
Quello che state per sfogliare non è uno di quei tanti libri che hanno lo scopo di far conoscere al lettore la storia e la figura di un uomo ormai riconosciuto come un vero e proprio segno dei tempi. Queste pagine vorrebbero significare molto, molto di più, almeno per chi appartiene al Movimento dei Focolari, con il quale Carlo Casini ha avuto un intenso e vero rapporto di amicizia. Attraverso la vibrante testimonianza di Maria Voce - che per prima ha raccolto l'eredità di Chiara Lubich presidente - e di numerosi altri membri del Movimento, con questo volume si vuole esprimere tutta la riconoscenza dei Focolari all'amico, al fratello, al compagno di viaggio, al maestro che volentieri si è calato nel ruolo di discepolo, diventando ben presto ispiratore della stessa fondatrice. Anna e Alberto Friso dal 2008 al 2014 Responsabili internazionali di Famiglie Nuove. Con il discorso di Chiara Lubich al Convegno del Movimento per la Vita. Testimonianze di: Luigina Ambrosi Breda, card. Ennio Antonelli, Antonio Maria Baggio, Lavinia Balata, Giuseppe Barbaro, Silvia Battaglini Chellini, Liliana Cosi, Mourin Farag, Lucia Fronza Crepax, Elena Giacchi Mancini, Giovanna e Rocco Giudice, Valeria Masini, Giuseppe Moschella, Daniela Notarfonso Cefaloni, Luigi Stralla, Marina Zornada Veliach, Maria Voce, Giuliana Zoppis.
Le pagine di questo libro sono attraversate da due desideri. Da un lato quello di riflettere sull’incontro, ormai in atto da anni, tra i dinamismi della modernità liquida (ipermodernità, postmodernità ) e l’esperienza della Chiesa, in particolare nei suoi terminali più sensibili alla realtà, cioè le parrocchie, le comunità cristiane. Il secondo desiderio riguarda l’altro versante di tale incontro, cioè la comunità cristiana e la crisi della cosiddetta «civiltà parrocchiale», che la modernità liquida sta mettendo brutalmente in luce.
I capitoli del libro si dispiegano, perciò, in un percorso lento che attraversa, di volta in volta, aspetti specifici, seguendo da un lato le tematiche affrontate da Bauman nel suo libro principale e collegandole, dall’altro, ad aspetti centrali nella vita della Chiesa.
Biografia dell'autore
Augusto Bonora, nato a Inzago (Mi) nel 1962, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini il 13 giugno 1987. Dopo sei anni presso l’oratorio della SS. Trinità di Milano ha ottenuto la licenza in Teologia spirituale presso l’Università Gregoriana di Roma. Risiedendo presso la comunità familiare di Castellazzo di Basiano ha svolto il compito di cappellano all’Università Statale di Milano, di responsabile spirituale dell’Eremo S. Salvatore, di delegato del Vescovo per la comunità delle «Sorelle della Parrocchia». Dal 2010 è stato parroco della parrocchia di San Galdino e dall'ottobre 2020 è parroco responsabile della Comunità Pastorale Cenacolo in Quarto Oggiaro.
«Nel panorama della storia umana poche figure risplendono con la stessa intensità di san Francesco d'Assisi. Non è un personaggio relegabile nei secoli passati, ma una presenza vibrante che parla ancora e direttamente agli uomini e alle aspirazioni del nostro tempo». Cosa può dirci un uomo del 1200 come san Francesco rispetto alle sfide che siamo chiamati ad affrontare nel nostro tempo, nel nostro mondo in continuo mutamento? Cosa rende unico il «santo poverello», e perché è considerato ancora oggi una delle figure più importanti non solo della Chiesa, ma della storia dell'umanità? Sono solo alcune delle questioni su cui indaga l'arcivescovo di Torino Roberto Repole in questo libro, illuminante e innovativo perché lontano dall'essere l'ennesima biografia o una mera raccolta di aneddoti sulla vita del santo di Assisi. Il suo voto di povertà, l'amore per ogni creatura, la sua arte poetica sono fatti ormai noti: l'obiettivo dell'autore è invece quello di mostrare un lato inedito di Francesco, il vero motivo per cui, a distanza di otto secoli, il suo nome e il suo ricordo continuano a risuonare nell'immaginario comune, ad affascinare, ispirare e orientare l'uomo di oggi in un'epoca di profondo cambiamento o, come dice papa Francesco che dal santo ha preso il nome, in un radicale cambiamento d'epoca. Scopriamo così che san Francesco ha saputo come pochi altri adeguarsi alle trasformazioni del proprio tempo, incarnando un modello sorprendente di adattamento e resilienza; il suo messaggio, tramandato di generazione in generazione, può accompagnarci oggi verso le prove che ci attendono, insegnandoci a camminare in equilibrio sul filo sottile che separa saggezza tradizionale e nuove idee, tra l'importanza di preservare il passato e la necessità di guardare con fiducia e speranza verso il futuro.
Il volume si inserisce nell'attuale dibattito sulla missione ecclesiale e sulla vita consacrata. Se pure non contiene soluzioni di breve distanza, suggerisce un modo di abitare le sfide e invita a maturare delle visioni. Vorrebbe soprattutto infondere fiducia e speranza, scommettendo sul fatto che lo Spirito sta animando il rinnovamento ecclesiale e della vita consacrata. La prima parte, di Salvatore Currò, si muove tra antropologia, teologia spirituale e teologia pastorale e traccia l'orizzonte dell'intera proposta indicando possibili direzioni di cammino. La seconda contiene approfondimenti tematici di diversi autori e prospettive disciplinari: la prospettiva biblica (Marco D'Agostino e Gianni Carozza), quella psico-pedagogica (Franca Feliziani); quella teologico-pastorale (Giuseppe Meluso e Marco Muzzarelli); quella della teologia della vita monastica (Anna Maria Valli); quella della teologia della vita laicale (Nunzia Boccia); quella della teologia della vita consacrata (Liliana Franco).
Di Jacopa de' Settesoli, l'amica romana di Francesco - che, con Chiara d'Assisi, era la sola donna di cui Francesco dica: «Dell'una e dell'altra mi è noto il volto» - si sa molto poco, ma quel poco fu esplorato e documentato come frutto di appassionate ricerche alla fine dell'Ottocento da padre Édouard D'Alençon. Definitore generale dell'Ordine dei Cappuccini e storico del francescanesimo, era assai noto in Europa già ai suoi tempi. Il libro, scovato in una Analecta Francescana, venne tradotto nel 2005 e ora viene rieditato con una nuova prefazione. Il testo vuole da una parte rendere omaggio agli studi del D'Alençon, e dall'altra offrire un sobrio e non romanzato apporto alla conoscenza di questa forte donna medievale, così teneramente vicina a Francesco, il quale la chiamò "Frate Jacopa".
Un'omelia è un'esortazione o un insegnamento? Non basta rispondere che ci vuole equilibrio, perché l'equilibrio implica un'opposizione. La fede non è una questione di equilibrio. La fede è intensità divina. E così, nell'omiletica del cardinal Giacomo Biffi, l'intensità è data dalla dimensione contemplativa del mistero, in cui esortazione e insegnamento sono un'anima sola. Lo si avverte in questa raccolta di omelie sul sacerdozio. La consapevolezza del fatto che chi segue Cristo diventa più uomo, nasce dall'esperienza della fragilità umana coinvolta con "l'incredibile coraggio di un cuore credente". Il volume raccoglie 75 omelie inedite del cardinal Biffi pronunciate in occasione della Messa crismale del Giovedì Santo e delle ordinazioni sacerdotali. Sono meditazioni sempre attuali sui regali che Dio continuamente elargisce. Il cardinal Biffi è stato sempre molto apprezzato per le sue prediche, brevi e dense di contenuto, spesse condite di fine ironia.
Le fonti agiografiche ci raccontano che Francesco d'Assisi, a due anni dalla morte, si ritirò sulla Verna per vivere una quaresima di digiuno e preghiera, secondo una sua ritualità. Nel silenzio e nell'orazione il Crocifisso gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell'amore: le stimmate. L'autore cerca di rispondere alle domande più importanti: come sono nate le stimmate, come sono possibili e che cosa significano per noi oggi? Esse, pur essendo principalmente un dono divino, non accadono all'improvviso, dal nulla, ma fioriscono su un "terreno" preparato. La categoria di rito/rituale sembra importante per scoprire e descrivere la vita che Francesco conduceva prima di ricevere il dono delle stimmate. E questo ha molto da dire anche al bisogno di spiritualità e di nuove ritualità di noi uomini contemporanei.
Un percorso di riflessione e approfondimento per il nuovo anno pastorale con riflessioni per la condivisione e la crescita delle fraternità presbiterali. Percorsi di ascolto, approfondimento, confronto e studio personale tra presbiteri.
Nell'immaginario collettivo gli istituti religiosi femminili di vita attiva si sono dedicati esclusivamente alle opere di cura, ma nella loro storia non sono poche le congregazioni che si sono occupate, in maniera più o meno diretta, di lavoro, di lavoratori e di lavoratrici. Questo è avvenuto, da una parte, in controtendenza rispetto alla dottrina sociale cattolica, che per decenni predilesse - e per molti versi ancora predilige - il lavoro domestico per le donne, mentre dall'altra è avvenuto in sintonia con la tradizionale visione che privilegiava le logiche di tutela nei confronti delle lavoratrici. Attraverso cinque casi studio - le suore operaie della Santa Casa di Nazareth, le suore apostoline di Novara e le piccole sorelle di Charles de Foucauld, le orsoline e le pie operaie di S. Giuseppe - questo libro si propone di esplorare in che modo alcuni istituti religiosi femminili tra '800 e '900 si sono dedicati al lavoro inteso come attività umana rivolta alla produzione di beni di valore economico secondo i sistemi produttivi vigenti e come la loro gestione sia stata parte di un apostolato più ampio verso il mondo del lavoro di tipo capitalistico. Tali ricostruzioni consentono di colmare un vuoto oggettivo degli studi di storia sociale e religiosa, offrendo una conoscenza per buona parte ancora inedita delle congregazioni femminili spesso promotrici di esperienze che hanno finanche cronologicamente preceduto quelle maschili più note.
Un percorso suggestivo in cui si raccontano la vita, le storie e le fatiche di tanti sacerdoti.
Storie di preti anonimi, che vivono nelle periferie delle grandi città e nelle parrocchie di montagna. Uomini generosi, alcuni di grande esempio, altri in crisi d’identità, di vocazione, di solitudine. Preti che talvolta fanno audience e talvolta suscitano scandalo. Preti di cui Vittorino Andreoli si è occupato anche in veste professionale.
Pur ammirando il coraggio di una “scelta estrema”, lo psichiatra constata le difficoltà a vivere questa scelta in rapporto alla modernità.
Sono profili tracciati con grande delicatezza e rispetto, che tuttavia non tralasciano domande scomode: perché seminari sempre più vuoti? Perché tanti preti stanchi e infelici, che non riescono ad avvicinare la gente e in particolare i non credenti?
Pagina dopo pagina, l’analisi si apre a una riflessione pensosa sulla nostra società: sulla grande “domanda di sacro” del nostro tempo e sulla fatica della Chiesa a rispondere, sulla necessità di ritrovare frammenti di senso al non-senso dilagante, sul bisogno di recuperare luoghi e tempi per coltivare valori preziosi.
Ispirandosi alla celebre opera di San Giovanni della Croce, questo volumetto raccoglie alcune toccanti e drammatiche testimonianze di preti che sono passati dall'inferno degli abusi che deturpano "il corpo mistico di Cristo, sfigurandone in profondità il volto", alla progressiva risalita e rinascita spirituale. Come è possibile tornare ad essere testimoni del Dio di misericordia e di perdono dopo essersi macchiati di questi crimini? Un libro dedicato alla cura pastorale, a partire dall'ascolto del dolore insostenibile delle vittime, passando dalla dolorosa tempesta interiore, fino a sentirsi peccatore pubblico, alla faticosa e consapevole risalita verso una vocazione in vasi di creta e la struggente nostalgia del servizio a Dio. Alla prima parte del libro che raccoglie queste intense testimonianze di perdono e di rinascita si aggiunge una seconda parte di preziosi contributi di alcuni tra i più autorevoli pastori, psicologi e teologi che non si sono limitati all'aperta condanna contro gli abusi all'interno della Chiesa, ma hanno cercato di comprenderne le cause e di accompagnare queste persone lacerate e ferite verso una guarigione interiore, che apre alla speranza.
San Francesco (1182-1226) è una delle più straordinarie figure della storia. Il suo entusiasmo, la sua semplicità, la sua radicalità, accompagnati dallo slancio mistico e dall'amore per Dio, per ogni uomo e ogni creatura, ne fanno un personaggio di grande interesse e attualità. Accompagnato dalla sua sposa, «Madonna povertà», Francesco ha varcato i confini di Assisi e del suo tempo, ha attraversato i secoli fino a giungere ai nostri giorni e ha donato con abbondanza le grazie di una testimonianza cristiana unica nel suo genere. Tutti coloro che si sono accostati a lui, in ogni epoca e in ogni condizione, sono rimasti affascinati dalla ricchezza della sua umanità e dal suo ardente desiderio di essere come Gesù.