
«L’epistola del cardinale Jacopo Sadoleto alla città di Ginevra, che aveva da poco aderito alla Riforma, e la risposta di Giovanni Calvino sono testi di spiritualità cristiana e di matura riflessione teologica nonché documenti della battaglia in atto nella cristianità occidentale fra le forze conservatrici, espresse in ambienti cattolici e imperiali, e quelle progressiste, realizzate dal partito protestante e dalle nuove forze della borghesia europea».
Giorgio Tourn
Nel marzo 1539, tre anni dopo la costituzione della Chiesa ginevrina riformata, il cardinale umanista italiano Jacopo Sadoleto scrisse una lettera aperta ai magistrati e al popolo della repubblica di Ginevra esortandoli a tornare alla tradizione e all’unità della Chiesa di Roma. Sollecitato da Guillaume Farel e Martin Bucer, nel settembre dello stesso anno Giovanni Calvino si fece carico della risposta, precisando il punto di vista riformato sui grandi temi teologici al centro della polemica con la Chiesa romana e difendendo, in quel modo, l’indipendenza politica della città.
«Sadoleto e Calvino non rappresentano solo due teologie, due spiritualità, due fronti contrapposti in equilibrio, ma due ipotesi diverse ed opposte di comunità cristiane e, di conseguenza, due ipotesi di riforma della Chiesa».
Giorgio Tourn
L'America Latina è una parte di quel Villaggio Globale in cui, secondo Marc Augé, v'è abbondanza di luoghi, tempi e spazi e dove la presunta unicità del modello occidentale si scontra con l'immagine dell'"altro". Così, mentre si auspica la formazione di una società multietnica e/o multiculturale, fondata sul principio della tolleranza, nella quale diversità e omologazione dovrebbero coesistere senza contrasti, la diffusione di categorie, quali etnia e minoranza, evidenzia le difformità del nostro tempo. Partendo da concetti basilari come, ad esempio, quelli di cultura, alterità e identità, e con l'analisi di due case studies (Virgen de Guadalupe & San Martín de Porres), l'autore pone, in sostanza, un "problema" (esiste un'identità culturale latino-americana?), cui questo libro tenta di offrire alcune risposte, con l'obiettivo di suscitare un dibattito.
"La laborem erecens" (1981) è l'enciclica che Giovanni Paolo II dedica al tema del lavoro. Scritto insuperato e oggi ancora attualissimo, si pone sulla scia delle grandi riflessioni in particolare di Smith, Hegel, Marx e Weber. L'autore sintetizza la teologia del lavoro di papa Wojtyla, così importante per la formazione e l'ascesa del movimento di Solidarnosc che guida la rivoluzione polacca e dà origine al crollo del blocco sovietico. Il lavoro, categoria fondamentale dell'umano, non è luogo di alienazione ma il modo con il quale l'uomo serve Dio proseguendo la Sua opera creatrice e contribuendo alla costruzione di un mondo migliore e più bello. Con un'intervista a Lech Walesa sulla vicenda polacca e l'esperienza di Solidarnosc.
Il saggio, frutto di un calibrato lavoro di ricerca sulle fonti archivistiche e di una selezione della pubblicistica in materia, propone una ricostruzione dei rapporti fra santa sede e stati Uniti nel XIX secolo e oltre: oltre un secolo di storia, dal 1797 al 1942. attraverso una ricostruzione delle ragioni politico-culturali di questo tortuoso percorso il volume consegna al lettore un il ritratto, a confronto, dell'america "profonda" e della sua amministrazione con l'ultrasecolare diplomazia vaticana. Vi si troverà la diffidenza anticattolica ma anche il lavorìo diplomatico fra le due sponde dell'atlantico. Un processo non lineare che vedrà un punto di svolta negli anni Trenta, con la visita nel 1936 negli Usa dell'allora cardinale Pacelli sino all'invio a Roma di Myron Taylor nel 1940 in veste di rappresentante personale del presidente Roosevelt. Prefazione di Giuseppe Dalla Torre.
I quattro volumi de La Questione Caldea e Assira, curati dal Padre Georges-Henri Ruyssen SJ, docente presso il Pontificio Istituto Orientale a Roma, rendono finalmente fruibili i documenti sinora inediti, provenienti dagli Archivi Vaticani, sulla persecuzione dei cristiani caldei e assiri in Medio Oriente. Si tratta nello specifico di documenti redatti dalle autorità ecclesiastiche sulla sorte di queste comunità durante la prima parte del XX secolo, all’interno di eventi che coinvolgono l’Impero ottomano, la Persia, nonché paesi come Turchia, Siria, Iraq e Iran, così come si verranno a costituire subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Quest’opera, nel suo aspetto storico e documentale, contribuisce a comprendere con maggior precisione, tra passato e presente, la complessità dell’area mediorentale. Nell’introduzione l’Autore afferma: “Il valore di questa raccolta dei documenti d’archivio consiste nello scoprire il modo in cui questi eventi, purtroppo non sempre bene conosciuti dagli storici,
venivano riferiti, interpretati e vissuti dalla Chiesa cattolica e dalla sua gerarchia, che non perseguiva i medesimi interessi politici delle potenze europee del momento. È per questo che ci auguriamo che i volumi, che riportano nella maggior parte documenti inediti, possano rappresentare un prezioso complemento per lo studio sereno della questione caldea e
assira nell'arco di trent'anni, cioè dal 1908 al 1938”.
La persecuzione dei cristiani e la loro conseguente emigrazione hanno una lunga storia, iniziata ben prima del XX secolo e segnata da eventi di natura diversa: le vessazioni da parte delle autorità pubbliche, le discriminazioni sociali, i colpi di stato, le politiche del fondamentalismo musulmano, il terrorismo e le guerre nel Medio Oriente; un vasto territorio che ancora oggi è teatro di sanguinosi conflitti che spingono molti cristiani ad abbandonare i loro paesi d’origine perché nessun futuro, in questi luoghi, sembra ormai possibile.
Il Sinodo Straordinario del 1985 ha dichiarato "l'ecclesiologia di comunione come l'idea centrale del Concilio Vaticano II". Con questa affermazione la ricezione conciliare ha subito una svolta decisiva perché da quel momento in poi il Vaticano II è stato interpretato attraverso quella categoria ermeneutica. La nostra ricerca ha voluto verificare la fedeltà di questa definizione riguardo l'ecclesiologia conciliare, interrogando sia il Concilio che i due periodi di ricezione. Ciò che abbiamo rilevato è che sia il Vaticano II che il primo periodo di ricezione non hanno manifestato la preferenza della "communio" rispetto ad altre. Il Vaticano II tra le categorie e le immagini di Chiesa più significative ha preferito quella di "popolo di Dio". Il postconcilio invece fu impegnato nell'applicazione del "corpus conciliare" per cui non si preoccupò di elaborare una categoria ecclesiologia conciliare. L'auspicio è che si possa ripartire dai testi conciliati per effettuare una ermeneutica e ricezione sempre più fedeli al Concilio e al vissuto delle Chiese locali.
"Ben venga questa carrellata di vicari di Cristo. Essa ci ricorderà che apparteniamo a una realtà, la Chiesa, che tutti i tiranni di questo mondo, da Nerone in avanti, hanno provato a cancellare. Sono spariti loro, e di molti di essi nessuno sa nemmeno che sono esistiti. La Chiesa, invece, è sempre qui, tra noi, e c'è sempre un papa che predica, esorta, insegna, benedice." (Rino Cammilleri)
Dopo aver conseguito la laurea in Medicina, Erminio Filippo Pampuri (1897-1930) diventa medico condotto a Morimondo (MI), dove rimarrà per sei anni. Emerge per la straordinaria carità cristiana. Intanto matura nel suo cuore la vocazione di consacrarsi al Signore e nel 1927 entra nell'Ordine di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) prendendo il nome di Fra Riccardo. Sarà proclamato santo nel 1989.
Dall'Umbria rurale al cuore urbano e dinamico della Francia, dall'esortazione penitenziale dei primi frati alla predicazione dei Dottori a Parigi: è il viaggio avvincente che testimonia la grande vitalità e creatività del primo movimento francescano. Un viaggio che, però, solleva anche molte domande, poiché ogni passo in avanti verso il successo in Francia, richiedeva ai frati di guardarsi indietro, alle origini e a Francesco, di misurarsi con la sua intuizione evangelica che privilegiava la semplicità all'erudizione. L'Autore mette in luce uno dei criteri fondamentali che ha animato le scelte delle prime fraternitas, ovvero la missione evangelizzatrice a servizio del regno di Dio, in una tensione continua tra rinnovamento e fedeltà, lì dove si gioca l'intraprendenza e la creatività... anche oggi!