
Questo volume indaga, con sapiente equilibrio tra erudizione e profondità spirituale, il mistero dei sacramenti di guarigione: la Penitenza e l’Unzione degli infermi.
L’opera traccia un percorso storico che parte dalle prime testimonianze nel Nuovo Testamento, attraversando tutte le epoche della cristianità. Dai padri della Chiesa alle pratiche medievali, dalla riforma tridentina fino ai rinnovamenti conciliari, l’autore ci guida in un viaggio illuminante che rivela come questi sacramenti si siano evoluti in risposta alle mutevoli sensibilità spirituali e pastorali. Con meticolosa attenzione e linguaggio accessibile, l’autore analizza i riti attuali della Penitenza e dell’Unzione secondo il Rituale Romano vigente, portando alla luce le profonde radici teologiche che ne alimentano il significato. In tal modo l’esperienza liturgica viene arricchita dall’intelligenza teologica, mostrando come si tratti di una vera e propria teologia incarnata.
Per ritus et preces ogni elemento celebrativo acquisisce nuova luce e vitalità, offrendo ai lettori – siano essi studiosi, ministri o fedeli – una comprensione rinnovata di questi potenti strumenti di riconciliazione, conforto e guarigione spirituale. Un’opera particolarmente importante per chi desidera approfondire non solo la pratica, ma anche l’anima di sacramenti che continuano a toccare l’esperienza umana nelle sue dimensioni più vulnerabili e autentiche.
Antonio Miralles, nato ad Alicante (Spagna) nel 1941, è stato ordinato Presbitero nel 1965, incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Già Direttore dell’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma), è Professore emerito di Teologia dei sacramenti della medesima Università. È stato Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero. È autore di decine di articoli e contributi, e di diversi volumi.
This volume gathers the sessions and dialogues held at the Pontifical University of the Holy Cross during the 14th Professional Seminar for Church Communications Offices, attended by hundreds of communicators from dioceses, bishops' conferences, congregations or institutes of consecrated life, movements and other Church-related organizations. The combination of theoretical and practical contributions on the contemporary context of evangelization builds a bridge between the academic and professional worlds, highlighting positive faith communication projects while not ignoring the challenges and difficulties the Church faces in the current historical moment.Questo volume raccoglie le sessioni e i dialoghi che si sono svolti presso la Pontificia Università della Santa Croce in occasione del 14º Seminario professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa, al quale hanno partecipato centinaia di comunicatori provenienti da diocesi, conferenze episcopali, congregazioni, istituti di vita consacrata, movimenti e altre realtà ecclesiali. La combinazione di contributi teorici e pratici sul contesto contemporaneo dell'evangelizzazione crea un ponte tra il mondo accademico e quello professionale, valorizzando i progetti positivi di comunicazione della fede senza tuttavia ignorare le sfide e le difficoltà che la Chiesa affronta nell'attuale momento storico.
«Se si volesse fare una diagnosi della situazione attuale circa il sacramento del matrimonio inserito nel tessuto ecclesiale, emergerebbero diversi centri di interesse che costituirebbero altrettanti "punti scottanti" propri di questo sacramento. Balzerebbero infatti in primo piano problemi di tipo pastorale, di identità, di significato, ecc., che, a nostro giudizio, rimarrebbero insoluti finché non si comprende cosa significhi "celebrare" il matrimonio cristiano». Forte della convinzione che il metodo liturgico possa dare risposta ai "problemi più scottanti" del matrimonio, D. Achille Maria Triacca iniziava nel 1979 le sue ricerche liturgico-sacramentali sul settimo sacramento. In effetti, la questione fondamentale per comprendere adeguatamente la famiglia cristiana, spesso dimenticata dalla teologia pastorale e da quella sacramentale sistematica, consiste nel domandarsi cosa significhi celebrare il matrimonio cristiano. È nell'evento liturgico che la coppia viene inserita nel mistero pasquale di Gesù, configurata in modo permanente secondo tale azione salvifica. Qui essa viene consacrata a una missione ecclesiale specifica, un vero e proprio ministero differenziato e da distinguere da altre forme ministeriali della Chiesa. In sostanza, la famiglia cristiana come chiesa domestica è comprensibile solo a partire dalla celebrazione del rito sacramentale che "eucaristizza" gli sposi. È nella sua celebrazione che troviamo il significato propriamente cristiano del Matrimonio.Questi sono solo alcuni elementi dell'importante contributo di Triacca alla teologia sacramentale e pastorale del matrimonio e della famiglia. Il contenuto di questo volume vorrebbe rispondere, insieme a Triacca, alla domanda sul significato della celebrazione liturgica del Matrimonio cristiano e ricondurre il lettore a orizzonti teologici più ampi di comprensione della realtà matrimoniale, a partire dalla nozione liturgica di sacramento come mistero-azione-vita.
Questo manuale di teologia naturale o filosofica, maturato dopo anni di insegnamento dei due autori presso l'ISSR all'Apollinare e la facoltà di Filosofia (Pontificia Università della Santa Croce, Roma), è pensato in primo luogo per quanti si avvicinano per la prima volta allo studio di tale area filosofica. Allo stesso tempo, il lavoro si rivolge anche ad un pubblico più ampio, dal momento che esamina alcune questioni attualmente molto discusse e strettamente legate al problema "Dio", come l'evoluzionismo, la teoria del Big Bang, le nuove cosmologie e il cosiddetto nuovo ateismo (New Atheism), difeso in alcuni best-seller. Uno degli obiettivi del volume è di informare il lettore sulle principali discussioni contemporanee su questi argomenti e fornirgli delle chiavi per rispondere alle obiezioni contro l'esistenza di Dio più diffuse nella cultura di oggi e che animano non di rado il dibattito tra fede e scienza o tra credenti e non credenti. La seconda edizione presenta una completa revisione del testo e una bibliografia aggiornata, suddivisa in due parti (in italiano e in lingua straniera) per rendere più immediata la consultazione. Infine, al termine di alcuni capitoli sono stati inseriti dei brevi approfondimenti come integrazione di specifici argomenti e un'appendice con alcune tavole concettuali, per sintetizzare in modo molto essenziale la struttura e i contenuti del manuale, in particolare pensando agli studenti come primi destinatari di questo volume.
Donne tradite da chi diceva di amarle e poi le ha "buttate via". Donne tradite dalle loro famiglie che non hanno saputo trovare abbastanza amore per accoglierle e offrire loro un'altra possibilità di vita. Donne tradite anche dalla Chiesa, perché hanno trovato in essa "o più esattamente in uomini della Chiesa, regole di moralità disastrose, invece di trovarvi una primaria difesa". Questo libro, dopo una prima pubblicazione nel 1937, venne "custodito" per molti anni da Elisa Salerno, che solo nel 1950 lo pubblicò con lo pseudonimo di Maria Pasini. Elisa Salerno, femminista cristiana dei primi del '900, sa affrontare con coraggio e determinazione temi che, con altri volti e altre storie, sono ancora profondamente attuali. Ripubblicare il testo all'interno della collana Sui generis, con alcuni contributi utili a comprendere meglio il contesto storico e l'impegno dell'autrice, ci aiuta a non dimenticare le tradite del nostro tempo; ci obbliga a non "voltare la faccia" di fronte alle violenze di ogni tipo perpetrate contro le donne. Rileggere, nelle parole della Salerno, la sua passione per la "causa santa della donna" e la sua denuncia sulla "doppia morale" nei confronti dei due sessi, ci interpella sulla responsabilità di ognuno nel "prendere la parola" per denunciare ogni violenza, sostenere chi ne è vittima e non tradire il nostro poter essere donne e uomini per relazioni e tempi nuovi.
Un dialogo vivace che tocca tutti i punti caldi della riflessione ecclesiale sulla famiglia, ripercorrendone l'evoluzione e affrontando senza timidezze le questioni aperte. Il "principio famiglia" è la proposta che emerge dall'insieme della riflessione, ad illuminare la pastorale. Il mistero di Cristo Sposo della Chiesa Sposa sintetizza il dialogo di alleanza tra Dio e gli uomini e manifesta la presenza della Chiesa come "Famiglia di Dio" dove tutti sono chiamati a vivere l'amore, e dove la misericordia accolta e vissuta trasfigura le ferite in storie di salvezza. Un principio cristologico ed ecclesiologico che pone ogni aspetto pastorale e ogni vocazione nella sua giusta luce.
"Pochi sanno chi sia il vescovo e che cosa faccia e, se posseggono alcune nozioni, esse sono vaghe e molto imprecise. Ciò anche perché spesso i vescovi, loro malgrado, vengono sottratti alla gente dai molteplici impegni, che li fanno apparire più burocrati che pastori. Queste pagine, parlando del vescovo, raccontano la Chiesa. Perché soltanto dove c'è il vescovo c'è la Chiesa, la comunità cristiana che vive con la gente e per la gente, annunciando e vivendo la gioia del Vangelo. Ecco allora che diventa interessante capire chi è il vescovo e che cosa fa. Con il presente libro vorrei avvicinare il vescovo alla comunità e la comunità al vescovo affinché ne derivino una reciproca edificazione nella testimonianza della fede, della speranza, della carità e un rinnovato impulso a vivere nella nostra Chiesa la sinodalità come importante forma di testimonianza e di missione." (Cristiano Bodo, vescovo). Prefazione di Luciano Pacomio.
Terre di missione: Africa Centrale, Amazzonia, Oceania... Territori vastissimi, con una viabilità precaria o quasi inesistente e luoghi impervi. Villaggi sperduti, difficili da raggiungere se non con percorsi lunghissimi e pericolosi, ma che proprio per questo è importante visitare regolarmente, per portare i segni concreti della carità e le parole di speranza. Come aiutare i missionari a muoversi più in fretta e superare tanti ostacoli naturali? Queste pagine raccontano la storia del Centro Internazionale di Aviazione e Motorizzazione Missionaria, nato a Torino nel 1959 da alcuni innamorati dell'aria e dell'aviazione, per insegnare a preti, frati e suore a guidare aeroplani. L'autore contribuì a dargli vita, insieme al generale Francesco Brach Papa e altri amici, e qui narra come maturò l'idea e divenne realtà. Furono alcune decine i piloti e le pilotesse brevettati in pochi anni: le "storie di cielo" con cui si chiude il volume fanno rivivere l'avventura di alcuni di loro. "Nel rombo del motore che portate in petto potreste sentire una voce, quella del Maestro che vi dice: 'Coraggio, ragazzi, c'è bisogno di voi perché il mio Messaggio di Vita raggiunga le genti lontane...'. Non fate i sornioni!" (Don Paolo Gariglio)
Certo può sembrare strano accostare i quattro vangeli e l'ipercubo, la teoria di Cantor degli insiemi e della loro cardinalità al mistero stesso di Dio, l'insieme vuoto e la costruzione dei numeri naturali all'Incarnazione e alla kenosis del Figlio di Dio, gli spazi metrici, gli omeomorfismi tra insiemi e le funzioni continue al regno di Dio, o, ancora, le varietà topologiche all'esperienza della carità. Si tratta di recuperare un modo di pensare capace di vedere le cose non solo in se stesse come nell'approccio scientifico, ma anche come simboli. E anche in questo senso il confronto con la matematica, che vive di simboli, appare di grande interesse. Come altri hanno utilizzato altre arti per parlare della bellezza del cristianesimo, così ci si può legittimamente servire della astratta e limpida bellezza della matematica per parlare di Gesù Cristo. Dalla Postfazione di Ferruccio Ceragioli. "La matematica è bellezza, poesia, fantasia e allora, coraggio, lasciamola parlare un po' di Cristo!"
La ricerca intrapresa scaturisce da un originario interesse per le grandi tematiche della bioetica, con particolare attenzione al tema della sofferenza, inquadrato in quello ben più ampio e complesso del patire umano. L’intento fondamentale dello studio è stato effettuare una ricognizione in primis antropologica e poi etica sulle forme del patire e sull’esperienza della passività, traendo frutto dall’approccio del sapere fenomenologico, non tralasciando però l’orizzonte di un agire attivo nella speranza.
L’indagine sull’esperienza umana della sofferenza è stata, quindi, condotta attraverso diversi livelli di comprensione del dolore: il contesto culturale odierno, caratterizzato dal forte incremento del sapere scientifico, con le discussioni bioetiche più recenti; il sapere filosofico, alla luce della fenomenologia di Max Scheler; infine il sapere teologico, colto a partire dall’esperienza cristiana del dolore, nella sua relazione al senso del patire e del morire di Gesù Cristo.
Il contributo che Cettina Militello ha dato alla teologia e alla Chiesa è ben noto: tutti conosciamo la sua passione "ecclesiale"; tutti le siamo debitori per quanto lei, nei lunghi anni della sua docenza e del suo impegno accademico e pastorale, ci ha offerto. Tutti, sia pure a diversi livelli, sperimentiamo il dono della sua amicizia. Le sue pubblicazioni e i suoi insegnamenti hanno toccato svariati temi e problematiche. Chiunque voglia dire qualcosa sulla Chiesa, sul laicato, sul femminile, sulla donna nella Chiesa e nella teologia, sulla Madre del Signore, sull'ecumenismo, sulla vita religiosa, sull'architettura, sulla liturgia incrocia la ricerca della prof. Militello. In occasione del suo settantesimo compleanno il Coordinamento Teologhe Italiane le dedica questa raccolta di saggi per tenere viva la discussione sui temi-chiave della ricerca teologica di Cettina Militello.
Il libro presenta il ritratto di dodici cristiani appartenenti a una piccola fraternità di persone omosessuali e transgender. Come succede a ogni cristiano, il loro percorso di fede somiglia più a un sentiero scosceso che a un'autostrada. Ci sono periodi di smarrimento, di lotta interiore, e poi istanti di rivelazioni e di conversione, ma il tratto che li accomuna tutti è una forte esperienza di Dio nella preghiera. Un credente omosessuale o transessuale impiega poco tempo per capire che la sua posizione nella Chiesa non viene riconosciuta come tale, obbligandolo a un percorso di pericoloso avvitamento su se stesso. La non accettazione porta al nascondimento. Il nascondimento porta all'invisibilità. L'invisibilità genera la sensazione di non esistere. Ciò che non esiste non viene considerato. Punto. Per rompere questa catena perversa occorre spezzare qualche anello e far emergere il diritto di essere ascoltati, se necessario anche mettersi a gridare come fece Bartimeo in mezzo all'ostilità dell'entourage di Gesù. L'amore incondizionato che Gesù mostra nei vangeli per ogni uomo e donna che si accosta a lui è il modello da riprendere nella nostra pastorale.