
Marco Polo è una delle figure più note del Medioevo e uno dei pochi viaggiatori dell’epoca a essersi spinto fino in estremo oriente. Mercante e avventuriero, ma anche molto più di questo: è un ‘cronista estero’, il primo viaggiatore europeo a descrivere con l’autorità del testimone oculare, a un pubblico pieno di stupore, gli spazi affascinanti del lontano oriente. Là, fra il 1271 e il 1295, trascorse quasi venticinque anni a servizio del Gran Khan Cubilai, svolgendo importanti funzioni amministrative alla corte di Khanbalik (l’odierna Pechino) e percorrendo quasi tutta l’Asia meridionale come inviato e ambasciatore del Kahn. Eppure, forse mai alcuna notizia della sua straordinaria vicenda ci sarebbe giunta se, poco dopo il suo ritorno a Venezia, egli non avesse partecipato a una battaglia contro i genovesi durante la quale venne fatto prigioniero. Proprio in carcere conobbe il pisano Rustichello, compilatore di opere cavalleresche, a sua volta detenuto, e dalla collaborazione tra i due nacque la fortunata narrazione degli anni cinesi di Marco: Le divisament dou monde, meglio noto come Il Milione. Tradotto già all’epoca di Marco Polo in latino, in francese, in dialetto toscano e veneziano e, prima della fine del XV secolo, in quasi tutte le lingue, il libro continuò a godere nel tempo di enorme fortuna in ambienti assai diversi e per finalità disparate. Ma se per il lettore medievale l’orizzonte era la meta del viaggio, l’Asia, con i suoi misteri e le sue prodigiose ricchezze, il quadro oggi pare capovolto e ad attirarci non è tanto l’itinerario percorso quanto la figura del viaggiatore. E tuttavia essa resta sfuggente ed elusiva, appena accennata dalla narrazione che poco lascia trapelare del suo autore. A ciò contribuisce la singolare genesi del testo con i problemi a essa legati: gli interrogativi sulla verità storica del racconto, le divergenze tra le diverse redazioni. Il Marco Polo mercante dei manoscritti toscani convive con il ‘cavalier cortese’ delle varianti franco-italiane e costui con l’autore ‘istruttivo’ della versione latina, il cui testo serviva all’elevazione spirituale. Impossibile decidere quale tra questi sia il ‘vero’ Marco Polo e, forse, sembra concludere il saggio di Marina Münkler, inutile. Egli esiste e affascina chi gli si accosta anzitutto come mito: il figlio di una famiglia di mercanti veneziani capace di diventare la figura ricca e multiforme che a tutt’oggi conosciamo.
Marina Münkler, nata nel 1960, laureata in filosofia, ha studiato germanistica, filosofia, scienza del teatro; lavora come traduttrice e critica letteraria ed è docente alla Humboldt-Universität di Berlino.
L'autore ricostruisce la vicenda di un artista la cui opera ha marcato tutto il suo secolo. Ancora giovane Bernini aveva già toccato le vette della scultura, aveva praticato con successo la pittura e aveva cominciato a ricevere incarichi da architetto. In breve tempo divenne una sorta di ministro dell'immagine: le sue idee e i suoi lavori cambiarono non solo il volto delle piazze e delle città, ma anche quello delle feste sacre, alle quali diede uno stile teatrale raffinato e grandioso. Gli epistolari, le testimonianze coeve, le cronache, i contratti, i diari, le pasquinate, anche i mandati di pagamento, oltre ovviamente alla storia delle opere, sono serviti a Maurizio Fagiolo per costruire questa biografia.
Antonio Canova e uno di quegli artisti che porta lustro e fama dell'Italia in tutto il mondo. Fu un artista sopraffino, richiesto e stimato da clerici, da nobili, da potenti d'Italia e d'Europa, ma seppe mantenere una assoluta indipendenza artistica, culturale e politica. Le figure che seppe scolpire, mordbite ma dal tratto incisivo e personalissimo, rimangono ancora oggi un esempio per tutti gli scultori.
Un album fotografico che commenta e illustra l'attività letteraria del famoso scrittore con l'aggiunta di molti testi inediti. Foto che vanno dalla Scuola Allievi Ufficiali di Potenza del 1934-35 al periodo di libertà vigilata 1955-56. I figli Carlotta e Alberto ne hanno scelte trecento, dividendole per argomenti: il servizio militare, la famiglia, la "scoperta di Milano", il ritorno a Marore alla riscoperta del "Mondo Piccolo", lavoro e turismo in bicicletta, viaggi e vacanze.
Come scrive Michele Ranchetti nella prefazione a questa biografia, "... è difficile trovare nella storia delle grandi vite di filosofi, di musicisti, di scrittori, di artisti, una vita che sia stata fatta coincidere con un esercizio così assoluto della ricerca della perfezione". Ray Monk affronta in questo libro i drammi intellettuali ed umani di Wittgenstein, come la sua lacerata omosessualità, ricomponendo in un racconto scorrevole e vivace due percorsi paralleli: l'evoluzione del pensiero di un genio e la sua vita.
Signore di Firenze, dopo la pace di Lodi, in un'epoca in cui la ricchezza sembrava fare a gara con la creatività, Lorenzo il Magnifico fu esattamente l'incarnazione dell'uomo nuovo di cui parlava Pico della Mirandola. Interlocutore e nemico di re, pontefici e principi e allo stesso tempo mecenate e poeta, Lorenzo riusciva a governare e a vivere secondo le sue attitudini mantenendo allo stesso tempo l'applicazione e l'entusiasmo, la riflessione e l'impeto. Questo libro narra di una vita straordinaria, con un taglio che affianca alla ricostruzione storica della Firenze del tempo l'abilità narrativa.

