
Uno studio interdisciplinare sulla libertà tra la visione naturalistica delle neuroscienze e la teologia trinitaria.
Un vivace dibattito tra esponenti della teologia cattolica e della teologia ortodossa sul rapporto tra natura divina e natura umana in Cristo.
IL VOLUME
Tra alcuni esponenti della teologia cattolica (Grillmeier e Moeller) e della teologia ortodossa (Florovskij e Meyendorff) si è sviluppato negli anni un vivace dibattito in merito alla diversa prospettiva nei due contesti ecclesiali sul costituirsi di Cristo come «vero Dio e vero uomo». Secondo la teologia cattolica, nel pensare il rapporto tra natura divina e natura umana in Cristo, l’Oriente tenderebbe a rimarcare il ruolo della prima a discapito della seconda.
Bernardi analizza l’insorgere dell’asimmetria cristologica nella patristica greca e latina, prendendo quindi in esame il profilarsi della sua declinazione nella teologia bizantina e la recezione di essa nella recente cristologia ortodossa.
L’AUTORE
Piergiuseppe Bernardi, dopo aver conseguito la laurea in Filosofia e il Dottorato di Ricerca in Teologia, è docente di Teologia dell’Oriente cristiano e Storia della Teologia dell’Oriente cristiano alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. É autore di numerose pubblicazioni relative alla teologia e all’estetica del mondo bizantino-ortodosso.
LA COLLANA
TEOLOGIA, diretta da Piero Coda, privilegia il tema trinitario, fondamentale per una riformulazione dell’ontologia, dell’antropologia e dell’ecclesiologia, e conduce un approfondimento originale sui principali momenti della riflessione teologica contemporanea. Dovute alla competenza di autori qualificati, italiani e stranieri, mediante la trattazione di tematiche accuratamente scelte, le opere si propongono anche come strumento adeguato per la formazione di una fede adulta.
L'uomo e il suo modo di reagire alla Rivelazione di Dio, l'impatto antropologico della Rivelazione.
Il volume Il rapporto tra la ragione e la fede è stato sempre oggetto di ampia discussione all’interno del mondo teologico, tra la teologia e la filosofia e tra la teologia e la scienza. Il presente studio si propone di fornire un contributo alla riflessione teologica esaminando tale rapporto all’interno della Lettera ai Romani. La riflessione paolina ha un’angolazione particolare: guarda all’uomo e al suo modo di reagire davanti alla rivelazione di Dio con attenzione perciò all’impatto antropologico, per rendere gli interlocutori romani consapevoli delle conseguenze ontologiche ed etiche che derivano dalla fede in Gesù: se è vero che la ragione può sussistere anche senza la fede, non può essere che la fede esista senza la ragione cosicché tra le due viene a darsi una mutua necessità.
L’autore Giancarlo Corvino ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense (PUL), dopo essersi specializzato in Cristologia presso la stessa Università. Attualmente è docente di Teologia Biblica presso PIANUM, l’Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti, affiliato alla PUL. Laico dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, Salesiano Cooperatore, collabora con la Scuola Diocesana di Formazione Teologica per Catechisti, dove insegna materie bibliche.
La relazione" co-principio originario dell'essere insieme alla sostanza. "
Una riflessione sui temi della creazione e dell’evoluzione. Un “mondo in evoluzione”, dipendente da Dio, o un “mondo autosufficiente”?
Si riscontra oggi un nuovo interesse per il dibattito tra la dottrina teologica della creazione e la teoria scientifica dell’evoluzione. In tale confronto la vera alternativa non è tra evoluzione e creazione, ma tra la visione di un mondo in evoluzione, dipendente da Dio, e la visione di un mondo autosufficiente. Si tratta di una riflessione che potrebbe rappresentare un’opportunità per una comprensione teologica più adeguata del rapporto tra Dio e il mondo, e per narrare in forme nuove e più efficaci la fede nel Dio presente in modo dinamico nella sua creazione. Nel saggio Rubini affronta la questione individuando nel cattolico Rahner e nel protestante Moltmann due tipi rappresentativi di coloro che si sono misurati con i temi della creazione e dell’evoluzione.
Silenzio e contemplazione nel pensiero cristiano della tradizione greco-bizantina.
La letteratura, la poesia, la pittura, la musica… i luoghi per parlare di Dio all’uomo contemporaneo.
La teologia è animata da sempre dalla continua tensione tra il “dire Dio” e la sua “indicibilità”. Da tale presupposto scaturisce l’interrogativo che è all’origine del presente studio: dove attingere nuovi argomenti, fatti, esperienze umane, nei quali maturare la viva esperienza del divino? Belardinelli individua in particolari forme espressive, come la letteratura, la poesia, la pittura o la musica, il luogo di originali stimoli di riflessione, cogliendo in ciò opportune occasioni di “rilancio” della teologia, occasioni per parlare di Dio all’uomo contemporaneo, senza tradire il nucleo fondamentale della Verità. «…la Parola viene così calata nel cuore della contemporaneità attraverso parole e concetti che le sono propri, in una nuova forma linguistica di prossimità evangelica: un “dire Dio” capace di scrutare tra le pieghe della vita e scorgervi – non importa quanto tenui – bagliori di quella Parola, affievolita tra i rumori di un mondo frammentato in molteplici luoghi» (dall’Introduzione)
Dalla filosofia alla teologia alla mistica, un'indagine sull'intrinseca dimensione dell'amore smisurato di Dio. Il volume approfondisce il tema del non dell'amore di Dio, inteso come Agápe che sulla croce trova la sua più alta manifestazione e si offre alla libera accoglienza dell'uomo. Nella prima parte dopo una panoramica storica si approfondiscono il pensiero filosofico di Parmenide, Platone e Aristotele e dell'idealismo tedesco (Fichte, Hegel, Schelling). Segue la storia della spiritualità e della mistica cristiana con Francesco d'Assisi, Angela da Foligno e Giovanni della Croce da una parte segno dell'irrompere del Crocifisso nella forma del nada dell'anima -, e Teresa di Lisieux, Edith Stein e Chiara Lubich dall'altra - apertura a una nuova comprensione del non dell'amore in chiave intersoggettiva. Per finire con la teologia di Agostino d'Ippona, Tommaso d'Aquino e Lutero. Nella Seconda parte della ricerca, si apre la riflessione su alcune prospettive sistematiche che la teologia può percorrere con frutto offrendo nuovi, stimolanti spunti di riflessione.
La genesi e gli sviluppi del dibattito teologico, sul tema, nella teologia del XX secolo. Il termine kenosi - svuotamento - viene generalmente associato in teologia alla Seconda Persona della Trinità, il Figlio, che nell'incarnazione ha "svuotato se stesso" (Fil 2,7) della sua natura divina. Bulgakov è stato il primo ad aver applicato tale categoria allo Spirito Santo dando così inizio ad un riflessione originale e feconda per la comprensione dei rapporti intra-trinitari che attraversa tutta la teologia del XX secolo. Bua ripercorre la genesi e gli sviluppi di tale dibattito, cominciando dalla Russia ortodossa di Bulgakov per approdare all'America metodista di Dabney, attraverso la Francia della diaspora russa, dove dagli anni Venti ripara proprio Bulgakov, seguito da Lossky, la Svizzera tedesca di Balthasar, la Germania cattolica di Mühlen e quella riformata di Moltmann, cioè quella Mitteleuropa che e stata soprattutto nel "secolo breve" il fecondo "laboratorio" di una teologia "nuova".
Si è se stessi o si diventa se stessi? Quando si è se stessi e quando ci si riduce a maschera o, addirittura, ci si perde? La Rivelazione trinitaria getta una luce sull’individualità umana, aiuta a coglierne i dinamismi e indica orizzonti di senso che rispondono all’attuale «urgenza di un vigoroso e comune sforzo di comprensione e di una rinnovata autocoscienza della soggettività umana nel suo schiudersi costitutivo nella e alla relazione» (dalla prefazione di Vincenzo Di Pilato). In dialogo con la filosofa Maria Zambrano e i teologi Giuseppe Maria Zanghí e Joseph Ratzinger, in queste pagine si cerca di articolare la ritmica di un’antropologia radicata nell’evento pasquale quale fulcro rivelatore del Dio Uni-Trino. Emerge così l’essere differente di ciascuna persona come individuo, ma allo stesso tempo si coglie che l’identità scaturisce da una reciprocità che ha la sua sorgente nell’amore reciprocante del Dio Uni-Trino il quale, nel ritmo del dono, fa ciascuno più se stesso. «Si tratta di un esercizio di pensiero che riesce brillantemente a comunicare l’evento che fenomenologicamente descrive e – direi – kerigmaticamente in forma dialogica e argomentata attesta. Stile di una teologia che è pensante e testimoniale a un tempo, essa stessa, dunque, per sé e in sé capace di coniugare con efficacia la dimensione teor-etica, quella esperienziale e quella evangelizzatrice» (dalla postfazione di Piero Coda).
Il libro s'inoltra con rigore e passione nella sfida ardua di un nuovo pensare esplorando teoreticamente l'esperienza umana e intellettuale di due autori d'eccezione: il filosofo ebreo Franz Rosenzweig e il teologo e filosofo cattolico Klaus Hemmerle. Il primo, autore de "La stella della redenzione" (1921) è testimone di un "nuovo pensiero" capace di prendere sul serio il tempo e la prossimità dell'altro alla luce dell'esperienza dell'unità della comunità ebraica orientata dalla Stella di Davide. Il secondo, autore di numerosi scritti, conosciuto in particolare per le programmatiche "Tesi di ontologia trinitaria" (1976), propone un'ontologia trinitaria dal "pro-prium" cristiano alla luce dell'evento Gesù Cristo dischiuso nel mistero del suo abbandono sulla Croce. Il saggio, oltre a evidenziare le implicazioni inedite del pensiero dei due Autori per il dialogo interreligioso e per quello tra teologia e filosofia, esplora le vie maestre di un pensare ritmato dal movimento reciproco e indefinitamente aperto dell'amore che fa uno: "l'agape". Un contributo originale che mette in rilievo, in particolare, lo stimolo permanente che l'opera di Rosenzweig ha offerto al pensiero di Hemmerle e la promettente novità esibita da quella seconda fase della recezione dell'ontologia trinitaria che qualifica la ricerca e il dialogo esercitati presso l'Istituto Universitario Sophia.
Per offrire una riflessione ecclesiologica attraverso un procedimento concettuale logico e rigoroso è necessario ricorrere ad alcuni sistemi linguistici ed ermeneutici che offrano dei criteri in grado di esprimere la complessità dell'oggetto-Chiesa, a un tempo mistero di comunione da Dio e in Dio e soggetto storico che è il Popolo di Dio quale lievito di fraternità tra tutti i popoli. L'Ontologia trinitaria è qui rinvenuta come il luogo in cui è possibile assumere un ritmo del pensare e una forma del comunicare capaci di esprimere la Chiesa come una realitas complexa. (Lumen Gentium 8)

