
Come mai in Burundi, con le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa in continuo aumento, i cristiani non riescono a fermare le uccisioni, i massacri e ogni tipo di violenza? Forse il murundi si trova meglio nelle sue pratiche ancestrali, per cui il cristianesimo è solo di facciata? Il presente testo affronta queste problematiche analizzando, nella prima parte, il contesto storico e, nella seconda, gli aspetti teologici della nuova inculturazione focalizzando gli elementi antropologici e sociali propri della cultura burundese.
Destinatari
Chi è interessato alla chiesa nel mondo e africana in particolare.
Autore
EMMANUEL RUNDITSE (1957 Rugari-Muyinga, Burundi), ottenuto il baccellierato in filosofia e in teologia presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, nel 1988 viene ordinato sacerdote a Rugari. Prosegue gli studi conseguendo la licenza e il dottorato in teologia pastorale presso la Facoltà teologica del Triveneto, Padova. Attualmente esercita il ministero pastorale nella parrocchia di Dignano (Udine).
Il volume offre un quadro complessivo della situazione religiosa e sociale della diocesi di Vicenza negli anni del fascismo, delineando successivamente le caratteristiche dell’Azione cattolica italiana. In particolare si è cercato di ricostruire dal di dentro, attraverso un attento uso delle fonti, lo spirito che animava i giovani di allora e li spingeva a vivere l’esperienza associativa… Gli anni del fascismo furono cruciali per la storia dell’Azione cattolica, sia sotto il profilo politico sia sotto quello religioso. In seguito al nuovo statuto dell’associazione, emanato nel 1923 per iniziativa di Pio XI, anche il volto associativo si trasformò, producendo un fitto programma di iniziative, messe in atto dal clero e dai laici, che resero la diocesi un modello eccellente di associazionismo.
Destinatari
Chi è interessato alla storia della chiesa e dell'associazionismo cattolico.
Autore
ALBA LAZZARETTO è docente di storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova. Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla storia sociale, religiosa e politica dell’Ottocento e del Novecento con particolare attenzione al periodo fascista. Tra le sue pubblicazioni: Vescovo, clero, parrocchia. Ferdinando Rodolfi e la diocesi di Vicenza (1911-1943, Vicenza 1993; La Fuci veneta nel ventennio fascista per una storia della sociabilità cattolica, Vicenza 1998; Il governo della Chiesa veneta tra le due guerre. Atti e documenti delle Conferenze episcopali venete e trivenete (1918-1943), Padova 2005.
Il Concilio Vaticano II, il ventunesimo nella storia della Chiesa, fu aperto da Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962 e chiuso da Paolo VI l'8 dicembre 1965. Nonostante le attese e le speranze di tanti, l'epoca che lo seguì non rappresentò per la Chiesa una "primavera" o una "pentecoste" ma, come riconobbero lo stesso Paolo VI e i suoi successori, un periodo di crisi e di difficoltà. Questa è una delle ragioni per cui si è aperta una vivace discussione ermeneutica, in cui si è inserita l'autorevole voce di papa Benedetto XVI che ha invitato a leggere i testi del Concilio in continuità con la Tradizione della Chiesa. Al dibattito in corso, Roberto de Mattei offre il contributo non del teologo, ma dello storico, attraverso una rigorosa ricostruzione dell'evento, delle sue radici e delle sue conseguenze, basata soprattutto su documenti di archivio, diari, corrispondenze e testimonianze di coloro che ne furono i protagonisti. Dal quadro documentato e appassionante tracciato dall'autore, emerge una "storia mai scritta" del Vaticano II che ci aiuta a comprendere non solo le vicende di ieri ma anche i problemi religiosi della Chiesa di oggi.
Il Dizionario storico dell'Inquisizione è lo strumento scientifico di informazione più ricco e completo sulla storia dei tribunali dell'Inquisizione, dalle origini alla abolizione .
“La Città del Vaticano colpita da Bombe”: è il titolo con cui L’Osservatore Romano di domenica 7 novembre 1943 informa il mondo delle bombe sganciate sul territorio della Città del Vaticano, alle ore 20 e 10 minuti del 5 novembre 1943, esattamente 67 anni or sono. Il drammatico evento, sconosciuto ai più, è stato ricostruito non solo attraverso le immagini di un inedito reportage fotografico, ma anche attraverso la cronaca contenuta in alcune pubblicazioni dell’epoca: L’Osservatore Romano, La Civiltà Cattolica, Il Messaggero, Inter Arma Caritas, L’Attività della Santa Sede, Actes et documents du Saint Siège à la seconde guerre mondiale (1965), Acta Apostolicae Sedis (1943), Le Saint Siège et les victimes de la guerre janvier - decembre 1943 (1975), L’uomo e il pontificato (1876-1958) oltre a informazioni e testimonianze di personaggi del mondo ecclesiastico e civile, deceduti e viventi.
Se per definizione paradigma è per lo più un sistema fisso che pare contraddire il movimento stesso della storia, qui invece esso serve a narrare un’epoca oltre la sua contingenza storica, esplicitando gli elementi divenuti assi portanti, per alcuni secoli, dell’istituzione “Chiesa” come storicamente si è sviluppata con e dopo il Concilio di Trento. Proseguendo la ricerca del maestro Hubert Jedin – iniziata ancor prima del 1940 sulla base della convinzione che «l’epoca tridentina della Chiesa era tramontata» – Paolo Prodi rimedita su quel modello storiografico da lui approfondito per decenni, tenendo conto del permanere di molti elementi del passato a cinquant’anni dalla fine del Vaticano II e della fatica con cui stenta ancora ad emergere la conclusione di quella fase della Chiesa nei travagli dei nuovi tempi. «Queste pagine – scrive Prodi – vogliono riprendere alla luce della situazione attuale le discussioni storiografiche degli ultimi decenni per rispondere a un interrogativo semplice e difficilissimo a un tempo: quali sono gli elementi che hanno caratterizzato la Chiesa tridentina come una fase di una storia bimillenaria ben più lunga e complessa?».
Come a dire che la storia, in concreto, attesta l’esistenza di più paradigmi in cui si può identificare la comunità cristiana nel corso del tempo, e che, «se un paradigma finisce, i parametri che lo compongono si dissolvono inevitabilmente e possono e debbono trovare altre strade per ricomporsi lentamente in altri paradigmi sino alla fine dei tempi». Questo libro è un capitolo di storia della Chiesa e di storia dell’Occidente moderno, dove l’una aiuta a decifrare l’altra.
COMMENTO: Paolo Prodi, allievo di Hubert Jedin, riprende le riflessioni del maestro, analizzando il ruolo della Chiesa con e dopo il Concilio di Trento, alla luce della situazione attuale e delle più recenti discussioni storiografiche.
Questo libro è un capitolo di storia della Chiesa e di storia dell'Occidente moderno, dove una aiuta a decifrare l'altra.
PAOLO PRODI, professore emerito di Storia moderna all’Università di Bologna, allievo di Hubert Jedin, è uno dei maggiori storici italiani le cui opere sono tradotte in tutto il mondo. Solo per ricordarne alcune: Il sovrano pontefice. Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna (Il Mulino, 1982, 2006); Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell’Occidente (Il Mulino, 1992); Una storia della giustizia. Dal pluralismo dei fori al moderno dualismo tra coscienza e diritto (Il Mulino, 2000); Settimo non rubare. Furto e mercato nella storia dell’Occidente (Il Mulino, 2009).
Tornato il papa da Avignone a Roma, ricomposto il Grande Scisma, nel Quattrocento e fino al traumatico sacco di Roma nel 1527 il papato vive un secolo di trionfo, di rafforzamento dello Stato della Chiesa, nella prospettiva di un’autentica monarchia papale.

