
La CEI ha posto al centro dell'attenzione pastorale negli ultimi anni anche il problema lavoro e su questa tematica ha sensibilizzato i propri responsabili su tutto il territorio nazionale. Il volume pubblica gli atti del recente convegno CEI degli operatori della pastorale sociale e del lavoro, informa sui nuovi problemi del lavoro, in Italia e in Europa, e costringe ad aggiornare gli strumenti pastorali tradizionali superando il provincialismo, le approssimazioni, le soluzioni meramente volontaristiche. pagine come le cose "non dovrebbero andare". realizzare in gruppo.
A partire dai dati scientifici sullo stato del pianeta, dalle indicazioni del magistero e dalla riflessione della teologia e dell'etica ecologica, il volume propone di educare al creato offrendo un messaggio di speranza da condividere con coloro che hanno a cuore la terra e i suoi abitanti.
Un'educazione che non si limiti alla salvaguardia dell'esistente - pur imprescindibile di fronte al deterioramento ambientale - ma che consenta di riscoprire armonia, meraviglia, stupore e gratitudine affinando una sensibilità che non sia pura delega agli addetti ai lavori, ma diventi patrimonio comune. Un'educazione in grado di suscitare il desiderio di prendersi cura della creazione, di assumersi responsabilità verso la terra, dono di Dio affidato a tutti e alle generazioni future, e di impegnarsi per la giustizia a favore dell'intera famiglia umana.
«L'arte dell'educare al Creato diventa sempre più necessaria», osserva nella prefazione il vescovo Giancarlo Bregantini. «Anche perché gli errori e i limiti precedenti, frutto di poca sensibilità sociale e culturale, possono ora essere rimediati. E superati. La sensibilità è infatti cresciuta, più vicina alla storia odierna, soprattutto dei giovani, che sentono vivissimo il loro cuore attento all'erba che cresce, al cielo azzurro, all'aria pulita, al territorio risanato. A un lavoro che garantisca il futuro».
Sommario
Prefazione (G. Bregantini). Presentazione. 1. Educare oggi. 2. Lo stato del pianeta. 3. I fondamenti della cura per l'ambiente-creato. 4. Una questione etica. 5. Un orizzonte che si allarga. 6. Comunità profetiche nella storia. 7. Un nuovo ruolo culturale. Conclusione.
Note sull'autrice
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA, insegna scienze naturali al liceo scientifico. Ha condotto studi in Scienze religiose con tesi in bioetica, è giornalista dal 1984 e si è occupata di divulgazione scientifica, tematiche educative e familiari, informazione religiosa. Collabora ai settimanali diocesani Vita Trentina e Il Segno e al portale Vatican Insider de La Stampa. Per le Edizioni dehoniane collabora alla Rivista di Teologia Morale, Settimana (e relativo blog), Testimoni e ha pubblicato: Giuseppe Nardin monaco nella storia. Un benedettino sulla frontiera del rinnovamento (2010).
Celso Costantini, primo delegato apostolico in Cina, compì un'impresa mai riuscita prima: impiantare la Chiesa tra gli eredi del Celeste Impero. Il libro, frutto della consultazione degli archivi della Santa Sede, offre un inedito spaccato storico sul ruolo fondamentale svolto in Oriente dal futuro cardinale italiano. Promotore e presidente del concilio plenario di Shanghai del 1924, portò i primi vescovi cinesi alla consacrazione a Roma nel 1926. Nei tre anni seguenti fondò la prima Congregazione religiosa maschile indigena, l'Azione Cattolica Cinese, due scuole di arte sacra cinese sull'onda della decolonizzazione religiosa e dell'inculturazione cristiana. Si prodigò inoltre per un accordo tra la Santa Sede e la Cina al fine di instaurare relazioni diplomatiche, realizzate nel 1946. Prefazione del card. Pietro Parolin. Presentazioni di mons. Savio Hon Tai Fai, mons. Giuseppe Pellegrini, fr. John Chia Khee Long.
Nella storiografia italiana e straniera il rapporto tra Chiesa cattolica e schiavitù sembra risentire di una certa polarizzazione ideologica, accompagnata da una selezione e decontestualizzazione delle fonti. Da un lato la Chiesa viene presentata come fiera paladina contro lo schiavismo; dall’altro viene ritenuta senza appello legittimante e connivente. Un oggettivo esame delle fonti – dall’Antico Testamento al Catechismo del 1994 – mostra una realtà che richiede una distinzione. Dall’età antica a quella moderna, passando per la sistematizzazione medievale, la Chiesa ha sempre approvato la «servitù giusta», cioè la privazione della libertà in tre soli casi: criminali, prigionieri di guerra, lavoratori subordinati. La «schiavitù ingiusta», cioè la cattura, la tratta, la compravendita, lo sfruttamento e l’abuso di civili innocenti non trova invece giustificazione in alcun pronunciamento.
Di fronte a Dio tutti gli uomini sono uguali in natura e dignità, e il prossimo va amato come se stessi. Questo ha permesso all’Europa medievale cattolica di essere la prima ad abolire questo iniquo istituto, che nei secoli ha causato sofferenze e morte a milioni di persone.
Sommario Prefazione (L. Mascanzoni). Sigle. Introduzione. I. La schiavitù tra storia e Scrittura. 1. Cenni storici sulla schiavitù. 2. Scrittura. II. Documenti. 1. Tradizione. 2. Concili antichi emedievali. 3. Pronunciamenti papali antichi e medievali. 4. Istituti religiosi di redenzione. 5. Magistero del ’400. 6. Pronunciamenti moderni e contemporanei. III. Sintesi della dottrina cattolica. Per una conclusione. Appendice. Tabella sinottica. Bibliografia.
Note sull'autore Roberto Reggi è laureato in Filosofia, Scienze della formazione, Psicologia e Psicologia scolastica e di comunità, e licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del NuovoTestamento (2001-2014).
Sorseggiare una tazza di cioccolata interrompe o no il digiuno, rigorosamente prescritto dalle leggi della Chiesa? La gustosissima, densa e sensuale sostanza proveniente dal Nuovo Mondo può considerarsi una vera bevanda? Verso la metà del 1600 e per oltre un secolo papi, insigni teologi e ambasciatori dei re dibattono aspramente la questione, impensabile prima della scoperta dell'America. I più rigoristi (tra cui domenicani e carmelitani), da un lato, giudicano inconciliabile coniugare digiuno e gola; i più permissivi (tra cui gesuiti e francescani), dall'altro, portano a difesa della propria posizione addirittura le estasi mistiche di Rosa da Lima, poiché un angelo sostiene le fatiche della santa porgendole esattamente una tazza di cioccolata.
In opposizione al caffè, bevanda ritenuta in sintonia con l'etica protestante, espressione di ascesi, razionalismo e operosità della borghesia progressista, la cioccolata viene percepita dai contemporanei come prettamente cattolica e barocca, adatta all'ozio degli aristocratici dell'Ancien Régime.
Il titolo del volume bene esprime le strade seguite dalla ricerca: l'interpretazione (Nietzsche) di un dibattito di teologia morale (il papa) su un episodio di storia dell'alimentazione (la cioccolata).
Il tema è uno spunto per ragionare anche sul presente, su questioni che trovano la Chiesa un po' distratta come i business legati a cosmesi, salutistica, body fitness e gourmandise. Ed è una sollecitazione ai teologi affinché non si lascino sfuggire le molte sfide, assai prossime al vissuto dei cristiani, che i 'Nuovi Mondi' di oggi pongono.
Sommario
Introduzione. 1. Il piano della ricerca. 2. Il titolo. La cioccolata cattolica. 1. Ancora cioccolata! 2. Il papa e la cioccolata. 3. Aneddoti e metodo storico. 4. Il vescovo e la cioccolata. 5. I gesuiti, la cioccolata e altro. Il digiuno ecclesiastico. 1. Cibo e cristianesimo. 2. Cibo e religioni. 3. Cibo, religione e società. 4. Tabù o astinenza? 5. Fame e digiuno. 6. Le dispense. La disputa sulla cioccolata. 1. Casistica, auctoritas, medicina. 2. Antonio de León Pinelo. 3. I predecessori di Pinelo. 4. Hurtado. 5. I medici. 6. Brancaccio. 7. La polemica tra Felini e Gudenfridi. 8. In Francia. 9. Medici e letterati italiani. 10. Concina. 11. Epigoni. Critica sociale del gusto. 1. Cioccolata, caffè e tè, ovvero la geografia del gusto. 2. Theobroma ovvero la sociologia del gusto. 3. Dall'etichetta all'etica. 4. Al di là del bene e del male. Conclusione. 1. Adamo, Eva e la mela. 2. Tre problemi. Appendici. 1. Esempi di ricopiature. 2. Bando di scomunica del 1681. 3. Le fonti di Pinelo. 4. Mele per tutti i gusti. Bibliografia consultata. Indici.
Note sull'autore
Claudio Balzaretti (1956) è ordinario di filosofia e scienze sociali nei licei statali. Laureato in lettere classiche e candidato al dottorato in esegesi presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha insegnato esegesi biblica presso il Seminario della diocesi di Novara. I suoi articoli spaziano dalla filologia classica e semitica alla letteratura e all'esegesi. Ha collaborato a diverse recenti introduzioni all'Antico Testamento in lingua italiana. Ha pubblicato: Esdra-Neemia. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 1999); "Missa". Storia di una secolare ricerca etimologica ancora aperta (Roma 2000); I libri delle cronache (Roma 2001); I libri dei Re (Roma 2002); 1-2 Maccabei (Padova 2004); 1-2 Re (Padova 2008).
Don Mazzolari scrisse "Rivoluzione cristiana" tra la fine del 1943 e il 1944, con la speranza di pubblicarlo anonimo alla macchia, ma il suo disegno non poté realizzarsi, prima a causa degli arresti che gli inflisse la polizia tedesca, poi a motivo della condanna vaticana. Rimasto tra gli inediti conservati dalla sorella Giuseppina, fu dato alle stampe nel 1967 per i tipi dell'Editrice La Locusta di Vicenza, e poi riproposto da EDB nel 1995. L'edizione critica ne riproduce per la prima volta il testo originale, tranne che per l'ultima pagina, evidentemente smarrita, per la quale si seguono le edizioni già ricordate. Il fondamento teologico della riflessione mazzolariana sulla "rivoluzione cristiana" sta nella dinamica dell'Incarnazione: la rivoluzione cristiana è portata da Cristo Rivoluzionario e non c'è vera rivoluzione senza di lui. Per don Primo la prova cruciale della permanente vitalità del cristianesimo consiste proprio nel suo saper essere fermento rivoluzionario nella storia contemporanea. Con questo ulteriore volume, la Fondazione Don Primo Mazzolari e le EDB proseguono nell'edizione critica delle opere di Mazzolari. I criteri della revisione vengono di volta in volta illustrati dal curatore, nella nota introduttiva di apertura.