
«La ricerca mette in luce l'itinerario con cui il filosofo francese ha definito i tratti di un'originale trama metafisica e di un'articolata ermeneutica applicata alle Scritture Sacre. È difficile non riconoscere in esse un'occasione per il pensiero trinitario, affinché conferisca alla sua stessa teorizzazione un adeguato sfondo di credibilità. Le pagine di questo volume prendono anche in considerazione alcune questioni teologiche affrontate direttamente dal filosofo di Valence, soprattutto quelle attinenti alla denominazione divina. Si tratta di tematiche che realizzano un'abbozzata, ma per nulla insignificante, teologia, in cui non è difficile riconoscere la pertinenza per le ricerche trinitarie. Lo studio, inoltre, evidenzia il quadro globale dell'acquisizione del pensiero ricoeuriano in ambito di teologia sistematica: da esso si evince quanto e in che modo la teologia del mistero di Dio abbia già beneficiato del contributo filosofico e teologico del pensatore francese, ma quanto oltremodo essa potrebbe ancora recepire dal suo pensiero ontologico-ermeneutico, dalle sue considerazioni metafisiche e dai suoi contributi teologici ed esegetici».
Il dolore, la delusione, le frustrazioni, le ingiustizie fanno parte della vita di ognuno. Nel corpo, nell’anima o nello spirito, chi per un verso, chi per un altro, chi in un tempo, chi in un altro, siamo in fondo tutti de "poveri Cristi".
La spiritualità del Cuore di Cristo ci insegna a vivere le nostre personali “passioni" vivendo fin da ora la potenza della Risurrezione del Signore, nel dono del suo Spirito. E così possiamo portare con Lui la nostra croce, senza rimanere soffocati dal rancore o prostrati dalle umane vicende. Un tempo si parlava di "anime vittime" del sacro Cuore: possiamo capire questa espressione come dimensione importante della vita cristiana, senza squilibri o false prospettive, senza equivoci e con sapienza, per imparare ad unire tutta la nostra vita a quella di Gesù.
Lo studio presenta il valore simbolico del Cuore di Cristo attraverso una disamina attenta, rigorosa e completa di tutti i formulari di Messe con i quali dal 1668 ad oggi il popolo di Dio ha celebrato l'amore e la misericordia incarnati in Gesù. L'indagine non si limita alla recensione delle fonti liturgiche, ma ne ricerca i rimandi biblici e patristici, le mette a confronto con la riflessione spirituale, teologica e con i vari pronunciamenti magisteriali. La parte conclusiva, infine, si propone di studiare, a partire dall'analisi delle varie Messe, l'intimo rapporto che sussiste tra la lex orandi e la lex credendi, presentando in maniera sistematica alcuni elementi della teologia del Cuore di Cristo desunti dalle Celebrazioni liturgiche ed evidenziando la loro ricchezza spirituale e fecondità pastorale.
Il titolo di questo libro, tratto dal Vangelo di Marco (Mc 4,27), indica, attraverso parole di Gesù stesso, che il seme della vita cristiana, posto dal Signore nelle nostre anime, cresce e si sviluppa al di là di ogni nostra comprensione. Ciò non avviene, tuttavia, a prescindere dalla nostra libertà, o addirittura contro di essa, perché è proprio a partire dal nostro libero arbitrio che Dio può edificare in noi l'edificio della vita spirituale. Compito e risposta dell'uomo è assecondare liberamente questa azione di Dio, non ponendo ostacoli alla sua opera. Gli effetti di questa risposta umana sono assai più profondi di quanto possiamo comprendere e perfino sperare. La grazia di Dio trasforma l'uomo in Cristo come, egli stesso non lo sa, ma sempre facendo leva sulla sua libera collaborazione. Questo libro cerca di evidenziare i principi più rilevanti del lavoro di formazione cristiana, offrendo alcune linee guida a chi ha la responsabilità di accompagnare le persone verso una vita cristiana più piena. Si rivolge, quindi, essenzialmente ai formatori. Ma allo stesso tempo, mutatis mutandis, può risultare utile anche ai destinatari stessi della formazione. I primi tre capitoli hanno un carattere più teorico e affrontano alcune nozioni fondamentali relative alla formazione, alla libertà e alla fedeltà, per poi soffermarsi sui concetti di volontà e volontarismo. Conclude l'aspetto teoretico una sintesi di idee sul concetto di virtù. Il quarto capitolo, invece, ha un aspetto eminentemente pratico e propone quattro linee operative da seguire nel percorso di formazione.
Per Papa Francesco l’ecumenismo è un tratto saliente del proprio ministero pontificio. Questa attenzione ecumenica viene analizzata, commentata e spiegata in queste pagine da un suo stretto conoscente fin dai tempi di Buenos Aires, un presbitero protestante che Papa Francesco ha voluto come commentatore sulle pagine dell’Osservatore romano. Questo libro dimostra come le diversità riconciliate tra cristiani diventano eloquente segno di profezia e di testimonianza in un mondo lacerato da discordie e tensioni.
«Tutti coloro che credono nel Cristo, di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: tale santità promuove nella società terrena un tenore di vita più umano»: è il n. 40 di Lumen gentium. Secondo questa bella pagina conciliare la santità cristiana equivale a un autentico umanesimo. La vita di ogni giorno, con le sue varie frontiere - ecclesiali e sociali -, è l'orizzonte in cui teoria e prassi, ragione teologica e vissuto spirituale, s'incrociano continuamente e s'intrecciano strettamente. Registra efficacemente questo fatto la lezione di autori come Jean Mouroux, Hans Urs von Balthasar, Giuseppe De Luca, Giovanni Moioli, François-Marie Léthel, che sono tra gli ispiratori delle riflessioni teologiche qui argomentate. Ma lo testimoniano anche alcuni protagonisti del cattolicesimo italiano novecentesco, come i due fratelli Sturzo o don Lorenzo Milani e don Pino Puglisi, oppure come Giorgio La Pira, Chiara Lubich, Divo Barsotti, Cataldo Naro e, risalendo a ritroso, donne intraprendenti come Marianna Amico Roxas, Carmela Prestigiacomo, Nazarena Majone, Vincenzina Cusmano, oppure intellettuali convintamente laici e consapevolmente credenti come Sebastiano Mottura, oltre che religiosi come il cappuccino Nicola da Gesturi, i vescovi Giovanni Battista Arista e Antonio Intreccialagli, il beato Giacomo Cusmano, l'oratoriano Giorgio Guzzetta, il redentorista Biagio Garzia, il missionario itinerante Ignazio Capizzi e il gesuita Luigi La Nuza, cui sono dedicati i vari capitoli di questo volume.
Questo volume si propone come manuale introduttivo per l'insegnamento nel II e III ciclo accademico di studi biblici, infatti introduce e orienta gli studenti alle problematiche di base, all'impostazione epistemologica e alla bibliografia essenziale in un campo di studi che, per natura sua, è necessariamente e decisamente interdisciplinare. Il volume offre quindi nozioni introduttive sul contributo dell'orientalistica e della teoria della storiografia per l'esegesi e la teologia biblica, nonché per la storiografia israelitica. La parte centrale del volume, articolata in quattro capitoli, affronta la Bibbia come collezione di testi di vario tipo e genere, prodotti da autori diversi, in epoche, luoghi, contesti storici e geografico-politico-culturali differenti. La prospettiva è naturalmente letteraria prima che teologica. L'Autore spiega, infine, come nel mondo occidentale si sia arrivati a considerare e utilizzare la Bibbia come "ossatura" della storia universale, e come questa impostazione sia poi entrata in crisi per effetto delle scoperte archeologiche e orientalistiche, del progresso delle scienze naturali e dello sviluppo teorico della metodologia stessa dell'esegesi biblica.
Com'era la vita amorosa di re Salomone con le sue 1000 mogli? Come mai si trovano tra gli antenati di Gesù ben due prostitute? Come si faceva l'amore nel paradiso terrestre? Il re Davide era davvero bisessuale? Molti testi della Bibbia non vengono mai letti durante la liturgia, e mai commentati durante la catechesi o l'ora di religione. Soprattutto i racconti in cui si parla di sesso vengono tralasciati sempre. E la cosa è davvero singolare, perché la Bibbia parla sorprendentemente spesso di questa tematica, in tutte le sue varianti. Il libro che tenete tra le mani chiama le cose per nome, descrive i vari aspetti della vita sessuale dei protagonisti dei racconti biblici, e ne discute sia gli aspetti tradizionali, che quelli problematici. Parla di amore romantico, ma anche di violenza sessuale, di intrighi e di amore spirituale e naturalmente riserva non poche sorprese.
L'affermazione di Gesù «Questo è il mio corpo», detta di un pezzo di pane azzimo, è in sé folle, paradossale. Per i cristiani ha comprensibilmente rappresentato, lungo la storia, un vero e proprio rovello: come pensare la "presenza reale" di Cristo nel pane eucaristico? La formalizzazione teologica della dottrina della transustanziazione (pane e vino cambiano sostanza, diventando corpo e sangue di Cristo) è giunta al termine di un percorso, non lineare, ricco di sfumature, sottolineature e sfide enormi per il pensiero. E ancora oggi ci si chiede: che cosa significa dire "presenza", "realtà" e "corpo"? Per rispondere, occorre frequentare un dibattito filosofico straordinariamente ampio, che indaga quei tre ambiti. Il saggio di Belli si pone sul crinale fra teologia e filosofia. In una prima parte propone una ricostruzione del dibattito medievale delle dispute eucaristiche, muovendo alla ricerca della pluralità dei linguaggi in cui esso si è espresso. Successivamente avvia il confronto con il mondo filosofico, in particolare quello di matrice fenomenologica, per comprendere i possibili arricchimenti reciproci fra teologia e filosofia. E scoprendo che la teologia eucaristica sfida la filosofia ad ampliare la nozione stessa di corporeità.
Don Marcello Stanzione, massimo esperto italiano di angelologia, in questo nuovo libro ci presenta la realtà più oscura degli spiriti, quelli ribelli a Dio divenuti diavoli. Esamina gli aspetti dottrinali con ampie citazioni del Catechismo che condanna il diffondersi della magia nera, dello spiritismo e dell'occultismo. Nella seconda parte l'autore intervista padre Francesco Cavallo, il più anziano esorcista del mondo, don Beppino Co' del Rinnovamento Carismatico ed altri esorcisti raccogliendo le loro testimonianze e esperienze.
Da dove ha origine l'universo e le leggi che lo regolano? Come è nato l'uomo e cosa lo distingue dagli animali? Perché avvengono il bene e il male e come distinguerli? Di fronte alle grandi domande sull'esistenza oggi sembra prevalere l'indifferenza, o un pensiero debole che diffonde solo dubbi e scetticismo. E qualora si cerchi una spiegazione razionale, l'unica ipotesi accreditata, anche nei libri scolastici, è che tutto derivi dal caos primordiale. L'autore, laureato in filosofia, lo ha constatato discutendo di questi temi con migliaia di ragazzi che ha incontrato in tanti anni di insegnamento nella scuola superiore. E questa cosa non gli sta per niente bene. Con un linguaggio semplice, a tratti provocatorio e ironico, seguendo il metodo della coerenza logica tipico dell'approccio filosofico, contesta la scientificità di certe tesi che vorrebbero far derivare l'ordine dal caso, e rivendica la solidità di un'altra spiegazione: Dio esiste. Un approccio razionale alla fede che non disdegna di affrontare temi oggi tabù come l'inferno, il paradiso, il purgatorio, i miracoli, offrendo spiegazioni logiche, ma soprattutto una via per costruire un mondo migliore.
La questione circa la capacità di futuro delle donne e degli uomini oggi non è affatto un interrogativo retorico. Anzi, il rischio che l'umano possa implodere tra l'"inumano- e il postumano invoca un ripensamento delle istanze di un differente umanesimo. In tal senso, l'ipotesi di fondo del presente lavoro è che, nel leggere il nostro tempo come luogo di una transizione antropologica, è quanto mai opportuno indicare nell'umanesimo cristiano un possibile modello di superamento di un presente asfittico, perché possa contribuire a riscrivere la biografia culturale, sociale, politica, religiosa dell'umanità del nostro tempo. Da questa angolatura, il testo tratteggia un triplice percorso. In primo luogo, l'attenzione a un'ecologia integrale per la quale l'uomo diviene protagonista di una ricostruzione della casa comune. In secondo luogo, la riconfigurazione dell'identità della persona segnata dal limite e dalla fragilità quali condizioni per una trasformazione dell'esistenza che sappia puntare al bene comune e al riconoscimento dell'altro. Infine, la riscoperta di essere abitati da una trascendenza che consente di abitare diversamente il mondo e la storia, nella relazione accogliente del Dio amante della vita. La scommessa è nel riattivare l'utopia cristiana dell'umano riscrivendo le parole chiave del lessico umanistico e generando un pensare all'altezza di un mondo aperto e ospitale. Cambiare rotta è, quindi, possibile e urgente. Si tratta di riscoprire la preziosa eredità dell'umanesimo cristiano, affinché l'uomo inedito faccia finalmente il suo ingresso nella scena della storia.