
La parola escatologia viene generalmente associata alle realtà ultime che attendono l'uomo alla sera della vita. Nella Bibbia, però, essa indica anche il presente dell'era messianica, in quanto tempo ultimo della storia, in cui ha inizio il compimento delle promesse divine. Con un approccio interdisciplinare, questo libro vuole offrire un contributo significativo alla riflessione sulla vocazione futura e ultima dell'umanità, secondo il progetto eterno del Padre. A essa ogni uomo deve poter tendere, nel presente della storia, con una vita permeata dalla grazia e dalla verità di Cristo, per opera dello Spirito Santo, nella Chiesa, con Maria.
Che cos’è l’uomo? Questa domanda ci affascina e assilla allo stesso tempo. È la domanda di sempre, la domanda delle domande. A essa siamo continuamente riportati, perché di fatto questo interrogativo costituisce la radice di tutto, il senso profondo dell'esistere e del cercare. Non c’è chi possa evitarla o rimandarla all'infinito. Di fronte a risposte incomplete, a riduttivismi e a distorsioni, c’è bisogno di dire che l'uomo vale, c’è bisogno di rimarcare l’altissima vocazione dell'esistenza, c’è bisogno di fissare lo sguardo su Dio e su Cristo, perfettamente uomo e uomo perfetto, c’è bisogno di rinfrescare continuamente la convinzione cristiana che il progetto uomo nella volontà di Dio è ancora più alto di come spesso lo si raffiguri. Questo saggio di antropologia teologica ricorda che è Dio ad aver creato l'uomo e che l'orizzonte è la gloria. I puntuali riferimenti alla Scrittura insieme all'
attenta valutazione dei percorsi storico-teologici sono la solida base che permette poi di ventilare questioni di grande attualità oggi agitate da tante nuove emergenze teoretiche e tecniche. Particolarmente adatto agli studenti, il volume rappresenta uno stimolante motivo di confronto per i lettori appassionati e i cultori della materia (dalla Presentazione di Francesco Testaferri).
L'autore, ripercorrendo la formazione e lo sviluppo dell'etica sessuale cattolica a partire dall'insegnamento dell'apostolo Paolo fino al nostro tempo, mette in luce come la fedeltà a tale insegnamento può assumere oggi modalità diverse da quelle indicate materialmente da Paolo, sempre tuttavia in obbedienza allo stesso principio di realtà che guidava l'apostolo. In modo particolare si può oggi affermare che la moralità dell'agire sessuale non è in radice stabilita dalla configurazione giuridica della relazione tra le persone ma dalla forma esistenziale di tale relazione prima e indipendentemente dalla configurazione giuridica.
Benché costituisca un tema cruciale dal punto di vista esistenziale, culturale e teologico, la relazione tra fede e dubbio è stata raramente oggetto precipuo e diretto di indagine. Partendo dall'esplorazione dei termini generali con i quali si presenta la questione, il volume di Raffaele Maiolini precisa cosa si intende con dubbio (dal punto di vista linguistico, filosofico, culturale, psicoanalitico, scritturistico e teologico) e con fede alla luce della rivelazione di Dio in Gesù. Da qui prende le mosse un prezioso viaggio intorno all'uomo (quale ruolo della fiducia e del dubbio per l'umanità dell'uomo?), alla conoscenza (quale ruolo della fiducia e del dubbio nel processo di accertamento?) e alla relazione con Dio (quale ruolo della fede e del dubbio nella riflessione e nell'esperienza credenti?).
«Il testo di don Daniele ed Elena racconta il desiderio di Dio presente nell'uomo, ma anche lo "accompagna" verso quella che è la maturità del sentimento religioso, il quale si esprime in una religiosità che non rimane astratta, ideale, disincarnata, individuale, ma richiede una partecipazione attiva, garantita dalla viva adesione ad una esperienza di fede comunitaria, alla sua espressione attraverso le preghiere condivise e i riti. Potrei dire che sebbene il testo tratti perlopiù della preistoria e delle prime fasi della storia (indagando con minuzia di dettagli la nascita e gli sviluppi della scrittura) credo che abbia molto da insegnare all'uomo di oggi, che sempre più considera il fatto religioso come una questione privata, slegata da un sentire comune e affidata solo alla sua individuale esperienza» (dalla Prefazione del Cardinale Edoardo Menichelli).
Il volume, scritto in collaborazione con il compianto Aldo Natale Terrin, fenomenologo delle religioni, e con Sergio Manghi, sociologo della conoscenza, propone, a 1700 anni dal Concilio di Nicea, un dibattito sulla possibilità di una razionalità nuova, non più medio-platonica, per dire la fede cristiana.
È evidente che oggi è in atto una crisi epistemica nella ricerca teologica perché categorie classiche come sostanza, ipostasi e via discorrendo, trovano udienza solo fra gli addetti ai lavori.
Il problema è che Nicea ha prodotto il Simbolo apostolico, che ancora oggi unisce le Chiese e i cristiani, pur non comprendendone più il linguaggio. La proposta di un Sacro ecologico nella versione di Gregory Bateson, discussa nella seconda parte del libro, può rappresentare una solida piattaforma epistemologica per ribadire la fede, superando sia l'ontologizzazione metafisica classica sia l'antropocentrismo moderno, in un quadro ecosistemico in cui la coscienza originaria del sacro può delineare una svolta per l'annuncio cristiano.
Chi ha una certa familiarità con il pensiero di Ghislain Lafont (1928-2021) non farà fatica a riconoscere, nel titolo di questo volume, gli assi portanti della definizione stessa che egli dava dell'essere umano: un desiderio, interrotto da una parola, in vista di una comunione. In questa definizione egli vedeva convergere tanto l'antropologia biblica quanto le più recenti antropologie dello scambio. Tre maestri della filosofia, della teologia e dell'etica, Jean-Luc Marion, Christoph Theobald, Marie-Jo Thiel, tre amici di Ghislain Lafont, Stefano Biancu, Andrea Grillo, Stella Morra e altrettanti giovani studiosi si confrontano, in queste pagine, con il magistero del grande intellettuale benedettino.
Papa Francesco con le sue parole e suoi gesti ci testimonia che Dio trova l'uomo avvicinandosi a lui con tenerezza, abbracciandolo e amandolo. Perché il cristianesimo è una relazione con la persona di Gesù vivo oggi. Nel suo magistero petrino egli presenta l'idea di una Chiesa come luogo aperto dove tutti possono trovarsi e incontrarsi, perché in essa c’è spazio per l'accoglienza, la diversità, il dialogo.
Il sogno di Bergoglio è una Chiesa che esca per le strade per evangelizzare e per toccare con mano il cuore delle persone, pronta a servire, che si propone di raggiungere non solo le periferie geografiche, ma dell'esistenza dove a volte stentano a vivere i nostri fratelli e sorelle; una Chiesa povera, che privilegia i poveri e dà loro voce, che vede negli ammalati, negli anziani e negli emarginati le piaghe di Cristo; una Chiesa che si impegna a superare la cultura dell'indifferenza, una Chiesa che dà giusta rilevanza e attenzione alle donne, sia nella società che all'interno delle sue istituzioni.
"Dal lavoro di G. Spedicato si comprende che il pensiero e il magistero di Papa Francesco non nascono dal nulla, ma hanno un contesto ben preciso dal quale non si può prescindere, anche sotto il profilo socioeconomico e perfino politico. Sono, in realtà, sempre le situazioni che provocano un pensiero, stimolano un sentimento, provocano una scelta, spingono all’azione!" (dalla Prefazione del cardinale Marcello Semeraro)
La comunicazione della fede rappresenta da sempre il nodo centrale dell'azione pastorale della comunità cristiana. Fin dalle origini essa ha trovato il suo fulcro in una dinamica: il racconto di un'esperienza. Oggi la sfida che si intravede, anche alla luce del Cammino Sinodale della Chiesa italiana, è quella di fare della narrazione della fede non solo una tecnica, ma un vero e proprio stile, personale e comunitario. È ciò che questo studio vorrebbe mettere a tema.
A sessant'anni da Dei Verbum è possibile individuare alcune delle tappe più significative del cammino che la Chiesa ha compiuto esortando sé stessa a porre nel suo cuore la Parola di Dio, Gesù Cristo, e stabilendo i criteri metodologici fondamentali per indagare la Sacra Scrittura, cui ha assegnato un ruolo precipuo nella formazione alla Vita Presbiterale, alla Vita Consacrata, alla Missione Ecclesiale. Il volume indica alcuni degli orientamenti teologici e formativi che la Chiesa dona a sé stessa per navigare nel mare della storia restando fedele alla Parola di Cristo Gesù, evitando così di insabbiarsi in secche pericolose.
Potrebbe sembrare romantico parlare di cuore in un contesto culturale dominato dall'efficienza e oggi anche dall'intelligenza artificiale, in cui ogni decisione sembra nascere dalla capacità analitica o dall'immediatezza di un clic. Eppure, fin dall'antichità, il cuore è stato considerato il luogo dell'intuizione e della saggezza. Nel cuore si incontrano ragione e sentimento, logica e creatività, calcolo e sensazione intrecciati in un dialogo armonico che dà forma alle nostre scelte. Siamo spinti a fare ciò che riteniamo buono non solo perché lo sappiamo in termini razionali ma anche perché il nostro cuore ci guida, facendocene sentire la bontà e la bellezza.