
Lo Spirito Santo è il Signore della koinonia. Senza di lui Cristo non può essere accolto, la fede diventa un insieme di concetti, ma senza la vita. Non è allora strano che l’evento che ci genera alla vita di Dio – il battesimo – sia per eccellenza un fatto pneumatico. La tradizione battesimale siriaca, estremamente feconda, è fondamentalmente un ampio commento dei passi del Nuovo Testamento sul battesimo, ma con tutte le risonanze che autori di lingua semitica possono cogliere in ciascuna delle sue espressioni, nella cassa di risonanza dell’intera Bibbia. In particolare, questa tradizione descrive il battesimo come la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Il rito stesso conferisce il dono dello Spirito e si configura pertanto come una Pentecoste personale. Se vissuta fino alla sua piena potenzialità, la vita del battezzato diventa allora un’anticipazione in questo mondo della vita nuova della risurrezione. Questo studio degli uffici battesimali delle varie Chiese siriache, condotto da uno dei più grandi specialisti in materia, fa emergere i tratti distintivi di questa tradizione in tutta la sua ricchezza, facendo cogliere implicitamente tutta la problematicità degli sviluppi occidentali della liturgia battesimale, con la separazione nel tempo tra battesimo e crismazione.
La teologia, nel suo insieme, fa del mistero di Dio il centro della sua riflessione. Ora, così come esiste un trattato dedicato alla persona e all'opera del Figlio Gesù Cristo (la cristologia) e un trattato per la Terza Persona della Trinità, lo Spirito Santo (la pneumatologia), per il nostro autore è giunto il momento di dedicare anche alla persona del Padre un trattato a sé, la Paterologia appunto. Ecco l'assoluta novità e originalità di questo volume. Riflettere su Dio Padre, oltre a farci comprendere meglio il mistero del Figlio e del dono di sé che coincide con il dono del Padre e la via di Gesù come via unica e sola al Padre, ci aiuta a mettere a fuoco anche l'importanza della figura paterna, in un orizzonte culturale che vede l'assenza e l'evaporazione di questa figura essenziale e fondamentale all'interno dei rapporti e legami familiari. Un volume che, di fronte all'assenza della figura paterna dall'orizzonte della cultura e della vita sociale contemporanea, ci invita a prendere sul serio la possibilità di dire e dirsi di Dio Padre.
Dove va la Chiesa cattolica? Quali percorsi sono possibili per il dialogo con il mondo, con le altre confessioni religiose, con le religioni monoteiste? Quali sono le strade per la riapertura di un dialogo nel postmoderno e alla fine delle ideologie? Che cosa ha il mondo da dire alla Chiesa? Domande
ancora oggi attuali su cui Ernesto Balducci si interrogava già cinquanta anni fa in questo testo inedito. Negli anni seguenti alla chiusura del Vaticano II, padre Balducci più volte si applicò infatti a una riflessione che rendesse i dettati del Concilio attuali, concreti, significativi per la Chiesa e la società.
ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) ordinato sacerdote nel 1945, nel 1958 fonda la rivista Testimonianze, in cui emerge la sua riflessione sul cattolicesimo sociale e il desiderio di profonda riforma della Chiesa che vedrà realizzarsi con il Concilio Vaticano II. È condannato nel 1963 per apologia di reato in seguito alla difesa dell’obiezione di coscienza, destino che condividerà con don Lorenzo Milani.
Accanto all’attività accademica, dal 2006 Giuseppe Lorizio collabora alla rubrica di Famiglia cristiana che dà risposte teologiche agli interrogativi pervenuti in redazione. Questo dialogo con i lettori gli ha consentito e gli consente di verificare e misurare il linguaggio “specialistico” a confronto con domande provenienti da un pubblico molto più vasto di quello che frequenta lezioni o seminari accademici. Nel libro, suddiviso in un prologo, cinque capitoli e un glossario minimo a conclusione, l’autore raccoglie gli esempi più significativi delle domande che gli sono state poste in tutti questi anni, sempre attento a tradurre in modo comprensibile, ma corretto, le risposte della teologia. Il volume affronta questioni fondamentali quali scrittura e rivelazione, il senso della vita, il male e la morte, la storia e la salvezza, l'immortalità e la resurrezione intavolando un dialogo vivo, stimolante, sempre nuovo con i lettori. Un dialogo che prende spunto anche dal cinema, dalla musica, dai nuovi media per parlare di questioni antiche, ma perennemente attuali.
L'aspetto che più profondamente ha influenzato il modo di pensare nella teologia e nelle sue discipline settoriali è il pensiero binario, cioè l'abitudine a catalogare la realtà secondo coppie in contrapposizione. Questa abitudine mentale così radicata va superata mediante la prospettiva di genere. Essa non è semplicemente una prospettiva tra le altre, ma rappresenta una svolta programmatica nel modo di trattare le domande antropologiche e quelle etiche. Interrogarsi sull'essere umano attraverso i concetti e le teorie proposte dagli studi di genere significa adottare un nuovo approccio epistemologico e metodologico che porterà a un'antropologia e a un'etica teologica arricchite e più capaci di cogliere la complessità dell'esistenza umana e del suo vissuto, nonché le sfide che viviamo nel presente.
Difendere e promuovere la legge e il diritto naturale senza riconoscere l'autore della legge naturale è impossibile, come è impossibile praticare la legge naturale senza amarne l'autore, anche perché è la stessa legge naturale a condurre l'uomo a Dio.
Il testo descrive le apparizioni della Madonna ad una madre di famiglia, vedova e madre di tre figli, in alcune delle quali era presente lo stesso autore, avvenute tra il 1959 e, per quanto consta, in coincidenza con le feste mariane, fino all’anno 1988. La Madonna non è un essere astratto che arriva dalle nuvole: è una Madre viva e non c’è bisogno di vederla con gli occhi, ma poterla vedere con gli occhi è un grande dono e una grazia che hanno i veggenti. La Vergine è talmente “Madre”, talmente premurosa per la nostra sorte, che non può fare a meno di apparire e di esortarci alla preghiera, al sacrificio e alla penitenza: ciò accadeva nei secoli passati e accade con la stessa cura anche oggi, in varie parti del mondo. La veggente di cui si parla in questo scritto è una modesta ma forte figura di donna, Laura Mignanti, nata nei dintorni di Roma (Tolfa) nel 1908 e deceduta nel 1994. Fin da bambina riceve visite e apparizioni di Gesù. Riceve anche numerose apparizioni della Vergine. La presenza di Maria nel luogo delle apparizioni (e non solo) si manifesta attraverso un ineffabile profumo che inonda la stanza ed emana da visibili goccioline che trasudano dalla tela del quadro che la raffigura.
Note sull'autore
Mario D’Antino è un giurista, presidente onorario della Corte dei Conti. Ha ricoperto nella sua carriera di magistrato numerosi incarichi istituzionali, professionali e di diretta collaborazione con ministri ed è stato insignito di prestigiose onorificenze. È stato professore a contratto in varie università e presidente di importanti commissioni. È autore di moltissime pubblicazioni in materie giuridiche, etiche e religiose.
Questo volume presenta una serie di contributi su tematiche che uniscono l’arte alla teologia, con un riferimento particolare al concetto di bellezza.
Gli autori di questi studi sono in buona parte docenti alla Facoltà Teologica della Sardegna, ma sono anche studiosi provenienti da Università statali. Gli argomenti affrontati in questa miscellanea vanno dall’idea di bellezza in senso filosofico e morale - in Tommaso d’Aquino, in Kant, in Dante, in Solov’ëv – passando per una analisi terminologica dello stesso concetto nella lingua latina, per finire con alcuni esempi iconografici e liturgici in Sardegna. La miscellanea è dedicata ad Antioco Piseddu, a conclusione della sua attività pastorale come vescovo della diocesi di Lanusei in Sardegna.
Tutti gli studi presentati in questo libro sono attenti alle esigenze sentite di un lavoro che, come ‘sogna’ papa Francesco, sia libero, creativo, partecipativo e solidale. Insieme essi formano un itinerario articolato e coerente che ha al centro la Parola di Dio in relazione al lavoro dell’uomo.
“Dio altrimenti” indica una via alternativa a Dio, seguendo e tematizzando la traiettoria del senso ultimo della realtà articolato nella Bibbia. Le Scritture ebraico-cristiane non ricalcano l’ontologia cosmologico-naturale e il finalismo teleologico della nobile tradizione teologica dell’uomo “capax Dei”, la quale ha in Tommaso d’Aquino, in Henri de Lubac e in Karl Rahner tre i più originali e significativi interpreti. Dio non viene inteso nelle pagine bibliche quale essere pervertissimo, oggetto attrattivo del dinamismo intellettivo e volitivo dell’essere umano, ma quale Volontà personale e trascendente buona, che ri-fonda la soggettività dell’uomo, liberandola dall’innocente determinismo della ricerca di felicità e offrendo alla sua decisione l’inedita possibilità della responsabilità servizio verso il povero.
Il testo è una raccolta di saggi sul tema dell'Europa e del Cristianesimo visti attraverso la prospettiva di Florenskij, Guardini e Newman. Questi tre grandi autori rappresentano le tre "anime" - anglosassone, continentale e orientale - del Vecchio Continente.
Esiste un invisibile filo rosso che attraversa il tempo e la storia svelando il senso profondo di eventi tra loro solo apparentemente distanti e diversi? C’è un nesso nascosto tra il Big Bang e le alterazioni climatiche, le Crociate e il terrorismo islamista, le persecuzioni dei cristiani e la Shoah degli Ebrei, l’Inquisizione medioevale e i prodigi della tecnoscienza del XXI secolo?
Sì. Quel filo rosso esiste, ed è possibile riconoscerlo nitidamente nelle pagine profetiche dei Vangeli e nel magma incandescente di simboli dell’Apocalisse di Giovanni, che ci disvelano l’éschaton, il tempo della fine, quello che ancora non è accaduto e che deve accadere affinché ciò che all’inizio era stato da Dio voluto si adempia. E quello che deve avvenire, il bivio dinanzi al quale si trova oggi l’umana società, sospesa tra la speranza nella civiltà dell’amore e della conoscenza e la minaccia del conflitto tra civiltà e della catastrofe ecologica, costituisce l’orizzonte di un libro che intende trasportare il lettore in un viaggio nella memoria che lo condurrà, infine, a interrogarsi sul futuro del pianeta e dell’umanità.