
Quando, nel marzo 1946, Clemens August conte von Galen tornò da Roma, dove papa Pio XII lo aveva da pochi giorni creato cardinale, la popolazione lo accolse trionfalmente davanti alle rovine del duomo di Münster, quasi completamente distrutto dai bombardamenti. Nell'ora più buia della storia tedesca egli aveva osato tenere testa apertamente e senza protezioni al criminale regime di Hitler e la nomina a cardinale era il ringraziamento del pontefice per la sua tenacia. Fu la forza della sua coscienza che gli consentì di diventare un eroe dell'opposizione cattolica alla dittatura nazista. Negli anni del suo servizio da parroco non si era segnalato per particolari iniziative o per innovative proposte pastorali, ma di fronte alla barbarie nazista seppe assumersi le sue responsabilità di vescovo e di testimone del Vangelo. Le tre celeberrime prediche del 1941, riportate in appendice insieme ad altri suoi interventi e a una vibrante lettera di protesta indirizzata al Führer, hanno conservato fino a oggi tutta la loro intensità e attualità. Esse rivelano in maniera impressionante con quale coerenza e coraggio von Galen si schierò contro l'arbitrio dello Stato e si impegnò per il diritto alla vita di ogni essere umano.
Il più autorevole e infaticabile tra i fautori cattolici del Ravvicinamento tra la Chiesa e il popolo ebraico, del superamento definitivo di incomprensioni, diffidenze, ostilità, fondate su credute ragioni religiose che hanno contribuito nel corso dei secoli al nascere dell'infausto fenomeno dell'antisemitismo, offre in questo libro la trama teologica della sua lunga opera e insieme il commento alla Dichiarazione conciliare sulla relazione della Chiesa con le religioni non cristiane; principalmente alla parte che si riferisce agli Ebrei (28 ottobre 1965). È un passo decisivo e irreversibile che la Chiesa ha compiuto, nell'approfondita fedeltà alla verità biblica, riconoscendo e proclamando che non si può parlare di una colpa collettiva del popolo ebraico, nella passione e morte di Cristo: non per tutti gli Ebrei palestinesi o della diaspora allora viventi, e tanto meno per quelli dei secoli successivi fino ai nostri giorni. È la vittoria della fede, nella sua formulazione esatta, purificata, sopra certe rappresentazioni e convinzioni volgari secondo cui il popolo ebraico è oggetto di una riprovazione o ripudio assoluto di Dio, e perciò soggiace a un destino di dannazione, e di persecuzione anche terrena, a giusto motivo. È l'assenso cordiale alla parola paolina secondo cui le "promesse di Dio sono irrevocabili" e perciò il Signore ha sempre cari gli Ebrei e si riserva, entro la fine dei tempi, di integrarli al suo popolo nuovo, che attende la gloria nella sua Parusia.
Un viaggio dentro un sogno che si va realizzando, anche oltre le aspettative di chi lo aveva concepito. Il racconto di oltre sessant’anni di vita della Fondazione Don Carlo Gnocchi con lo sviluppo delle sue molteplici attività. Un’opera poderosa, a servizio delle persone più fragili di ogni età, “sognato” dallo stesso don Gnocchi nella gelida steppa russa, nel sacrificio innocente dei suoi amici alpini e nel ricordo degli affetti lontani. L’ampiezza e la qualità dei risultati raggiunti fanno della Fondazione uno dei maggiori protagonisti del mondo del non-profit, punto di riferimento di un nuovo welfare e bussola di riferimento per la costruzione dell’umana convivenza.
Figure profetiche nei testi del giudeo-cristianesimo antico. Il saggio di Bazzana ha il merito di far interagire il profetismo e il giudeo-cristianesimo, in modo adeguatamente critico, sulla base di una perfetta conoscenza delle fonti e della bibliografia sterminata che le accompagna. Un volta delimitato in modo equilibrato e convincente il giudeo-cristianesimo, sulla base degli studi di Marcel Simon e alla luce del piu recente dibattito sulle origini" del cristianesimo, Bazzana si propone il compito originale di ricostruire una possibile traiettoria, storica e non soltanto letteraria, dei modi il cui carisma profetico, all'opera nelle comunita paoline, si conservo in modo vitale in gruppi giudeo-cristiani di cui egli individua le fonti: dopo Paolo e la Didache, l'Apocalisse canonica, l'Ascensione di Isaia, la Rivelazione di Elchasai e, infine, la profetologia presente nel romanzo pseudo-clementino. "
DESCRIZIONE: L’opera principale di Luigi Bazoli (1931-1996) è l’attività svolta come Assessore all’Urbanistica al Comune di Brescia, dal 1965 al 1980. In quindici anni di mandato ha ottenuto risultati straordinari. Ha rimodellato in tre riprese il piano regolatore di Brescia; ha cancellato la gran maggioranza delle precedenti previsioni edificatorie sui terreni privati; ha attivato in pareggio economico un’offerta di aree pubbliche che ha mandato fuori mercato anche le aree private residue; ha rotto l’alleanza tradizionale fra costruttori e mercanti di aree, e attivato un’alleanza alternativa fra costruttori e utenti, isolando gli interessi parassitari; ha trasformato l’urbanistica in un fattore di concordia sociale, politicamente vincente. Ha salvaguardato nei confini comunali il quadro storico e naturale, che ancora in parte sopravvive per suo merito. In più, ha offerto alla nuova cultura urbanistica italiana un contributo culturale e politico eccezionale, decisivo in quegli anni e prezioso anche oggi per un possibile rilancio di questo settore.
Questo volume consente ai lettori di sentir parlare ancora Luigi Bazoli, con gli scritti di urbanistica dal 1962 al 1994 e i discorsi pronunciati in Consiglio comunale come responsabile del governo urbanistico cittadino. Il tono delle dichiarazioni, la pregnanza culturale delle scelte e la semplicità del linguaggio comprensibile a ciascun cittadino, propongono un modello culturale valevole ancor oggi.
Il libro è inoltre arricchito dalla raccolta di tutti gli scritti di natura politica e culturale, quasi per intero pubblicati da «Città e Dintorni», la rivista fondata da Luigi Bazoli nel 1987 con l’intento che fosse strumento di riflessione e dialogo tra la politica e la società civile, in piena sintonia con il suo modo di concepire l’impegno da «uomo più della società che della politica, tanto meno della politica professionale».
(Mino Martinazzoli)
Dinamica e complessa, la teologia di Lutero non è concepita a priori come un sistema ma nasce da testi di natura, occasione e spirito molto diversi quali lezioni, prediche, scritti polemici, lettere di conforto, discorsi conviviali, introduzioni ai libri biblici, poesie e inni.
Oswald Bayer si propone qui di esporla in forma organica e strutturata.
Questo volume traccia un quadro sul cristianesimo in epoca costantiniana, per poi passare alla controversia ariana, al concilio di Nicea (325 d.C.) e a tutte le vicende fino al definitivo crollo teologico della dottrina di Ario nel concilio di Costantinopoli (381 d.C.). Dal ritratto che Baus fa della Chiesa primitiva emerge il richiamo a non considerarla come qualcosa di statico, di permanente o di perfettamente realizzato. Anzi, dalla lettura risulta che il dinamismo e lo sviluppo costituiscono un dato costante della Chiesa dai primi secoli. Il fascino della Chiesa dei primi secoli fu sempre vivo e operante in tutti i secoli. A quell'esperienza fecero appello i monaci orientali e occidentali per giustificare la loro scelta di vita; a quella comunità apostolica si ispirarono i movimenti rinnovatori dei secoli XII-XIII, sfociati in tensioni antigerarchiche in alcuni e in una testimonianza evangelica in altri (san Francesco, san Domenico); a quel periodo si richiamarono i vari riformatori dei secoli xv e xvi (fra questi anche Lutero).
La prima parte del volume è interamente dedicata alla Chiesa orientale ed è opera di Hans- Georg Beck, uno dei maggiori conoscitori del mondo bizantino, mondo attorno al quale ruotano le vicende della Chiesa d'oriente per di più di un millennio. La seconda parte segue dapprima lo sviluppo missionario della Chiesa occidentale e quindi la sua organizzazione e la vita interna. Qui l'analisi tocca la prestazione precipua della Chiesa di questi secoli: la progressiva evangelizzazione delle aree cristiane e la diffusione missionaria. Prototipo di questa duplice attività pastorale - cristianizzazione dell'interno ed espansione missionaria anche all'esterno dell'impero - può essere Gregorio Magno. Due erano i problemi fondamentali che si presentavano alla chiesa cattolica nell'incontro con i popoli che si erano stanziati negli antichi territori dell'impero: da un lato, i barbari già passati al cristianesimo abbracciando la confessione ariana; dall'altro quelli restati pagani. Decisivo per il futuro dell'assetto dell'Europa, per la futura «christianitas» occidentale fu l'incontro della Chiesa con i Franchi. Introduzione di Elio Guerriero.
"L'epoca dei concili" è un'opera di riferimento all'interno della grande «storia della chiesa» organizzata. Hubert Jedin, direttore della collana, fu padre conciliare nel Vaticano II. A partire dalla libertà religiosa, divenuta presto posizione maggioritaria del cristianesimo nell'impero romano, i concili divennero il modo per costruire una cultura religiosa condivisa da parte dei cristiani. In questa costruzione non mancarono forti scontri che furono non solo religiosi ma anche politici (con ariani, donatisti, nestoriani, monofisiti, pelagiani, ecc.). Se furono occasioni di importanti chiarimenti sulle figure di Cristo, di Maria, della Trinità e della Chiesa stessa, a volte le separazioni si dimostrarono pretenziose e solo nel tempo si ritrovò la comunione. È questo noto anche come il periodo dei grandi «Padri della Chiesa», sia nel mondo di tradizione greca che latina. Si tratta infine del periodo che vede il sorgere del monachesimo, prima in Oriente, poi in Occidente. In un periodo in cui il tessuto civile dell'ex impero romano era condannato a sfaldarsi, il monachesimo era invece vocato a divenire non solo un nerbo religioso, ma anche uno strumento di aggregazione e di civiltà. Dopo il primo sulle origini, questo secondo volume approfondisce i temi della formazione del dogma, del monachesimo, della diffusione missionaria e della cristianizzazione dell'impero romano.
Come si scriveva la storia nella Roma del Rinascimento e della Riforma cattolica? Partendo dallo studio dell'opera dell'agostiniano Onofrio Panvinio (1530-1568), questo volume di Stefan Bauer mostra quale tipo di ricerca storica fosse possibile in quegli anni. La storiografia di quel periodo non era rappresentata in prevalenza da opere scritte su commissione di alcuni mecenati, ma era in larga parte frutto di indagini accurate per esplorare il passato. "L'invenzione della storia dei papi" getta nuova luce sul cambiamento delle priorità, delle mentalità e degli standard culturali fioriti nel periodo di transizione tra il Rinascimento e la Riforma cattolica. In collaborazione con l'Archivio Storico della Provincia Agostiniana d'Italia. L'edizione originale in lingua inglese di questo volume è stata pubblicata dalla Oxford University Press.
Uno studio sulle Fonti delle conoscenze attuali sulla civilta precolombiana del Messico centrale basate sugli scritti del XVI secolo di missionari francescani.