
Una canonista e un liturgista uniscono le rispettive competenze nel tentativo di rileggere la grande tradizione liturgica, sacramentale e istituzionale, assumendo una «prospettiva di genere». Assumendo questa ottica, si chiedono se le istituzioni ecclesiali sono in grado di reggere alla rilettura che la nuova consapevolezza delle relazioni tra donne e uomini proietta su di loro. O, in altri termini, se le medesime istituzioni hanno la capacità di riconoscere la ricchezza e la forza che il segno dei tempi della emancipazione femminile ha recato nella società e nella cultura. Le problematiche sollevate e le soluzioni prospettate nascono da una duplice convinzione: la comprensione del Vangelo cresce nella coscienza delle persone credenti, e la tradizione progredisce grazie allo Spirito Santo. Avere fede nella presenza viva del Risorto che guida la Chiesa ? non solo in ambito spirituale, ma anche nella sua dimensione istituzionale ? è la condizione per aff rontare le questioni di cui ci si occupa qui, con molta speranza e apertura di cuore.
Nella relazione l'uomo ritrova sé stesso e allo stesso tempo è proteso all'accoglienza dell'altro. Se ciò è vero in ogni ambito sociale, lo è ancor più nel matrimonio, vera fucina di relazioni. È tuttavia necessario apprendere le modalità operative proprie della relazione. Porre al centro la relazione apre ad una comprensione del bene dei coniugi anche in termini perfettivi, come un work in progress. Con riguardo al bonum prolis, distinguendo tra generazione ed educazione della prole, la prospettiva relazionale, acquisendo come dato giuridico assolutamente non negoziabile il "diritto del figlio", pone l'accento su una genitorialità partecipativa al mistero creatore di Dio e mira alla scoperta della figura formativa non più ravvisabile nel singolo genitore ma nella coppia genitoriale.
Il fallimento educativo è davanti agli occhi di tutti: certamente la prima causa è la mancanza di una vera e sana educazione; una educazione capace di trasmettere ai giovani la consapevolezza che la vita non è un gioco, ma è un impegno; la vita non è un trastullo, ma è una missione della quale dovremo rendere conto a Dio. Con dati concreti alla mano, è facile dimostrare che i giovani assaporano la vera gioia soltanto quando abbattono il muro dell’egoismo e si incamminano nella via del dono di sé spendendosi per gli altri, soprattutto per le persone più fragili e più deboli. La prima parte di questo libro cerca di documentare con fatti precisi, concreti, drammatici… la seconda parte del libro intende rispondere a questa domanda: “dove si trova la felicità che i giovani cercano ma non trovano?”. Col suo solito stile Comastri racconta storie di vita che parlano, anzi, gridano che la felicità abita nella bontà, nella carità, nella generosità, nel servizio gratuito e disinteressato verso tutte le forme di fragilità che aspettano una mano amica e fraterna.
L'intento di questo libro è di andare verso le persone del nostro tempo e del nostro ambiente, incontrandole nella loro cultura e mentalità, nelle loro esigenze e concrete possibilità, offrendo un percorso di preghiera e di ricerca di senso adatto al loro linguaggio e alla loro sensibilità, un percorso che sia per loro praticabile e possa aiutarle a realizzare se stesse, a seguire le ispirazioni del loro cuore e a crescere nel servizio di Dio e degli altri, soprattutto ovviamente dei più bisognosi e dei prossimi della loro esistenza.
Nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium Papa Francesco ha presentato il manifesto programmatico della riforma della Chiesa da lui progettata.
Questo scritto di grande rilevanza ci offre uno sguardo profondo nella sua comprensione della Chiesa e dell'essere cristiani, una comprensione completamente improntata da una lettura del Vangelo che va teologicamente in profondità e che aderisce in modo pieno alla realtà.
Christoph card. Schonborn
Arcivescovo di Vienna
Tutti siamo alla ricerca del potere. Ma esiste un giusto desiderio di potere?
Scansando la retorica che lo descrive sempre e solo con contorni sinistri e malvagi, l'autore mostra come la fede nel Dio di Gesù Cristo sia il compimento del irrinunciabile desiderio di potere. Non per nulla, ogni domenica la Chiesa confessa: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente". Ben lontana di essere alternativa alla misericordia o all'amore, la potenza di Dio è presentata dalle Sacre Scritture come la radice della sua bontà, compassione e carità.
Attingendo alla Bibbia fino ad arrivare alla riflessione teologica e filosofica contemporanea, il saggio ripensa al legame tra fede e potere/poteri: crediamo davvero alla potenza della fede? A che cosa crediamo, se la fede non ci dona anche il potere di resistere nelle fatiche d'ogni giorno, sperando e amando?
Accanto all’attività accademica, dal 2006 Giuseppe Lorizio collabora alla rubrica di Famiglia cristiana che dà risposte teologiche agli interrogativi pervenuti in redazione. Questo dialogo con i lettori gli ha consentito e gli consente di verificare e misurare il linguaggio “specialistico” a confronto con domande provenienti da un pubblico molto più vasto di quello che frequenta lezioni o seminari accademici. Nel libro, suddiviso in un prologo, cinque capitoli e un glossario minimo a conclusione, l’autore raccoglie gli esempi più significativi delle domande che gli sono state poste in tutti questi anni, sempre attento a tradurre in modo comprensibile, ma corretto, le risposte della teologia. Il volume affronta questioni fondamentali quali scrittura e rivelazione, il senso della vita, il male e la morte, la storia e la salvezza, l'immortalità e la resurrezione intavolando un dialogo vivo, stimolante, sempre nuovo con i lettori. Un dialogo che prende spunto anche dal cinema, dalla musica, dai nuovi media per parlare di questioni antiche, ma perennemente attuali.
Bibbia e teologia di fronte a scienza e coscienza moderne. Una biblista e un teologo accettano la sfida di ripensare insieme, sia pure nella distinzione metodologica tra i loro due ambiti disciplinari, la teologia della creazione e del male. Nella convinzione che forme di circolarità ermeneutica siano possibili e, soprattutto, necessarie.
Sullo sfondo di un diffuso disagio nei confronti della dottrina tradizionale su creazione e peccato; all'interno di un nuovo orizzonte ermeneutico nel quale gioca un ruolo importante anche la prospettiva di genere; e nel dialogo con le scienze umane, non ultime quelle letterarie, la teologia ripensa i miti biblici delle origini, per i quali il kosmos si chiama creazione e il male si chiama caduta.
Con una cosmologia radicalmente cambiata, il discorso teologico-sistematico si spinge oltre l'impegno ecologico per salvaguardare il creato dalla distruzione umana perché va verso il mistero del compimento di tutto ne "il cielo nuovo e la terra nuova". La teologia della creazione incrocia così l'escatologia e le impone un cambio di paradigma.
Ursicin G.G. Derungs, già professore di teologia fondamentale e dogmatica al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, si è dedicato all'insegnamento di latino, filosofia e storia al Liceo della Scuola Svizzera di Milano, nonché alla ricerca teologica e all'attività letteraria. E' membro dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia e redattore di Filosofia e teologia e di Servitium. Ha pubblicato numerosi saggi teologici in italiano, tedesco, romancio. Ha ricevuto riconoscimenti anche internazionali per le sue opere letterarie.
Marinella Perroni, docente emerita di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e docente invitato alla Pontificia Facoltà teologica Marianum; ha fondato il Coordinamento teologhe italiane. Numerose le sue pubblicazioni di esegesi biblica ed esegesi femminista. Per i tipi della San Paolo ha pubblicato, insieme a Pius-Ramon Tragan, "Dio nessuno lo ha mai visto (Gv 1,18). Una guida al vangelo di Giovanni", 2017.
Alfeev dedica questo libro agli eventi che, nell’arco di pochi giorni, costituirono la fine della storia terrena di Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo. Che cosa ci dicono gli evangelisti degli ultimi giorni, ore e minuti della vita di Cristo? Come descrivono la sua resurrezione? Perché le loro narrazioni di questi eventi sono così diverse tra loro e quanto sono affidabili? Che significato ha la morte di Gesù per i cristiani e perché la Resurrezione di Cristo costituisce la festa più importante della Chiesa cristiana? Perché la storia degli ultimi giorni della vita terrena di Cristo continua da venti secoli ad esercitare un influsso spirituale ed emotivo così potente su milioni di uomini? Un libro che si propone di dimostra che Gesù Cristo è contemporaneamente Dio e uomo.
E se mettessimo un coach professionista in confessionale? La domanda non è così assurda come sembra. Strumento di sviluppo della persona e del suo potenziale umano, risorsa efficace per far evolvere le situazioni di crisi, il coaching ha certamente qualcosa da dire a chi celebra la confessione – «sacramento della crisi del cristiano» – che si trovi dall’una o dall’altra parte della grata. D’altronde, chi accoglie il Vangelo, sceglie una vita che è tutta un fermento, una costante trasformazione e crescita, in balia di quel lievito potente che è l’amore del padre di Gesù. La confessione non può essere solo occasione per “rimettere a posto le cose”, ma la scintilla che fa esplodere il cammino verso la gioia del vivere cristiano.
Quando qualcuno ci chiede chi siamo, rispondiamo con un racconto: si chiama storytelling. Oggi questo è vero più che mai, in quanto la tecnologia – smartphone, pc, social network – ci espone – sia attivamente che passivamente – a una narrazione costante e una costante rielaborazione della nostra identità. La narrazione accompagna la nostra vita e se da un lato ci aiuta a preservare la memoria, dall’altro rischia di sostituire la realtà, di occultarla, di impedirci di vedere le cose così come sono o di frammentarla. L’efficacia del racconto era nota già al mondo antico, da Aristotele a Sant’Agostino ed è da lì – passando per Heidegger e Leopardi – che Piccolo parte in un viaggio che arriva fino a noi, uomini immersi nell’era della comunicazione globale, per raccontare l’enigma dell’identità.
A proposito dell'accompagnamento delle persone omosessuali, papa Francesco rivolge alla Chiesa in Amoris laetitia un appello preciso: "... si tratta di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella propria vita" (AL, 250).cCon tale obiettivo, questo libro dà voce a dieci esperti tra teologi, studiosi di scienze umane e operatori pastorali, con il proposito di definire meglio, per quanto possibile, i confini di questo nuovo approccio pastorale: cos'è l'omosessualità per la Chiesa di oggi, chi sono le persone omosessuali, quale conoscenza dei loro sentimenti e della loro esperienza di vita, quale la valutazione morale delle loro scelte, quali gli atteggiamenti e le iniziative concrete per aprire le porte a questi fratelli. Infine: su quali aspetti dobbiamo ancora camminare perché anche in questo campo la Chiesa sia l'esperta in umanità e in amore che vuole essere. Prefazione del card. Matteo Zuppi.