
Ho studiato per sessant’anni e più la storia del cristianesimo antico nelle varie declinazioni di carattere religioso politico sociale culturale, e conseguentemente ho scritto molto, forse troppo, per lo più coll’intendimento, non so se sempre realizzato, di fare ricerca a livello scientifico, qualche volta con destinazione scolastica, e in complesso mi ritengo soddisfatto dei risultati raggiunti in ambito sia filologico sia storico. Ora, a conclusione di un itinerario di studi troppo lungo, pubblico un libro che non intende colmare alcuna lacuna, che non ha una destinazione specifica, ma che ho scritto solo per mio personale diletto, al quale mi sono dedicato desultoriamente, quando ero momentaneamente libero da impegni più imperativi e vincolanti, inizialmente senza un obiettivo preciso ma solo per mettere per scritto alcuni concetti di carattere generale che via via mi si presentavano sempre più chiari, finché mi si sono gradatamente configurati, a grandi linee, come una embrionale visione panoramica della storia del cristianesimo antico. A questo punto sono bastate poche integrazioni e qualche aggiustamento per arrivare al testo che qui presento. Ho cercato di riuscire accessibile, ma senza grande convinzione e perciò non so quanto ci sia riuscito. Posso dire per altro che ogni parola qui scritta è stata attentamente meditata e, anche se a prima vista potrà sembrare ovvia e di non particolare significato, ha alle spalle il distillato di più di cinquant’anni di ricerca mai intermessa.
L’inizio delle osservazioni di Galileo con il telescopio, quattrocento anni fa, ha un profondo significato non solo dal punto di vista della storia dell’astronomia, ma anche di quella delle relazioni fra Scienza e Fede. Di fatto, la pubblicazione dei risultati delle sue scoperte, nel Sidereus nuncius, segna l’inizio dell’opposizione alla visione del mondo copernicana, fatta propria da Galileo, da parte dei sostenitori della cosmologia aristotelica. Un’opposizione che si svilupperà poi in una disputa teologica, portando infine all’intervento della Chiesa con il processo e la condanna dello scienziato. L’autore offre una visione approfondita dei complessi motivi di questa vicenda, ormai nota come "caso Galileo", e della sua attualità, in vista delle nuove problematiche – sul piano dei rapporti Scienza-Fede – create soprattutto dal prodigioso sviluppo delle nuove biotecnologie.
La Chiesa ha elaborato nei secoli una ferrea strategia, tra fasto e disciplina, che passa attraverso simboli ben determinati. Tra di essi hanno un ruolo centrale gli abiti, inclusi gli accessori e le decorazioni che spiccano in ogni rituale, specialmente in quelli connessi alla figura del papa. La suggestione estetica deve colpire lo spettatore interessato come quello distratto, in una sequenza coreografata con estrema accuratezza. L’elenco delle vesti che spettano a tutti gli stati del clero, da giorno e da sera, per la quotidianità e ovviamente da cerimonia, da pranzo e da visita benefica o mondana, forma un intero dizionario: almuzia, amitto, cappa, casula, cocolla, falda, pianeta, rocchetto, tunicella, velo, zucchetto, oltre a guanti, ombrelli, scarpe.
Sacre sfilate racconta il mondo rutilante dell’eleganza vaticana disegnando una storia che non è solo quella della corte di san Pietro, ma anche quella italiana, così legata a doppio filo alla storia della Chiesa. Da Pio IX a Benedetto XVI corrono vicende simili, eppure sempre diverse, tenute insieme da un concetto: l’abito fa il monaco, il rito senza la pianeta giusta non avrebbe la stessa efficacia. Niente è mai lasciato al caso, ogni singolo dettaglio è stabilito dai secoli, ma ognuno dei pontefici aggiunge o toglie a suo gusto, prima di ricominciare l’ennesima sacra sfilata.
La crisi tra governo fascista e Santa Sede sulla questione razziale, dalle politiche antiafricane in Etiopia al varo della campagna antisemita, sino alla controversia sui matrimoni misti e alla morte di Pio XI, è ricostruita, in questo libro, attraverso l'analisi di documenti italiani e di quelli vaticani. I passi diplomatici con cui la Santa Sede tentò di bloccare l'adozione in Italia delle leggi razziali, e il dibattito che si sviluppò in Vaticano nel merito delle teorie e delle politiche razziali del fascismo, trovano qui la giusta collocazione nelle vicende storiche di quegli anni. In particolare,è posto in risalto lo scarto esistente tra le posizioni di principio espresse da Pio XI e da L'Osservatore Romano, che condannarono chiaramente l'antisemitismo e il razzismo, e l'azione diplomatica della Santa Sede, ispirata alla logica del realismo e tesa alla ricerca di compromessi che potessero soddisfare almeno - l'unica richiesta basata su un appiglio giuridico, quella di non toccare la normativa matrimoniale, disciplinata dai patti concordatari.
DESCRIZIONE: Hubert Jedin ha raggiunto lo scopo di offrire, al di là degli interessi della ricerca scientifica, un «contributo all’orientamento ecumenico come all’interpretazione delle dottrine di fede definite a Trento», contributo la cui importanza attuale è manifesta. Il periodo trattato (1547-1552) in questo terzo volume è di interesse del tutto particolare per il lettore: in esso si decise definitivamente che la frattura nella fede, originatasi in Germania, divenisse una scissione nella Chiesa. In esso cadono i dibattiti e le trattative decisive del concilio, in essi tra l’altro si vennero a discutere proprio quei punti di controversia che furono determinanti per la prassi religiosa dei primi decenni dopo la riforma, quali indulgenze, penitenza ed unzione degli infermi, eucarestia, comunione sotto le due specie, sacrificio della messa, voti dei religiosi, sacramento dell’Ordine e celibato. Chiunque prenda sul serio la fede cristiana sa quanto siano ancora vivi e presenti molti di questi temi.
Piano dell'opera STORIA DEL CONCILIO DI TRENTO di H. Jedin:
- Vol. I: Concilio e riforma del concilio di Basilea al quinto concilio Lateranense. Perchè così tardi? La storia precedente al concilio di Trento dal 1517 al 1545
- Vol. II: Il primo periodo 1517-1545
- Vol. III: Il periodo bolognese (1547-58). Il secondo periodo trentino (1551-52)
- Vol. IV*: La Francia e il nuovo inizio a Trento fino alla morte dei legati Gonzaga e Seripando
- Vol. IV**: Il terzo periodo e la conclusione. Superamento della crisi per opera di Morone, chiusura e conferma.
COMMENTO: Il terzo volume della storia del Concilio di Trento affronta il periodo 1547-1552: in esso cadono i dibattiti e le trattative decisive del Concilio e si vengono a discutere quei punti di controversia quali indulgenze, penitenza ed unzione degli infermi, eucarestia... Chiunque prenda sul serio la fede cristiana, a qualunque confessione appartenga, sa quanto siano ancora vivi e presenti questi temi.
HUBERT JEDIN è nato nel 1900 a Grossbriesen (Germania) e ha studiato teologia nelle Università di Breslavia, Monaco e Friburgo. Perfezionatosi negli studi storici all’Archivio vaticano dal 1926 al 1930, ha insegnato successivamente Storia della Chiesa nell’Università di Breslavia tornando in Italia nel 1933 come Bibliotecario al Campo Santo Teutonico, con una breve parentesi di tre anni, dal 1936 al 1939, a Breslavia come Archivista dell’Arcidiocesi, dando inizio anche alla sua opera più famosa: Storia del Concilio di Trento. Dal 1949 è stato Professore all’Università di Bonn; ha diretto la grande Storia della Chiesa (Jaca Book). È morto nel 1980.
La Morcelliana ha pubblicato inoltre di Hubert Jedin: Introduzione alla storia della Chiesa; Riforma cattolica o controriforma?; Il tipo ideale di Vescovo secondo la Riforma cattolica (con G. Alberigo); Chiesa della fede – Chiesa della storia; Il matrimonio (con K. Reinhardt); Storia della mia vita; Breve storia dei Concili. I ventuno Concili ecumenici nel quadro della storia della Chiesa.
DESCRIZIONE: Nel quarto volume, col quale si chiude l’opera, Jedin affronta l’ultimo periodo del Concilio di Trento, caratterizzato, nella preparazione e negli avvii, da un’intensissima attività di politica ecclesiale di diplomazia, e, nello svolgimento, da eventi decisivi per l’importanza storica della grande assise, come i dibattiti e le decisioni sul sacramento dell’Ordine, sull’Eucaristia, sulla Messa come sacrificio, sul Matrimonio, sul dovere di residenza dei Vescovi, sulle indulgenze, sul Purgatorio, sulla venerazione dei santi e delle immagini. In questo primo tomo sono seguite le vicende dell’idea della riforma ecclesiale sotto Giulio III e Paolo IV, e le prime delusioni quanto all’attuazione pratica, la riconvocazione del Concilio a Trento per opera di Pio IV, mentre si teme la defezione della Francia dal cattolicesimo al calvinismo. I colloqui di religione a Poissy precedono la nomina dei vescovi francesi inviati al Concilio, e tra essi primeggia il cardinale Guisa, ricca e affascinante personalità. Messi del papa cercano di guadagnare alla causa del Concilio delegati tedeschi; un invito viene rivolto, senza successo, alle Chiese cristiane orientali separate. E infine s’avvia lentamente il lavoro conciliare, ritardato da controversie e ripicche per ragioni di rango tra i rappresentanti delle grandi nazioni. Di alto interesse teologico risultano le discussioni e le deliberazioni qui trattate, destinate a influenzare secoli di storia ecclesiastica e civile e a conferire un’impronta globale e articolata non solo alla professione di fede, ma alla liturgia, alla spiritualità, allo stesso costume tipicamente “cattolici”.
L’esposizione si chiude sullo spettacolo di una gravissima crisi dell’assise con timori di scioglimento, e con la morte degli eminenti cardinali legati Gonzaga e Seripando.
Piano dell'opera STORIA DEL CONCILIO DI TRENTO di H. Jedin:
- Vol. I: Concilio e riforma del concilio di Basilea al quinto concilio Lateranense. Perchè così tardi? La storia precedente al concilio di Trento dal 1517 al 1545
- Vol. II: Il primo periodo 1517-1545
- Vol. III: Il periodo bolognese (1547-58). Il secondo periodo trentino (1551-52)
- Vol. IV*: La Francia e il nuovo inizio a Trento fino alla morte dei legati Gonzaga e Seripando
- Vol. IV**: Il terzo periodo e la conclusione. Superamento della crisi per opera di Morone, chiusura e conferma.
COMMENTO: Nel quarto volume, che conclude l'opera, Jedin affronta l'ultimo periodo del Concilio di Trento, caratterizzato da una intensissima attività di politica ecclesiale di diplomazia e dai dibattiti e le decisioni sul sacramento dell'Ordine (Eucaristia, Matrimonio, indulgenze, Purgatorio,...).
HUBERT JEDIN è nato nel 1900 a Grossbriesen (Germania) e ha studiato teologia nelle Università di Breslavia, Monaco e Friburgo. Perfezionatosi negli studi storici all’Archivio vaticano dal 1926 al 1930, ha insegnato successivamente Storia della Chiesa nell’Università di Breslavia tornando in Italia nel 1933 come Bibliotecario al Campo Santo Teutonico, con una breve parentesi di tre anni, dal 1936 al 1939, a Breslavia come Archivista dell’Arcidiocesi, dando inizio anche alla sua opera più famosa: Storia del Concilio di Trento. Dal 1949 è stato Professore all’Università di Bonn; ha diretto la grande Storia della Chiesa (Jaca Book). È morto nel 1980.
La Morcelliana ha pubblicato inoltre di Hubert Jedin: Introduzione alla storia della Chiesa; Riforma cattolica o controriforma?; Il tipo ideale di Vescovo secondo la Riforma cattolica (con G. Alberigo); Chiesa della fede – Chiesa della storia; Il matrimonio (con K. Reinhardt); Storia della mia vita; Breve storia dei Concili. I ventuno Concili ecumenici nel quadro della storia della Chiesa.
Un volume che intende dare spazio e voce alla Resistenza delle suore, mettendo finalmente in luce un contributo finora scarsamente riconosciuto, eppure spesso fondamentale. Nei diversi interventi a carattere storico vengono ricordati i tanti, non violenti, atti di coraggio delle religiose italiane, divenute di volta in volta soccorritrici, infermiere, informatrici e, spesso, fulcro nei propri istituti di attività clandestine della Resistenza. Non episodi sporadici, singole azioni di carità, ma aiuti portati con piena consapevolezza agli eventi storici che interessavano l'Italia, segno di una partecipazione corale a una ribellione collettiva.
Le pagine di questo libro sembrano pagine di storia dimenticata. La guerra fredda, la pace fredda, l'ostpolitik, la distensione, la caduta dei regimi comunisti, la ricerca di un nuovo ordine internazionale: la Santa Sede e' presente negli eventi della storia contemporanea.Dando la precedenza ai grandi problemi dell'Europa l'intuizione di Paolo VI porto' la Santa Sede alla Conferenza di Helsinki nel 1975 rispondendo ad una iniziativa dell'Unione Sovietica. La liberta' religiosa rivendicata dalla Santa Sede a Helsinki per tutti, credenti e non credenti, cattolici e atei, significava in sostanza liberta' di pensiero e di coscienza. Fu un valido sostegno nella lotta dei dissidenti russi, di Carta '77 in Cecoslovacchia e di Solidarnosc in Polonia contro i regimi comunisti.
Un gruppo di cattolici laici e impegnati nella loro Chiesa sente il bisogno di ricostruire una memoria "di base" di quel lungo e complesso processo di eventi che ha attraversato il cattolicesimo tra il 1959 e il 1965 con il Concilio Vaticano II. Ha così inizio un intenso scambio epistolare di riflessioni, testimonianze, letture: documenti che viaggiano, mese dopo mese, via rete e sono raccolti in questo volume. E' il primo di una serie intesa a rivivere le varie fasi del Concilio ed è il frutto di un anno di lavoro, dall'ottobre 2008 al settembre 2009, scandito dalle ricorrenze del cinquantenario dell'elezione di papa Roncalli e dell'annuncio del Vaticano II. Il libro ripropone con forza l'attualità del Concilio e mette a confronto l'idea di Chiesa che esso delineò con la realtà ecclesiale di oggi, senza tacere gli inciampi sul cammino ecumenico di questi ultimi anni. Anche per questo la formula della coedizione Claudiana-Mulino e il dialogo intrecciato nell'introduzione con la Moderatora della Tavola valdese, Maria Bonafede, acquistano un significato ecumenico preciso.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori e principali animatori dell'Associazione il Mulino, di cui è attualmente presidente, è stato vicesindaco della città di Bologna dal 1995 al 1999. Con il Mulino ha pubblicato recentemente "Resistenza cattolica" (2006).
Dagli eccidi della Rivoluzione francese ai totalitarismi del XX secolo; dalle persecuzioni anticristiane alla vicenda di Eluana Englaro, attraverso la crisi delle ideologie: Vincenzo Merlo ripercorre con il rigore dello storico e la convinzione del credente alcuni passaggi chiave degli ultimi due secoli, mettendo in luce mediante l’analisi puntuale delle grandi encicliche della Chiesa cattolica le ragioni dell’umanesimo cristiano, contro i guasti della modernità laicista che si adopera, oggi come ieri, per estirpare Dio dall’orizzonte dell’uomo.
Il pantano odierno è la conseguenza di una serie di errori commessi tutti a danno dell’uomo, scrive Rosa Alberoni nella Prefazione, perché, con le parole di Henri De Lubac, «non è vero che l’uomo non possa organizzare la terra senza Dio. Quel che è vero è che, senza Dio, egli non può in fin dei conti che organizzarla contro l’uomo».
Il titolo stesso ribadisce che il Vangelo e la tradizione cristiana rimangono riferimenti certi, fari luminosi per chi ha smarrito la via nella notte del mondo.
Tra il XVIII e il XIX secolo nel Regno di Napoli vissero sacerdoti e alti prelati, predicatori e mendicanti, religiose terziarie e monache di clausura, visionarie, zelanti confessori, spregiudicati esorcisti che furono venerati come santi. Alcuni di loro ebbero fortune brevi o altalenanti, subirono condanne per simulazione, furono esiliati o internati; altri, dopo la morte, finirono in breve tempo nell'oblio; altri ancora furono beatificati o canonizzati. Il volume ripercorre le loro storie, scoprendone le valenze politiche, facendo emergere le strette relazioni con gli intrighi di corte, le derive fanatiche dei sovrani e i conflitti di potere che caratterizzarono l'epoca borbonica
Benedetto XVI si presenta come una della rarissime autorità morali del mondo contemporaneo. Non parla soltanto a nome della Chiesa cattolica, ma si pone come coscienza morale dell'umanità: il suo giudizio vuole essere vincolante per tutti che si tratti della democrazia, della ragione e dell'illuminismo, oppure delle scienze naturali e dell'evoluzione, del nazionalsocialismo e dell'Olocausto, del rapporto tra Occidente e islam, dell'omosessualità, del ruolo della donna e del corretto utilizzo dei preservativi. Le affermazioni pubbliche di papa Ratzinger su argomenti così disparati hanno spesso suscitato accesi dibattiti. Alan Posener ha esaminato - partendo dalle fonti - le prese di posizione del pontefice in questi anni. Emerge con evidenza il suo netto giudizio sulla modernità, e il desiderio di abbandonare tutto ciò che fa della società occidentale moderna, pur con tutte le sue imperfezioni, quella più attraente e degna di essere vissuta che il nostro pianeta abbia conosciuto finora. Un libro polemico, anche quando affronta il delicato tema della pedofilia dei preti. Rappresenta tuttavia un tentativo serio e documentato di illustrare le attuali posizioni del Vaticano e la visione del mondo di Joseph Ratzinger, il teologo conciliare progressista divenuto avversatore reazionario del Concilio, il severo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede divenuto papa, con il compito di succedere a Giovanni Paolo II e portare la Chiesa cattolica nel terzo millennio.