malati di tumore che lei accompagna con allegria e leggerezza nel proprio taxi colorato e pieno di peluche all'ospedale Meyer di Firenze. Salita sul magico taxi, l'autrice ha avuto modo di vedere zia Caterina all'opera in mezzo ai bambini, che lei chiama Supereroi, seguiti, coccolati e anche disegnati sulla carrozzeria. Zia Caterina racconta la sua storia partendo dall'inizio della sua avventura, quando Stefano, il suo grande amore scomparso troppo presto, le lasciò in eredità il proprio strumento di lavoro: il Taxi Milano25. Tra gli episodi salienti l'incontro con Padre Bernardo di San Miniato al Monte di Firenze, il Clown dottore Patch Adams che l'ha voluta con sé in Russia e il viaggio da poco concluso in Thailandia, dove ha conosciuto la vita e i problemi della realtà infantile del mondo asiatico. Con la Prefazione di Simone Cristicchi.
Nel recente dibattito filosofico sta emergendo l'idea che le relazioni intersoggettive possono validamente essere considerate come il tratto costitutivo dell'umanità dell'uomo, della sua natura e identità. Tra i filosofi che, nel Novecento, hanno cercato di mettere a tema l'identità relazionale e intersoggettiva degli umani Maurice Nedoncelle, significativo protagonista del pensiero filosofico del XX secolo, è certamente un autore che offre rilevanti indicazioni per una comprensione della struttura relazionale della persona umana concretata in una dimensione compiutamente interpersonale ed espressa dalla categoria della reciprocità. Lo studio presenta la portata originale e feconda della prospettiva filosofica nédoncelliana, che riafferma l'inevitabilità del riferimento alla persona, significativamente colta nella relazione intersoggettiva come reciprocità d'amore.
I silenzi di Alfredo Martini, pieni di rispetto e di significato, erano talvolta più efficaci delle parole. Pedalando a fianco di Coppi e Bartali e poi, come Commissario Tecnico, guidando per oltre vent'anni la Nazionale italiana di ciclismo a entusiasmanti e ripetuti successi, Martini è stato un luminoso esempio di etica del lavoro e dello sport. In questo libro Franco Quercioli racconta i suoi incontri con il grande, indimenticabile Alfredo del quale, il 18 febbraio 2021, ricorre il centenario della nascita.
“...Ho fatto parte di un percorso collettivo di riscatto sociale, di crescita personale e di emancipazione. Ci sentivamo un Noi, e la politica, in particolare quella delle donne, era fatta insieme, dandoci reciprocamente forza...”
L’autrice di questa autobiografia, Eletta Bertani, è una delle pochissime donne che, tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, in un’epoca ancora fortemente influenzata dal modello femminile tradizionale, ma in cui stavano emergendo nelle donne e nei giovani nuove aspirazioni, al lavoro, all’autonomia e libertà di scelta, educata ai valori di libertà e giustizia sociale dell’antifascismo trasmessi dall’ambiente familiare e sociale, si avvicina giovanissima alla politica e viene totalmente coinvolta dalle passioni politiche dell’epoca. In questo libro racconta la sua storia, che si dipana per quasi ottanta anni, tra il secolo scorso ed i primi venti anni del 2000, in uno strettissimo intreccio tra la sua vita e il suo personale percorso e le vicende collettive della nostra città e del nostro paese: i ricordi della guerra, lei ancora piccolissima; l’infanzia e l’adolescenza vissuta nella parte più popolare e povera del quartiere di San Pietro, l’influenza di donne forti nella vita familiare, la grande passione per lo studio, i primi interessi culturali e politici maturati tra la scuola (Liceo Ludovico Ariosto), il clima civile e culturale aperto e vivo della città e l’appassionato ambiente della Federazione Giovanile Comunista reggiana, sino alla decisione di fare della “politica” una scelta di vita. È un allargamento degli orizzonti: esperienze appassionanti, esaltanti conquiste, brucianti sconfitte e delusioni, ma anche il pesante prezzo pagato nella vita personale, per il maschilismo dominante nei partiti e per la fatica di conciliare un lavoro impegnativo con gli affetti, i doveri e le necessità della vita familiare e quotidiana. Anche per questa contraddizione vissuta come donna e come persona, sin dalla giovinezza, e ancora di più nella maturità, condivide e intreccia il suo percorso personale con quello delle associazioni e dei movimenti delle donne nella loro ricerca di autonomia, di un proprio pensiero, di propri obiettivi.
Dalla esperienza concreta e da questo sguardo particolare sulla realtà conseguono i temi del suo impegno, vissuto sempre, nei diversi ruoli politici e istituzionali insieme a tante donne e persone, in una interazione e arricchimento reciproci: il superamento di insopportabili arretratezze e iniquità presenti nella mentalità, nel costume, nella vita sociale e nella legislazione, la conquista di nuovi diritti sociali e civili delle donne e in genere dei cittadini, il superamento di discriminazioni, ingiustizie, disparità che impediscono il dispiegamento delle risorse e delle potenzialità di ogni persona: già dagli anni sessanta e settanta e nei decenni successivi, l’impegno nelle battaglie per i diritti civili come il divorzio, per il riconoscimento del valore sociale della maternità, per la conquista della prima storica Legge di parità tra uomini e donne nel lavoro; l’impegno, condiviso con tante donne e in forti movimenti, per fare nascere e crescere le scuole dell’infanzia comunali, la loro qualità educativa, per affermare il diritto dei bambini e degli adolescenti alla propria soggettività e ad esprimere la propria creatività e per dare vita a Reggio Children, (di cui è stata la prima Presidente); negli anni novanta, durante la esperienza dell’Ulivo, il lavoro per adeguare le politiche sociali ad un contesto sociale e culturale profondamente mutato, le prime esperienze di collaborazione pubblico-privato nel campo dei servizi educativi, i nuovi servizi ed opportunità per gli adolescenti, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La narrazione del percorso personale, sempre collocata nei diversi contesti sociali e politici, si associa a riflessioni, a interrogativi sul presente, alla forte preoccupazione sulla crisi delle nostre società, dei partiti e delle istituzioni democratiche nel tempo in cui viviamo. Da qui la necessità di recuperare e rilanciare oggi, in un tempo radicalmente nuovo, valori eterni e universali: la responsabilità anche individuale verso la propria comunità, la solidarietà tra gli umani e un nuovo civismo, la memoria storica e il ruolo imprescindibile delle istituzioni e della politica. Nei tempi bui che stiamo vivendo, difronte alla devastazione sociale, ambientale, etica e culturale prodotta da un capitalismo di rapina e a maggior ragione nell’epoca delle pandemie, emerge nel racconto, la necessità e l’urgenza di cercare la rotta per una vera radicale ricostruzione su basi nuove del nostro modo di vivere, di convivere e di essere comunità dove nessuno può trarsi fuori da questa ricerca.
Eletta Bertani è nata a Reggio Emilia dove tuttora vive. Formata dalla famiglia e dall’ambiente sociale ai valori dell’antifascismo e della giustizia sociale, già dalle scuole superiori si appassiona alla politica. I tragici fatti del 7 luglio 1960 sono determinanti per le sue scelte di vita. Giovanissima inizia a lavorare alla Fgci, poi dopo un breve periodo all’Udi, alla Federazione reggiana del Pci come Responsabile della Commissione Femminile e successivamente al Dipartimento Scuola e Cultura. È stata Consigliere comunale, Deputata per due legislature (1976-1983), Assessore alla Scuola del Comune di Reggio (1985-1990), dal 1994 al 2000 prima Presidente di Reggio Children. Ha partecipato alla nascita dell’Ulivo e del Pd. Attiva nell’Anpi, continua tuttora ad essere impegnata nella vita civile e politica.
“...Appartengo alla generazione che ha iniziato a fare politica nel Pci tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, quando già iniziavano a crollare miti e certezze...”
“...Le vie perché libertà e democrazia, giustizia, eguaglianza, solidarietà, dignità umana, diritti non restino parole vuote e sogni irrealizzabili, saranno diverse dal passato e forse ancora sconosciute, ma non può essere spenta nel cuore e nella ragione delle donne e degli uomini la voce della coscienza, nè sradicata la ricerca e l’aspirazione ad un mondo migliore e alla propria dignità. Noi questa ricerca l’abbiamo tentata. Noi ci abbiamo provato e, insieme a tante e a tanti, continuiamo a provarci...”