
Un passato fastoso, un presente difficile, e una inesauribile riserva di sogni: è l'eredità che riceve alla nascita Pupi Avati, figlio di due mondi, la ricca borghesia urbana bolognese e l'arcaica tradizione contadina di Sasso Marconi. La galleria degli antenati è unica: la bisnonna Olimpia, asolaia emigrata in Brasile in cerca di fortuna con i tre figli piccoli, il nonno Carlo che trovò moglie grazie a venticinque bignè, gli zii materni che ogni anno portavano ai Savoia le ciliegie di Sasso Marconi, il nonno Giuseppe che chiese alla Madonnina del Paradiso una grazia "fatale", i genitori protagonisti di una incredibile storia d'amore... Con questi presupposti, come stupirsi se la tua vita diventa un'unica grande avventura, dalla via Emilia a Cinecittà? Nella Bologna del dopoguerra si svolge l'educazione sentimentale di Pupi, un ragazzo timido ma un po' mascalzone, un perdigiorno con una bruciante passione per il jazz, un rapporto complesso con le donne, un amore irreversibile per il cinema. Poi l'addio alla carriera da musicista, la parentesi come rappresentante di surgelati, i difficili esordi cinematografici, la Roma degli artisti, l'insolito lavoro con Pasolini, i pedinamenti per conoscere il maestro Fellini, i successi di pubblico e critica. "La grande invenzione" racconta tutto questo e molto altro ancora.
"Probabilmente Giorgio Napolitano non avrebbe gradito affatto, nemmeno nell'aprile del 1944, essere definito 'un intellettuale di avanguardia', come ha detto Togliatti e come vuole un lessico marxista-leninista che gli è sempre andato stretto" scrive Paolo Franchi. "Ma è ancora più probabile che, senza la svolta di Togliatti, comunista, o almeno comunista a tempo pieno, non sarebbe diventato mai." A Napoli, durante la guerra, le sue prime passioni di giovane antifascista sono il cinema, il teatro, la letteratura, la poesia, la musica, vissute, al liceo Umberto e all'università, con molti ragazzi che si faranno strada, da Raffaele La Capria a Giuseppe Patroni Griffi, da Rosellina Balbi ad Antonio Ghirelli. Ma la a via all'antifascismo e al Pci passa anche per la scoperta dell'umanità dolente del ricovero antiaereo scavato davanti alla casa della sua famiglia, sotto Palazzo Serra di Cassano, dove, per sfuggire a bombardamenti feroci, la povera gente dei "bassi" e del Pallonetto Santa Lucia si mescola con i "signori" dei piani alti. È in quel rifugio che Napolitano si scopre per la prima volta in grado di reagire persino agli eventi più drammatici con grande autocontrollo e ragionevole fatalismo. È una virtù innata che praticherà per tutta la vita. Prima nel Pci, dove sin dai suoi primi passi in politica avrà per maestro Giorgio Amendola. Poi in Europa e nelle istituzioni, da presidente della Camera e soprattutto da capo dello Stato.
Un appassionato racconto in prima persona, simile ad un viaggio, nella vita di Lucio Dalla e nelle pieghe di un incontro, quello di Lucio con l'autore, dal 1997 alla fine: attraverso i ricordi di Alemanno, un percorso dalle strade di Bologna a quelle di New York, da Dublino a Barcellona, da Mosca a Lisbona, ma anche in Sicilia, a Napoli, in Puglia e in tanti altri posti... Un viaggio fatto di parole, aneddoti, persone, odori, sensazioni e arte: quella vista in un museo e quella ideata, pensata, realizzata, insieme a quella che era ancora lì da venire... Oltre alle parole, anche alcune fotografie, scattate dallo stesso Alemanno, mentre era in giro, con Lucio, per il mondo, quando fissava in un'immagine quello che gli occhi di Lucio, insieme ai suoi, si erano fermati a guardare...
Sotto il titolo di "Storia critica delle idee" è proposto in traduzione italiana un ciclo unitario di lezioni tenute da Husserl al termine dell'anno 1923 presso l'Università di Freiburg. Ciò che lo rende prezioso e che ne fa anzi un caso unico nell'insieme della produzione di Husserl, è l'andamento storico-filosofico della riflessione. I temi fenomenologici vengono qui fatti emergere in una considerazione critica delle tappe fondamentali della storia della filosofia europea - da Platone e dalla filosofia greca in genere fino a Leibniz e a Kant attraverso Descartes e l'empirismo inglese. Questo orientamento storico agevola certamente la comprensione perché rende esplicita la portata critico-polemica di ciascuna problematica, radicandola solidamente all'interno di luoghi ben noti della riflessione filosofica che vengono sollecitati secondo nuove direzioni interpretative. Nello stesso tempo, valutazioni e giudizi sul passato filosofico si ribaltano sul modo di intendere la fenomenologia, suggerendo prospettive interpretative inusuali. Ciò vale in particolare per l'ampiezza del dibattito sull'empirismo inglese, che mostra un'incidenza, non solo come obiettivo polemico, ma anche sul piano della formazione delle tematiche fondamentali, spesso trascurata dalla critica corrente.
Un prima e un dopo. Come tutti i grandi artisti, Lucio Battisti ha lasciato un'impronta indelebile nella musica italiana: le sue indimenticabili e rare apparizioni televisive, la sua voce asciutta e fragile, i testi semplici eppure così radicalmente diversi e innovativi, una composizione musicale complessa, accurata, dall'effetto struggente. Lucio Battisti è un autore che ancora oggi ascoltiamo senza esserne mai sazi. In tanti hanno scritto di Lucio Battisti, ma in pochi lo conoscevano davvero; la sua musica è stata discussa, analizzata, amata o odiata, ma dell'uomo si è detto solo quello che la sua profonda riservatezza permetteva. Pietruccio Montaibetti, chitarra leader dello storico gruppo dei Dik Dik, è stato il suo primo grande amico a Milano. Questo libro è il racconto di un'amicizia lunga una vita, tra momenti di quotidiana leggerezza e grandi svolte professionali: il primo incontro in una sala parrocchiale adattata a studio di registrazione; un Natale trascorso in famiglia; le gite e le passeggiate; l'inizio del sodalizio artistico con Mogol. Un libro fatto di ricordi che, oltre all'artista, rende giustizia all'uomo Lucio Battisti e al suo mondo di emozioni, timidezze, determinazione e talento.
Chi non ha mai sentito parlare del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, sulla SS 640, mentre si stava recando ad Agrigento per assolvere al suo delicato incarico di giudice a latere all'interno del Tribunale del capoluogo agrigentino? Una vicenda drammatica e commovente, narrata con dignità a garbo da chi ha conosciuto da vicino il "piccolo giudice": la sua insegnante di lettere al liceo. Il piccolo giudice è oggi rieditato in una nuova edizione, che si pregia della postfazione dell'Arcivesco di Agrigento, mons. Montenegro.
"Posa", "finzione", "provocazione", "teatro": ecco i termini associati per decenni al nome di Gabriele D'Annunzio. Con queste parole siamo stati abituati a descriverlo, così ci è sempre stato insegnato. Ma la suggestione della sua poesia, le imprese ardite e la retorica detta appunto "dannunziana" non sono sufficienti a svelare il segreto di una vita "inimitabile". Giordano Bruno Guerri ci conduce lontano da stereotipi, accompagnandoci nelle stanze folli e geniali della dimora dannunziana. Pagina dopo pagina, sfogliando il "libro di pietre vive" che il Vate ci ha lasciato, riscopriamo un uomo che fu seduttore e amante irresistibile, avvinto dal "bisogno imperioso della vita violenta, della vita carnale, del piacere, del pericolo fisico, dell'allegrezza". Grazie al diario (in gran parte inedito) di Amelie Mazoyer, ancella in servizio continuo che il Vate ribattezza Aélis, conosceremo Gabriele D'Annunzio uomo "intero". Geisha, complice e confidente, Aélis si contende il ruolo di preferita con l'elegante musicista Luisa Baccarà e con la cameriera Emilia. Aélis annota per lunghi anni tutto ciò che accade nelle stanze del Vittoriale, registrando ascese e cadute delle "badesse di passaggio": nobildonne, artiste, prostitute, semplici paesane o avventuriere; e un contorno di personaggi non secondari. Su tutto ciò, naturalmente lui, la sua grandezza di poeta e la sua strepitosa vitalità, fatta di genio e di cocaina, invenzione e di ironia: il suo essere un libertario e anarchico, modernizzatore e anticipatore.
"Oggi è un grande dono." Sono le parole che Giusy si ripete ogni giorno dal 2005 quando, a causa di un banale incidente in automobile, un guardrail le ha tagliato entrambe le gambe all'altezza del ginocchio, strappandola a una vita invidiabile, piena di affetti, impegni di lavoro, sogni e amore. Di quel momento Giusy ricorda tutto: il dolore straziante, il terrore di morire e le preghiere rivolte alla Madonna, perché le dia forza. Forza che diventa la sua arma. Insieme alla famiglia e agli amici che le si stringono attorno, Giusy muove i primi passi nella sua nuova vita. Fra pianti, speranze, paure e momenti di gioia arrivano le protesi, "le mie nuove gambe". Prima quelle da passeggio, poi da mare, poi addirittura da corsa, nonostante qualche dottore le suggerisca di lasciar perdere. A un anno dall'incidente Giusy ha lasciato un fidanzato poco presente e si è buttata a capofitto in un futuro che le ha riservato sorprese e soddisfazioni: un nuovo lavoro, un nuovo amore, la creazione della onlus Disabili No Limits, che raccoglie fondi per donare ausili a chi non può permetterseli, l'oro e il record italiano sui 200 e 100 metri e il record europeo sui 100 metri. "Con la testa e con il cuore si va ovunque" è il racconto di una vicenda personale, ma anche di una scelta che riguarda tutti coloro che si trovano ad affrontare un grande cambiamento: guardare oltre e costruirsi un domani o continuare a rimpiangere un bel passato che non c'è più? Giusy non ha avuto dubbi.
"In un'afosa giornata di luglio dell'anno 1505 un viaggiatore solitario avanzava a fatica sulla strada riarsa alle porte del villaggio di Stotternheim in Sassonia. Era un giovane, basso ma tarchiato, vestito da studente universitario. Mentre si avvicinava al villaggio, il cielo si rannuvolò... Un fulmine squarciò l'oscurità... Quell'uomo era Martin Lutero". È con queste parole che inizia la biografia dell'uomo che, accusando la Chiesa di essere corrotta e identificando i Papi con l'Anticristo, avrebbe frantumato l'edificio del cattolicesimo medievale, dando il via alla Riforma protestante e modificando per sempre il corso della Storia. Dalle prime inquietudini interiori alla polemica contro le indulgenze, alla scomunica, alla definitiva separazione della Chiesa protestante da quella romana, Bainton delinea, con un linguaggio chiaro e un tono divulgativo, gli sviluppi della vicenda umana e religiosa del monaco agostiniano senza perdere mai di vista i grandi eventi politici, culturali, economici e sociali del tempo. Questo testo, ormai classico, ricostruisce con un racconto vivace e appassionato la figura e la vita di Lutero attraverso la storia del suo percorso religioso pieno di paure, fatiche, entusiasmi, tempeste. Introduzione di Adriano Prosperi. Prefazione di Delio Cantimori.
Paul Dirac (1902-1984), detto “il taciturno”, era una figura dalle mille contraddizioni, che dovevano fare di lui l’uomo più strano del secolo: impacciato nella conversazione e mirabile nell’esposizione scientifica, timido con le donne e insieme capace di lasciarsi attrarre dal fascino femminile, rigoroso con colleghi e studenti e intanto appassionato di Topolino, freddo “come un ghiacciolo”, ma anche pronto a battersi fino all’ultimo in difesa dei propri amici. Questo era “il fisico più bizzarro del mondo”, colui che ha ricostruito l’intero edificio della meccanica quantistica, ha “inventato” l’antimateria prima di qualsiasi conferma sperimentale, ha ripensato insieme la fisica del molto grande e del molto piccolo aprendo nuovi orizzonti nella comprensione dell’Universo. E tutto ciò, come lui stesso amava ripetere, “lasciandomi prendere per mano dalla matematica”.
“Una lettura davvero affascinante.” Peter Higgs
“Un libro splendido.” John Gribbin
L'autore
Graham Farmelo è Senior Research Fellow al Science Museum di Londra e docente alla Northeastern University di Boston. Fisico e scrittore, è consulente di livello internazionale in comunicazione della scienza. Per la biografia di Paul Dirac ha ricevuto nel 2009 il Costa Book Award e nel 2012 il Los Angeles Times Book Prize.
Un romanzo di vita autentica, lo spaccato di esperienze tratte dalla narrazione autobiografica che ci portano direttamente dove l'azione e il crimine diventano pane quotidiano per il protagonista che ama la malavita" come la "bella vita" e fa di tutto nell'escalation per la conquista del potere. "
Come se penetrassimo fra le pagine di un diario scritto in prima persona, questo libro ci introduce nell'intimità di Audrey Hepburn e ci fa scoprire gli aspetti più privati dell'attrice che ha fatto innamorare uomini straordinari e continua ad affascinare le donne di oggi. Si passa attraverso una raccolta di materiale inedito, aneddoti, testimonianze di persone che l'hanno conosciuta da vicino, fino a consigli di ogni sorta: dallo yoga alla dieta, dai trucchi di bellezza alla cura della casa, dalle tecniche di seduzione al decalogo per avere successo nel lavoro, senza dimenticare momenti importanti della vita come l'amicizia o il rapporto con i figli. Seguiamo la diva nelle più diverse situazioni: l'infanzia durante la guerra, il mondo di Hollywood, i matrimoni; persino dentro ai camerini, dove è lecito curiosare tra i set cinematografici che hanno lasciato il segno, da "Sabrina" a "Colazione da Tiffany" a "Vacanze romane". Scopriamo così che Audrey ha lasciato un'eredità quanto mai preziosa per quelle "eterne ragazze" - e sono sempre di più - che vorrebbero essere come lei.