
Sedici scrittori raccontano figure emblematiche di monaci e monache, frati e suore. Si interrogano sul significato della loro scelta di vita e sulle difficoltà che in essa incontrano. Lo starets Zossima ritratto da Fëdor Dostoevskij, le carmelitane protagoniste dei Dialoghi di Georges Bernanos, la santa Teresa di Lisieux portata sulla scena da Gilbert Cesbron. Ma anche la giovane suora, autentico vangelo vivente, che Mario Pomilio ricorda in uno scritto autobiografico. Sono solo alcuni tasselli del colorato mosaico creato dall'autore, in un saggio unico nel panorama editoriale italiano. La carrellata dei personaggi di questa "letteratura col saio" ci restituisce non solo uno sguardo originale su alcuni momenti significativi della letteratura mondiale dall'Ottocento ai giorni nostri, ma offre anche un'immagine viva e palpitante di quella che - nel linguaggio ecclesiastico - è definita "vita consacrata". Un libro per gli amanti della letteratura, ma anche per i consacrati, chiamati a essere "sentinelle dell'assoluto" e al tempo stesso compagni di strada degli uomini e delle donne di ogni tempo.
Nel corso della sua lunga attività di archeologo nella Siria settentrionale padre Pasquale Castellana, da solo e in collaborazione con i confratelli Ignacio Peña e Romualdo Fernàndez, ha restituito alla comunità scientifica e locale centocinquanta chiese inedite, centosettanta tra monasteri ed eremi, sessantuno torri di monaci reclusi, oltre che vasche battesimali, iscrizioni greche, necropoli, pressoi, tempietti, colonne di stiliti. A tutto ciò va ad aggiungersi quest'ultimo lavoro, che costituisce una sorta di commiato dalla sua intensa dedizione all'archeologia e vuole offrire una panoramica di quanto di meglio egli ha scritto nell'ambito della esaltante avventura del monachesimo in terra siriana. Destinato a tutti gli appassionati di storia del monachesimo antico, il volume è interamente corredato da piantine e immagini a colori.
Fu in qualche modo un percorso di avvicinamento necessitato, quello che condusse gli Stati Uniti e la Santa Sede a instaurare rapporti diplomatici. Un percorso che venne ufficializzato il 23 dicembre 1939, nel messaggio natalizio con cui Franklin Delano Roosevelt chiedeva a papa Pio XII - da pochi mesi salito sulla Cattedra di Pietro - che fra i due ordinamenti si ristabilisse un contatto diplomatico. Ad accelerare il disgelo tra le due massime "forze morali" del pianeta contribuì infatti senza dubbio l'escalation nazifascista, insieme con il progressivo irrigidimento di Pio XII e di Roosevelt nei confronti dei regimi italiano e tedesco. Si venivano così a superare le barriere politiche e culturali che avevano impedito l'assimilazione del cattolicesimo nel tessuto nazionale statunitense e, di riflesso, avevano acuito la difficoltà americana a considerare il Vaticano quale interlocutore alla stregua degli altri attori internazionali. Un ravvicinamento che si concretizzò dopo una lunga gestazione, contraddistinta da improvvise accelerazioni e da brusche frenate, durante gli anni fra le due guerre, anni che restano fra i più convulsi e drammatici della storia del ventesimo secolo.
Il tema della "recezione" del Concilio Vaticano II, materia così discussa e controversa nel dibattito teologico attuale è la scelta fatta dall'autore del presente volume come un contributo ed un apporto di un dossier, che si aggiunge ai tanti già pubblicati per testimoniare i passi di una chiesa locale viva, conciliare e missionaria. Come ben afferma, infatti, il Pastore L. Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro: "La recezione del Magistero del Concilio Vaticano il nella tua Chiesa particolare. Il tema è arduo, sia a livello teologico come a livello culturale e pastorale; tu ti sei impegnato in una ricerca molto accurata e puntuale del Magistero, soprattutto del grande mons. Vairo, e poi hai seguito le scansioni del Magistero e della pastorale del grande vescovo Mano Padello, di cui sei stato e sei uno dei collaboratori principali. Uno studio attento dei documenti, un tentativo di leggere l'attesa che il popolo cristiano aveva di questi documenti, un'attenzione anche alla fatica di cercare di attuare nella vita pastorale le indicazioni che venivano dal Concilio. Mi sembra che tu ci abbia messo di fronte a un lavoro storico e teologico che attualizza, in modo pieno, la grande direttiva esegetica sul Concilio che Benedetto XVI ha formulato in questi ul timi anni e che riprende con molta precisione Tu utilizzi una ermeneutica della continuità fra ciò che precede il Concilio e ciò che segue il Concilio, rifiutando una rottura che è stata ed è di carattere ideologico.
Ad arricchire la Chiesa piemontese nel medioevo furono soprattutto i monaci, nei loro vari ordini religiosi: i Benedettini nella valle di Susa, nei luoghi di Novalesa e di San Michele della Chiusa, i Cistercensi nei monasteri maschili e femminili sparsi un po' ovunque, i Vallombrosani alla periferia di Torino e nella valle della Stura di Lanzo con il loro slancio religioso, ed infine i Templari disseminati in piccoli nuclei sulla collina torinese e nel Chierese. Per l'organizzazione diocesana la loro presenza fu sicuramente un bene che assicurò nuovo slancio alla religiosità del tempo, ma anche alla vita sociale con la loro presenza attiva nei territori soggetti alla loro giurisdizione monastica. È questo il quadro dentro il quale si sviluppa il presente volume: alcune abbazie sono ampiamente studiate come la Sacra di San Michele, altre sono appena toccate come la Novalesa. Di queste ed altre abbazie nel volume si sottolineano l'ambiente in cui sono nate e vissute e soprattutto la rete delle loro dipendenze costituite da beni e chiese.
Questo libro si compone di due parti. La prima, intitolata "Tendenze anticlericali e fermenti antireligiosi nell'Italia del 1944-1946. Echi e reazioni nel mondo cattolico", si occupa di alcuni aspetti del fenomeno anticlericale e antireligioso manifestatosi nei mesi a cavallo della Liberazione, con particolare riferimento all'"odio" predicato da alcuni contro il clero "politicante", a certe tematiche del dibattito-scontro politico allora in atto (quella, ad esempio, dei rapporti tra Chiesa e fascismo), alle polemiche antivaticane di Radio Mosca, alla propaganda antireligiosa dei "senza Dio". Nella seconda, intitolata "La campagna anticlericale del 1946-1947 nella documentazione dell'Archivio Centrale dello Stato", si parla dei giornali, e dei circoli anticlericali e della loro diffusione sul territorio nazionale. Nell'uno e nell'altro caso l'autore, che fa ampio riferimento anche alle vivaci reazioni che l'anticlericalismo suscitò negli ambienti cattolici del tempo, si è basato sui documenti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato e l'Archivio dell'Azione Cattolica Italiana, oltre che sulla lettura di riviste e giornali d'ogni tendenza.
Mario Casella è professore ordinario di Storia contemporanea nell'Università del Salento. Si è occupato della lotta politica e della vita religiosa a Roma e nell'Italia centrale tra il XIX e il XX secolo, del movimento operaio di fine Ottocento, della classe dirigente pontificia e italiana (con particolare riferimento ai vescovi e ai prefetti), della riforma dei seminari al tempo di Pio X, dei rapporti tra Stato e Chiesa dal 1929 al 1948, dell'associazionismo, soprattutto cattolico, nell'Italia liberale, fascista e repubblicana. Tra i numerosi volumi pubblicati figurano: "L'Azione Cattolica alla caduta del fascismo. Attività e progetti per il dopoguerra (1942-1945)" (Roma, 1984), "Cattolici e Costituente. Orientamenti e iniziative del cattolicesimo organizzato (1945-1947)" (Napoli, 1987), "18 aprile 1948. La mobilitazione delle organizzazioni cattoliche" (Galatina, 1992), "L'Azione Cattolica nell'Italia contemporanea (1919-1969)" (Roma, 1992), "Stato e Chiesa in Italia dalla Conciliazione alla riconciliazione (1929-1931)" (Galatina, 2005), "Alla scoperta della religiosità nell'Italia meridionale. La diocesi di Diano-Teggiano tra Otto e Novecento" (Soveria Mannelli, 2006) e "Stato e Chiesa in Italia (1938-1944)" (Galatina, 2006).
L'autore ha raccolto per l'Editrice AVE alcuni suoi saggi storiografici apparsi, negli ultimi decenni del Novecento, in sedi diverse: miscellanee, enciclopedie, dizionari, riviste, giornali. Si tratta di scritti vari su argomenti eterogenei che possano aiutarci a comprendere la spiritualità e l'attività di un'Associazione, l'Azione Cattolica Italiana, che ha avuto un ruolo importante nella vita della Chiesa e della società civile del nostro Paese. Il libro è diviso in tre sezioni. Nella prima vi sono contributi di carattere generale, con aspetti e momenti della storia di AC tra il primo '900 e la riforma statutaria del 1969. La seconda comprende un saggio sul dibattito storiografico relativo all'Azione Cattolica del tempo di Pio XI e di Pio XII. La terza offre nove profili biografici di personaggi che hanno avuto un ruolo significativo nella vita dell'Associazione: Federico Alessandrini, Vittorio Bachelet, Armida Barelli, Carlo Carretto, mons. Franco Costa, Igino Giordani, Bruno Paparella, Sergio Baronetto e Vittorino Veronese.
Un quaderno utile per fare chiarezza su un tema spesso trattato con superficialità e oggetto di interessata disinformazione.
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