
Le centurie di Nostradamus, quartine in rima, sono raccolte in un’opera intitolata Centuries et prophéties, datata 1555. Sono in tutto dieci centurie contenenti cento quartine, a eccezione della settima che ne contiene ottantatré. In questo libro l’autrice fornisce un’interpretazione della prima centuria e di una parte della seconda.
A differenza delle centinaia di pubblicazioni già presenti, questo libro è decodificato in modo consequenziale, una quartina dopo l'altra. Non si tratta infatti di dare un significato alle quartine, come sino ad ora è stato fatto, ma sono le quartine che seguono il libro di storia. Perché quello che per Nostradamus era il futuro, per noi ora è in buona parte storia passata e contemporanea, fino all’attuale pandemia e alla guerra tra Russia e Ucraina.
Alcuni tra i santi che maggiormente hanno inciso la loro impronta nella storia del Cristianesimo sono vissuti in un'epoca, il Medioevo, caratterizzata da grandi contrasti ma di grande fervore religioso. E tra le tante figure che dal Portogallo all'Oriente hanno rischiarato con la fede, la carità e la preghiera questo mondo così spesso oscuro svettano alcuni tra i santi più cari al cuore dei cristiani, come san Francesco d'Assisi, santa Ildegarda di Bingen e santa Brigida di Svezia, solo per citarne alcuni. Con questo volume prosegue la collaudata collaborazione tra un sacerdote, massimo esperto italiano in angelologia, e un medico cardiologo con interessi in campo nutrizionale e diploma di chef, che ripropongono senza annoiare brevi notizie sulle vite dei santi, ricette della tradizione e informazioni su storia e proprietà dei cibi che ci porteranno a fare un giro culinario dell'Europa e del Medioriente.
L’assedio contro la Città di Dio. Dalle premesse dottrinali ai più recenti assalti contro l’ordine divino
Oggi la teologia pastorale viene sempre più considerata non come un’appendice di altre discipline teologiche, ma come una vera disciplina teologica con proprio statuto epistemologico ed un proprio metodo.
Molti hanno contribuito a questo, soprattutto nel periodo dopo il Concilio Vaticano II, il quale, a parte il fatto di essere considerato un Concilio appunto pastorale, ci ha consegnato un grande documento, la Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo: Gaudim et Spes.
L’autore di questo libro è attento a non indulgere alle mode correnti e a non permettere che la pastorale sia sganciata dai fondamenti teologici. Soprattutto, con il suo impegno, da alcuni anni come direttore della Caritas diocesana di Salerno, ha messo sempre in guardia dalla possibile deriva della carità a “terzo settore” o “welfare”, rinunciando così al suo fondamento teologico.
Queste riflessioni sulla castità, scritte al maschile, sono rivolte sia a presbiteri e religiosi, sia a seminaristi e a novizi.
Esse offrono un contributo circa un argomento vasto, contrassegnato dalla singolarità delle situazioni, delle personalità, delle culture, con l’intento di offrire, in modo presentabile, la ricchezza di senso di questa forma di impegno e di tentare di dare un nome alle difficoltà che incontrano quanti si sono incamminati sulla via della castità.
Vivere la castità, nella forma specifica che essa prende nella vita religiosa o nel ministero ordinato, significa accogliere la vita che Dio ci dona, la vita in abbondanza..
DAL SOMMARIO DEL VOLUME Presentazione del Quaderno ANTONIO LIVI, I criteri per una corretta ermeneutica dei documenti del Magistero Studi e discussioni di epistemologia teologica SERAFINO LANZETTA, Il carattere “pastorale” del Vaticano II tra interpretazioni coerenti (cioè logiche) e interpretazioni incoerenti (cioè arbitrarie) ANTONIO LIVI, Come la teologia neomodernista è passata dal rifiuto del Magistero ancora dogmatico all’esaltazione di un Magistero volutamente ambiguo IGNACIO ANDEREGGEN, Teología dogmática y teología pastoral en “Amoris laetitia” ENRICO MARIA RADAELLI, L’unica possibile soluzione ecclesiale al problema della de-dogmatizzazione del Magistero Note e discussioni su opere di epistemologia teologica PIERO VASSALLO, recensione di Enrico M. Radaelli, La Chiesa ribaltata. FABRIZIO RENZI, recensione di Antonio Livi, Vera e falsa teologia. SERAFINO M. LANZETTA, replica alle critiche di Markus Krienke a Il Vaticano II, un concilio pastorale.
Questo trattato di epistemologia teologica, giunto ormai alla quarta edizione, è stato molto apprezzato dai migliori teologi viventi per il suo rigore scientifico che mantiene il discorso estraneo alle contrapposte ideologie del progressismo e del tradizionalismo. Le varie forme della «falsa teologia», infatti, sono qui criticate non perché esprimano opinioni non condivise ma perché pretendono di interpretare la fede cristiana in modo inadeguato, ignorando la razionalità insita nella rivelazione divina, sia per quanto riguarda i suoi contenuti (dogmatici e morali) sia per quanto riguarda il modo della sua comunicazione (che implica la verità dei “proeambula fidei”).
L’assunto principale di questo trattato è dunque mostrare come la teologia, in quanto “scienza della fede”, si debba limitare a proporre ipotesi scientifiche di interpretazione del dogma e non abbia la competenza per riformulare o ricreare la fede della Chiesa partendo da presupposti filosofici che ne ignorano o addirittura ne vanificano le ragioni intrinseche.
Un’Appendice di questa nuova edizione esamina le teorie teologico-morali che più hanno influito sul linguaggio e sui contenuti del Magistero recente.
L’AUTORE
Antonio Livi (Prato 1938) è accademico pontificio e presidente dell’ISCA (International Science and Commonsense Association). Su questo argomento ha pubblicato Razionalità della fede nella Rivelazione. Un’analisi filosofica alla luce della logica aletica (edizione in inglese: Reasons for Believing. On the Rationality of Christian Faith).
Dal mio percorso spirituale, un percorso che ha preso gran parte della mia vita, ho sperimentato che il cammino spirituale non può essere esclusivamente silenzioso, né fondato solo sulla parola e sulla mente, ma deve tenere conto del suggerimento di Gesù: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52), e dunque deve arricchire la Parola con il Silenzio, e viceversa. Quando leggiamo e meditiamo con fede e con amore, Gesù parla direttamente al nostro cuore e ci aiuta a capire il senso profondo delle Scritture, un po' come fece a Emmaus e come faceva di solito con i suoi discepoli quando spiegava loro le parabole.
La cosa che più mi preme di condividere è come il cammino della nonviolenza suggeritomi dal Cristo Gesù, da Gandhi, da Capitini e dai tanti altri e altre che abbiamo ricordato, se da un lato mi risulta esigente, scomodante fino ad arrivare a perforare le mie ferree armature, io lo stia avvertendo sempre di più come il mio vero cammino, quel cammino che mi fa sentire realizzato come uomo oltre che come cristiano, quel cammino che corrisponde al mio impulso, al mio desiderio più profondo. Un qualcosa di bello, un qualcosa di autentico e di vero. Direi di vero, proprio perché lo vedo e lo sento bello, in sintonia con il poeta John Keats che affermava: «Non posso avvertire qualcosa come veramente autentica e vera se non a partire dalla sua bellezza».
Fredric Jameson definisce l'opera di Roland Boer "uno straordinario tour de force" alla scoperta delle riflessioni che numerosi intellettuali marxisti hanno dedicato alla religione e alla teologia. Prendendo le mosse da pensatori classici quali Walter Benjamin, Antonio Gramsci e Louis Althusser, fino ad arrivare ad alcuni autori al centro del dibattito contemporaneo - Alain Badiou, Slavoj Zizek, Giorgio Agamben e Antonio Negri -, il progetto critico di Boer mira innazitutto a sviluppare categorie utili al rinnovamento del dibattito sul rapporto tra marxismo e religione. A guidarlo in questo lavoro è la convinzione, seguendo Marx, che la religione sia quella "coscienza capovolta del mondo" che il mestiere della critica deve ribaltare, riportare con i piedi per terra, rivelandone le forme e le funzioni ideologiche ma anche i complessi legami che essa intrattiene con i bisogni e i desideri dell'animo umano. Boer non intende riproporre un'analisi dei fenomeni religiosi come mere espressioni della "miseria reale", né proporre una riedizione di temi già esplorati dalla teologia della liberazione. E neppure si deve leggere il suo lavoro come una corrente marxologica interna a quella costellazione affatto disomogenea che è la teologia politica. La sua originalità e la sua forza stanno soprattutto nella capacità di portare alla luce l'inconscio religioso di tanta parte del marxismo occidentale. Con una postfazione di Antonio Negri.
In occasione della canonizzazione di San Cesare de Bus, apostolo del catechismo, viene pubblicata la sua opera Le Istruzioni Familiari. Questo primo Volume riguarda il commento al Credo. Si tratta di un manuale di metodologia catechistica nel quale San Cesare offre ai lettori, in particolare ai catechisti, una guida con le seguenti caratteristiche: la concretezza del discorso, i frequenti ricorsi alla storia biblica, l'aderenza all'attualità, il coinvolgimento personale del catechista e degli uditori, la comune aspirazione a una maggior conoscenza e a un più coerente e intenso impegno religioso, la tensione a una spiritualità cristiana più elevata e socialmente feconda nella carità. Le Istruzioni Familiari, commento al Catechismo Romano del Concilio di Trento, risentono certamente della teologia e del contesto storico del periodo in cui sono state scritte, ma offrono una grande ricchezza di contenuto e di metodo catechistico, utilizzati da San Cesare per rispondere alle domande ed esigenze della Chiesa e della società del suo tempo.
Il volume raccoglie le cinque Lettere pastorali che hanno scandito il cammino degli ultimi undici anni della Diocesi di Terni-Narni-Amelia: l'Eucaristia, la Parola di Dio, la Carità, la Chiesa e la Città, l'Iniziazione cristiana. Nella prima Lettera, in verità, vi è già tutto: l'Eucaristia, come insegna il Vaticano II, è "fonte e culmine" della vita della Chiesa. La centralità della Eucaristia domenicale è posta a fondamento delle indicazioni che presentano le altre Lettere. Ciascuna di esse sviluppa le conseguenze spirituali e pastorali per la comunità cristiana. Un orizzonte però fa da sfondo a tutte: il rapporto tra la Chiesa e la Città. Un rapporto dinamico che lega in maniera profonda le due realtà. L'Eucaristia spinge la Chiesa a legarsi alla Città, sino ad esserne come l'anima.