
A cinquant'anni dalla morte di Charles Journet (1891-1975) viene pubblicato questo saggio di Samuele Pinna sul ricchissimo pensiero del cardinale svizzero. Fondatore della rivista Nova et Vetera e autore del monumentale trattato l'Église du Verbe Incarné, è tra i teologi più significativi del XX secolo. La sua ricerca teologica è stata un punto di riferimento per l'amico filosofo Jacques Maritain e per Papa Paolo VI, che gli offrì la berretta cardinalizia per averlo al Concilio Ecumenico Vaticano II. Questo libro mette in luce come la ricerca di Journet abbia attraversato diversi campi del sapere, soffermandosi in modo particolare sul tema della Chiesa, ma senza tralasciare i capitoli più importanti della materia teologica e inserendosi nei dibattiti culturali a lui coevi. Quella di Journet non è solo un'opera speculativa, ma è anche caratterizzata da un afflato mistico, secondo l'insegnamento di San Tommaso d'Aquino, di cui egli si sente discepolo: «Contemplari et comemplata aliis tradere». Queste pagine mostrano come Charles Journet abbia davvero vissuto come un mendicante di assoluto.
Descrizione dell'opera
La Società italiana per la ricerca teologica (SIRT), che organizza periodicamente simposi per promuovere l’investigazione critico-scientifica interdisciplinare in campo teologico, ha deciso di concentrare i propri interessi di studio attorno al “simbolo di fede”. Al tema ha già dedicato i volumi curati da: C. Dotolo, Il Credo oggi. Percorsi interdisciplinari (2001); G. Giorgio, Dio Padre Creatore. L’inizio della fede (2003); V. Battaglia e C. Dotolo, Gesù Cristo Figlio di Dio e Signore (2004); C. Dotolo e C. Militello, Concepito di Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria (2006). I saggi raccolti in questa sede rappresentano i contributi offerti al IX Simposio della SIRT in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI: essi vertono attorno agli articoli quarto e quinto del simbolo apostolico, relativi allo snodo cristologico della passione, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret: «Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte». Lo sforzo di tutti gli studiosi è quello di ridire Dio nel contesto spazio-temporale in cui oggi ci troviamo a vivere, affinché la professione di fede possa ancora essere reale strumento di trasmissione della medesima fede nel mutato contesto culturale.
Sommario
Presentazione (C. Dotolo). 1. Patì sotto Ponzio Pilato e fu crocifisso. Morì e fu sepolto. Discese agli inferi. Il terzo giorno è risorto dai morti (C. Valenziano). 2. Il mistero pasquale (M. Augé). I. Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; scese agli inferi. 3. Il Crocifisso (V. Battaglia). 4. «Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì». L’antropologia del dono (C. Peri). 5. La discesa di Gesù agli inferi nelle testimonianze dei primi due secoli (E. Norelli). 6. Il mistero dell’iniquità in Sergio Quinzio (G. Giorgio). II. Il terzo giorno risuscitò da morte. 7. «Se Cristo non è risuscitato…» (1Cor 15,14). Ermeneutica dell’evento e simbolica della fede (C. Dotolo). 8. Risurrezione. La parola ultima è nella verità del desiderio (L.M. Pinkus). 9. Il Buon Samaritano. Cristo, morto e risorto. Riflessioni a partire dai nn. 28-30 della Salvifici doloris (G. Calabrese). 10. Fragilità e vulnerabilità della vita umana. Una prospettiva bioetica sul Simbolo della fede (F. Turoldo). Conclusioni. Noi predichiamo un Messia crocifisso (B. Secondin). Indici.
Note sui curatori
Fabrizio Bosin è docente di cristologia alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”.
Carmelo Dotolo è docente di teologia alle Pontificie Università Urbaniana e Gregoriana e presidente della SIRT.
Nella cornice propria del trattato, questa riflessione sulla Chiesa ha l'andamento della conversazione e il tono dell'attualità. Al centro c'è il Concilio Vaticano II, l'evento che ha segnato la nostra epoca e che nello spirito è ancora capace di guidare il cammino della Chiesa alle soglie del terzo millennio dell'èra cristiana. E' un piccolo omaggio nel trentesimo anniversario della sua conclusione.
Descrizione dell'opera
In pochi decenni la ricerca nel campo del cervello e della psiche ha fatto enormi progressi. È quindi quanto mai opportuno che si faccia più serrato il dialogo tra le discipline e le prospettive coinvolte, rimaste ignare del lavoro e dei risultati altrui: le scienze umanistiche, le scienze naturali e la teologia. I contributi confluiti nel volume sono frutto del progetto «Neuroscienze e comportamento umano» della Facoltà teologica pugliese, che mira a comprendere l'uomo e la sua mente nella loro interezza, privilegiando gli interrogativi etici, la riflessione sul comportamento umano, sul funzionamento della coscienza, sulla libertà dell'atto umano.
Sommario
Introduzione. I traguardi delle neuroscienze e l'antropologia filosofica (J. Sanguineti). Filosofia della mente e neuroscienze (S. Spiri). Dalle neuroscienze alla neuroetica (A. Lavazza). Le neuroscienze e la libertà della persona (M. Signore). Riduzionismo e neuroscienze (R. Muci). Ricoeur e le neuroscienze (M. Indellicato). Questioni di bioetica e neuroscienze (V. Viva). Le neuroscienze e le nuove prospettive del diritto alla salute (L. Tafaro). La rivoluzione silenziosa della diagnostica cerebrale per immagini (A. Gini). Nuovi orizzonti della psicofarmacologia (V.A. Amodio).
Note sul curatore
LUIGI RENNA (1966), sacerdote della diocesi di Andria, docente di teologia morale presso la Facoltà teologica pugliese nell'Istituto teologico «Regina Apuliae» di Molfetta, ha diretto il progetto interdisciplinare «Neuroscienze e comportamento umano», realizzato con il contributo del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose della Conferenza Episcopale Italiana.
Come dire la fede in un preciso contesto sociale e culturale? Nell'oggi, la domanda fondamentale per la teologia pastorale e per la pastorale potrebbe essere così riformulata: come annunciare il messaggio di Gesù Cristo in una realtà sociale e culturale di seconda secolarizzazione e all'interno di una società liquida?
A partire da una visione profondamente radicata nella tradizione e nel magistero, e insieme attenta a intercettare i segni dello Spirito, il contributo dell'autore tratta di un agire pastorale della Chiesa con obiettivi ambiziosi: confrontarsi quotidianamente con la Parola di Dio e le necessità della gente, essere pensoso, progettuale e cooperativo, attento agli adulti e alla famiglia, aperto alle nuove domande di formazione cristiana, missionario e vigile a non lasciarsi dirottare su derive spiritualiste e solidariste.
La sua trama si articola attorno a quattro riferimenti: la Parola di Dio come fonte e metro di misura della vita del credente e della Chiesa; il mistero dell'Incarnazione come guida della prassi pastorale; la Chiesa, segno e strumento di Cristo per attuare il Regno di Dio nel mondo; la spiritualità di comunione missionaria, che sta alla radice della scelta della pastorale integrata e d'insieme.
Descrizione dell'opera
«È innegabile che nella storia del cristianesimo trovi spazio un phylum, una corrente che, nonostante maree e venti contrari, ha finito col sollevare e mantenere alta la bandiera dei "condannati della terra". […] Questa corrente rivendica con forza il proprio ruolo di intima e radicale identità cristiana: sostiene che Dio è il vendicatore dei poveri; e ancora, sostiene che Dio si rivela e si "rende concreto" soltanto mediante l'uomo: in primo luogo, mediante l'uomo Gesù, e poi mediante quegli uomini che scelgono di vivere mossi dallo Spirito di Dio e di Gesù» (dalla Conclusione).
La mole di interventi e la ricchezza della tradizione cristiana sul tema dei poveri "vicari di Cristo" è tale da sorprendere lo stesso autore che ne ha raccolto i testi in antologia. Malgrado l'ampiezza del materiale presentato, quest'ultimo infatti costituisce solo una piccola parte di quanto è possibile reperire.
La prospettiva assunta dalla raccolta è quella della riflessione teologica. Ma anche consultando i testi esclusivamente come fonte di informazione storica, si tratta di un libro scomodo, difficile da accettare: i testi della tradizione cristiana sui poveri non fanno sconti.
Il volume è ora proposto in edizione economica per renderlo disponibile al più ampio pubblico.
Sommario
Presentazione. I. I PADRI DELLA CHIESA. 1. I padri greci. 2. I padri latini. II. IL MEDIOEVO. 1. L'alto medioevo. 2. Il basso medioevo. III. RINASCIMENTO E RIFORMA. Il rinascimento e la riforma. IV. ETÀ BAROCCA E CONTRORIFORMA. La riforma cattolica. V. GLI ULTIMI DUE SECOLI. 1. Il secolo XIX. 2. Il secolo XX. A. I Testi preparatori. B. Il Vaticano II e la conversione della Chiesa. C. Bilancio provvisorio del secolo XX. Conclusione.
Note sull'autore
JOSÉ IGNACIO GONZÁLEZ FAUS(Valencia 1933) è stato professore di teologia sistematica alla Facoltà di teologia di Barcellona. È stato responsabile
Trucchi e inganni, vendette e punizioni, famiglie lacerate, rapimenti donne, omicidi, stupri, guerre e massacri. Nel libro dei Giudici è mostrato al lettore il lato peggiore dell'umanità e anche il personaggio di Dio sembra vinto dalla violenza di cui diviene uno dei fomentatori.
Poco conosciuto, snobbato dalla liturgia cattolica domenicale, considerato poco edificante perché pieno di storie violente, il libro dei Giudici è tra i testi più belli e istruttivi della Bibbia ebraica. Privilegiando l'approccio narrativo, André Wénin invita a cogliere la pedagogia paziente del Dio dell'alleanza nei confronti di un popolo al quale cerca di farsi conoscere, ma la cui resistenza finirà per metterlo in scacco. L'analisi di quattro episodi relativi a fatti violenti mostra inoltre che l'essenziale sta nel modo in cui vengono raccontati; la loro forza risiede nella capacità di «riscattare» l'inumano per mezzo di ciò che è più nobile, l'arte, dotata della singolare facoltà di educare alla riflessione e alle scelte etiche.
Nell'ambito dell'attuale riflessione teologica cristiana sul popolo ebraico è ormai dato per scontato che l'alleanza tra Dio e Israele non sia stata revocata. Da ciò consegue il fermo ripudio della teologia della sostituzione, secondo la quale la Chiesa definisce se stessa come il vero e nuovo Israele che subentra all'antico. Queste affermazioni, orientate a sviluppare un nuovo corso nei rapporti cristiano-ebraici, risultano però ancora incerte nel prospettare quale nuova immagine di Chiesa emerga da questo radicale mutamento. Poiché molte difficoltà dipendono da un'inadeguata impostazione del problema, il volume prospetta un cambio di approccio basandosi su un'approfondita ermeneutica di alcuni testi del Nuovo Testamento. L'indagine si incentra sulle conseguenze ecclesiologiche legate al fatto che l'elezione d'Israele avviene nei confronti degli altri popoli ed è quindi costitutiva della polarità Israele-Genti. Discorso analogo comporta il confronto con l'ebraismo definito in base a tre parametri fondamentali: Torah, popolo, terra. Da questa impostazione consegue la necessità di non presentare il cristianesimo come semplice universalizzazione dell'ebraismo. Definire la Chiesa come una comunità di chiamati da Israele e dalle Genti esige un ripensamento della categoria ecclesiologica di mistero, la riduzione del ricorso a parametri identitari per definire il cristianesimo e una nuova visione dell'inculturazione della fede.
Presenti i delegati di 110 conferenze episcopali e dei superiori generali di oltre 30 ordini religiosi, la Chiesa torna ad affrontare la drammatica e penosa questione degli abusi sui minori commessi da esponenti del clero con un Simposio sui temi prioritari della tutela dei più vulnerabili e dell'assistenza alle vittime delle violenze. "Il Simposio - ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana - non è una conferenza fine a se stessa, ma rappresenta un contributo specifico nell'ambito di un cammino in cui si prospetta una strategia". Da questo evento è arrivato infatti un input per aiutare i pastori della Chiesa ad affrontare nella pratica il dramma della violenza sui minori. Ad aprire i lavori è stato il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. William Levada, con una prolusione sul tema. Tra i relatori è intervenuta anche una delle vittime, la signora Marie Collins, che ha portato la propria personale testimonianza su come dare voce alle vittime delle violenze sessuali avvenute nell'ambito della Chiesa. Di particolare significato la Veglia penitenziale, presieduta dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi.