
È il tempo di un Giubileo nuovo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l'esperienza viva dell'amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo. Questa convinzione ha spinto mons. Antonio Staglianò a scrivere questa Lettera teologica al Papa in occasione dell'apertura del Giubileo, la notte di Natale del 2024. Punto centrale della riflessione dell'autore è l'affermazione di un «cristocentrismo giubilare», che diventa il fondamento dell'annuncio di speranza per tutta l'umanità e giustifica l'ottimismo cristiano come giudizio e sguardo della fede sulle vicende storiche. È questa la speranza che non illude e non delude, perché è passata attraverso la testimonianza di un amore incarnato che spinge il dono della vita fino alla morte.
Davvero qualcuno può aver raccolto da terra il Sangue di Cristo versato sulla croce? E perché compiere questo gesto nel Venerdì Santo? Perché conservare e custodire gelosamente le reliquie della Pasqua intrise del sangue? Come è potuto giungere fino a noi e in diversi casi in Italia? Questo libro intende rispondere a queste e ad altre domande facendo luce sulla delicata e misteriosa vicenda di alcune importanti reliquie della cristianità legate alla Passione e Morte di Gesù..
È tale, un viaggio, se si prefigge una meta; così è pure di questo libro, la cui destinazione è già nel titolo. Il suo tema è la santità, meglio la figura del santo cristiano, a prescindere se poi, una volta conclusa la sua vita terrena, ci sarà o no una beatificazione o una canonizzazione. Della santità, poi, queste pagine intendono illustrare il contenuto e per far questo prendono spunto da un maestro: Romano Guardini. Egli, per descrivere quella che egli chiama l'interiorità cristiana e, ancora più letteralmente, l'in-esistenza, l'intimità di Cristo nel cristiano, ha tratto ispirazione soprattutto dal testo paolino di Gal 2,20: santo è chi, come san Paolo, può ripetere: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me». Cristo-nel-cristiano: questo è la santità. Che cos'è la santità? A questa domanda si possono dare molte risposte. Quella, davvero autorevole, del prefetto del Dicastero della cause dei santi, trae ispirazione dalla riflessione di Romano Guardini su un celebre passo paolino: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). Cristo-nel-cristiano: questo è la santità.
Un testo di riferimento al quale rivolgersi per riflessioni, confronti, informazioni sulla vita consacrata. Opera fondamentale.
Sacerdozio, sacrificio, ministero: parole consuete della terminologia e della predicazione ecclesiastica che, usate in modo improprio, possono alimentare un'idea troppo "sacrale" della fede. Ma l'abusto di un termine o di un concetto non è una buona ragione per accantonarlo o per rinunciare a cercarne il vero significato. Tre biblisti di chiara fama e grande competenza ci guidano a scoprire il senso originario del "sacerdozio della Nuova Alleanza" e a ritrovare come centro del messaggio cristiano la testimonianza di fede e di amore di Gesù, "unico sommo sacerdote".
Un volume, dove la Parola di Dio e l'Arte si intrecciano in modo armonioso.
L'Autore, come teologo e grande esperto di Pittura, commenta i quadri di Marc Chagal esposti nella sala Cantico dei Cantici al Musée du Message Biblique di Chagall a Nizza.
«Non è ardito che l'uomo si misuri con la parola biblica in un dialogo di crescente intensità ed intimità, è semplicemente giusto. Chagall, che trova le sue origini nel popolo della Bibbia, ben lo sapeva e ha accettato la scommessa, ha accolto lo stupefacente invito della Parola biblica a dire la propria parola di pittore, componendo così l'insolito dialogo tra una parola scritta e una parola dipinta, l'inusuale sinfonia tra il mondo di un amore che si riflette in un testo e il mondo di un amore che risuona nei colori» (dall'Introduzione).
La divisione in Sentieri e Cantieri è forse l'unico criterio organizzatore per una trattazione che si è voluta libera da vincoli, quasi interamente da ricostruire ad opera del lettore, dell'amatore, del cultore della materia. Non si meravigli, dunque, il lettore, se ravviserà grande varietà di approcci, di domande e di risposte, di tagli teoretici, di opzioni epistemologiche, di interpretazioni del tema. Tutto risponde alla logica di eludere ogni pretesa di "parola definitiva" sulla tematica della persona, come pure di impostazione unilaterale e pretenziosamente omologante.
La presente raccolta di scritti, originariamente apparsi in pubblicazioni diverse e non sempre facilmente reperibili, è un'introduzione alla lettura della Summa Theologiae di san Tommaso d'Aquino. Essa riassume lunghi anni di meditazioni sul capolavoro tommasiano, sia dal punto di vista della coerenza interna, sia nella prospettiva delle altre opere, e presenta quella che Dalmazio Mongillo riteneva la sua vera scoperta: che la Summa Theologiae ha, fondamentalmente, una dimensione etico-teologica, per cui il vero scopo di essa va cercato nella Secunda e nella Tertia Pars, in profonda unità con la vocazione di un religioso domenicano fedele alla missione del proprio Ordine. Grande importanza e cura è dunque dedicata in questi scritti ad analizzare i difficili ma vitali aspetti del problema del fine, oggetto costante della vita di ricerca dell'autore.
Questo libro si propone dare i criteri che hanno ispirato la storia dei testi sacri che, a parere dell'autore, non corrispondono necessariamente a quelli della moderna storiografia, dal momento che questa non pone sufficiente attenzione ai criteri della storiografia antica, proiettando la propria metodologia d'investigazione a quella che ha ispirato testi del passato. Tuttavia la ricerca moderna ha permesso un salto qualitativo nella comprensione concreta e vitale del passato con lo sviluppo delle scienze ausiliari. In tale senso l'autore cerca di cogliere le coordinate che hanno guidato gli autori della storia biblica, che hanno dato origine ai testi sacri.