
Patrick De Pooter in quest'opera analizza la visione della Chiesa sui rapporti con la comunità politica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, qualificata come "sana laicità", partendo dalla storia del rapporto tra Chiesa e Stato in Occidente nel corso dei secoli. Esamina l'autonomia della realtà temporale, fondamento della sana laicità, ne spiega le caratteristiche essenziali: la distinzione tra Chiesa e Stato, con le relative implicazioni di autonomia, indipendenza e collaborazione; il rispetto per un ordine morale oggettivo; la libertà religiosa; il pluralismo politico e la neutralità dello Stato nelle questioni religiose e filosofiche. In questo contesto chiarisce il ruolo specifico della Chiesa attraverso il giudizio morale. Dedica anche una riflessione al ruolo dei christifideles in politica. Analizza i principi e i valori dell'insegnamento sociale applicandoli al rapporto Chiesa-Stato. Infine, sottolinea l'importanza del dialogo e della collaborazione tra i rappresentanti della Chiesa e dello Stato alla luce della realizzazione della civiltà dell'amore.
Come leggere oggi le Scritture da credenti? Quale modalità interpretativa è veramente adeguata al mistero dell'incarnazione del Verbo eterno nel Libro, intessuto di parole umane? Quale atto ermeneutico è realmente fedele alla lettera delle parole umane, e del loro radicamento storico-culturale, e insieme autenticamente corrispondente all'intenzionalità scrivente, segnata dall'esperienza dello Spirito, nell'incontro con la persona del Verbo incarnato? Questi gli interrogativi che ispirano l'elaborazione di questo testo, che entra nell'attualità del dibattito sull'interpretazione delle Scritture, in continuità con una precedente pubblicazione, dedicata alla storia dell'ermeneutica biblica cristiana, apparsa in questa stessa collana: La lettera e lo spirito. Storia dell'ermeneutica cristiana delle Scritture (2016). Lo snodo epistemologico e metodologico della questione ermeneutica tocca il cuore della relazione tra antropologia e teologia, che ha la sua corretta impostazione nel paradigma ontologico ed epistemologico dell'ossimoro, correlazione tra opposti in grado di riconoscersi l'un l'altro, di contenere ciascuno una qualità dell'altro, senza elidersi vicendevolmente. Una panoramica della teologia contemporanea sul rapporto tra dimensione antropologica e teologica e uno sguardo d'insieme sulla riflessione filosofico-ermeneutica recente, nel suo tentativo di conciliare gli opposti poli della spiegazione oggettiva e della comprensione soggettiva, ha orientato la ricerca all'individuazione di percorsi di lettura normati dall'oggettività della forma canonica, nella sua corrispondenza all'esperienza soggettiva della conversione. L'evento della conversione personale, nelle sue conseguenze etiche e gnoseologiche, morali e intellettuali, fonda l'adeguazione dell'articolazione della coscienza credente alla struttura della res textus rivelata. Il dibattito pluridecennale sulla relazione tra esegesi critica e lettura spirituale, spesso condotto in modo frammentario e improvvisato, si arricchisce così di elementi epistemologici decisivi, che permettono di tracciare l'identità e la mutua correlazione tra le stesse discipline ermeneutiche dell'esegesi critica e dell'interpretazione teologica, della teologia biblica e della lettura spirituale.
Le parole latine nel titolo del primo volume, "Iota unum", sono quelle di Gesù nel discorso della montagna: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto" (Matteo 5, 17-18). Nel decennale della morte la Chiesa riscopre con grande fervore - dopo anni di dimenticanza e ostracismo - un suo figlio gigante del pensiero e del rigore nello studio della Chiesa pre e post-conciliare. La sua opera è una Summa di tutto lo scibile cattolico e delle variazioni che ne hanno offuscato la visibilità nel secolo ventesimo. Il nesso tra verità e amore, come si sa, è al centro dell'insegnamento di Benedetto XVI, ed è l’anima di quest’opera capace di fornire convincenti e saldi argomenti per avvalorare la fede nell’attuale clima di relativismo religioso conseguente alla rinuncia alla Verità.
L’Autore
Romano Amerio (1905-1997), filosofo e filologo di Lugano è il più rinomato studioso svizzero cattolico. Tradotta in sei lingue, la sua opera è riconosciuta come il massimo contributo all’individuazione della crisi della Chiesa nell’ultimo secolo e alla conservazione della grande tradizione filosofica tomistica.
Questo volume propone una raccolta di scritti di p. Daniel Ols, alcuni dei quali finora inediti, elaborati nel corso di una quarantina d'anni. I contributi toccano diversi ambiti della teologia: cristologia, teologia morale, teologia dei sacramenti, ecumenismo, mariologia. Personaggio centrale di questa raccolta è san Tommaso d'Aquino, sul cui pensiero l'autore ha imperniato il proprio insegnamento e la propria ricerca, auspicando di portare in tal modo qualche contributo a una migliore conoscenza e a una più vasta diffusione della sua dottrina, al fine di indicare e illustrare, specialmente in un momento di crisi come quello attuale, una via sicura a coloro che si mettono in cerca della verità. Alcuni testi sono in italiano, altri in francese.
Le vicende dello Studium di Santa Caterina in Pisa rappresentano un momento fondamentale non solo per la storia della cultura della città, ma anche per la storia dell'Ordine domenicano in Italia. Già nei primi anni del Trecento il convento, attivo con l'insegnamento di filosofia, di logica e delle arti, era rinomato per la dottrina dei suoi maestri e amanuensi, come ci attesta la Chronica antiqua. Sono sue creature Domenico Cavalca, il volgarizzato re delle Vitae Patrum, Giordano da Pisa, sermonum divinissimus seminator, Bartolomeo da san Concordia, definito arcula scientiae per la grande erudizione. Fra Simone da Cascina, ricordato dagli Annali del convento come scrittore fecondo di opere latine e volgari, fino a qualche decennio fa era noto soltanto come prosecutore della Chronica di santa Caterina dopo la morte di fra Domenico da Peccioli e autore del Colloquio spirituale, opera in volgare pisano. Si presenta ora per la prima volta l'edizione completa della sua opera autografa, gli Actus scolastici, individuati a metà del Novecento in un manoscritto della Biblioteca Vaticana. Composti dal domenicano tra il 1380 e il 1420 circa in forma di sermone secondo le tecniche dell'arte predicatoria medievale e da lui stesso declamati, sono documenti accademici ufficiali che offrono una testimonianza diretta della sua attività di magister theologie. Essi danno un quadro dettagliato dell'ordo studii degli Ordini Mendicanti facendo conoscere le varie tappe della carriera del frate nei conventi di Firenze, Siena, Perugia e Pisa e la prassi seguita nel conferimento delle licentie (odierne lauree) agli allievi del prestigioso convento di Santa Caterina di cui egli fu più volte priore. Emergono i nomi di frati non solo domenicani (Federico Frezzi, futuro vescovo di Foligno), ma anche francescani (Antonio da Massa, famosissimo predicatore), carmelitani e stranieri (Anglicus e Teutonicus) "licenziati" con cerimonia solenne «in pisana ecclesia katedrali». In tale genere di oratoria accademica costituiscono una novità le Vesperie, sermoni particolarmente pungenti, a cui il magister ricorre fantasticando sul comportamento degli allievi, ormai giunti alla sudata laurea, durante i lunghi anni di studio.
Stiamo vivendo un "cambiamento d'epoca". L'espressione di Papa Francesco permette di comprendere pure i suoi interventi che hanno profondamente inciso in ambito cultuale. La dottrina sui sacramenti si è arricchita, ma soprattutto si è sviluppata la loro disciplina canonica, in piena fedeltà alla missione affidata da Cristo alla Chiesa: la salvezza delle anime. Una nuova sintesi della materia è esposta nel presente manuale. Ne risulta un quadro armonico, completo e aggiornato sui sacramenti (ad eccezione del matrimonio) e gli altri atti del culto divino, sui luoghi e i tempi sacri, al cui vertice sta l'eucaristia.
Queste Ore, scritte dalla serva di Dio Luisa Piccarreta, sono balsamo per l'anima che mantengono vivo il reciproco amore tra l'Amato e l'amante, sono fuoco che fonde, medicina che guarisce, preghiera di consolazione a Gesù: esse ci aiutano ad amarlo con lo stesso amore e, nell'unico respiro, ci permettono di fare spazio al Suo dolore. Le 24 Ore della Passione sono un reciproco bacio d'amore: ogni parola, come scintilla, fa ardere nel «Fiat voluntas tua» e, abbandonati in incandescenti dialoghi d'amore che pervadono tutto l'essere, si vive una vita appassionata nel compimento della Divina Volontà.
Questo volume raccoglie gli Atti dei tre convegni dedicati a San Bonaventura in prossimità dell'ottavo centenario dalla sua nascita e organizzati dalla Cattedra Marco Arosio e la Facoltà di Filosofia dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. La prima parte del volume (La teologia della storia in san Bonaventura, 15-16 aprile 2015) riguarda la teologia della storia del Dottor Serafico, riconosciuta la sua originalità speculativa a partire dagli studi di J. Ratzinger e convenientemente impreziosita da un rescritto del Papa emerito. La seconda parte (La scuola teologica francescana del secolo XIII, 7-8 aprile 2016) incornicia Bonaventura nel contesto teologico francescano del suo tempo, mentre la terza (La ricezione di san Bonaventura nel pensiero del Novecento, 26-27 aprile 2017) guarda agli influssi potenti esercitati dal Nostro su teologi e filosofi di prim'ordine del Novecento.
«Gli Studi di cristologia raccolti in questo volume dell'Opera omnia di Giovanni Moioli ci presentano la "cristologia della 'singolarità' di Gesù" in statu nascenti. [...] Si configurano [...] come il ritorno al momento sorgivo con cui il grande teologo della Scuola di Milano ha elaborato il cuore della sua teologia, con il senso vivo della "centralità" di Cristo come "forma" della vita cristiana. La cristologia, tra teologia e antropologia, è il discorso in cui Dio e l'uomo s'incontrano nel fuoco incandescente in cui la differenza cristiana si dice dentro l'universale umano. Essa mette in comunione con il volto "cristiano" di Dio e dà "forma" all'umano nella storia. [...] Nell'arco temporale di appena quindici anni, [Giovanni Moioli] ha realizzato un'impresa gigantesca: dare volto "cristocentrico" al sapere teologico. Senza facili riduzioni né a un cristomonismo teologico, né a un antropocentrismo esistenziale. Egli ha saputo tenere nel crocevia dinamico della storia di Gesù la rivelazione trinitaria e la figura spirituale del credente, punto di sintesi dell'agire morale e della missione pastorale» (dalla Prefazione di Franco Giulio Brambilla).
«Negli scritti di Moioli la “questione del prete” si propone nella sua identità di questione teologica, propriamente secondo la prospettiva della teologia spirituale, mirata intenzionalmente a rilevare la figura cristiana del prete. […]
Su questa linea, la ricerca di Moioli si muove con fermezza e disinvoltura. Propriamente non è più una ricerca, ma piuttosto una lezione lucida, convinta e persuasiva, che merita di essere appresa, anche perché è maturata non nel rifugio ovattato e senza tempo delle biblioteche, ma nel fermento vivace e a tratti convulso del post-concilio. […]
La vicenda postconciliare del prete non è conclusa e l’accompagnamento di Moioli mantiene la sua attualità. Lucidi e illuminanti, i suoi scritti consentono di prolungare l’accompagnamento, oltre la morte, anche oggi. Sarebbe stata insipienza non raccoglierli; rischiavano di smarrirsi senza poter essere utilizzati, in un momento in cui il prete non è ancora uscito dal suo disagio e la letteratura sul prete non è ancora uscita dalla deriva dell’improvvisazione e dell’insignificanza. L’averli raccolti significa avere prodotto un testo imprescindibile per il prete e per la letteratura sul prete» (dalla Prefazione di Giuseppe Colombo)
«Essere, fino al dono della vita, “liturgo” del culto spirituale che è la comunità cristiana e l’uomo,
a cui fraternamente si mantiene legato; e quindi essere deputato a svolgere
presso i fratelli il compito del “pastore”, mettendo sempre più in risalto
e vivendo per sé e per gli altri un radicale riferimento a Cristo,
unico Signore e Salvatore e Sposo della Chiesa: ecco il senso spirituale sintetico
dell’essere presbitero (e vescovo) secondo il Concilio».
(Giovanni Moioli)
Questo volume presenta le opere più significative di metafisica e di mistica di Niccolò Cusano: La sapienza, La visione di Dio, Il non altro, L'apice della contemplazione, La filiazione di Dio. Sono profonde e coinvolgenti meditazioni sul mistero che è Dio. Di fronte a Dio l'uomo, pur professando la sua "dotta ignoranza", può essere introdotto nella contemplazione sovrarazionale. In essa scoprirà il "non altro", concetto chiave per avvicinarsi a Dio, scoprirà di essere figlio di Dio per sua grazia e accederà alla sapienza. Riflessioni alte e rigorose, forse tra le più mature del neoplatonismo cristiano. L'Introduzione e il Commento filosofico di Matteo Andolfo inquadrano il pensiero di Cusano all'interno del neoplatonismo, sia occidentale che orientale. E mostrano le dipendenze da Dionigi il mistico e Meister Eckhart e anche l'originalità della prospettiva anagogica, cioè dell'assumere come punto di vista l'infinito e l'eterno.
La "Quaestio disputata de unione Verbi incarnati" è un fedele specchio del metodo teologico di Tommaso d'Aquino. L'autore, Fabio Ruffini, ne dimostra definitivamente la paternità tommasiana. Ne stabilisce un testo prudentemente ponderato sulla base dei migliori manoscritti disponibili, ricorrendo cioè alla più antica tradizione manoscritta parigina - specialmente al cod. Paris, BnF, lat. 15811 (F) - proveniente dal lascito di Goffredo di Fontaines. Per consentire un confronto ben fondato e un'analisi comparata sono riportati anche gli altri testi in cui Tommaso tratta dell'unione del Verbo incarnato e della conseguente questione dell'essere di Cristo, o traendoli dall'edizione Leonina o trascrivendoli dall'autografo e dall'exemplar. Di tutti i testi è offerta una traduzione italiana a cura dell'autore. Fabio Ruffini stabilisce anche la datazione della "Quaestio" sulla base degli indizi di critica esterna ed esamina lo svolgersi del pensiero tommasiano nei diversi testi per rilevarne il metodo, ottenendone un indizio di critica interna. Inedite, infine, nell'Appendice all'opera sono riportate alcune trascrizioni integrali di estratti presenti nel manoscritto F in margine al testo delle "Quaestiones disputatae de anima".