
"In occasione degli ottocento anni di presenza francescana in Terra Santa risulta particolarmente significativo dare alle stampe questo catalogo dei libri di viaggio antichi 'Itinera ad loca sancta' frutto del lavoro paziente del dott. Alessandro Tedesco. I libri di viaggio antichi conservati presso le biblioteche della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme sono una delle testimonianze del lungo servizio dei francescani in questi luoghi: da ben otto secoli infatti, i frati si prendono cura dei luoghi santi, della memoria liturgica a essi legata e sono il punto di riferimento per i pellegrini. Frati e viaggiatori hanno sentito la necessità di raccontare e fissare in inchiostro una traccia del loro vissuto in questa terra secondo la propria sensibilità e interesse, restituendo al lettore di oggi un panorama articolato e stratificato della Terra Santa. La raccolta infatti, non comprende solo cronache e diari con la registrazione della propria esperienza, ma conta anche volumi di guide alle indulgenze, osservazioni etnografiche, rilievi archeologici, descrizioni topografiche e manuali di botanica. Sfogliando il catalogo si trovano libri in latino, italiano, tedesco, olandese, inglese, francese, portoghese e spagnolo, stampati in tutta Europa e scritti da viaggiatori delle più diverse provenienze. A questa già grande varietà umana, si aggiunge anche quella di chi ha usufruito di questi libri lasciando traccia di pensieri e riflessioni a bordo pagina oppure firmandone il possesso attraverso il proprio nome, timbro o exlibris. Registrando anche questi elementi in ciascun esemplare del fondo, il catalogo allestito dal dott. Alessandro Tedesco è ancor più significativamente un catalogo dei tipi umani che, nel lasciare traccia di sé in modo più o meno consapevole, raccontano una parte importante della storia dei Luoghi Santi e della Cristianità in questa Terra, fatta non solo di pietre e luoghi ma soprattutto di testimoni diretti dei luoghi della salvezza." (Dalla presentazione di Francesco Patton). Saluto di Lionel Goh. Premessa di Edoardo Barbieri.
In questa "Introduzione alla Storia del Cristianesimo ed alla Storia della Chiesa" Bolgiani chiarisce che cosa si debba intendere cori "Storia del Cristianesimo" e "Storia della Chiesa": essenzialmente due oggetti di studio storico - la storia degli uomini e delle istituzioni - del tutto distinti dall'insegnamento teologico. Di qui una serie di domande, cui si cerca di rispondere nei cinque capitoli: quali sono i contenuti di una "Storia del Cristianesimo"? Che cosa si intende storicamente per "religione cristiana"? Perché la Storia del Cristianesimo e della Chiesa non sono storie "filosofiche" né "ideologiche"? Qual è la differenza tra "Storia del Cristianesimo" e "Storia delle Religioni"? Interrogativi che ripercorrono plurisecolari tradizioni di studi mostrando l'attualità della lezione di metodo di Bolgiani: egli si è posto la necessità di assumere il metodo storico-critico nello studio del "fatto" della religione cristiana e delle religioni, attraverso lo scavo dei documenti e la continua attenzione alla complessità della storia.
Nel corso dell’Ottocento la scienza assunse un peso crescente nella società e nella cultura italiane: di fronte alle innovazioni tecniche, ai progressi dell’industria, alle nuove teorie – dal darwinismo al positivismo, fino alla psichiatria e all’antropologia criminale – i cattolici non poterono ignorare questa centralità, che minacciava il ruolo e l’influenza della dottrina cristiana. Si diffuse così in alcuni settori del movimento cattolico la necessità di costruire una scienza in accordo con la Rivelazione, con l’obiettivo di elaborare strategie per appropriarsi di tematiche scientifiche in ottica cristiana, di controbattere alle teorie materialistiche di scienziati laici e positivisti, di adoperarsi per una divulgazione scientifica in armonia con la fede. La scienza divenne uno degli strumenti al servizio della propaganda cattolica, usata con forza dalla stampa clericale. Nella scienza, infatti, erano individuate le obiezioni alla teoria di Darwin; la medicina e la fisiologia, nell’incapacità di dimostrare le cause naturali e patologiche di episodi quali estasi, stimmate, guarigioni miracolose, ne confermavano l’origine divina. Pur criticando il mito del progresso, scoperte e innovazioni tecnologiche – a partire dalla ferrovia e dal telegrafo – furono ricondotte all’interno di un disegno provvidenziale, facendo sì che la scienza divenisse uno dei campi di battaglia in difesa dei “sani principi cattolici”.
L’autore ha svolto in questa opera un ampio e ricco lavoro un dovizioso commento alla "Lumen Gentium" attraverso l’insegnamento di Giovanni Paolo II, che – nelle catechesi del mercoledì: dal 1991 al 1997 – “rilesse” la Costituzione conciliare, alla luce dell’esperienza e degli sviluppi intanto avvenuti. Questa ricerca ha preso vita durante i corsi di ecclesiologia tenuti ai seminaristi. Segno d’un insegnamento vivo, fecondo, approfondito e chiaro.
Il confine su cui i contributi di questo libro corrono è un confine molteplice: è quello tra ebraismo e cristianesimo, o meglio tra i giudaismi del I secolo e movimenti sorti a partire da Gesù, ma anche quello tra gli scrittori riconosciuti come autorevoli e canonici della Chiesa nei secoli e scritti non canonizzati, e infine il confine tra ricerca storica e ricerca teologica.
Una biografia essenziale del ":Papa Buono":, un invito a proseguire e ad approfondire la conoscenza di una figura fondamentale del Ventesimo secolo. Abbondante l'apparato fotografico.
L'oper raccoglie i contributi di :Pál Ács, Matteo Al Kalak, Heinrich Assel, Jordan J. Ballor, Jon Balserak, Judith Becker, Christopher M. Bellitto, Lucio Biasiori, André Birmelé, Roland Boer, Giampiero Brunelli, Pierre Bühler, Johannes Burkhardt, Euan Cameron, Mauro Casadei Turroni Monti, Michela Catto, Christophe Chalamet, Christopher W. Close, Gabriella Cotta, Otfried Czaika, Wietse de Boer, Mariano Delgado, Patrizio Foresta, Günter Frank, Enrico Galavotti, Antonio Gerace, Thomas Hahn- Bruckart, Christine Helmer, Enrique García Hernán, Freerk Heule, Thomas Albert Howard, Marco Iacovella, Girolamo Imbruglia, Daniel Jeyaraj, Billy Kristanto, Volker Leppin, Michele Lodone, Alberto Melloni, Gregory J. Miller, Guido Mongini, Franco Motta, Silvana Nitti, Johannes Oeldemann, Bradley A. Peterson, Franz Posset, Helmut Puff, Richard Rex, Paolo Ricca, Rady Roldán-Figueroa, Sergio Rostagno, Giovanni Rota, Wolf-Friedrich Schäufele, Luise Schorn-Schütte, Brooks Schramm, Jörg Seiler, Herman J. Selderhuis, Violet Soen, James M. Stayer, Kirsi Stjerna, Fulvio Tessitore, Jonathan D. Trigg, Lothar Vogel, Günter Vogler, Peter Walter, Maria Lucia Weigel, Roni Weinstein, Ulrich Andreas Wien, Sarah Hinlicky Wilson, Esther P. Wipfler, Marcin Wis?ocki, Federico Zuliani.
Roma e i suoi papi sono inscindibilmente legati l’una agli altri da un millenario rapporto di reciproca dipendenza, quasi di amore e odio. È impossibile pensare alla città e alla sua storia, ai suoi splendori e alle sue miserie, senza considerare questa viscerale relazione. Così come, del resto, non sarebbe storicamente coerente ricostruire le molteplici vicende pontificie senza cercarne cause, conseguenze e tracce nell’urbanistica e nella cultura romane. Le pagine di questo volume ripercorrono gli interventi artistici, architettonici e urbanistici promossi da quattordici papi così come i momenti più salienti delle biografie di questi sovrani, politici, costruttori, nepotisti, filosofi, santi, collezionisti, ingordi o frugali personaggi. Un libro che accompagnerà la vostra visita alla città: una guida per seguire tracce e indizi di una Roma segreta e accattivante, modellata dagli interventi papali, che si rivelerà al vostro sguardo curioso mentre la percorrerete.
Tra le storie segrete:
• Il «maggior Piero»: i primi passi di un lungo cammino (30-67)
• Silvestro I, domatore di draghi (314-335)
• Leone I Magno e gli incubi di Attila (440-461)
• Gregorio Magno, monasteri e processioni (590-604)
• Niccolò III Orsini e il Magister Cosmatus (1277- 1280)
• Paolo II Barbo, un ghiotto collezionista (1464-1471)
• Sisto IV Della Rovere e la renovatio urbis (1471-1484)
• Gregorio XIII Boncompagni e la cartografia (1572-1585)
• Alessandro VII Chigi e il «mal della pietra» (1655-1667)
• Pio IX Mastai Ferretti e i lavori pubblici (1846-1878)
• Francesco: da Buenos Aires a Santa Marta (2013 - )
La sera del 13 marzo 2013 si capì subito che il nuovo papa era davvero un papa nuovo. Fortissimi erano infatti gli elementi di novità rappresentati da quella elezione, tanto rapida quanto attesa, ma soprattutto sorprendente. Jorge Mario Bergoglio, il settantaseienne arcivescovo di Buenos Aires, era infatti quasi uno sconosciuto, ma in pochi minuti i media d'ogni parte del mondo sottolinearono che per la prima volta il pontefice era un americano, per la prima volta era un gesuita, per la prima volta aveva preso il nome di Francesco. Qualche anno dopo quell'inizio, è possibile cogliere le linee-maestre della riforma che Francesco sta imprimendo alla Chiesa cattolica. Esse si radicano nell'esperienza degli anni argentini, qui descritti da Silvina Pérez (che conosce e segue Bergoglio da molti anni) in un racconto dai toni avvincenti e ricco di aneddoti poco noti al grande pubblico: la vita in una famiglia di emigrati di solidissima fede, la spinta vocazionale (momenti ed esperienze rievocati anche dallo stesso Bergoglio nello scritto Storia di una vocazione riportato alla fine di questo volume), e poi la missione da gesuita e da vescovo tra le villas miseria (le bidonville incastonate e dimenticate nel cuore di Buenos Aires) e le retate della polizia politica. Molte scelte del papa, e soprattutto il suo stile, si comprendono alla luce di questo suo retroterra. Lucetta Scaraffia, nel suo ritratto degli anni romani, mette poi in luce gli aspetti più innovativi del pontificato, ripercorrendo il cantiere aperto delle riforme, lo stile dei viaggi (il primo significativamente a Lampedusa), il rapporto con i giornalisti, il dialogo con le altre religioni, e delineandone le direttrici di sviluppo: davvero un papa che viene da un altro mondo, consapevole di operare in un difficilissimo tempo di transizione, un tempo da cogliere come opportunità per comunicare il vangelo e la misericordia di Dio.
Lo scoppio della Rivoluzione d’ottobre del 1917 segna l’inizio dell’eliminazione del cristianesimo nel territorio dell’ex Unione sovietica. Il volume presenta la “Via Crucis” che la Chiesa cattolica, di ambedue i riti, attraversò a partire da quella data, in maniera cronologica e tematica, secondo queste parti:
“Dalla Rivoluzione d’ottobre alla Seconda guerra mondiale 1917-1939”;
“I territori occupati dall’Urss e dalla Germania 1939-1945”;
“La Chiesa cattolica in Unione Sovietica 1945-1991”;
“La testimonianza dei cattolici nella vita quotidiana”;
“La Chiesa romano-cattolica nelle Repubbliche sovietiche occidentali 1945-1991”.
La grande moltitudine dei sacerdoti perseguitati dai regimi totalitari (ma anche dei religiosi e delle religiose, di uomini, donne e famiglie cristiane) viene ricordata nei testi del prof. Roman Dzwonkowski sac, del prof. don Tadeusz Krahel, e da molti altri autori, alcuni dei quali presenti in questo libro.
Nei paesi dell’ex URSS, le singole chiese locali conservano nei loro archivi il materiale analitico relativo ai tempi del governo sovietico e dell’occupazione nazifascista. Ogni pubblicazione relativa ai tempi così difficili come quelli dell’ateismo militante e delle persecuzioni della Chiesa da parte dei fascisti è importante e preziosa (Dalla prefazione dell’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, Metropolita di Minsk e Mahileu).
Il volume è il quarto in ordine di uscita nella Collana “Storia della Chiesa in Europa centro-orientale” curata dal prof. Jan Mikrut, dell’Università Gregoriana.
Dove va la Chiesa cattolica? Quali percorsi sono possibili per il dialogo con il mondo, con le altre confessioni religiose, con le religioni monoteiste? Quali sono le strade per la riapertura di un dialogo nel postmoderno e alla fine delle ideologie? Che cosa ha il mondo da dire alla Chiesa? Domande
ancora oggi attuali su cui Ernesto Balducci si interrogava già cinquanta anni fa in questo testo inedito. Negli anni seguenti alla chiusura del Vaticano II, padre Balducci più volte si applicò infatti a una riflessione che rendesse i dettati del Concilio attuali, concreti, significativi per la Chiesa e la società.
ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) ordinato sacerdote nel 1945, nel 1958 fonda la rivista Testimonianze, in cui emerge la sua riflessione sul cattolicesimo sociale e il desiderio di profonda riforma della Chiesa che vedrà realizzarsi con il Concilio Vaticano II. È condannato nel 1963 per apologia di reato in seguito alla difesa dell’obiezione di coscienza, destino che condividerà con don Lorenzo Milani.
"Siamo di fronte a un'opera storica che ha fatto dell'accertamento documentario la primaria preoccupazione e che appare costruita attraverso un costante riferimento alle fonti. Essa nasce da una lunga, paziente, sistematica raccolta di risultanze testuali, che comporta un'analoga modalità di accostamento da parte del lettore, chiamato ad affiancare gli autori nel lavoro di progressiva costruzione del mosaico, tessera dopo tessera. Accostare queste pagine è un'esperienza che genera una meraviglia crescente, quanto più si assiste al progressivo trasformarsi di materiali variegati in una unitaria e splendida immagine, nella quale ogni elemento assume - nella sua individualità - una specifica collocazione, e nel contempo precisa e rende più decifrabile l'insieme. Ma non meno straordinaria è la sensazione - che col procedere delle acquisizioni si determina - di aver raggiunto una percezione estremamente sicura dei lineamenti di quell'immagine, tanto da sentirsi come immersi in essa e divenuti in qualche modo di essa compartecipi. La successione dei capitoli è concepita secondo una prospettiva strettamente istituzionale. Ma i problemi, coi quali siamo chiamati a confrontarci, vedendone i concreti riflessi nei personaggi e nelle strutture, sono le grandi questioni che hanno segnato la storia della Chiesa in Occidente (e non solo) tra tarda antichità e medioevo."