
Il Decalogo è uno dei testi più fraintesi dell'Antico Testamento. Nel corso dei secoli, infatti, esso è divenuto un paradigma del formalismo etico e politico, mentre a un'indagine più attenta si dimostra essere qualcosa di diverso e molto più ricco. Lo studio introduce a una graduale presa di coscienza del significato dei dieci comandamenti, attraverso la loro analisi e la discussione di alcune delle numerose questioni che essi sollevano.
Nonostante compaia all'interno di un corpus di testi ritenuti sacri, a ben vedere il Decalogo è infatti un testo eminentemente politico: il primo manifesto d'indipendenza, il primo vero ordinamento sociale e politico di Israele. Per comprenderlo è tuttavia necessario soffermarsi non solo su cosa il testo dice, ma sul modo in cui lo esprime.
Posto al termine di un cammino di liberazione come chiave di volta del processo di autoconsapevolezza religiosa e, soprattutto, politica di Israele, sarebbe una contraddizione interna voler leggere il Decalogo come una nuova forma di costrizione, di schiavitù. Le «dieci parole», lungi dall'essere un pesante fardello, sono il segno e l'espressione di una vita nuova, delimitano e garantiscono lo spazio della libertà.
Sommario
Prefazione (D. Zordan). Introduzione. 1. Lo stato attuale della ricerca. 2. Es 20,1-17: commentario esegeticogiuridico. 3. Uno sguardo retrospettivo in chiave politica. 4. Questioni dal testo: alleanza, isonomia e la tutela della vita politica. Bibliografia. Indici.
Note sull'autrice
DEBORA TONELLI è dottore di ricerca in filosofia politica. Ha studiato filosofia a Roma, Francoforte e Cambridge e ha pubblicato diversi saggi su Taylor, Apel e il pensiero politico contemporaneo. Dal 2005 svolge attività di ricerca presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, ed è dottoranda in esegesi dell'Antico Testamento presso la Westfälische Wilhelms-Universität di Münster. Le sue ricerche vertono principalmente sul tema della violenza divina.
Saggio sul significato della parola martirio oggi, ed excursus storico e teologico sulla questione del martirio.
A cinquecento anni dall’inizio della Riforma protestante, il volume affronta uno dei temi chiave – anzi, probabilmente, il tema chiave – del pensiero di Lutero: la giustificazione dell’uomo, operata dalla sola grazia di Dio e accolta dall’uomo solo mediante la fede. Oltre che in alcuni «luoghi» significativi del pensiero di Lutero, il tema viene indagato nell’ambito del dialogo ecumenico, considerando la Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione (1999) e la reazione che essa ha suscitato soprattutto in Germania.
«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù» (Es 20,2). A differenza delle religioni antiche che concepiscono Dio in rapporto alla natura, Israele ha conosciuto Dio all’opera nella storia.
Questo “prima” di Dio, la sua permanente iniziativa a favore degli uomini culmina nella morte e risurrezione di Gesù, nuova e definitiva alleanza.
Se col primo Adamo il peccato era entrato nel mondo rendendo la storia ambigua, col secondo Adamo l’uomo è ritornato “in faccia a Dio” e gli garantisce una collaborazione efficace, affinché la storia di peccato ridiventi una storia di grazia, secondo il progetto del Padre.
La Chiesa si presenta come luogo di salvezza, dove Dio e l’uomo si incontrano e continuano a tessere insieme l’ordito di una vita incamminata verso il Regno.
Inserita nella storia umana, la Chiesa è strumento per renderla storia di salvezza, per far sì che nulla di buono e di bello vada perduto.
Quali sono le verità della fede che un cristiano deve credere per conseguire la vita eterna? In un momento contrassegnato da dubbi, da ripensamenti e persino da confusione riguardo al patrimonio della fede, è necessario che il cristiano abbia la certezza su ciò che è necessario credere. È a partire da una chiara identità cristiana che sarà possibile una efficace testimonianza di fronte al mondo e un dialogo fruttuoso con le religioni non cristiane. Nell'esposizione del "Credo" viene illustrata, con chiarezza e semplicità, la dottrina cattolica, facendo costante riferimento alle fonti della divina Rivelazione e al Magistero vivo della Chiesa, in particolare a quello straordinario dono di Dio che sono i Documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
La fede in Dio Padre, in Gesù Cristo e nella Chiesa. Un percorso di riflessione per i singoli e le comunità.
Di Padre Livio
Questo libro vuole essere una risposta a un interrogativo che molti si pongono: quali sono le verità della fede che un cristiano deve credere per conseguire la vita eterna? Nell’esposizione del «Credo» viene illustrata, con chiarezza e semplicità, la dottrina cattolica, facendo costante riferimento alle fonti della divina Rivelazione e al magistero vivo della Chiesa, in particolare a quello straordinario dono di Dio che sono i documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
In un momento contrassegnato da dubbi, da ripensamenti e persino da confusione riguardo al patrimonio della fede, occorre che il cristiano abbia la certezza su ciò che è necessario credere. È a partire da una chiara identità cristiana che saranno possibili un’efficace testimonianza di fronte al mondo e un dialogo fruttuoso con le religioni non cristiane.
L'autore
Padre Livio Fanzaga, nato a Bergamo nel 1940, ordinato sacerdote fra i Padri Scolopi nel 1966, si è laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e in filosofia presso la Cattolica (Milano). Per anni si è impegnato nella pastorale giovanile in una parrocchia di Milano. Nel 1987 assume la direzione dei programmi di Radio Maria. Attualmente è direttore della medesima emittente, ormai divenuta un network di dimensioni internazionali. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato i seguenti volumi: Decidersi per Dio. Catechesi per giovani (2001); Maria Madre di misericordia. All’angosciosa disperazione del mondo contemporaneo Dio dona Maria come sorgente viva di gioia e di speranza (2002); Le virtù teologali. Fede, speranza, carità (2003); Cittadini del cielo. Catechesi per giovani (2004); «Credo». Le verità fondamentali della fede (2005); Cristianesimo controcorrente. Pensieri sul destino dell’uomo (2005); Le virtù cardinali. Prudenza, giustizia, fortezza, temperanza (2010); Ragioni per vivere ragioni per credere. Catechesi per giovani (2012); Maria nel cammino di santità. Commento al «Segreto di Maria» di san Luigi Maria da Montfort (2011); Fa’ posto a Dio. Lettere di direzione spirituale (2011); «Scrivo a voi giovani perché siete forti». Lettera alla gioventù che crede nella vita (2012).
Contenuto
Il «Simbolo di fede», il «Credo», racchiude, come in uno scrigno, la fede della Chiesa. Sin dall’antichità è stato scolpito nei sarcofagi, dipinto nelle pareti delle chiese e raffigurato nei grandi cicli musivi delle prime basiliche cristiane. L’autore conduce la riflessione sui singoli articoli del «Credo» esplorando alcune opere d’arte che nei secoli hanno mostrato il mistero creduto, celebrato e annunziato dalla Chiesa. Una proposta e un invito per mettersi alla scuola degli artisti che nella loro arte si sono resi sensibili all’azione della grazia e si sono confrontanti con il messaggio cristiano.
Destinatari
Tutti.
Autore
FRANCESCO BRANCATO è docente di teologia dogmatica presso lo Studio teologico S. Paolo di Catania (Facoltà teologica di Sicilia). Collabora con diverse riviste scientifiche ed è autore di diverse pubblicazioni tra cui vanno ricordate: "La questione della morte nella teologia contemporanea. Teologia e teologi", Firenze 2005; "Il De novissimis dei laici. Le «realtà ultime» e i filosofi italiani contemporanei", Firenze 2008; "Creazione ed evoluzione. La grammatica di un dialogo possibile", Troina 2009; con S. Natoli, "Dialogo sui novissimi", Troina 2009; "L’ombra delle realtà future. Escatologia e arte", Assisi 2011; "Incontrarsi alla fine", Edizioni Messaggero, Padova 2012; "La materia vivente", Edizioni Messaggero, Padova 2013.
A cura di Giovanni Santambrogio
Nuova edizione ampliata
DESCRIZIONE: Questo breve trattato sull’amore – in tutte le sue accezioni, da quella sensibile alle vette dell’estasi mistica – si colloca nell’ampia analisi compiuta da Josef Pieper sulle virtù, cardinali e teologali. Il testo, che si rifà tanto ai classici della filosofia e della teologia – Platone, Agostino, Tommaso d’Aquino, Francesco di Sales, Barth, Nygren – quanto alla psicanalisi del Novecento, da Freud ai suoi contemporanei americani, fornisce l’impianto architettonico della virtù e, al contempo, della persona umana. È un dialogo con il lettore stesso, che vedrà in queste pagine declinate le varie sfumature dell’amare – carnale, psicologica, spirituale – e insieme un ritratto del suo esser uomo e creatura di Dio. Pagine più volte riprese da Benedetto XVI, come preziosa esposizione della virtù in prospettiva filosofica e cristiana
COMMENTO: La riedizione di un classico di Pieper, autore di riferimento per papa Benedetto XVI: l'amore come virtù teologale e carità cristiana.
Come orientarsi fra le svariate discipline che rientrano nell'orbita della teologia? Anzi: che cosa si intende esattamente con "teologia"? Queste pagine si propongono di chiarire i concetti in gioco e di offrire un insieme di informazioni non solo corrette ma adeguate su un ambito che è davvero vasto. Prendendo come proprio centro di gravità la teologia dogmatica, quest'opera intende inquadrarla alla luce del suo passato, del suo presente e del suo avvenire. Sesboüé spiega allora che la teologia dogmatica non è il dogma: è la disciplina umana che cerca di capire nel modo migliore il contenuto del dogma. Dal punto di vista cristiano, la teologia avrà come oggetto centrale l'evento storico raccontato nella Bibbia e il cui apice è la venuta, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, proclamato dai cristiani Cristo e Signore, e adorato come Dio. Questo avvenimento prosegue in un'altra storia, quella della Chiesa, di cui Gesù di Nazaret è il fondatore e il fondamento. Per questo motivo, la teologia cristiana è in larga misura una storia, scienza dell'uomo per eccellenza. Una introduzione solida e sintetica alla teologia cristiana.
Dagli studi filosofici applicati all'educazione del Delfino di Francia nasce il Trattato sulla conoscenza di Dio e di se stessi (postumo, 1741). In questo libro la scoperta dell'uomo diventa per Bossuet la principale via d'accesso a Dio. Infatti, solo attraverso lo studio di sé, l'uomo può riconoscere l'estrema sua differenza rispetto agli animali, mostrandosi come specchio visibile e imperfetto della divinità. La definizione delle diverse funzioni dell'anima e del corpo costituisce uno dei punti più controversi di questo Trattato, che sembra catapultarci in un universo eminentemente cartesiano. In ogni caso, qui Bossuet si rivela un pensatore attento alla poliedrica conformazione dell'indole umana; un pensatore per nulla rispondente al tradizionale stereotipo che ci ha riduttivamente presentato un vescovo ingabbiato nelle strettoie di un cattolicesimo ormai superato.
È possibile conoscere Dio con la sola ragione? Quale tipo di ragione? E quale Dio ci fa conoscere? A simili domande si propone di rispondere questo libro, attraverso un percorso intellettuale che muove dall'attualità del problema-Dio, ne affronta le risposte negative o inadeguate, le illumina positivamente con la filosofia tomista tradizionale, per arrivare all'effettivo rivelarsi di Dio nella storia della salvezza. Gli apporti presentati dal grande teologo domenicano Garrigou-Lagrange rivelano ancora oggi tutta la loro grandiosità, nella misura in cui sono ancora in grado, dopo più? di mezzo secolo, di guidare l'uomo sulle strade della ricerca di Dio.